Demetrius
23-03-2007, 23:34
Approvato il rifinanziamento alle missioni all'estero, ma prevede un preciso calendario per il rientro delle truppe
La misura difficilmente otterrà il via libera al Senato e Bush ha già minacciato il veto
Iraq, la Camera Usa vota il ritiro
"Via le truppe entro settembre 2008"
WASHINGTON - La Camera dei rappresentanti ha vincolato i fondi d'emergenza chiesti dal presidente americano George W. Bush a una tabella di marcia per il ritiro delle truppe dall'Iraq entro il 31 agosto del 2008. Il voto è una sfida aperta a Bush, che aveva già minacciato il veto e lo ha ribadito oggi. I democratici - accusa il presidente - "impongono una data arbitraria per il ritiro senza alcuna considerazione delle condizioni sul terreno". E' una misura "da irresponsabili" e "porrò il veto se arriverà sulla mia scrivania" ha detto Bush.
Il provvedimento è passato con 218 voti a favore e 212 contrari: un successo per Nancy Pelosi, la speaker della Camera che ha lavorato a lungo per convincere i deputati democratici a sostenere l'emendamento. Solo due repubblicani hanno votato a favore, e 14 democratici contro: numeri che danno la misura della divisione anche all'interno del partito dell'asinello sull'Iraq, tra liberal che considerano la legge troppo debole, e i conservatori, contrari invece a fissare scadenze per il rinvio.
I 124 miliardi di dollari chiesti dal presidente servono soprattutto per le campagne militari in Iraq e Afghanistan, e quella che è in corso è una partita tutta politica. Anche i democratici sanno che la scadenza approvata dalla Camera non ha comunque molte probabilità di passare al Senato e nonostante le minacce, Bush non dovrà probabilmente ricorrere al veto. Nel minacciare il veto, il presidente americano ha accusato i democratici di tentare con un "atto di teatro politico", di sostituire il loro giudizio sulle operazioni militari in Iraq, a quello dei comandanti militari sul posto".
E il portavoce della Casa Bianca Tony Snow ha aggiunto che i democratici della Camera "hanno voluto mettere agli atti la loro opinione" pur sapendo che la misura non ha alcuna probabilità di diventare legge. Il voto al Senato potrebbe arrivare già la prossima settimana.
http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/esteri/iraq-112/ritiro-usa/ritiro-usa.html
ma quindi il Presidente degli Stati uniti, una volta eletto, può fare quello che gli pare, rigettando anche le leggi approvate dal Parlamento?
La misura difficilmente otterrà il via libera al Senato e Bush ha già minacciato il veto
Iraq, la Camera Usa vota il ritiro
"Via le truppe entro settembre 2008"
WASHINGTON - La Camera dei rappresentanti ha vincolato i fondi d'emergenza chiesti dal presidente americano George W. Bush a una tabella di marcia per il ritiro delle truppe dall'Iraq entro il 31 agosto del 2008. Il voto è una sfida aperta a Bush, che aveva già minacciato il veto e lo ha ribadito oggi. I democratici - accusa il presidente - "impongono una data arbitraria per il ritiro senza alcuna considerazione delle condizioni sul terreno". E' una misura "da irresponsabili" e "porrò il veto se arriverà sulla mia scrivania" ha detto Bush.
Il provvedimento è passato con 218 voti a favore e 212 contrari: un successo per Nancy Pelosi, la speaker della Camera che ha lavorato a lungo per convincere i deputati democratici a sostenere l'emendamento. Solo due repubblicani hanno votato a favore, e 14 democratici contro: numeri che danno la misura della divisione anche all'interno del partito dell'asinello sull'Iraq, tra liberal che considerano la legge troppo debole, e i conservatori, contrari invece a fissare scadenze per il rinvio.
I 124 miliardi di dollari chiesti dal presidente servono soprattutto per le campagne militari in Iraq e Afghanistan, e quella che è in corso è una partita tutta politica. Anche i democratici sanno che la scadenza approvata dalla Camera non ha comunque molte probabilità di passare al Senato e nonostante le minacce, Bush non dovrà probabilmente ricorrere al veto. Nel minacciare il veto, il presidente americano ha accusato i democratici di tentare con un "atto di teatro politico", di sostituire il loro giudizio sulle operazioni militari in Iraq, a quello dei comandanti militari sul posto".
E il portavoce della Casa Bianca Tony Snow ha aggiunto che i democratici della Camera "hanno voluto mettere agli atti la loro opinione" pur sapendo che la misura non ha alcuna probabilità di diventare legge. Il voto al Senato potrebbe arrivare già la prossima settimana.
http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/esteri/iraq-112/ritiro-usa/ritiro-usa.html
ma quindi il Presidente degli Stati uniti, una volta eletto, può fare quello che gli pare, rigettando anche le leggi approvate dal Parlamento?