View Full Version : Di Pietro: Impedire la candidatura di persone condannate in via definitiva
http://www.canisciolti.info/news_dettaglio.php?id=2464
Di Pietro: Impedire la candidatura di persone condannate in via definitiva
''Non me ne sono dimenticato. In campagna elettorale avevo inserito nel mio programma la seguente frase: 'Impedire la candidatura alla Camera, al Senato e al Parlamento Europeo di persone condannate in via definitiva'''. Lo afferma il ministro Antonio Di Pietro nel suo blog sottolineando che ''in questi giorni si discute della nuova legge elettorale, se fare un referendum, se fare le larghe intese o accordi a geometrie variabili. Gli stessi esperti faticano a capire esattamente di cosa si sta parlando''.
''Io -aggiunge Di Pietro- vorrei partire dalla testa e non dalla coda del problema: dai parlamentari, dalle donne e dagli uomini che rappresentano i cittadini. Persone che sono pagate per fare gli interessi della Nazione, non i loro, ne' tanto meno quello dei partiti di provenienza''.
''Nelle prossime elezioni -propone Di Pietro- devono essere garantite soprattutto due cose: - la rappresentativita' del parlamentare che deve essere eletto dai cittadini e non inserito per meriti partitici in una lista chiusa; - la moralita' del parlamentare che non deve avere condanne in via definitiva Come possiamo presentarci di fronte al Paese con un plotone di persone condannate elette in Parlamento?''.
''L'Italia dei Valori -conclude Di Pietro- ha presentato una proposta di legge, sia alla Camera che al Senato, per impedire nel modo piu' assoluto la presenza di persone condannate nelle liste elettorali. Su questa proposta e' necessario un forte supporto da parte dell'opinione pubblica, di tutti voi''.
contrario, rischia di diventare un mezzo per far fuori gli avversari politici
stbarlet
07-03-2007, 18:49
Inventeranno la solita scusa per non farla passare, sono davvero troppi quelli che perderebbero la poltrona.. immagino il senato compatto, togliendo i tre di IdV e qualche sopradico AN
per coldd, non capisco scusa.. ti rendi conto che ci sono un sacco di delinquenti in parlamento?
credo che contrasti un po' con la costituzione
una volta scontata la pena ( che notoriamente ha fini rieducativi) + le eventuali sanzioni accessorie (interdizione ) xchè uno divrebbe rimanere fuori dalla vita politica?
sono d'accordo, bravo Di Pietro
BASTA CONDANNATI in parlamento!!
in nessun altro paese democratico ce ne sono a parte forse in sud-america
DevilMalak
07-03-2007, 19:00
perchè un politico IMHO dovrebbe meritarsi il posto nonchè dare l'esempio ai cittadini, cosa che non accadrebbe nemmeno con chi ha la fedina pulita ma pulire un pò sarebbe già qualcosa
ma il problema sono i condannati o chi li vota? xche il mondo è cmq pieno di ******, condannati e non
sempreio
07-03-2007, 19:00
se fossimo in un paese dove la magistratura è trasparente e pulita sarei d' accordo, ma siamo in italia, alla fine si rischia che pure gli innocenti saranno condannati
se fossimo in un paese dove la magistratura è trasparente e pulita sarei d' accordo, ma siamo in italia, alla fine si rischia che pure gli innocenti saranno condannati
ma quali elementi hai per dire che la magistratura non è trasparente e pulita in Italia?
le mele marce le mettono sotto processo e le condannano, loro.
e fanno arrestare e indagano sia colletti bianchi che fanno reati finanziari che brigatisti e terroristi.
sono i politici che hanno 60 condannati in parlamento per i più vari reati e li proteggono, sono i politici che fanno l'indulto e la ex-cirielli rendendo impunibili certi reati.
credo che contrasti un po' con la costituzione
una volta scontata la pena ( che notoriamente ha fini rieducativi) + le eventuali sanzioni accessorie (interdizione ) xchè uno divrebbe rimanere fuori dalla vita politica?
Tu assumeresti come baby-sitter uno che ha scontato una pena per pedofilia? Io personalmente no, e per lo stesso motivo io non voglio persone condannate per corruzione, mafia ecc.. nei posti di potere italiani.
Un pregiudicato non puo fare il concorso pubblico per polizia,finanza,ecc pero poi puo fare il parlamentare e diventare magari ministro della giustizia:sofico:
assolutamente d'accordo con Di Pietro:read:
indelebile
07-03-2007, 19:14
Daccordo con limitazioni, se poi ricordo bene questa cosa vale già per comuni e province.....quindi per me il ricatto giudiziario politico non esiste...non cascateci :p
dispiace leggere queste proposte, nel resto del mondo sono i politici che si fanno da parte, non solo in caso di condanna, ma persino di indagini. dispiace vedere che si è costretti a rimediare al deserto morale ed etico dei nostri politici tramite una legge.
vabè, speriamo bene
credo che contrasti un po' con la costituzione
una volta scontata la pena ( che notoriamente ha fini rieducativi) + le eventuali sanzioni accessorie (interdizione ) xchè uno divrebbe rimanere fuori dalla vitapolitica?
Basterebbe estendere al Parlamento le stesse norme previste per regioni, province e comuni (art. 58 D.lgs. 267/2000 e art. 15 legge n. 55 del 1990)
Quanto alla giursiprudenza, la Corte Costituzionale (vedi ad es. la sentenza n.53/90) si è sempre espressa affermando la legittimità di limiti al diritto di elettorato passivo ai fini della tutela di altri interessi di rango costituzionale pari o superiore.
“Le norme che derogano al diritto elettorale passivo sono di stretta interpretazione; e le restrizioni di un diritto inviolabile sono ammissibili solo nei limiti indispensabili alla tutela di altri interessi di rango costituzionale pari o superiore”. (Cass. civ., sez. I, 29 novembre 2000, n. 15285).
"La compressione delle possibilità che l'ordinamento costituzionale offre al cittadino di partecipare alla vita democratica è dunque operabile nei soli limiti indispensabili alla tutela di altri interessi di pari rango costituzionale, nel rispetto della necessarietà e della ragionevole proporzionalità di tali limitazioni" (Cass. civ., sez. i, 28 dicembre 2000, n. 16205.)
La Corte di Cassazione è stata più volte chiamata a pronunciarsi sulla ratio delle cause ostative alla candidatura di cui all’art. 58, d.lgs. n. 267/00 in connessione alla questione relativa al diritto costituzionale di elettorato passivo. La Cassazione sottolinea che la fattispecie di incandidabilità, e quindi di ineleggibilità, riguardante i delitti commessi con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione, (ex artt. 58 e 59 d.lgs 267/00), è determinata dal “venir meno di un requisito soggettivo per l’accesso alle cariche elettive (Cass. Civ., sez. I, sentenza 8 marzo 2004, n. 759).
In modo particolare la Suprema Corte si è pronunciata sull’interpretazione dell’art. 58, lett. c), del d.lgs. n. 267/2000, che annovera tra le cause ostative alla candidatura per le elezioni provinciali, comunali e circoscrizionali, fra le altre, la condanna“con sentenza definitiva alla pena della reclusione complessivamente superiore a sei mesi per uno o più delitti commessi con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti ad un a pubblica funzione o ad un pubblico servizio diversi da quelli indicati alla lettera b)(peculato, peculato mediante approfittamento dell’errore altrui, malversazione a danno dello Stato, concussione, corruzione in atti d’ufficio, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione in atti giudiziari, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio). La norma in questione mira a tutelare la correttezza, l’imparzialità ed il buon andamento della P.A., impedendo a coloro che abbiano riportato condanne per reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, più precisamente con abuso dei loro poteri o in violazione de doveri inerenti alla pubblica funzione, di rivestire, ancorché elettivamente, un pubblico ufficio."
In alcuni stati americani i condannati in via definitiva una volta scontata la pena perdono per sempre persino il diritto di voto, figuratevi..
anonimizzato
07-03-2007, 19:33
Favorevolissimo.
E' inconcepibile che il luogo con la più alta concentrazioni di criminali in Italia sia proprio il parlamento.
contrario, rischia di diventare un mezzo per far fuori gli avversari politici
guarda... finora che non c'era ci son cani e porci in politica...
meglio qualche testa sana tagliata in più che molte mele marce in giro.
dispiace leggere queste proposte, nel resto del mondo sono i politici che si fanno da parte, non solo in caso di condanna, ma persino di indagini. dispiace vedere che si è costretti a rimediare al deserto morale ed etico dei nostri politici tramite una legge.
vabè, speriamo bene
son d'accordissimo,
ma il "paziente" talvolta va curato forzosamente se non si rende conto dello stato della sua malattia.
qua il problema è che per sti delinquenti è normale, sano e auspicabile delinquere ...
AMPUTARE!!!!!!!!
anonimizzato
07-03-2007, 19:35
meglio qualche testa sana tagliata in più che molte mele marce in giro.
Vangelo
sempreio
07-03-2007, 19:41
ma quali elementi hai per dire che la magistratura non è trasparente e pulita in Italia?
le mele marce le mettono sotto processo e le condannano, loro.
e fanno arrestare e indagano sia colletti bianchi che fanno reati finanziari che brigatisti e terroristi.
sono i politici che hanno 60 condannati in parlamento per i più vari reati e li proteggono, sono i politici che fanno l'indulto e la ex-cirielli rendendo impunibili certi reati.
magistrati corrotti del sud italia ce ne saranno almeno una decina indagati nelle ultime settimane e poi se leggi i libri di travaglio vedi bene da che parte stà la magistratura, solo se raccontassimo le vicende di berlusconi fra gli anni 70 e 90 c' è da rabbrividire, poi lasciamo perdere roma...
magistrati corrotti del sud italia ce ne saranno almeno una decina indagati nelle ultime settimane e poi se leggi i libri di travaglio vedi bene da che parte stà la magistratura, solo se raccontassimo le vicende di berlusconi fra gli anni 70 e 90 c' è da rabbrividire, poi lasciamo perdere roma...
A me piace leggere le sentenze dei processi e come ci si è arrivati (che poi nei libri di Travaglio ci son solo sentenze, intercettazioni e giù di lì): la magistratura fa il suo lavoro persegue i reati, non si ferma davanti a nessuno.
La procura di Roma non funziona alla grande, ma non perchè i magistrati son rossi o azzurri, ma perchè non son messi in condizione di indagare bene come a Milano o addirittura a Potenza (vedi inchieste sui Savoia).
Poi ci sono delle mele marce anche lì dentro, ma sono riusciti 9/10 a condannarli e allontanarli (a parte che con Carnevale, ma è un caso isolato).E' questa la forza della magistratura, non è che li proteggono i corrotti dentro di loro, ma li trovano e li mettono sotto processo.
La politica i corrotti li protegge, altro che allontanarli.
lnessuno
07-03-2007, 19:48
contrario, rischia di diventare un mezzo per far fuori gli avversari politici
favorevole, può essere un modo per farci fuori un pò di sti residuati bellici dei peggiori.
sempreio
07-03-2007, 20:04
A me piace leggere le sentenze dei processi e come ci si è arrivati (che poi nei libri di Travaglio ci son solo sentenze, intercettazioni e giù di lì): la magistratura fa il suo lavoro persegue i reati, non si ferma davanti a nessuno.
La procura di Roma non funziona alla grande, ma non perchè i magistrati son rossi o azzurri, ma perchè non son messi in condizione di indagare bene come a Milano o addirittura a Potenza (vedi inchieste sui Savoia).
Poi ci sono delle mele marce anche lì dentro, ma sono riusciti 9/10 a condannarli e allontanarli (a parte che con Carnevale, ma è un caso isolato).E' questa la forza della magistratura, non è che li proteggono i corrotti dentro di loro, ma li trovano e li mettono sotto processo.
La politica i corrotti li protegge, altro che allontanarli.
per me è solo una lotta di potere fra magistratura rossa e nera, dai su rendiamoci conto che siamo un paese con 2,5 milioni di criminali solo fra mafia, camorra, ndrangheta vuol dire che la giustizia non esiste! basta vedere nei telegiornali è da mesi che ci stanno propinando la lotta contro la camorra e chissà come mai la mafia la lasciano in pace;) , sono solo lotte interne fra criminalità, polica e massoneria.
trallallero
07-03-2007, 20:16
chi non ha mai peccato scriva il prossimo post :O
lnessuno
07-03-2007, 20:20
prossimo post :O
trallallero
07-03-2007, 20:24
prossimo post :O
mai rubato neanche una caramella figliolo ? :O
per me è solo una lotta di potere fra magistratura rossa e nera, dai su rendiamoci conto che siamo un paese con 2,5 milioni di criminali solo fra mafia, camorra, ndrangheta vuol dire che la giustizia non esiste! basta vedere nei telegiornali è da mesi che ci stanno propinando la lotta contro la camorra e chissà come mai la mafia la lasciano in pace;) , sono solo lotte interne fra criminalità, polica e massoneria.
vuol dire che la politica non ha mai fatto niente e anzi ha aiutato la mafia invece ;)
è da Roma che parte tutto
se abbiamo avuto un mafioso come andreotti al potere per anni si spiega tutto... poi vedi berlusconi che si teneva mangano in casa, che ha dell'utri accanto... la politica la politica :)
A fare l'operatore ecologico ti prendono se hai avuto condanne definitive?
LuVi
Basterebbe estendere al Parlamento le stesse norme previste per regioni, province e comuni (art. 58 D.lgs. 267/2000 e art. 15 legge n. 55 del 1990)
Quanto alla giursiprudenza, la Corte Costituzionale (vedi ad es. la sentenza n.53/90) si è sempre espressa affermando la legittimità di limiti al diritto di elettorato passivo ai fini della tutela di altri interessi di rango costituzionale pari o superiore.
“Le norme che derogano al diritto elettorale passivo sono di stretta interpretazione; e le restrizioni di un diritto inviolabile sono ammissibili solo nei limiti indispensabili alla tutela di altri interessi di rango costituzionale pari o superiore”. (Cass. civ., sez. I, 29 novembre 2000, n. 15285).
"La compressione delle possibilità che l'ordinamento costituzionale offre al cittadino di partecipare alla vita democratica è dunque operabile nei soli limiti indispensabili alla tutela di altri interessi di pari rango costituzionale, nel rispetto della necessarietà e della ragionevole proporzionalità di tali limitazioni" (Cass. civ., sez. i, 28 dicembre 2000, n. 16205.)
La Corte di Cassazione è stata più volte chiamata a pronunciarsi sulla ratio delle cause ostative alla candidatura di cui all’art. 58, d.lgs. n. 267/00 in connessione alla questione relativa al diritto costituzionale di elettorato passivo. La Cassazione sottolinea che la fattispecie di incandidabilità, e quindi di ineleggibilità, riguardante i delitti commessi con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione, (ex artt. 58 e 59 d.lgs 267/00), è determinata dal “venir meno di un requisito soggettivo per l’accesso alle cariche elettive (Cass. Civ., sez. I, sentenza 8 marzo 2004, n. 759).
In modo particolare la Suprema Corte si è pronunciata sull’interpretazione dell’art. 58, lett. c), del d.lgs. n. 267/2000, che annovera tra le cause ostative alla candidatura per le elezioni provinciali, comunali e circoscrizionali, fra le altre, la condanna“con sentenza definitiva alla pena della reclusione complessivamente superiore a sei mesi per uno o più delitti commessi con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti ad un a pubblica funzione o ad un pubblico servizio diversi da quelli indicati alla lettera b)(peculato, peculato mediante approfittamento dell’errore altrui, malversazione a danno dello Stato, concussione, corruzione in atti d’ufficio, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione in atti giudiziari, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio). La norma in questione mira a tutelare la correttezza, l’imparzialità ed il buon andamento della P.A., impedendo a coloro che abbiano riportato condanne per reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, più precisamente con abuso dei loro poteri o in violazione de doveri inerenti alla pubblica funzione, di rivestire, ancorché elettivamente, un pubblico ufficio."
come mai la cc non ha scritto niente in proposito dei condidati-condannati in parlamento?
marcowheelie
07-03-2007, 23:26
e secondo voi "loro" davvero approverebbero una cosa del genere? :asd:
come mai la cc non ha scritto niente in proposito dei condidati-condannati in parlamento?
Perchè non è mai stata sollevata nessuna questione dal momento che a differenza degli enti locali non esistono norme che prevedono l'incandidabilità o l'ineleggibilità in Parlamento per i condannati in via definitiva. I nostri parlamentari si sono guardati bene dall'estendere anche alla Camera e al Senato quelle norme da loro stessi approvate che impediscono ai condannati in via definitiva di candidarsi alle elezioni nelle autonomie locali.
Sarei favorevole , ma si sa già che non passerà mai .
Non sono riusciti neppure a far passare la norma che alla commissione antimafia non possano essere nominate persone che abbiano una condanna definitiva per associazione mafiosa ... :rolleyes:
LightIntoDarkness
08-03-2007, 09:32
dispiace leggere queste proposte, nel resto del mondo sono i politici che si fanno da parte, non solo in caso di condanna, ma persino di indagini. dispiace vedere che si è costretti a rimediare al deserto morale ed etico dei nostri politici tramite una legge.
vabè, speriamo bene*
Sarei favorevole , ma si sa già che non passerà mai .
Non sono riusciti neppure a far passare la norma che alla commissione antimafia non possano essere nominate persone che abbiano una condanna definitiva per associazione mafiosa ... :rolleyes::eek:
Dimmi che non è vero, please....
PS: ... alla ricerca della trasparenza perduta
credo che contrasti un po' con la costituzione
una volta scontata la pena ( che notoriamente ha fini rieducativi) + le eventuali sanzioni accessorie (interdizione ) xchè uno divrebbe rimanere fuori dalla vita politica?
Perchè ha dimostrato di essere capace di delinquere, e per certi ruoli dovrebbero essere invece richieste garanzie in senso opposto. Comunque il problema non si pone, perchè tanto il Parlamento non prenderà mai in considerazione una simile norma.
:eek:
Dimmi che non è vero, please....
e invece si, è vero...
p.s. per farsi due risate: http://www.beppegrillo.it/2006/07/i_magnifici_ott.html
Di Pietro: Impedire la candidatura di persone condannate in via definitiva
E direi "come si può non essere d'accordo?"
Anzi per onestà intellettuale, anche uno solamente indagato dovrebbe avere la buona e sana abitudine di dimettersi, se fossimo in un paese civile dove la magistratura fa il proprio dovere e la politica idem, quando la magistratura si mette a fare politica e il politico le leggi di comodo non si è più in un paese civile.
:eek:
Dimmi che non è vero, please....
Così Pomicino e Vito designati all'Antimafia
(articolo pubblicato il 27 novembre scorso sul giornale on line www.comincialitalia.net)
Le cronache dicono che Cirino Pomicino è stato condannato in via definitiva per finanziamento illecito dei partiti (maxitangente Enimont) ed ha ottenuto il patteggiamento per corruzione (fondi neri Eni).
Alfredo Vito ha patteggiato per numerosi episodi di corruzione. Entrambi fanno parte della Comissione Bicamerale Antimafia per la prima volta presieduta da un comunista, Forgione, in un governo di centrosinistra.
Paolo Cirino Pomicino, in un'intervista rilasciata nel 2002 al giornalista Claudio Sabelli Fioretti, disse: "Io so che sono innocente, ma fino a quando non me lo diranno in tutti i processi tutti i magistrati non frequenterò il Parlamento". Il giornalista gli fa presente che alcuni magistrati hanno già detto che è colpevole. Cirino Pomicino risponde: "Ma la condanna è per finanziamento illecito. Mica per corruzione e concussione. Ciononostante questo è il motivo per cui io non sarò mai più candidato". Essendo consapevole della propria condanna, come cittadino aveva l'intenzione di rispettare l'Aula.
Se Pomicino e Vito si trovano esposti alle critiche di chi contesta le funzioni parlamentari a chi ha sentenze definitive, dipende dai partiti che li hanno candidati e persino proposti per le Commissioni come l'Antimafia.
Dunque i cittadini dovranno mobilitarsi e chiedere una legge per avere un Parlamento al di sopra di ogni condanna. Anche se con un pizzico di buona volontà si sarebbe potuto introdurre, come qualcuno aveva suggerito, un criterio normativo che escludesse dall'Antimafia chi è sotto processo. Lo si poteva inserire attraverso la legge istitutiva della Commissione d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa. Ma non è successo. Benchè il Parlamento sia a maggioranza di centrosinistra. Perché gli stessi che prima si sono tanto battuti dall'opposizione per la legalità e il rispetto istituzionale, con campagne anche personali contro gli avversari sotto procedimenti, ora non esercitano a pieno il proprio ruolo?
Bisogna armarsi di buona volontà e andarsi a leggere i resoconti parlamentari, pagine e pagine, come abbiamo fatto per voi.
Emerge che Angela Napoli (An) aveva formulato una proposta di legge contenente una precisa disposizione che avrebbe lasciato fuori dalla Commissione chi fosse oggetto di un procedimento giudiziario per reati di stampo malavitoso o contro la pubblica amministrazione. Tale proposta non fu nemmeno inclusa nel testo unificato della legge predisposto dai relatori (Sesa Amici, Ulivo, e Gianpiero D'Alia, Udc) della Commissione Affari Costituzionali della Camera (presieduta da Luciano Violante, Ulivo) ed è stata ripresentata in forma di emendamento (poi bocciato in Aula) perché suscitava "forti perplessità sia nel merito sia sotto il profilo della sua compatibilità costituzionale". Perchè una proposta di destra che dovrebbe piacere alla sinistra non va in porto per una Bicamerale?
Perché la cosa che suscita clamore non è che la proposta di Angela Napoli sia stata osteggiata da alleati della stessa coalizione, come Gabriele Boscetto (Fi). Ma da Franco Russo (Rifondazione comunista-Sinistra europea), che ha proprio detto che l'introduzione di uno sbarramento era inopportuno. Per Marco Boato (Verdi) la responsabilità spettava ai Gruppi parlamentari, che di fatto indicano i componenti, ai Presidenti di Assemblea che provvedono alla successiva nomina. Luciano Violante (Ds) ha ribadito l'opportunità di fare leva esclusivamente sulla sensibilità dei Presidenti di Assemblea al momento della nomina dei componenti, senza prevedere forme di incompatibilità.
Insomma, l'emendamento "Napoli" non ha avuto il sostegno pieno necessario e che avrebbe potuto trovare in una Bicamerale. Così la Commissione Affari Costituzionali si è limitata a prevedere che la nomina dei componenti dell'Antimafia da parte dei Presidenti del Senato e della Camera dovesse tenere conto solo "della specificità dei compiti assegnati alla Commissione medesima". Scelta molto morbida, alla fine, approvata dal Parlamento. Per dire in parole chiare... Mentre la Commissione Giustizia della Camera era stata più radicale chiedendo addirittura la soppressione.
La Commissione Giustizia, infatti, riconosceva che all'Antimafia dovessero andare parlamentari "che abbiano una specifica competenza nelle delicate materie che alla Commissione d'inchiesta sono attribuite", ma allo stesso tempo avanzava perplessità perché "si prevede una sorta di status di componente della Commissione d'inchiesta che non trova alcun fondamento nella Costituzione, considerato che ogni parlamentare in quanto tale è legittimato ad essere componente di una Commissione d'inchiesta".
Così Alessandro Maran (Ulivo), relatore della Commissione Giustizia, ed Enrico Buemi (Rosa nel Pugno) si pronunciano contrari all'introduzione di un criterio discriminante relativo alla composizione della Commissione d'inchiesta ritenendolo lesivo del mandato parlamentare.
La parola passa al Parlamento sovrano. In aula lunghissime discussioni, come documentato dai resoconti stenografici. Pagine di interventi. Si trovano anche insulti ("buffone"), frasi colorite e qualche ipocrisia. Vediamone alcune.
Domenico Benedetti Valentini (An) ha chiarito a Montecitorio il pensiero del suo gruppo ovvero che "Dracula non faccia parte del direttivo dell'Avis". Espressione che rende in maniera efficace il senso dell'emendamento "Napoli" che Benedetti Valentini ha firmato.
Francesco Forgione (Rifondazione comunista), che poi sarà eletto presidente della Commissione Antimafia, sulla proposta dell'on. Napoli ha commentato: "Oggi non credo sia sostenibile la posizione dei colleghi di Alleanza Nazionale. Perché consegnare alla magistratura la composizione di una Commissione parlamentare?". Forse l'intenzione di Forgione era quella di affermare che la politica si dovesse assumere a priori responsabilità di fronte al Parlamento e al Paese. Ma l'epilogo è stato diverso. Forgione è diventato presidente della Bicamerale di cui fanno parte anche Pomicino e Vito. Ma non ci sta scomodo su quella poltrona?
Orazio Antonio Licandro (Comunisti italiani), professore ordinario di diritto romano, si è battuto con tenacia nel sostenere l'importanza di mandare messaggi chiari, univoci agli italiani, e la necessità pertanto di introdurre "filtri" perché "nessuna ombra gravi mai su una delle Commissioni più importanti e delicate di questo Parlamento". E' di Licandro, infatti, il seguente emendamento: "I Presidenti delle Camere, ai fini della nomina dei componenti la Commissione, possono escludere per ragioni di inopportunità parlamentari sottoposti a procedimenti giudiziari per reati di cui agli articoli 416, 416-bis e 416-ter del codice penale, per i delitti contro la pubblica amministrazione e per quelli contro l'amministrazione della giustizia. Per analoghe ragioni di inopportunità, sempre ai fini della nomina, possono escludere i parlamentari che prestano assistenza legale a soggetti imputati in procedimenti giudiziari per i suddetti reati. Al sopraggiungere delle suddette ragioni di inopportunità i Presidenti delle Camere valutano l'eventuale revoca da componenti della Commissione dei parlamentari interessati".
Ma che fine hanno fatto le proposte ragionevoli di Angela Napoli (An) e di Licandro (Comunisti italiani)? Bocciate dalla Camera.
Quando chi presiedeva i lavori dell'Assemblea ha chiesto quale era il parere del Governo sugli emendamenti "Napoli" e "Licandro", il sottosegretario di Stato per i rapporti col Parlamento, Giampaolo Vittorio D'Andrea, ha risposto: "Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore". Ed il relatore, un attimo prima, aveva appena detto che la Commissione "esprime in merito parere contrario". Quindi, anche il Governo era d'accordo sul fatto di respingere tali emendamenti.
Gli emendamenti "Napoli" e "Licandro" sono stati respinti con numeri pesantissimi. L'emendamento Napoli ha ricevuto 81 voti favorevoli, 385 contrari, 1 astensione.
L'emendamento Licandro ha ottenuto invece solo 21 voti favorevoli, 421 contrari, 51 astensioni. Questi 21 che si sono espressi a favore sono: 14 del partito dei Comunisti italiani, (Bellillo, Cancrini, Cesini, Crapolicchio, De Angelis. Licandro, Napoletano, Pagliarini, Pignataro Ferdinando, Sgobio, Soffritti, Tranfaglia, Vacca, Venier), 2 dell'Ulivo (Lomaglio e Samperi), 1 dell'Italia dei Valori (Astore), 1 del Movimento per l'Autonomia (Lo Monte), 1 di Alleanza nazionale (Napoli Angela), 1 di Forza Italia (Fasolino), 1 Dc-Ps (Nardi).
Nel dibattito in Senato, Roberto Manzione (Ulivo) ha ammesso che "è passata una soluzione che potremmo definire salomonica". No comment.
Alla fine l'intero provvedimento legislativo di istituzione della Commissione viene approvato. Basta vedere la legge 27 ottobre 2006, n. 277 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 261 del 9 novembre 2006 ed entrata in vigore il giorno successivo. L'articolo 2 riguarda la composizione della Commissione e recita: "La Commissione è composta da venticinque senatori e da venticinque deputati, nominati rispettivamente dal Presidente del Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei deputati, in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo esistente in almeno un ramo del Parlamento. La nomina dei componenti la Commissione tiene conto della specificità dei compiti ad essa assegnati".
Quindi, come avete letto, il potere di nomina dei componenti della Commissione è in capo ai Presidenti dei due rami del Parlamento: Franco Marini (Senato) e Fausto Bertinotti (Camera) i quali, perciò, sebbene ricevano le indicazioni da parte dei Gruppi parlamentari, hanno un certo margine di discrezionalità (dove forse potrebbero trovare spazio anche ragioni di opportunità) nel valutare i candidati alla Commissione. Insomma, i Presidenti del Senato e della Camera non hanno il mero obbligo di ratificare le designazioni dei partiti. Perché non hanno esercitato veramente il loro potere di nomina?
Marco Scipolo
siamo in un paese in cui uno con enne processi in corso è diventato presidente del consiglio e ha cambiato le leggi in modo tale da taroccare gli esiti delle sentenze...
è considerato l'italiano più eminente e rappresentativo, tanto che i suoi avversari politici stanno assieme non perchè son meno ladri e delinquenti o perchè hanno più carisma, semplicememtne giocano la carta dell'
ANTI - LUI ...
itagglia si, itgglia no...
la terra dei cachi ...:fiufiu: :fiufiu: :fiufiu: :fiufiu: :fiufiu:
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