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View Full Version : IL GRANDE PORCELLO


gretas
15-03-2007, 19:49
Nei mitici, craxianissimi anni 80 della Milano da bere e dell’Italia da rubare, certe cose si facevano, ma non si dicevano. Negli anni 90 arrivò Berlusconi, che di Craxi era l’allievo e quelle cose le faceva e ogni tanto le diceva pure, ma sempre cercando qualche alibi e scusa (si pagano le tangenti perché si è costretti, si evadono le tasse perché il fisco è esoso, si fanno gli abusi edilizi perché «il piano regolatore di Olbia è comunista»). Ora la notizia è questa: rimpiangeremo Berlusconi, perché i discepoli stanno superando il maestro.
Le intercettazioni di Potenza inaugurano ufficialmente l’èra post-berlusconiana: l’èra dei Corona, dei Lelemora, dei Briatore, che è molto peggio dell’èra berlusconiana perché ora certe cose si fanno, si dicono e si vantano con un certo orgoglio. «Io - dice Corona alla moglie disgustata - queste troie le faccio incontrare con questi ricchi». Poi scatta il ricatto. «È vero, rovino la vita agli altri. Sono un pezzo di merda e non ci ho più neanche i sensi di colpa». Nemmeno quando va ad accalappiare Azouz Marzouk ai funerali della sua famiglia sterminata a Erba, poi telefona all’amico Lele: «Ho chiuso l’intervista per Costanzo e l’esclusiva per Chi. Sai cos’avrà lui (Marzouk, ndr) durante il funerale? La maglietta di “Corona’s”!». Mora, un filino turbato: «Sei un pazzo». E lui: «Lelito, ma tu ti rendi conto?». E l’altro: «Che mostro ho creato!».
Un’altra volta Corona tenta addirittura di infilare la propria moglie nel letto di Eros Ramazzotti, per creare «un falso scoop» (la signora ne uscirebbe come nuova: «Una lavata, un’asciugata e sembra neanche averla usata!»). Ma se il coronismo è una degenerazione del berlusconismo, Corona resta comunque un po’ meno peggio del Cavaliere. È molto meno ricco e meno potente. Non ha mai pensato di rifugiarsi in Parlamento per non finire in galera. Non fa nulla per nascondere quello che è, ma almeno lo sa: «Se fossi moralmente una persona a posto, non farei ‘sto lavoro. In un certo senso faccio schifo, ma il fine giustifica i mezzi». Una frase così il Cavaliere non si sognerebbe nemmeno di pensarla: come diceva Montanelli, «lui mente a tutti, anche a se stesso: è un bugiardo sincero».
La differenza che meno conta tra i due è quella che più viene sottolineata in questi giorni da tv e giornali compiacenti (praticamente tutti): e cioè che Berlusconi sarebbe «vittima» del ricatto di Corona, costretto a pagargli 20 mila euro per ritirare certe foto della figlia. Per carità, ormai si può sostenere qualsiasi cosa: ma che l’uomo più ricco e potente d’Italia possa passare per vittima di un paparazzo di 32 anni è la barzelletta del secolo. Al Cavaliere non mancavano certo i mezzi di comunicazione per denunciare pubblicamente la gang. Anzi, trattandosi di un presidente del Consiglio uscente, capo dell’opposizione parlamentare, sarebbe stato suo preciso dovere fare quello che qualunque privato cittadino avrebbe dovuto fare: recarsi nel più vicino commissariato e sporgere querela.
Il fatto interessante è che la cosa non gli è neppure passata per la testa. Lui è abituato così. La mafia lo minaccia? Assume un mafioso travestito da stalliere. La mafia mette le bombe in casa sua? Ne parla con Dell’Utri e non denuncia nulla, in fondo «è una bomba gentile e affettuosa». La mafia attenta alla Standa di Catania? Secondo il Tribunale di Palermo, Dell’Utri scende giù a pagare un’altra volta il pizzo («Anziché astenersi dal trattare con la mafia, Dell’Utri ha scelto di mediare tra gli interessi di Cosa Nostra e gli interessi imprenditoriali di Berlusconi,un industriale disposto a pagare pur di stare tranquillo»). Il lodo Mondadori dà ragione a De Benedetti? Previti paga un giudice e la Mondadori passa a Berlusconi. Arrivano i marescialli della Finanza per l’ispezione fiscale? La Fininvest li imbottisce di mazzette per chiudere un occhio.
Per questo, quando si fa avanti un Corona qualunque, lo Statista di Milanello mette mano al portafogli: è la forza dell’abitudine. Parlare di vittima pare eccessivo, anche perché Mora è di casa a villa Certosa; è l’«agente» di Emilio Fede e lavora per la De Filippi; e Corona agisce per “Chi” e per Costanzo, tutta roba Fininvest, senza contare che fra i soci ha il figlio di Flavio Carboni (che era socio di Berlusconi).Giocando con le frasi storiche dell’inchiesta si ottengono risultati strepitosi.Il gip Alberto Jannuzzi parla di un tipo «sempre pronto a mercificare qualsiasi cosa e chiunque». Ce l’ha con Berlusconi? No, con Corona. Una donna dice al marito: «A me questa tua vita mi fa schifo! I tuoi sono soldi marci!». Veronica che parla con Silvio? No, Nina Moric che parla con Fabrizio.
Un uomo dice al giudice: “L’unica cosa pulita della mia vita è mia moglie”. È Berlusconi? No, Corona. Altra voce intercettata: «Se passa questa legge, non mi possono fare un cazzo. Se non passa, praticamente sono fottuto: cioè, quello che tu dici al telefono vale!». Il Cavaliere alle prese con l’ennesima legge ad personam? No, Corona che tifa per la legge anti-intercettazioni del governo Prodi. Per Mastella, sono soddisfazioni. «Purtroppo - scuote il capo Riccardo Schicchi dagli arresti domiciliari - ci sono due Italie: una si diverte, l’altra giudica». Ma si rassereni: vince sempre la prima.

Marco Travaglio

bluelake
15-03-2007, 19:57
ci sono già thread aperti sul caso, usarne uno solo... su questo forum abbiamo questa abitudine e non intendiamo cambiarla ;)