franklar
03-03-2007, 11:02
fonte: verosudamerica.blogspot.com (http://verosudamerica.blogspot.com/2007/03/una-conferenza-internazionale-no-basi.html)
La prossima settimana, dal 5 al 9 marzo 2007, avrà luogo in Ecuador la Conferenza Internazionale per l’abolizione delle basi militari straniere.
no basi usaElsie Monge, presidente della commissione per la difesa dei diritti umani in Ecuador, spiega che il primo obiettivo della manifestazione sarà quello di denunciare il crescente militarismo a livello mondiale ed in particolare quello della politica statunitense. Proprio gli Usa infatti detengono il 95% delle basi militari mondiali, precisamente sono 735 le basi nordamericane sparse tra i cinque continenti nel 2005. In queste installazioni ci lavorano circa 1'850’000 militari, coadiuvati da 475'000 impiegati civili del Dipartimento della Difesa e da 250'000 lavoratori locali. Il Pentagono tra l’altro è uno dei maggiori proprietari terrieri del mondo dato che le sue basi occupano 12'800’000 ettari.
Ma queste 735 basi riconosciute ufficialmente dal Pentagono non includono i cosiddetti accordi di accesso e cooperazione (denominati Posti avanzati di operazioni o Centri di sicurezza cooperativa) firmati da governi servili che hanno permesso l’estensione della loro presenza militare a più di mille zone in tutto il pianeta. Questa presenza non consiste solamente in soldati armati, ma vengono spacciati come missioni di aiuto umanitario, missioni sanitarie, campagne per la costruzione di scuole, per cercare di attirare e conquistare la popolazione, come sta succedendo attualmente in Guatemala e in altri paesi.
Preoccupante è in particolare la militarizzazione spinta negli ultimi anni dagli Stati Uniti proprio in America Latina, dove è in atto un chiaro distacco dall’ala protettrice nordamericana a favore di un processo di integrazione tra le varie nazioni.
Tra gli importanti obiettivi di questo primo appuntamento poi anche quello di formalizzare e rafforzare la rete mondiale “No Basi”, una rete composta da circa 300 organizzazioni civili di tutto il mondo nata in seno al Social Forum Mondiale. “Questa sarà la prima volta che una rete articolata a livello elettronico si riunisce fisicamente per stabilire piani concreti da qui al 2010 su come potenziare la lotta contro le basi militari straniere, sia a livello locale che globale”, sono state le parole di Anabel Estrella, coordinatrice di questo foro.
L’apertura della manifestazione sarà il 5 marzo a Quito, dove assisterà all’evento anche il neo-presidente ecuadoriano, Rafael Correa. Proprio in Ecuador infatti recentemente ci sono stati dei notevoli passi in avanti nella lotta alle basi militari. Lo stesso Correa ha annunciato infatti che non verrà rinnovato l’accordo con gli Stati Uniti per l’utilizzo della base di Manta in scadenza nel 2009, senza dimenticare poi il grosso impegno delle circa 18 organizzazioni “no basi” ecuadoriane che hanno dimostrato anche l’aspirazione, nella prossima Assemblea Nazionale Costituente, all’elaborazione di una nuova costituzione che includa l’affermazione dell’Ecuador come paese di pace e la proibizione delle installazioni di truppe straniere nel suo territorio nazionale.
coalicion no basesPer i primi giorni la manifestazione stazionerà nella capitale Quito, l’8 marzo partirà poi una carovana proprio verso Manta, dove ha sede la base aerea statunitense, qui stazionerà la Conferenza internazionale sino all’ultimo giorno.
“Sarà una protesta mondiale alla quale parteciperanno più di duemila rappresentanti di Asia, Africa, Europa e America”, ha segnalato Miguel Morán, leader del “Movimento Antiimperialista” di Manta. Aderiranno infatti importanti presenze internazionali come l’argentino Adolfo Pérez Esquivel (premio Nobel per la pace 1980), Cindy Sheehan attivista nordamericana contro la guerra in Iraq, Medea Benjamín, anche lei statunitense e direttrice della fondazione “Global Exchange”, l’accademico filippino Walden Bello e la studiosa messicana Ana Esther Ceceña.
Per ulteriori informazioni sulla rete "No Bases", Rete Internazionale per l’abolizione delle basi militari, consultare il sito: www.no-bases.org , per avere invece una idea della presenza militare degli Stati Uniti nel mondo date un'occhiata a questa cartina
http://bp1.blogger.com/_7vyWcPBov-8/RejCY8fYy_I/AAAAAAAAAT4/0wSOew_Qtto/s1600/military%2Bbases.JPG
Il sito ufficiale
http://www.no-bases.org/
La prossima settimana, dal 5 al 9 marzo 2007, avrà luogo in Ecuador la Conferenza Internazionale per l’abolizione delle basi militari straniere.
no basi usaElsie Monge, presidente della commissione per la difesa dei diritti umani in Ecuador, spiega che il primo obiettivo della manifestazione sarà quello di denunciare il crescente militarismo a livello mondiale ed in particolare quello della politica statunitense. Proprio gli Usa infatti detengono il 95% delle basi militari mondiali, precisamente sono 735 le basi nordamericane sparse tra i cinque continenti nel 2005. In queste installazioni ci lavorano circa 1'850’000 militari, coadiuvati da 475'000 impiegati civili del Dipartimento della Difesa e da 250'000 lavoratori locali. Il Pentagono tra l’altro è uno dei maggiori proprietari terrieri del mondo dato che le sue basi occupano 12'800’000 ettari.
Ma queste 735 basi riconosciute ufficialmente dal Pentagono non includono i cosiddetti accordi di accesso e cooperazione (denominati Posti avanzati di operazioni o Centri di sicurezza cooperativa) firmati da governi servili che hanno permesso l’estensione della loro presenza militare a più di mille zone in tutto il pianeta. Questa presenza non consiste solamente in soldati armati, ma vengono spacciati come missioni di aiuto umanitario, missioni sanitarie, campagne per la costruzione di scuole, per cercare di attirare e conquistare la popolazione, come sta succedendo attualmente in Guatemala e in altri paesi.
Preoccupante è in particolare la militarizzazione spinta negli ultimi anni dagli Stati Uniti proprio in America Latina, dove è in atto un chiaro distacco dall’ala protettrice nordamericana a favore di un processo di integrazione tra le varie nazioni.
Tra gli importanti obiettivi di questo primo appuntamento poi anche quello di formalizzare e rafforzare la rete mondiale “No Basi”, una rete composta da circa 300 organizzazioni civili di tutto il mondo nata in seno al Social Forum Mondiale. “Questa sarà la prima volta che una rete articolata a livello elettronico si riunisce fisicamente per stabilire piani concreti da qui al 2010 su come potenziare la lotta contro le basi militari straniere, sia a livello locale che globale”, sono state le parole di Anabel Estrella, coordinatrice di questo foro.
L’apertura della manifestazione sarà il 5 marzo a Quito, dove assisterà all’evento anche il neo-presidente ecuadoriano, Rafael Correa. Proprio in Ecuador infatti recentemente ci sono stati dei notevoli passi in avanti nella lotta alle basi militari. Lo stesso Correa ha annunciato infatti che non verrà rinnovato l’accordo con gli Stati Uniti per l’utilizzo della base di Manta in scadenza nel 2009, senza dimenticare poi il grosso impegno delle circa 18 organizzazioni “no basi” ecuadoriane che hanno dimostrato anche l’aspirazione, nella prossima Assemblea Nazionale Costituente, all’elaborazione di una nuova costituzione che includa l’affermazione dell’Ecuador come paese di pace e la proibizione delle installazioni di truppe straniere nel suo territorio nazionale.
coalicion no basesPer i primi giorni la manifestazione stazionerà nella capitale Quito, l’8 marzo partirà poi una carovana proprio verso Manta, dove ha sede la base aerea statunitense, qui stazionerà la Conferenza internazionale sino all’ultimo giorno.
“Sarà una protesta mondiale alla quale parteciperanno più di duemila rappresentanti di Asia, Africa, Europa e America”, ha segnalato Miguel Morán, leader del “Movimento Antiimperialista” di Manta. Aderiranno infatti importanti presenze internazionali come l’argentino Adolfo Pérez Esquivel (premio Nobel per la pace 1980), Cindy Sheehan attivista nordamericana contro la guerra in Iraq, Medea Benjamín, anche lei statunitense e direttrice della fondazione “Global Exchange”, l’accademico filippino Walden Bello e la studiosa messicana Ana Esther Ceceña.
Per ulteriori informazioni sulla rete "No Bases", Rete Internazionale per l’abolizione delle basi militari, consultare il sito: www.no-bases.org , per avere invece una idea della presenza militare degli Stati Uniti nel mondo date un'occhiata a questa cartina
http://bp1.blogger.com/_7vyWcPBov-8/RejCY8fYy_I/AAAAAAAAAT4/0wSOew_Qtto/s1600/military%2Bbases.JPG
Il sito ufficiale
http://www.no-bases.org/