View Full Version : Sinistra divisa sui «fagiolini equi» della Coop
DonaldDuck
25-03-2007, 12:37
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/03_Marzo/25/coop_fagiolini_contadini.shtml
Cresce il commercio solidale: 100 milioni di euro di fatturato
Sinistra divisa sui «fagiolini equi» della Coop
Il Prc attacca un progetto che coinvolge la Toscana: danneggia i nostri contadini e quelli del Burkina. La replica: sciocchezze
ROMA — Se dieci anni fa il regista Fulvio Ottaviano l'avesse saputo, avrebbe forse cambiato il titolo del suo film, per una breve stagione autentico cult della sinistra giovanile. Da «Cresceranno i carciofi a Mimongo» in «Cresceranno i fagiolini a Kongoussi». Perché mentre nella piccola città del Gabon i carciofi sono ancora merce sconosciuta, invece nella località del Burkina Faso i fagiolini crescono eccome. La Coop li compra, grazie a un accordo quinquennale con una cooperativa africana, e li vende nei supermercati italiani con il bollino TerraEqua.
Si chiama «commercio equo e solidale». Ma ciò non toglie che quei fagiolini, siano considerati da Rifondazione comunista una vera pietra dello scandalo. Al punto da sferrare un attacco senza precedenti, a mezzo stampa, alla Coop. Questa la tesi presentata ieri in prima pagina da Liberazione, il quotidiano del partito: l'operazione danneggia i nostri contadini, che si vedono arrivare sul mercato fagiolini a un prezzo inferiore di oltre un euro al chilo rispetto alla produzione italiana, ma anche i contadini africani, costretti a coltivarli a scapito delle produzioni locali. Come se non bastasse i vegetali arrivano in aereo, con perniciose emissioni di gas serra dai cargo che li trasportano.
Argomentazione che strappa al toscano Aldo Soldi una battuta sarcastica: «Potremmo portarli a dorso di mulo. Non arriverebbero in Italia proprio freschi, ma almeno quel problema sarebbe risolto». Il presidente della Coop c'è rimasto di sasso e non poteva essere diversamente. Così rivendica: «Questo è un progetto che coinvolge anche la Regione Toscana e il movimento Shalom, ed è conforme ai valori del movimento cooperativo. Per noi è un fatto simbolico, per loro è una occasione di sviluppo, che consente di far nascere anche un po' di managerialità locale. Se pensiamo che qualche chilo di fagiolini africani possa addirittura mettere in ginocchio i nostri produttori, allora siamo messi bene...» Soldi spiega che le coop vendono da anni prodotti del «commercio equo e solidale»: caffè, tè, cacao, palloni, prodotti tessili. Ora hanno fatto anche un accordo con alcune cooperative di donne indiane per la fornitura di indumenti di cotone. Facendo mostra, il presidente della Coop, di non capire il motivo di queste «accuse singolari».
Che perfino il fagiolino africano possa fomentare le polemiche a sinistra, in effetti, è proprio il colmo. Anche perché il «commercio equo e solidale», nuova frontiera della solidarietà internazionale, sembrava una delle poche certezze «unitarie». Dalle Botteghe del mondo, un circuito di circa 300 punti vendita organizzati dal consorzio Altromercato, fino alla grande distribuzione che vende prodotti certificati da Transfair, il fatturato di questi prodotti supera ormai 100 milioni di euro l'anno. Nulla, se raffrontato agli 11 miliardi l'anno del giro d'affari della sola Coop. Ma è un «nulla» in continua crescita. Iniziato con le banane, il «commercio equo e solidale» con i piccoli produttori del Terzo Mondo si è allargato ormai ai prodotti tessili e artigianali. Il commerciante deve rispettare regole precise. «L'equo compenso della manodopera, il rifiuto dello sfruttamento del lavoro minorile, il prefinanziamento e la continuità delle forniture per assicurare una prospettiva di sviluppo», spiega Vito Cassata di Altromercato. Che ammette tuttavia come «purtroppo» anche qualche multinazionale «per ragioni di marketing» abbia cercato di infilarsi nell'affare che per ora, in Italia, è in mano alle cooperative, bianche o rosse che siano.
Anche per questo nessuno aveva finora pensato che ci si potesse accapigliare. Se si eccettua quello che il presidente della commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci definisce «qualche mugugno da parte delle Botteghe nel mondo quando è entrata anche la grande distribuzione». C'è addirittura un'«associazione interparlamentare equo e solidale» di deputati e senatori che si occupa della faccenda. Mica tre o quattro: sono 120. E di tutti i partiti. Ci sono il capogruppo dell'Ulivo alla Camera Dario Franceschini, Francesco Rutelli, il Ds Nuccio Iovene, Alessandro Forlani (il figlio di Arnaldo) dell'Udc, ma anche Giovanni Russo Spena, Alfonso Gianni e lo stesso segretario di Rifondazione, Giordano. Il presidente è Realacci, che rivela come pure il presidente della Camera sia sensibilissimo al tema: «Anche alla buvette di Montecitorio ci sono prodotti del commercio equo e solidale. La presentazione è avvenuta con Bertinotti, in pompa magna». Quali prodotti? «Cioccolata, succhi di frutta, biscotti, tutto buonissimo». Il caffè «equo e solidale», invece, dice Realacci, è stato sostituito con un prodotto commerciale. «Diciamo che non era il massimo. E questo, lo ammetto, non aveva fatto salire le mie quotazioni alla Camera».
Sergio Rizzo
25 marzo 2007
franklar
25-03-2007, 12:41
Non ci sono dubbi, in seguito ad una notiziona del genere il Governo dovrebbe cadere ! :O
:sofico:
:.Blizzard.:
25-03-2007, 12:46
Oddio ... letta così sembra una sparata di Rifondazione. Non è che riesci a trovare anche l'articolo di Liberazione?
DonaldDuck
25-03-2007, 12:56
Non ci sono dubbi, in seguito ad una notiziona del genere il Governo dovrebbe cadere ! :O
:sofico:
L'accendiamo :D ?
NeSs1dorma
25-03-2007, 14:31
Non è nemmeno più una notizia. Del resto, si chiama "l'unione" no? :asd: :rotfl:
trallallero
25-03-2007, 14:32
non ho capito perchè secondo rifondazione gli africani devono poter entrare liberamente e i loro fagiolini no :mbe:
che brava la coop, che pubblicizza tanto queste campagne sulla solidarietà, sul rispetto dei lavoratori....
peccato che poi "assuma" dipendenti di 40 anni con contratti di 4 mesi a 24 ore settimanali, sfuttandoli e trattandoli come degli imbecilli....
Dream_River
25-03-2007, 15:56
Se i coltivatori non vengono sfruttati, non vedo cosa ci sia di male!
Un sparata dal genere me la sarei aspettata da qualche leghista, o al massimo da uno di AN
bluelake
25-03-2007, 16:35
Oddio ... letta così sembra una sparata di Rifondazione. Non è che riesci a trovare anche l'articolo di Liberazione?
se l'hanno pubblicato nella cronaca regionale toscana dubito che si trovi sul web... certo si svegliano tardino, sono 10 anni che l'Unicoop Firenze porta avanti la vendita nei propri supermercati e ipermercati di prodotti del commercio equo e solidale (e se non sbaglio valgono anche doppio nella raccolta punti dei soci) :fagiano:
StefAno Giammarco
25-03-2007, 17:28
che brava la coop, che pubblicizza tanto queste campagne sulla solidarietà, sul rispetto dei lavoratori....
peccato che poi "assuma" dipendenti di 40 anni con contratti di 4 mesi a 24 ore settimanali, sfuttandoli e trattandoli come degli imbecilli....
Verissimo, anche dalle mie parti è così (ma spesso sono 20 e non 24)
DonaldDuck
25-03-2007, 17:55
Se i coltivatori non vengono sfruttati, non vedo cosa ci sia di male!
Un sparata dal genere me la sarei aspettata da qualche leghista, o al massimo da uno di AN
Sorpresaaaa!
blamecanada
25-03-2007, 18:39
L'importante è che non si sfruttino i lavoratori.
peccato che poi "assuma" dipendenti di 40 anni con contratti di 4 mesi a 24 ore settimanali, sfuttandoli e trattandoli come degli imbecilli...
Anche questi, se è come dice windir.
quello è soltanto un piccolissimo esempio, potrei farne altri 1000 ....
DonaldDuck
25-03-2007, 19:17
quello è soltanto un piccolissimo esempio, potrei farne altri 1000 ....
Documentabili?
blamecanada
25-03-2007, 19:26
Documentabili?
Difficile lo siano, anche se quanto dice non mi stupisce piú di tanto, purtroppo.
Documentabili?
guarda, ci lavoro.
potrei scrivere un libro.
sappiamo come vanno le cose sui posti di lavoro, soprattutto al giorno d'oggi e magari nella grossa distribuzione.
quindi, quando sento certi slogan da parte loro, che magari parlano di rispetto per i lavoratori, mi vien da ridere (per non piangere)....
per farti un banalissimo esempio, ci sono situazioni dove queste aziende hanno dipendenti trentenni e passa, che lavorano da 10 anni nelle loro sedi.
ebbene, con dei contratti part time.
dopodichè, invece di passare a più ore queste persone, assumono tramite ditte esterne questi "dipendenti" in quanto costano meno degli straordinari (di persone part time che prendonon 600 euro al mese a 30 anni), magari tecnici di 40 anni e li piazzano a caricare le scatolette con contratti di 20 ore, sottopagati e con pochi diritti.
oggi fai comodo qui, e domani fai comodo in cassa, e naturalmente la domenica se la devono fare d'obbligo e pagata molto meno rispetto ai loro dipendenti col vecchio contratto.
turni a loro piacimento e tante altre belle cose, sappiamo com'p il mondo del lavoro...
ripeto, mi fanno ridere certi slogan!
DonaldDuck
25-03-2007, 20:02
guarda, ci lavoro.
potrei scrivere un libro.
sappiamo come vanno le cose sui posti di lavoro, soprattutto al giorno d'oggi e magari nella grossa distribuzione.
quindi, quando sento certi slogan da parte loro, che magari parlano di rispetto per i lavoratori, mi vien da ridere (per non piangere)....
per farti un banalissimo esempio, ci sono situazioni dove queste aziende hanno dipendenti trentenni e passa, che lavorano da 10 anni nelle loro sedi.
ebbene, con dei contratti part time.
dopodichè, invece di passare a più ore queste persone, assumono tramite ditte esterne questi "dipendenti" in quanto costano meno degli straordinari (di persone part time che prendonon 600 euro al mese a 30 anni), magari tecnici di 40 anni e li piazzano a caricare le scatolette con contratti di 20 ore, sottopagati e con pochi diritti.
oggi fai comodo qui, e domani fai comodo in cassa, e naturalmente la domenica se la devono fare d'obbligo e pagata molto meno rispetto ai loro dipendenti col vecchio contratto.
turni a loro piacimento e tante altre belle cose, sappiamo com'p il mondo del lavoro...
ripeto, mi fanno ridere certi slogan!
OK :(
guarda, ci lavoro.
potrei scrivere un libro.
sappiamo come vanno le cose sui posti di lavoro, soprattutto al giorno d'oggi e magari nella grossa distribuzione.
quindi, quando sento certi slogan da parte loro, che magari parlano di rispetto per i lavoratori, mi vien da ridere (per non piangere)....
per farti un banalissimo esempio, ci sono situazioni dove queste aziende hanno dipendenti trentenni e passa, che lavorano da 10 anni nelle loro sedi.
ebbene, con dei contratti part time.
dopodichè, invece di passare a più ore queste persone, assumono tramite ditte esterne questi "dipendenti" in quanto costano meno degli straordinari (di persone part time che prendonon 600 euro al mese a 30 anni), magari tecnici di 40 anni e li piazzano a caricare le scatolette con contratti di 20 ore, sottopagati e con pochi diritti.
oggi fai comodo qui, e domani fai comodo in cassa, e naturalmente la domenica se la devono fare d'obbligo e pagata molto meno rispetto ai loro dipendenti col vecchio contratto.
turni a loro piacimento e tante altre belle cose, sappiamo com'p il mondo del lavoro...
ripeto, mi fanno ridere certi slogan!
Prova a fare un giro alla LIDL, poi se ne riparla di lavoratori sfruttati nella grande distribuzione
blamecanada
25-03-2007, 20:15
quello è soltanto un piccolissimo esempio, potrei farne altri 1000 ....
La cosa non mi sorprende troppo. Temo sia cosí in tutta la grande distribuzione.
comunque tornando in tema
la critica di Rifondazione mi pare davvero stupefacente.....
Fagiolini dal Burkina.
Cargo, affari e delocalizzazione
Antonio Onorati – 5 febbraio 2007
Una quindicina di anni fa, quando – parlando dell'impatto negativo dell'aggiustamento strutturale sulla sicurezza alimentare dei paesi saheliani – si voleva dare un esempio facile da capire raccontavamo quello che ci aveva raccontato uno dei contadini con cui, nel nord ovest del Burkina, appunto, collaboravamo per avviare una produzione locale di sementi : “ci sono alcuni grossi intermediari che fanno produrre fagiolini in inverno da spedire in aereo a Parigi, in sostituzione delle nostre produzioni tradizionali da vendere sul mercato interno”. E li tutti a dare del neocolonialista alla GDO francese.
Ma in Italia adesso facciamo le cose alla grande, in un'azione concertata tra Governo nazionale, governo regionale toscana, Unione Europea (almeno così dicono le fonti d'informazione) e ONG, si organizza un modernissimo e “equo e solidale” ponte aereo per portare i fagiolini da Kongoussi – burkina allo scaffale di CoopItalia in 36 ore e – cosa sicuramente più importante - ad un prezzo di un euro più basso di quello della produzione italiana per ogni confezione da 750 grammi di fagiolini (dice sempre la CoopItalia), lieta delle facilità che gli sono state messe a disposizione, come un volo diretto Ouagadougou-Pisa e – immagino - una serie di rapide procedure di controllo. Niente di nuovo evidentemente. La GDO, attraverso quelli che in gergo si chiamano “contract farming”, cioè contratti di coltivazione con cui, oltre a importi il prezzo, ti si dice dove, come , quando e quanto produrre, compra i prodotti di controstagione nei PVS gia da decenni senza – evidentemente – che questo abbia aumentato la sicurezza alimentare degli agricoltori o tantomeno il reddito o “avviato le premesse per un vero e proprio sviluppo autoctono” come sostiene il presidente di CoopItalia.
Senza farla troppo lunga, rimandiamo alle valutazione già conosciute dell'impatto che le produzioni per l'esportazione (fagiolini, fragole, cipolle, pomodori, fagioli, etc) hanno come sostituzione di prodotti alimentari ed agricoli per il mercato locale ricordando giusto che nel Sahel dove piove poco, la fertilità è scarsa e le terre comunque limitate, questa sostituzioni aumentano in modo esponenziali i rischi di insicurezza alimentare. Un buon esempio di questo è il Kenya – uno dei più grandi paesi agricoli dell'Africa con ben altro potenziale produttivo che il Burkina - che pur avendo moltiplicato per 2 le sue esportazioni agricole negli ultimi 10 anni, ha moltiplicato per 4 le sue importazioni alimentari e conosciuto in tempi recenti vere e proprie forme di carestia e penuria alimentare. Per i poveri evidentemente.
Allora la vera novità sta nel tentativo – davvero insopportabile – di attribuire a questa semplice operazione commerciale di CoopItalia, che qualunque imprenditore può compiere legittimamente, un marchio come “TerraEqua” che echeggia giustizia sociale, solidarietà, equità e sostenibilità ecologica, trasformando questi valori in supporto pubblicitario a buon mercato (riduzione del costo dei servizi intermedi, si dice in gergo) e rendendo un pessimo servizio alla sovranità alimentare del Burkina Faso.
Antonio Onorati è Presidente del Centro Internazionale Crocevia, una delle più interessanti fra le ONG italiane che si occupano di cooperazione allo sviluppo.
Prova a fare un giro alla LIDL, poi se ne riparla di lavoratori sfruttati nella grande distribuzione
appunto.
come se la LIDL facesse uno slogan dove dice che rispetta il lavoro delle persone, giusto?
appunto.
come se la LIDL facesse uno slogan dove dice che rispetta il lavoro delle persone, giusto?
ma lidl ha proprio una politica aziendale paurosa, e non lo nascondono neanche....
Comunque, gira e rigira, la grande distribuzione è uno dei settori piu competitivi e che offre lavori di quasi nessuna specializzazione....
lo dico avendo lavorato da studente per un anno a carrefour, non ci vuole nulla a mettere le scatole sullo scaffale e a far passare i codici sul lettore della cassa.... E' un lavoro in cui spegni il cervello e lo riaccendi quando hai finito il turno... E' inevitabile che il trattamento economico sia misero.
si ma questo è un'altro discorso.
cosa c'entra che in alcuni reparti lavori spegnendo il cervello?
e il trattamento economico ovviamente non sarà quello di un avvocato, non capisco dove vuole andare a parare il tuo discorso.
la coop fa un certo tipo di slogan, allora io ho dimostrato con le mie esperienze quanto questa cosa sia ipocrita.
si ma questo è un'altro discorso.
cosa c'entra che in alcuni reparti lavori spegnendo il cervello?
e il trattamento economico ovviamente non sarà quello di un avvocato, non capisco dove vuole andare a parare il tuo discorso.
la coop fa un certo tipo di slogan, allora io ho dimostrato con le mie esperienze quanto questa cosa sia ipocrita.
Ma non si può giudicare la COOP senza guardare la reltà economica generale
La coop è ipocrita? non so, dipende da che ti aspetti
Se ti aspetti che sia diversa dalla LIDL allora non è ipocrita
Se ti aspetti che agisca come una associazione di volontariato che fa carità , dirai che è ipocrita
nulla di questo.
per me è ipocrita semplicemente perchè fa un certo tipo di slogan, e invece non mette in pratica quello che dice.
vai nei supermercati coop, e senti la pubblicità che dice "noi della coop abbiamo i prodotti ecosolidali etc etc...blablabla perchè rispettiamo i lavoratori" e poi è un' azienda che fa parte di un sistema che per primo sfrutta i lavoratori (esempio: ti assumo per 3 mesi tramite agenzia per risparmiare sugli straordinari dei miei dipendenti, e ti faccio schiattare senza darti ferie, permessi, e tredicesima).
questa per me è ipocrisia.
se poi vogliamo fare la classifica dei negozi che sfruttano più o meno è un altro fattore.
sappiamo bene come funziona il lavoro al giorno d'oggi, soprattutto in queste catene.
come ho più volte ripetuto, trovo ridicoli questi slogan.
tutto qui.
e scusate per l' OT.
trallallero
26-03-2007, 07:29
ha perfettamente ragione windir: la lidl non é come la coop che é, appunto, una cooperativa.
Le cooperative sono nate come forme societarie per favorire i soci non per creare merdai commerciali con peperoncini a 12 euro al Kg (gli stessi di Auchan a 2 euro al kg) cassiere sottopagate che sanno 3 parole di italiano e contratti di lavoro al limite del legale.
guarda, ci lavoro.
potrei scrivere un libro.
sappiamo come vanno le cose sui posti di lavoro, soprattutto al giorno d'oggi e magari nella grossa distribuzione.
quindi, quando sento certi slogan da parte loro, che magari parlano di rispetto per i lavoratori, mi vien da ridere (per non piangere)....
per farti un banalissimo esempio, ci sono situazioni dove queste aziende hanno dipendenti trentenni e passa, che lavorano da 10 anni nelle loro sedi.
ebbene, con dei contratti part time.
dopodichè, invece di passare a più ore queste persone, assumono tramite ditte esterne questi "dipendenti" in quanto costano meno degli straordinari (di persone part time che prendonon 600 euro al mese a 30 anni), magari tecnici di 40 anni e li piazzano a caricare le scatolette con contratti di 20 ore, sottopagati e con pochi diritti.
oggi fai comodo qui, e domani fai comodo in cassa, e naturalmente la domenica se la devono fare d'obbligo e pagata molto meno rispetto ai loro dipendenti col vecchio contratto.
turni a loro piacimento e tante altre belle cose, sappiamo com'p il mondo del lavoro...
ripeto, mi fanno ridere certi slogan!
ehm.. c'era una discussione sia su coop che su lidl che altri catene di supermercati.. quindi puntare il dito sui rossi mi sembra quantomeno semplicistico.
ehm.. c'era una discussione sia su coop che su lidl che altri catene di supermercati.. quindi puntare il dito sui rossi mi sembra quantomeno semplicistico.
Dai, non mi sembra così difficile il discorso che sta facendo windir...
Se la Coop non avesse come slogan "rispettiamo i lavoratori" e roba del genere, non ci sarebbe problema (formale, quanto meno... perchè oggettivamente, soprattutto per una COOP, è un comportamento ignobile).
Ma se davanti al mondo ti pubblicizzi come "cooperativa piena di allegri lavoratori, felici, rispettati, trattati bene" -con pubblicità come quella della vecchietta che da acquirente si tramuta in lavoratrice perchè "la coop sei tu" :rolleyes:- e dietro le quinte li tratti esattamente come fanno tutti gli altri, cioè come bestie, allora rientri perfettamente nella definizione di ipocrisia. Tutto qui.
Con tanti saluti allo scopo originario per cui erano nate le coop, e tra parentesi allo scopo per cui le coop usufruiscono di enormi detassazioni e supporti dal governo. Solo che piuttosto che usarli per quello a cui sono destinati (un trattamento equo per i lavoratori/soci) vengono incamerati e finiscono dove tutti sappiamo.
"sinistra divisa"?? :p :asd: :asd:
non sanno più cosa inventarsi...
FastFreddy
26-03-2007, 15:39
"sinistra divisa"?? :p :asd: :asd:
non sanno più cosa inventarsi...
Chi, il corriere? :O
Ma non era il baluardo dell'imparzialità quando colpiva il cdx? :D
DonaldDuck
26-03-2007, 15:40
"sinistra divisa"?? :p :asd: :asd:
non sanno più cosa inventarsi...
Ebbene si, il Corriere ha rilevato divisioni anche sui fagiolini :sob:
ehm.. c'era una discussione sia su coop che su lidl che altri catene di supermercati.. quindi puntare il dito sui rossi mi sembra quantomeno semplicistico.
tutt'altro che semplicistico.
a me dei colori non me ne frega nulla, non ragiono in base a preconcetti, ma in base a esperienze e a quello che vedo.
siccome come ho detto ci lavoro, e siccome ho posto degli esempi che dimostrano la mia tesi, ho espresso un certo parere.
della politica e dei colori non me ne puo fregare nulla ;)
@TENEBRA:
esatto, hai centrato in pieno il senso del discorso.
@TENEBRA:
esatto, hai centrato in pieno il senso del discorso.
Lo so , era tutt'altro che difficile da capire, solo che se la logica, anche la più elementare, porta a conclusioni o asserzioni poco lusinghiere per alcuni, ecco che inesplicabilmente i meccanismi cognitivi di qualcuno fondono :O :p
Chi, il corriere? :O
Ma non era il baluardo dell'imparzialità quando colpiva il cdx? :D
no, era e resta il giornale di poteri forti ;) (come tutti gli altri, ad eccezione del Manifesto)
ha perfettamente ragione windir: la lidl non é come la coop che é, appunto, una cooperativa.
Le cooperative sono nate come forme societarie per favorire i soci non per creare merdai commerciali con peperoncini a 12 euro al Kg (gli stessi di Auchan a 2 euro al kg) cassiere sottopagate che sanno 3 parole di italiano e contratti di lavoro al limite del legale.
sii razionale
la cooperazione è un tipo di assetto di proprietà aziendale, di un'azienda che agisce nel (libero ) mercato
non è una onlus
sii razionale
la cooperazione è un tipo di assetto di proprietà aziendale, di un'azienda che agisce nel (libero ) mercato
non è una onlus
Ma siamo d'accordo tutti: io per primo dico che se non si comportasse in quel modo, farebbe fatica a fare gli stessi prezzi che fa ora.
PERO' è un comportamento ipocrita farsi passare per "benefattrice dei lavoratori" quando fa le stesse porcate degli altri. Non lo facesse, non ci sarebbe discussione. Non giriamoci intorno, la Coop è uno dei tanti inferni per precari che esistono nel piano della grande distribuzione: vorrei proprio vedercela, la nonnina della pubblicità, a lavorarci davvero dentro... col piffero che sarebbe lì sorridente a caricare peperoni nelle cassette.
trallallero
26-03-2007, 18:04
sii razionale
la cooperazione è un tipo di assetto di proprietà aziendale, di un'azienda che agisce nel (libero ) mercato
non è una onlus
volendo ci sono le SRL, le SPA, le SNC, SAS, p. iva ...
la cooperativa, ONLUS, quindi sociale, o non ONLUS, è nata per favorire la cooperazione tra soci grazie a vantaggi fiscali e non.
ONLUS sta ad indicare solo l'obiettivo sociale della società, la sua "filantropia", grazie alla quale ha ancora più sgravi fiscali.
Ma siamo d'accordo tutti: io per primo dico che se non si comportasse in quel modo, farebbe fatica a fare gli stessi prezzi che fa ora.
stessi prezzi ? :mbe: perchè ha prezzi concorrenziali ???
per creare merdai commerciali con peperoncini a 12 euro al Kg (gli stessi di Auchan a 2 euro al kg)
visto coi miei occhi :read:
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