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View Full Version : Mafia, arrestato ex-vicepresidente della Regione Sicilia


coldd
04-04-2007, 12:35
Mafia, arrestato ex-vicepresidente della Regione Sicilia
mercoledì, 4 aprile 2007 10.51

PALERMO (Reuters) - Un ex-vice presidente della Regione Sicilia, un ex dirigente dell'Agenzia del Demanio di Trapani e altri quattro sono stati arrestati oggi nell'ambito di un'inchiesta su presunti contatti tra politica e Cosa nostra sugli appalti pubblici.

Lo hanno riferito fonti investigative, precisando che i sei ordini di custodia cautelare sono stati disposti dal gip di Palermo, Antonella Consiglio, in un'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della città.

Tra i sei arrestati c'è Bartolo Pellegrino, 73 anni, leader del movimento autonomista "Nuova Sicilia", ex- vice presidente della Regione Sicilia dal 1995 al 1996 ed ex assessore regionale tra l'altro, al Territorio e all'Ambiente: per lui l'accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione.

Secondo gli inquirenti, Pellegrino -- al quale sono stati concessi gli arresti domiciliari per l'età -- avrebbe di fatto messo a disposizione di alcuni presunti boss mafiosi, tra i quali soprattutto Francesco Pace con cui aveva rapporti stabili, informazioni sugli appalti pubblici ottenute grazie alla sua carica istituzionale, e avrebbe anche concordato con il boss l'individuazione di eventuali candidati per le elezioni politiche.

Oltre a Pellegrino e allo stesso Pace -- al quale il provvedimento di custodia cautelare è stato notificato in carcere -- è stato arrestato anche l'ex-dirigente dell'Agenzia del Demanio, Francesco Nasca, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e altri tre imprenditori.

Nel corso dell'inchiesta, sono stati sequestrati beni per 10 milioni di euro a uno dei tre imprenditori arrestati.

I provvedimenti sono stati richiesti dai pm Gaetano Paci e Andrea Tarondo.
http://today.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=topNews&storyID=2007-04-04T095118Z_01_ROS429850_RTRIDST_0_OITTP-ARRESTI-TRAPANI-MAFIA.XML

Il leader del partito "Nuova Sicilia" già assessore regionale al Territorio e Ambiente
Sarebbe stato "a disposizione" delle cosche del trapanese interessate agli appalti
In manette l'ex vicepresidente della Sicilia
Bartolo Pellegrino, è accusato di mafia
Gli inquirenti: "faceva mercimonio della sua carica politica".
Le imbarazzanti intercettazioni con il presidente della Regione
dal nostro inviato ALESSANDRA ZINITI

In manette l'ex vicepresidente della Sicilia
Bartolo Pellegrino, è accusato di mafia

Bartolo Pellegrino
TRAPANI - "Sbirri e infami". Così Bartolo Pellegrino, da assessore al Territorio della Regione siciliana con presidente Totò Cuffaro, parlava di carabinieri e collaboratori di giustizia. Lo intercettarono quattro anni fa mentre parlava al telefono con esponenti mafiosi del clan di Monreale, poi arrestati.
Dall'incarico di governo dovette dimettersi ma rivendicò l'assoluta libertà di incontrare chi gli pareva e diede una connotazione positiva a quel termine "sbirro" in Sicilia usato solo da mafiosi e criminali per indicare le forze dell'ordine.
Questa volta Pellegrino si è fatto beccare in incontri ravvicinati con i boss di Trapani per conto dei quali - hanno scritto i magistrati della Dda di Palermo che ne hanno chiesto l'arresto - "faceva mercimonio della sua carica politica". Si preparava a presentare il suo partito autonomista "Nuova Sicilia" in connubio con la nuova Democrazia cristiana per le prossime amministrative di maggio individuando candidati graditi ai boss, dicono gli inquirenti. Ma ad ordinare un brusco stop alla campagna elettorale è arrivato l'ordine di custodia cautelare firmato dal gip di Palermo Antonella Consiglio su richiesta del sostituto procuratore della Dda Gaetano Paci e del sostituto procuratore di Trapani Andrea Tarondo. I suoi 73 anni gli hanno concesso il beneficio degli arresti domiciliari ma sono pesanti gli addebiti dai quali dovrà difendersi l'ex vicepresidente della Regione: associazione mafiosa ed estorsione.

Filmato, intercettato e accusato da uno degli imprenditori trapanesi già arrestato nella prima tranche dell'operazione mafia e appalti condotta dalla squadra mobile di Trapani diretta da Giuseppe Linares. Da Antonino Birrittella, ex presidente del Trapani calcio, Pellegrino avrebbe ricevuto la bella cifra di trecentomila euro, cinquecento euro per ogni appartamento realizzato nella megaspeculazione edilizia di Villa Rosina a Trapani, grazie alla provvidenziale firma dell'allora assessore regionale al territorio che firmò il mutamento di destinazione d'uso di un'area da verde agricolo a zona edificabile modificando gli indici di edificabilità nel contesto del piano di regolatore.
E suo sarebbe lo zampino anche nell'appalto della funivia Trapani- Erice e in tutti quei lavorti che gli imprenditori direttamente in contatto con il capomafia latitante Matteo Messina Denaro erano in grado di aggiudicarsi.

Altri tre di loro, Filippo Coppola, Francesco Bica e Francesco Orlando, quest'ultimo già segretario particolare del politico, sono finiti questa mattina in manette insieme a Pellegrino mentre un altro ordine di cattura è stato notificato in carcere al capomandamento di Trapani Francesco Pace.

L'inchiesta di oggi rende giustizia anche alla battaglia dell'ex prefetto di Trapani Fulvio Sodano, oggi gravemente ammalato, che comprese subito i tentativi dei boss di appropriarsi della "Calcestruzzi ericina", l'azienda confiscata al capomafia Francesco Virga. Ampiamente boicottata dalle imprese interessate ai lavori per la realizzazione delle opere per l'America's Cup, la "Calcestruzzi" stava per andare in fallimento in amministrazione giudiziaria.
Al direttore amministrativo dell'agenzia per il demanio di Trapani, Francesco Nasca, i mafiosi avevano dato il compito di sottostimare il valore dell'azienda per consentirne l'acquisto da parte di un altro imprenditore colluso, Vincenzo Mannina, ora finito in manette nel blitz della notte scorsa. A lui gli inquirenti hanno sequestrato beni per dieci milioni di euro.

Un'indagine-terremoto per Trapani alla vigilia della campagna elettorale anche perché si prevedono nuovi sviluppi dopo i numerosi avvisi di garanzia che sono stati notificati oggi ad altri politici locali.

(4 aprile 2007)
http://www.repubblica.it/2007/04/sezioni/cronaca/arresti-sicilia/cronaca-arresti/cronaca-arresti.html

Cfranco
04-04-2007, 12:53
Chi lo avrebbe mai sospettato

-kurgan-
04-04-2007, 12:54
TRAPANI - "Sbirri e infami". Così Bartolo Pellegrino, da assessore al Territorio della Regione siciliana con presidente Totò Cuffaro, parlava di carabinieri e collaboratori di giustizia. Lo intercettarono quattro anni fa mentre parlava al telefono con esponenti mafiosi del clan di Monreale, poi arrestati.


nomi ricorrenti..

biru
04-04-2007, 13:01
L'unica cosa buona che fece Mussolini probabilmente fu quella di prendere i mafiosi e trattarli come tali, mi fa schifo a dirlo ma vorrei che si ritornasse, almeno x queste cose, a quei tempi.

Cfranco
04-04-2007, 13:10
L'unica cosa buona che fece Mussolini probabilmente fu quella di prendere i mafiosi e trattarli come tali, mi fa schifo a dirlo ma vorrei che si ritornasse, almeno x queste cose, a quei tempi.
Leggende metropolitane .
http://it.wikipedia.org/wiki/Cosa_Nostra#L.27epoca_fascista

biru
04-04-2007, 13:15
Leggende metropolitane .
http://it.wikipedia.org/wiki/Cosa_Nostra#L.27epoca_fascista

scusa e, ma nn l'hai letto l'articolo?
Parlavo proprio di quello:

"I primi attacchi al potere mafioso furono sferrati da Benito Mussolini infatti, solo nel 1925 quando inviò in Sicilia Cesare Mori (insediatosi a Palermo il 22 ottobre dello stesso anno), il Prefetto di ferro, con l'incarico di sradicare la mafia con qualsiasi mezzo: l'azione del Mori fu ciecamente brutale e si accanì soprattutto contro i pesci piccoli e medi di Cosa Nostra, avvalendosi della collaborazione dei grandi latifondisti e dei proprietari terrieri siciliani: senza alcun riguardo per il fenomeno nel suo insieme, l'azione di Mori mirava soprattutto a ottenere una cifra consistente di condanne da riportare al Duce come prova del successo dell'operazione. Centinaia e centinaia furono gli uomini arrestati e condannati con processi sommari, come il boss Don Vito Cascio Ferro che fu messo in carcere anche in completa assenza di prove. "

Che poi la situazione sia sfuggita di mano nn lo nego di certo, è anche inutile però negare che quelle azioni brutali avevano indebolito cosa nostra ;) .

Cfranco
04-04-2007, 13:25
scusa e, ma nn l'hai letto l'articolo?

E' stata solo un' operazione cosmetica , Cesare Mori lottò da solo e quando cominciò a toccare i mafiosi che contavano lo fecero trasferire .

sider
04-04-2007, 13:35
Aspettiamo cuffaro al varco.

biru
04-04-2007, 13:41
E' stata solo un' operazione cosmetica , Cesare Mori lottò da solo e quando cominciò a toccare i mafiosi che contavano lo fecero trasferire .

questa mi è nuova, anche su wiki è scritto diversamente (nn che si debba prendere tutto x oro colato).

brown
04-04-2007, 15:06
prima o poi arrivera' anche il turno di cuffaro'

Onisem
04-04-2007, 16:01
Il rieletto dai siciliani Cuffaro.

gretas
04-04-2007, 17:29
Le accuse: concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione Appalti e mafia, arresti a Trapani Ai domiciliari l'ex vicepresidente della Regione, Bartolo Pellegrino. In manette anche alcuni imprenditori

Bartolo Pellegrino
Sarebbero coinvolti in un giro di appalti controllati dalla mafia. Per questo la polizia di Stato ha eseguito a Trapani una serie di arresti. L'ex vicepresidente della Regione siciliana, Bartolo Pellegrino, 73 anni, leader del movimento politico «Nuova Sicilia», è finito ai domiciliari. Il politico è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Il gip Antonella Consiglio ha concesso all'indagato gli arresti domiciliari per via dell'età. Pellegrino, fra il 2001 e il 2003, ha ricoperto anche la carica di assessore regionale al Territorio e Ambiente. Secondo gli inquirenti, l'ex deputato regionale avrebbe avuto rapporti con boss mafiosi di Trapani e sarebbe stato a loro disposizione.

GLI ALTRI NOMI - L'operazione antimafia ha coinvolto anche il direttore tributario dell'Agenzia del demanio Francesco Nasca, 61 anni, e gli imprenditori Vincenzo Mannina 46 anni, Michele Martines, 37 anni, e Mario Sucamele, 52 anni, quest'ultimo in passato già indagato per mafia.

INCHIESTA - I provvedimenti restrittivi, che fanno riferimento ai reati di associazione mafiosa, estorsione e corruzione, sono stati firmati dal gip di Palermo su richiesta dei sostituti della Dda Gabriele Pace e Andrea Tarondo. L'indagine della squadra mobile trapanese, denominata «Progetto mafia e appalti Trapani» costituisce uno sviluppo di attività investigative che il 24 novembre del 2005 avevano già portato all'arresto di Francesco Pace, 65 anni, «reggente» di Cosa nostra a Trapani, e di altre 11 persone. A Pace è stato notificato in carcere un nuovo ordine di custodia.

IL LEADER DI «NUOVA SICILIA» - Bartolo Pellegrino, in passato socialista, è stato assessore regionale al Territorio, e anche vicepresidente della Regione e attualmente era impegnato in una serie di accordi politici in vista delle elezioni amministrative di maggio.



da corriere.it

gretas
04-04-2007, 17:34
Per chi non l'avesse ancora visto:

Guardate e sentite VOI cosa faceva Cuffaro con Guttadauro e le malattie dei cittadini:



DVD edito da BUR : LA MAFIA E' BIANCA,da Feltrinelli.






CAPITOLI:



01 Aiello chi?
02 Il Governatore in Tribunale
03 L’ospedale pubblico
04 Aragona, Guttadauro e Totò
05 Bagheria: mafi a è meglio
06 La mafi a vota
07 Virtù private e vizi pubblici
08 Giochi d’azzardo
09 Un eroe per forza
10 Tutti medici
11 Le Talpe
12 La mozione
13 Totò a Samarcanda
14 Panzanate!
15 Colpevoli e innocenti
16 La morale di Casini
17 Aspettando Totò
18 Grazia per i malati. Grazia!














“In Sicilia ci sono cinque milioni di siciliani onesti ai quali la mafia fa schifo!”
– TOTÒ CUFFARO
(presidente della Regione Sicilia, sotto processo per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra)

“Un personaggio ridanciano, grazioso, così, molto alla mano, che immediatamente io riconobbi essere l’onorevole Cuffaro... Subito baci e abbracci, e quindi immediatamente del tu, ci siamo dati del tu; mi disse:
‘Guarda che sono venuto qua perché mi devi aiutare’.”
– ANGELO SIINO
(ex “ministro dei Lavori Pubblici” di Cosa Nostra, collaboratore di giustizia, deposizione al processo “Michele Aiello più 13”, 8 giugno 2005)

“Sono stati dimostrati, come non accade spesso in un unico contesto di indagine, i rapporti di una persona imputata di far parte dell’associazione mafiosa Cosa Nostra (Michele Aiello) e di una condannata con sentenza definitiva per questo reato (Giuseppe Guttadauro) con esponenti, anche al più alto livello, della politica regionale, con imprenditori, professionisti e giornalisti, con impiegati, funzionari e dirigenti della pubblica amministrazione, con persone che lavorano negli uffici giudiziari e con appartenenti, di ogni grado e qualifica, alle forze di polizia.”
– MEMORIA DEI PUBBLICI MINISTERI
(Procura di Palermo, 1° ottobre 2004)

Indagini, intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti, interrogatori e processi disegnano la trama di un giallo popolato da boss di Cosa Nostra, potenti uomini politici, imprenditori milionari, pentiti di mafia e medici. Un libro involontariamente di genere sul nuovo potere. Un libro che indigna e appassiona. E abbandona il lettore nell’inquietudine di un finale che ancora non è stato scritto.

Ser21
05-04-2007, 07:19
Aspettiamo cuffaro al varco.

dai cazzo,dai che questa volta i pm se lo inchiappettano...sarebbe proprio una goduria vedere finire sotto processo il vasa vasa...
Uno dei politici più collusi della storia...un vero SCANDALO!

nomeutente
05-04-2007, 07:56
dai cazzo,dai che questa volta i pm se lo inchiappettano...sarebbe proprio una goduria vedere finire sotto processo il vasa vasa...
Uno dei politici più collusi della storia...un vero SCANDALO!

"La magistratura sta risalendo tutta la piramide di collusione, speriamo che riesca ad arrivare fino al vertice": forma educata e calma dell'opinione sopra esposta.

Come vedi, non c'è bisogno di metterci dentro cazzi o altro, quindi la cosa non deve ripetersi.

Ser21
05-04-2007, 08:40
"La magistratura sta risalendo tutta la piramide di collusione, speriamo che riesca ad arrivare fino al vertice": forma educata e calma dell'opinione sopra esposta.

Come vedi, non c'è bisogno di metterci dentro cazzi o altro, quindi la cosa non deve ripetersi.

scusami ma mi sento davvero coinvolto in queste cose...per quello che so su cuffaro,mi sale il sangue al cervello a leggere che certe persone siano ancora in grado di governare.Speriamo che la cerchia intorno a questo bandito si chiuda...è allucinante che sia pure stato RIELETTO!

cprintf
05-04-2007, 10:26
<sfogo>

Proposta: mettiamo direttamente una piccola sezione circondariale nei Parlamenti (nazionale e regionali) cosicché i delinquenti pregiudicati possano lavorare. Come quelle dei processi di mafia, con il pentito dentro alla gabbia.

In fondo se si dovesse veramente decidere di spostare i delinquenti accertati dal parlamento alla galera ciò potrebbe provocare una modifica sostanziale delle percentuali di rappresentanza in parlamento, dati alla mano.

Propongo quindi un nuovo tipo di arresto: quello "in sede lavorativa di pubblica rappresentanza".

Oltretutto mettendoli a votare da dentro le celle risolveremmo anche il problema dell'assenteismo. In più i detenuti farebbero fatica a votare al posto di altri parlamentari (i cosiddetti "pianisti") perché impediti dalle sbarre.

</sfogo>

Scusate lo sfogo, adesso sto meglio ;-)

Cfranco
05-04-2007, 18:05
TRAPANI - "Sbirri e infami". Così Bartolo Pellegrino, da assessore al Territorio della Regione siciliana con presidente Totò Cuffaro, parlava di carabinieri e collaboratori di giustizia. Lo intercettarono quattro anni fa mentre parlava al telefono con esponenti mafiosi del clan di Monreale, poi arrestati.
Dall'incarico di governo dovette dimettersi ma rivendicò l'assoluta libertà di incontrare chi gli pareva e diede una connotazione positiva a quel termine "sbirro" in Sicilia usato solo da mafiosi e criminali per indicare le forze dell'ordine.
Questa volta Pellegrino si è fatto beccare in incontri ravvicinati con i boss di Trapani per conto dei quali - hanno scritto i magistrati della Dda di Palermo che ne hanno chiesto l'arresto - "faceva mercimonio della sua carica politica". Si preparava a presentare il suo partito autonomista "Nuova Sicilia" in connubio con la nuova Democrazia cristiana per le prossime amministrative di maggio individuando candidati graditi ai boss, dicono gli inquirenti. Ma ad ordinare un brusco stop alla campagna elettorale è arrivato l'ordine di custodia cautelare firmato dal gip di Palermo Antonella Consiglio su richiesta del sostituto procuratore della Dda Gaetano Paci e del sostituto procuratore di Trapani Andrea Tarondo. I suoi 73 anni gli hanno concesso il beneficio degli arresti domiciliari ma sono pesanti gli addebiti dai quali dovrà difendersi l'ex vicepresidente della Regione: associazione mafiosa ed estorsione.

Filmato, intercettato e accusato da uno degli imprenditori trapanesi già arrestato nella prima tranche dell'operazione mafia e appalti condotta dalla squadra mobile di Trapani diretta da Giuseppe Linares. Da Antonino Birrittella, ex presidente del Trapani calcio, Pellegrino avrebbe ricevuto la bella cifra di trecentomila euro, cinquecento euro per ogni appartamento realizzato nella megaspeculazione edilizia di Villa Rosina a Trapani, grazie alla provvidenziale firma dell'allora assessore regionale al territorio che firmò il mutamento di destinazione d'uso di un'area da verde agricolo a zona edificabile modificando gli indici di edificabilità nel contesto del piano di regolatore.
E suo sarebbe lo zampino anche nell'appalto della funivia Trapani- Erice e in tutti quei lavorti che gli imprenditori direttamente in contatto con il capomafia latitante Matteo Messina Denaro erano in grado di aggiudicarsi.

Altri tre di loro, Filippo Coppola, Francesco Bica e Francesco Orlando, quest'ultimo già segretario particolare del politico, sono finiti questa mattina in manette insieme a Pellegrino mentre un altro ordine di cattura è stato notificato in carcere al capomandamento di Trapani Francesco Pace.

L'inchiesta di oggi rende giustizia anche alla battaglia dell'ex prefetto di Trapani Fulvio Sodano, oggi gravemente ammalato, che comprese subito i tentativi dei boss di appropriarsi della "Calcestruzzi ericina", l'azienda confiscata al capomafia Francesco Virga. Ampiamente boicottata dalle imprese interessate ai lavori per la realizzazione delle opere per l'America's Cup, la "Calcestruzzi" stava per andare in fallimento in amministrazione giudiziaria.
Al direttore amministrativo dell'agenzia per il demanio di Trapani, Francesco Nasca, i mafiosi avevano dato il compito di sottostimare il valore dell'azienda per consentirne l'acquisto da parte di un altro imprenditore colluso, Vincenzo Mannina, ora finito in manette nel blitz della notte scorsa. A lui gli inquirenti hanno sequestrato beni per dieci milioni di euro.

Un'indagine-terremoto per Trapani alla vigilia della campagna elettorale anche perché si prevedono nuovi sviluppi dopo i numerosi avvisi di garanzia che sono stati notificati oggi ad altri politici locali.
dal sito www.repubblica.it

Comunicato dei Verdi di Palermo sull'arresto di Pellegrino:

Palermo. 4 Aprile.
"L'arresto di Pellegrino getta un'ombra inquietante anche sulle vicende del
piano regolatore generale di Palermo approvato
durante la sua gestione dell'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente" -
dichiara Alberto Mangano, Presidente cittadino dei Verdi ed ex Assessore
all'Urbanistica della Giunta Orlando.
"Sarebbe opportuno che la magistratura si occupi anche del decreto con il
quale fu approvato il piano regolatore generale di Palermo che modificò gli
indici di edificabilità e alcune destinazioni d'uso in difformità al
progetto originario".
"Visti i capi d'imputazione che hanno motivato l'arresto di
Pellegrino -continua Mangano - è legittimo domandarsi quali interessi avesse
voluto favorire Pellegrino nella città di Palermo".
Conclude il Presidente cittadino dei Verdi: "L'ammistrazione Cammarata in
materia edilizia e urbanistica ha sostenuto e condiviso le scelte del
P.R.G., modificato da Pellegrino, tanto da non procedere alla pubblicazione
della nuova versione del Piano, impedendo ai cittadini di presentare le
osservazioni e opposizioni previste dalla legge".

Ufficio Stampa dei
Verdi
Francesco Pignato
http://www.peppinoimpastato.com/visualizza.asp?val=405

Lorekon
05-04-2007, 19:30
faccio notare che Cuffaro è un importante esponente del partito UDC che "qualcuno" (leggi Rutelli/Fassino/Mastella) vuole imbarcare nel governo... tutto questo per evitare di dare troppo peso alla "sinistra radicale"...

ma se non voglio essere governato da un governo con dentro gente come Cuffaro, cosa devo fare, emigrare? :muro: :muro: :muro:

se succederà, vorrà dire che non ci sarà proprio più nessuna differenza fra destra e sinistra in questo paese (oddio adesso i destrorsi mi crocifiggono ma questo è quello che penso, sorry; d'altra Previti è del CDX, Cuffaro è - o era - di DX, le leggi ad personam le ha fatte il governo di CDX).

in ogni caso, esasperante...

EDIT lasciamo perdere và...

Imrahil
05-04-2007, 20:49
Aspettiamo cuffaro al varco.

Ma è stato rieletto o no? E allora? :boh: :boh:

majino
05-04-2007, 20:58
se succederà, vorrà dire che non ci sarà proprio più nessuna differenza fra destra e sinistra in questo paese (oddio adesso i destrorsi mi crocifiggono ma questo è quello che penso, sorry; d'altra Previti è del CDX, Cuffaro è - o era - di DX, le leggi ad personam le ha fatte il governo di CDX).


quoto tutto..

Maxmel
05-04-2007, 22:28
f
se succederà, vorrà dire che non ci sarà proprio più nessuna differenza fra destra e sinistra in questo paese (oddio adesso i destrorsi mi crocifiggono ma questo è quello che penso, sorry; d'altra Previti è del CDX, Cuffaro è - o era - di DX, le leggi ad personam le ha fatte il governo di CDX).


siamo sulla buona strada.

sider
06-04-2007, 08:46
faccio notare che Cuffaro è un importante esponente del partito UDC che "qualcuno" (leggi Rutelli/Fassino/Mastella) vuole imbarcare nel governo... tutto questo per evitare di dare troppo peso alla "sinistra radicale"...

ma se non voglio essere governato da un governo con dentro gente come Cuffaro, cosa devo fare, emigrare? :muro: :muro: :muro:

se succederà, vorrà dire che non ci sarà proprio più nessuna differenza fra destra e sinistra in questo paese (oddio adesso i destrorsi mi crocifiggono ma questo è quello che penso, sorry; d'altra Previti è del CDX, Cuffaro è - o era - di DX, le leggi ad personam le ha fatte il governo di CDX).

in ogni caso, esasperante...

EDIT lasciamo perdere và...

E' questo lo schifo di questo paese, si guarda a chi porta voti per nuove alleanze politiche, anche se stupra vecchiette.
Ti trovi al governo gente che non hai votato, tanto per spartimento di poltrone.
Il voto non conta più nulla, le manidfestazioni pacifiche di piazza neanche, forse bisognerebbe fare come i francesi, quando si incazzano....

gretas
06-04-2007, 10:45
Ma è stato rieletto o no? E allora? :boh: :boh:


Mafioso e'.
Mafioso rimane.

Quello che ha fatto alla sanita' non e' umano.

gretas
06-04-2007, 10:50
FONT]B][/COLOR]quoto tutto..



LEGGETE PER CAPIRE:





I Complici



Lirio Abbate
Peter Gomez





Tutti gli uomini di Bernardo Provenzano
Da Corleone al Parlamento




Il libro racconta tutto quello che in tv non ci vogliono dire: cioè i rapporti politi trasversali (dall'Udc fino ai Ds) di un boss ora presentato solo come un vecchio assassino ultimo rappresentate di una mafia arcaica ed animale.










«Sì, perché è quella l’unica immagine del vecchio Padrino che è bene rimanga negli occhi degli italiani. L’immagine di una mafia antica, un po’ animale, che un tempo uccideva anche personaggi importanti evidentemente solo per il gusto di uccidere.
Di tutto il resto, dei rapporti politici trasversali di Provenzano, del cassiere del suo clan, pupillo del presidente della Regione (UDC) e di un ministro UDEUR del governo Prodi, dei capi-mafia di Corleone da sempre amministratori dei beni di un importante deputato azzurro, del loro collega di Enna, abituato a baciare sulle guance e discutere di affari con un onorevole DS, mai cacciato e anzi promosso, è meglio non parlare. Le sentenze poi vanno lasciate assolutamente perdere. Condannano in primo grado Marcello Dell’Utri per tentata estorsione insieme al boss di Trapani, Vincenzo Virga, e Bruno Vespa si dedica al delitto di Cogne e al pigiama della signora Franzoni. L’attuale senatore UDC ed ex ministro Calogero Mannino si vede appioppare cinque anni e quattro mesi in appello (verdetto poi annullato con rinvio) e a “Porta a porta” discute di calcio scommesse con Maurizio Mosca e Aldo Biscardi.
Non è un caso. Se uno sa certe cose poi magari si mette delle strane idee in testa. Magari comincia a riflettere: forse, pensa, sono tutti innocenti, forse non hanno commesso reati, forse non avevano capito chi avevano di fronte. Ma se non sanno nemmeno distinguere un mafioso da un attivista di partito, perché bisogna permettere loro di amministrare la cosa pubblica?
Oggi le analisi della Confcommercio dicono che l’organizzazione capeggiata, fino all’11 aprile 2006, dal latitante corleonese raccoglie il pizzo dal 70 per cento delle attività commerciali in Sicilia (80 per cento a Palermo). L’Eurispes spiega che il fatturato complessivo delle tre mafie (Cosa Nostra, camorra e ’ndrangheta) nel 2006 ha toccato il 9,5 per cento del prodotto nazionale lordo. Il Censis, dopo aver consultato settecento imprese, aggiunge che senza «lo zavorramento mafioso annuo» le regioni del Mezzogiorno sarebbero sviluppate come quelle del Nord.
Ma un dato narra meglio di ogni altra indagine quello che sta accadendo: nella più moderna clinica di tutta l’isola, la Santa Teresa di Bagheria, di proprietà di un presunto prestanome di Provenzano, la Regione Sicilia versava per ogni ciclo completo di terapia antitumorale alla prostata 136.000 euro. Ora, dopo il sequestro da parte della magistratura, lo stesso ciclo costa 8.093 euro. E allora diventa chiaro che Cosa Nostra non conviene, che gli amministratori pubblici, collusi o distratti, vanno emarginati non per moralismo, ma per un semplice calcolo economico. I soldi che gestiscono sono nostri.
La mafia però non esiste. Ormai è solo ricotta e qualche vecchia lupara. Chi può pensare che un contadino come Provenzano stringa patti con uomini eleganti, dai buoni studi e dalle raffinate letture? Nessuno.
E allora abbiamo deciso di raccontare questa storia, la storia della sua latitanza e della sua presa del potere, come un romanzo. Fate conto che non sia vero niente. Ogni riferimento a fatti e circostanze realmente avvenute è puramente casuale».

Lirio Abbate e Peter Gomez .









Giusto per capire cio' che in tv non viene raccontato e detto.
Li' c'e' tutto!!!!


Tristemente tutto.