easyand
11-03-2007, 21:35
Si tratta di Saleh Ali Saleh Nabhan «Arrestato il n. 2 di Al Qaeda in Africa» Voci insistenti sull'importante cattura vengono dal Kenia
PORT HARCOURT (Nigeria) – Saleh Ali Saleh Nabhan considerato il numero due di Al Qaeda in Africa orientale, è stato arrestato ieri a Mombasa, in Kenya. La notizia non è ancora ufficiale ma circola negli ambienti diplomatici con insistenza. Saleh Nabhan è accusato di aver organizzato un doppio attentato a Mombasa, città portuale keniota sull’oceano indiano, il 28 novembre 2002: un commando di terroristi aveva lanciato un missile per abbattere un aereo passeggeri della linea aerea israeliana Arkia nello stesso momento in cui un’autobomba centrava la hall dell’hotel Paradise, un albergo frequentato da turisti israeliani.
La polizia keniota non ha voluto confermare l’arresto, limitandosi a dire che “sì, è stato bloccato un presunto terrorista di alto calibro”, senza specificare l’identità dell’uomo. La polizia keniota ieri a tarda sera ha inviato a tutti i corrispondenti occidentali di stanza a Nairobi un comunicato in cui nega di avere “questo personaggio in custodia”, senza specificare tuttavia di chi si tratta l’uomo nelle loro mani.
Secondo l’Fbi, Nabhan, oltre ad essere stato il regista dei due simultanei attacchi a Mombasa, ha organizzato, il 7 agosto 1998, altri due attuatati messi a segno, contemporaneamente, contro le ambasciate americane di Nairobi e Dar es Salaam (oltre 200 morti, la maggior parte kenioti). Dopo gli attentati di Mombasa, Nabhan con l’altro leader di Al Qaeda in Africa accusato per gli stessi attentati, il comoriano Fazul Abdallah (o Fazul Harun, a seconda dello pseudonimo utilizzato), secondo gli investigatori antiterrorismo americani, ha trovato rifugio in Somalia.
L’anno scorso fu la stessa sottosegretario del Dipartimento di Stato per gli affari africani, Jendayi Frazer, ad accusare i fondamentalisti islamici dell’ex colonia italiana a ospitarli e a dare loro rifugio. Chiese dunque, senza ottenere risposta, che fossero consegnati all’FBI. Nei primi giorni del gennaio scorso, pressati dall’invasione delle truppe etiopiche in Somalia, molti dei leader islamici e (secondo gli americani) anche parecchi seguaci di Al Qaeda, sono scappati verso il Kenya. Tra gli altri, secondo fonti confidenziali che non sono mai state confermate ufficialmente, le mogli e i figli di Nabahn e di Fazul.
La scorsa settimana – forse avendo avuto la soffiata che il capo terrorista era rientrato nella sua città natale – la polizia di Mombasa ha diffuso tra la popolazione volantini e manifesti con la fotografia di Nabahn. Secondo l’Associated Press, un uomo, creduto il ricercato, era stato arrestato in un negozio di cambio valuta dopo che il proprietario, credendo di riconoscere in un cliente il dimanitardo di Al Qaeda, aveva schiacciato il bottone d’allarme che collega il suo ufficio con la polizia. L’individuo catturato era stato interrogato non solo dall’antiterrorismo ma anche da agenti americani appositamente arrivati in Kenya.
Qualche giorno fa l’ambasciata americana a Nairobi lha lanciato un avvertimento su un possibile attentato in vista dal 35° campionato mondiale di corsa campestre. La gara di atletica, cui parteciperà anche una squadra italiana, è prevista proprio a Mombasa il 14 marzo prossimo.
Massimo A. Alberizzi
Corriere.it
PORT HARCOURT (Nigeria) – Saleh Ali Saleh Nabhan considerato il numero due di Al Qaeda in Africa orientale, è stato arrestato ieri a Mombasa, in Kenya. La notizia non è ancora ufficiale ma circola negli ambienti diplomatici con insistenza. Saleh Nabhan è accusato di aver organizzato un doppio attentato a Mombasa, città portuale keniota sull’oceano indiano, il 28 novembre 2002: un commando di terroristi aveva lanciato un missile per abbattere un aereo passeggeri della linea aerea israeliana Arkia nello stesso momento in cui un’autobomba centrava la hall dell’hotel Paradise, un albergo frequentato da turisti israeliani.
La polizia keniota non ha voluto confermare l’arresto, limitandosi a dire che “sì, è stato bloccato un presunto terrorista di alto calibro”, senza specificare l’identità dell’uomo. La polizia keniota ieri a tarda sera ha inviato a tutti i corrispondenti occidentali di stanza a Nairobi un comunicato in cui nega di avere “questo personaggio in custodia”, senza specificare tuttavia di chi si tratta l’uomo nelle loro mani.
Secondo l’Fbi, Nabhan, oltre ad essere stato il regista dei due simultanei attacchi a Mombasa, ha organizzato, il 7 agosto 1998, altri due attuatati messi a segno, contemporaneamente, contro le ambasciate americane di Nairobi e Dar es Salaam (oltre 200 morti, la maggior parte kenioti). Dopo gli attentati di Mombasa, Nabhan con l’altro leader di Al Qaeda in Africa accusato per gli stessi attentati, il comoriano Fazul Abdallah (o Fazul Harun, a seconda dello pseudonimo utilizzato), secondo gli investigatori antiterrorismo americani, ha trovato rifugio in Somalia.
L’anno scorso fu la stessa sottosegretario del Dipartimento di Stato per gli affari africani, Jendayi Frazer, ad accusare i fondamentalisti islamici dell’ex colonia italiana a ospitarli e a dare loro rifugio. Chiese dunque, senza ottenere risposta, che fossero consegnati all’FBI. Nei primi giorni del gennaio scorso, pressati dall’invasione delle truppe etiopiche in Somalia, molti dei leader islamici e (secondo gli americani) anche parecchi seguaci di Al Qaeda, sono scappati verso il Kenya. Tra gli altri, secondo fonti confidenziali che non sono mai state confermate ufficialmente, le mogli e i figli di Nabahn e di Fazul.
La scorsa settimana – forse avendo avuto la soffiata che il capo terrorista era rientrato nella sua città natale – la polizia di Mombasa ha diffuso tra la popolazione volantini e manifesti con la fotografia di Nabahn. Secondo l’Associated Press, un uomo, creduto il ricercato, era stato arrestato in un negozio di cambio valuta dopo che il proprietario, credendo di riconoscere in un cliente il dimanitardo di Al Qaeda, aveva schiacciato il bottone d’allarme che collega il suo ufficio con la polizia. L’individuo catturato era stato interrogato non solo dall’antiterrorismo ma anche da agenti americani appositamente arrivati in Kenya.
Qualche giorno fa l’ambasciata americana a Nairobi lha lanciato un avvertimento su un possibile attentato in vista dal 35° campionato mondiale di corsa campestre. La gara di atletica, cui parteciperà anche una squadra italiana, è prevista proprio a Mombasa il 14 marzo prossimo.
Massimo A. Alberizzi
Corriere.it