easyand
05-04-2007, 10:24
MASTROGIASCOMO: IL SISMI SAPEVA DOV'ERA E POTEVA INTERVENIRE CON GLI INCURSORI
Le rivelazioni della rivista "LEFT": si sapeva dov'era Mastrogiacomo e persino il SAS volevano liberarlo, ma il Governo ha detto no.
ROMA- 'Left' SOSTIENE in un articolo pubblicato sul numero in uscita oggi, in cui si ricostruiscono i retroscena del sequestro dell'inviato di Repubblica, che tutte le comunicazioni tra i taleban che tenevano sequestrato Daniele Mastrogiacomo e gli emissari impegnati nella trattativa - in totale un centinaio di ore di intercettazioni - sono stare registrate grazie alla rete radar e di sensori della Coalizione, attivata dal Sismi.
Nei quindici giorni in cui Mastrogiacomo č rimasto in mano agli uomini del mullah Dadullah, inoltre, un aereo spia č stato continuamente in volo per seguire gli spostamenti imposti dai carcerieri all'ostaggio e una task force composta dagli uomini delle nostre forze speciali (Comsubin e Col Moschin) era a disposizione, pronta a intervenire con un'azione di forza nel caso la situazione fosse precipitata.
Nell'articolo si fa riferimento anche al blitz del Sas britannico, offerto a 24 ore dal rapimento ma rifiutato dall'ambasciatore italiano Ettore Sequi; alla prova che Mastrogiacomo era in vita attraverso una telefonata fatta due giorni dopo il sequestro; alla decisione americana di fare un passo indietro, consentendo a Prodi e Kharzai di trovare una strada per risolvere una crisi che altrimenti avrebbe potuto segnare in modo irreversibile il futuro delle relazioni tra Roma e Washington.
Le rivelazioni della rivista "LEFT": si sapeva dov'era Mastrogiacomo e persino il SAS volevano liberarlo, ma il Governo ha detto no.
ROMA- 'Left' SOSTIENE in un articolo pubblicato sul numero in uscita oggi, in cui si ricostruiscono i retroscena del sequestro dell'inviato di Repubblica, che tutte le comunicazioni tra i taleban che tenevano sequestrato Daniele Mastrogiacomo e gli emissari impegnati nella trattativa - in totale un centinaio di ore di intercettazioni - sono stare registrate grazie alla rete radar e di sensori della Coalizione, attivata dal Sismi.
Nei quindici giorni in cui Mastrogiacomo č rimasto in mano agli uomini del mullah Dadullah, inoltre, un aereo spia č stato continuamente in volo per seguire gli spostamenti imposti dai carcerieri all'ostaggio e una task force composta dagli uomini delle nostre forze speciali (Comsubin e Col Moschin) era a disposizione, pronta a intervenire con un'azione di forza nel caso la situazione fosse precipitata.
Nell'articolo si fa riferimento anche al blitz del Sas britannico, offerto a 24 ore dal rapimento ma rifiutato dall'ambasciatore italiano Ettore Sequi; alla prova che Mastrogiacomo era in vita attraverso una telefonata fatta due giorni dopo il sequestro; alla decisione americana di fare un passo indietro, consentendo a Prodi e Kharzai di trovare una strada per risolvere una crisi che altrimenti avrebbe potuto segnare in modo irreversibile il futuro delle relazioni tra Roma e Washington.