IpseDixit
21-03-2007, 19:40
Da non crederci. Anzi, "rob de mat", direbbero loro. Sta di fatto che la Lega, quella che ce l'ha duro, quella che i comunisti devono morire, etc etc etc, ha assoldato niente popo' di meno che Che Guevara. Il Che. Ernesto Guevara. Quello che da anni imperversa su milioni di magliette rigorosamente rosse, ora si trova improgionato in campo verde. Come mai? "Non era comunista. Non è acrobatico avere arruolato Guevara fra i martiri della libertà: in fondo lui credeva a quel che faceva e ci si è anche coscientemente giocato la pelle, e questo gli merita rispetto". In fondo, Che Guevara mica era un comunista, ma solo un rivoluzionario Marxista. Insomma, quisquiglie, in realtà se fosse nato oggi sarebbe leghista pure lui, pensano dalla sede di Arzignano del celebre partito, famoso per le esternazioni omofobe, xenofobe e razziste di alcuni dei suoi piùà imponenti uomini di facciata. E proprio ilChe, quello di "Fino a quando il colore della pelle non sarà considerato come il colore degli occhi noi continueremo a lottare", proprio lui è l'uomo perfetto per questa missione. Per salvare il popolo oppresso del Nord dagli squallidi Sudisti che ne vogliono apporfittare. Sudisti, o musulmani, o cinesi, insomma chiunque non sia veneto da almeno 8 generazioni. "Il guerrigliero è un riformatore sociale, il quale impugna le armi per rispondere all'irata protesta del popolo contro l'oppressore e lotta per cambiare il regime sociale colpevole di tenere i suoi fratelli inermi nell'ombra e nella miseria." Il popolo oppresso, le ingiustizie, la Rivoluzione, la miseria. Qualsiasi cosa si dica, di Che Guevara, qualsiasi idea si abbia sul suo operato, questa operazione pubblicitaria leghista non può come essere etichettata come una stupidaggine. Un'offesa non tanto all'immagine odierna del Che, nemmeno alla sua battaglia in quanto tale, quanto agli ideali che sottendevano il suo operato. Salvare il popolo dall'oppressione, eliminare le disuguaglianze, restituire la libertà, permettere a chiunque di vivere in maniera dignitosa. Con che faccia un partito come la Lega ha potuto sputare su queste idee, per appropriarsi di 'un'immagine? E' la pubblicità: fare scalpore, far parlare, nel bene o nel male. Certo che anche questo non dovrebbe mai trascendere alcuni invalicabili paletti, primo fra tutti quello del buon gusto. Ma alla Lega, il buon gusto, chi lo conosce? E dunque che ci importa: anzi, consiglio alla lega i prossimi testimonial, gente che ha lottato per un ideale e ci ha rischiato la pelle: Adolf Hitler e Osama Bin Laden, tanto per dirne due. Alla Lega, in fondo, cosa importa? Lungi dal capire che esiste una cosa chiamata Idea (e non mi stupisce), per essere annoverati da loro come "Martiri della Libertà" basta essere morti per un'idea qualsiasi: anche quella di far soldi o sterminare altri popoli. D'altra parte, eccoli i padani: "Tutti voi di Radio Padania Libera, della Padania e Telepadania siete i migliori, favolosi: mi prudon le mani con tutti gli altri. W la Lega,w la Padania libera, w noi! I have a dream! Chiudere questo Governo di pagliacci in uno dei loro amati centri sociali con i loro amici tossici, immigrati e zingari! Che tristezza. Al voto subito Padania Libera." O, se preferite "Continuiamo ad aprire le porte a questi extracomunitari, incivili, arroganti, a cui non siamo in grado di insegnare nulla, con cui non ci sarà mai dialogo. È un problema." Insomma, con gente così, uno come Che Guevara ci starebbe a pennello. Ma dall'altra parte e con un fucile.
http://liberoblog.libero.it/politica/bl6497.phtml
Che orribile riciclaggio all'immagine di un tale eroe, non posso che rimanere disgustato:mad:
Dopo che Fidel Castro rovesciò Batista, all'inizio del 1959, Che Guevara assunse la cittadinanza cubana, lasciò la moglie peruviana e la figlia e si risposò con una guerrigliera castrista. Fu nominato procuratore o comandante militare della prigione di La Cabana, anche se sarebbe più lecito definirlo "boia". Nei quattro anni in cui svolse questo incarico, le stanze della prigione diventarono sale di tortura dove un numero ancora imprecisato di persone trovò la morte. Secondo la testimonianza del poeta Antonio Valladares, che fu imprigionato e torturato a La Cabana per 22 anni, Che Guevara partecipò personalmente agli interrogatori, alle torture e alle esecuzioni dei prigionieri. Successivamente Guevara istituì un campo di rieducazione (o di concentramento?) a Guanaha, mentre a Santiago di Las Vegas sorse il Campo Capitolo, una prigione per bambini al di sotto dei 10 anni. La procedura infatti prevedeva che insieme all'arrestato anche l'intera sua famiglia dovesse venire reclusa. Ai prigionieri era consentito rimanere in mutande, in celle fetide, in attesa di essere torturati e fucilati.
Nel 1962 Che Guevara fece parte, insieme a Raul Castro, della delegazione cubana recatasi a Mosca per accettare il consenso a posizionare i missili nucleari sovietici sul territorio di Cuba in direzione degli Stati Uniti. In seguito, intervistato da un cronista inglese, Che Guevara affermò che se durante The Cuban Missile Crisis la decisione fosse dipesa dal governo cubano, avrebbero aperto il fuoco.
Fidel Castro lo nominò quindi Ministro dell'Industria e presidente del Banco Nacional, la Banca Centrale di Cuba. Nonostante egli abitasse in una lussuosa casa colonica in una zona residenziale dell'Avana e passasse il tempo tra ricevimenti e battute di caccia, ostentando un Rolex al braccio, Che Guevara, da buon comunista, odiava il denaro e impose la povertà alla popolazione attraverso una politica che si dimostrò catastrofica sotto ogni punto di vista.
Fu Che Guevara a persuadere Castro ad impegnare Cuba in atti di guerra in Africa. Appoggiò il movimento marxista pro-Lumumba nel Congo belga, con la collaborazione del guerrigliero sterminatore Laurent Kabila e di milizie cinesi, ma con risultati fallimentari che lo portarono, nel giro di pochi mesi, a dover abbandonare il progetto di espandere la sua idea di rivoluzione in Africa.
Tornato a Cuba, Guevara "sparì" per lunghi mesi dalla scena. Il fallimento del suo piano industriale, così come quello di espansione della rivoluzione, lo avevano messo in contrasto con Fidel Castro. Il quale subiva anche le pressioni di Mosca, infastidite dalle aperture di Guevara verso il partito comunista cinese.
Dopo molti mesi Castro disse di aver ricevuto una lettera di Guevara in cui egli rinunciava ad ogni incarico nel governo e alla cittadinanza cubana.
La sua febbre di diffondere la lotta armata comunista ("Creare due, tre, mille Vietnam", una sua celebre frase) lo portò infine, nel 1967, in Bolivia, ma si accorse di non avere dalla sua parte la popolazione e nemmeno l'appoggio esterno di Castro e dei sovietici che, in definitiva, lo abbandonarono (se non peggio) al suo destino.
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Quello che segue è l'elenco accertato delle persone assassinate, in diversi casi personalmente, da Che Guevara.
Persone giustiziate da Che Guevara sulle Sierra Maestra Mountains:
Arustidio, Manuel Capitan, Juan Chang, Eutimio Guerra, Dionisio Lebrigio, Juan Lebrigio, El Negro Napoles, Chicho Osorio, due "non identificati" nell'aprile 1957.
Persone giustiziate da Che Guevara a Santa Clara City:
Ramon Alba, Josè Barroso, Joaquin Casillas, Felix Cruz, Hector Mirabal, J.Mirabal, Felix Montano, Cornelio Rojas, Alejandro Garcia Olayon, Alejandro Rojas, Vilalla.
Persone giustiziate da Che Guevara nella prigione di La Cabana:
Vilau Abreu, Humberto Aguiar, German Aguirre, Pelayo Alayon, Josè Luis Alfaro, Pedro Alfaro, Mariano Alonso, Josè Alvaro, Aniella, Mario Ares Polo, Josè Ramon Bacallao, Ceverino Barrios, Eugenio Becker, Francisco Becker, Ramon Biscet, Roberto Calzadilla, Eufemio Cano, Juan Capote Fiallo, Antonio Carralero, Gertrudis Castellanos, Josè Castano Quevedo, Raul Castano, Eufemio Chala, Josè Chamace, Josè Chamizo, Raul Clausell, Angel Clausell, Demetrio Clausell, Josè Clausell, Eloy Contreras, Roberto Corbo, Emilio Cruz, Juan Felipe Cruz, Orestes Cruz, Humberto Cuevas, Cuny, Antonio De Beche, Mateo Delgado, Armando Delgado, Ramon Despaigne, Josè Diaz Cabezas, Antonio Duarte, Ramon Fernendez Ojeda, Rudy Fernandez, Ferran Alfonso, Salvador Ferrero, Victor Figueredo, Eduardo Forte, Ugarde Galan, Rafael Garcia Muniz, Adalberto Garcia, Alberto Garcia, Jacinto Garcia, Evelio Gaspar, Armada Gil, Josè Gonzales Malagon, Evaristo Gonzales, Ezequiel Gonzales, Secundino Gonzales, Ricardo Grao, Bonifacio Grasso, Oscar Guerra, Julian Hernandez, Francisco Hernandez Leyva, Antonio Hernandez, Gerardo Hernandez, Olegario Hernandez, Secundino Hernandez, Jesus Insua, Enrique Izquierdo, Osmin Jorrin, Silvino Junco, Enrique Larosa, Ignacio Laparra, Jesus Lazo, Ariel Lima Lago, Raul Lopez Vidal, Armando Mas, Enerlio Mata, Elpidio Mederos, Josè Medinas, Josè Mesa, Fidel Mesquia, Juan Milian, Francisco Mirabal, Luis Mirabal, Ernesto Morales, Pedro Morejon, Carlos Muino, Cesar Necolardes Rojas, Victor Necolardes Rojas, Josè Nunez, Viterbo O'Reilly, Felix Oviedo, Manuel Paneque, Pedro Pedroso, Rafael Pedroso, Diego Perez Crela, Josè Pozo, Emilio Puebla, Alfredo Pupo, Secundino Ramirez, Ramon Ramos, Pablo Ravelo, Ruben Rey, Mario Risquelme, Fernando Rivera, Pablo Rivera, Manuel Rodriguez, Marcos Rodriguez, Nemesio Rodriguez, Pablo Rodriguez, Ricardo Rodriguez, Josè Saldara, Pedro Santana, Sergio Sierra, Juan Silva, Fausto Silva, Elpidio Soler, Jesus Sosa Blanco, Renato Sosa, Sergio Sosa, Pedro Soto, Oscar Suarez, Rafael Tarrago, Teodoro Tellez, Francisco Tellez, Josè Tin, Francisco Travieso, Leonardo Trujillo, Trujillo, Lupe Vales, Marcelino Valdes, Antonio Valentin, Manuel Vazquez, Verdecia, Damaso Zayas.
CHE GUEVARA E' SOLO UN CRIMINALE.
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