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View Full Version : Corruzione in Basilicata - maxi inchiesta


sander4
27-02-2007, 11:42
Affari segreti, maxi inchiesta in Basilicata
Giudici, politici, funzionari pubblici sotto accusa.
«Corruzione su sanità, turismo, finanza»
(Corriere della Sera, 26-02-2007)

CATANZARO — I danni si stanno quantificando in Calabria, ma l'epicentro di questo terremoto è in Basilicata. Ed è il sisma più grave dell'ultimo quarto di secolo, dopo quello del 1980, perché è il più terribile esempio della rottura del «patto» tra cittadini e istituzioni, tra governati e governanti, senza il quale non si va da nessuna parte. Il mito della Lucania Felix, semai avesse un fondamento, è finito. Non regge più. Nemmeno come espediente mediatico. Lo dicono i fatti sui quali sta indagando la procura di Catanzaro, che ha messo sotto inchiesta i vertici della magistratura lucana, alti gradi delle forze dell'ordine, politici e funzionari pubblici, tutti indagati per gravissimi reati: truffa e corruzione, anche in atti giudiziari, falso e abuso d'ufficio, anche a fini patrimoniali, appropriazione indebita. Accuse che suonano ancor più pesanti e incredibili perché rivolte, a vario titolo, a Giuseppe Galante, procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Potenza e al suo vicario, Felicia Genovese. A Giuseppe Chieco, procuratore capo di Matera, a Iside Granese e Rosa Bia, presidente e giudice del tribunale di Matera, e all'ex colonnello dei carabinieri Pietro Gentili, in qualità di capo della sezione di polizia giudiziaria della procura di Potenza. E poi all'ex presidente della giunta regionale lucana, oggi sottosegretario allo Sviluppo economico, Filippo Bubbico (Ds), e all'ex assessore regionale alla Sanità, oggi presidente della giunta, Vito De Filippo (Margherita). Insieme con loro, una sfilza di funzionari pubblici, dagli uffici comunali e provinciali a quelli ministeriali. L'inchiesta, condotta da Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri, è coordinata dal pm Luigi De Magistris, che da un po' di tempo, va detto subito e magari a futura memoria, ha il «privilegio» dell'attenzione di decine di parlamentari, impegnati in continue interrogazioni su di lui, nonostante, o forse proprio perché, le sue inchieste non abbiano finora trascurato né la destra, né la sinistra.

I principali temi d'indagine sono tre e riguardano le Asl lucane, la Banca popolare del Materano (del gruppo Banca popolare dell'Emilia Romagna) e i megavillaggi turistici, in particolare «Marinagri», che stanno sorgendo sulla costa jonica lucana con il contributo di fondi pubblici, erogati dal Cipe (Comitato interministeriale programmazione economica), per centinaia di milioni di euro. Il filone-sanità viene aperto in seguito alla denuncia dell'ex direttore dell'Asl di Venosa, Giuseppe Panio, che accusa Bubbico e De Filippo di averlo ingiustamente «licenziato» per far posto a Giancarlo Vainieri, considerato vicino a Bubbico e ai Ds. Il pm è Felicia Genovese, che per due volte chiede l'archiviazione, non accolta dal gip di Potenza, Iannuzzi. Poiché però Genovese è anche la moglie di Michele Cannizzaro, che verrà nominato direttore dell'ospedale San Carlo di Potenza dagli stessi politici per i quali il pm Genovese aveva chiesto l'archiviazione, si fa strada il dubbio che la vicenda non sia solo il frutto di una sequela di coincidenze. E infatti secondo gli investigatori di Catanzaro la faccenda non è da archiviare, ma, al contrario, merita. La Banca del Materano, invece, inguaia il presidente del tribunale di Matera, Iside Granese. Secondo l'accusa, l'istituto di credito è governato da «un comitato d'affari occulto e parallelo, che gestisce in maniera clientelare il credito a discapito dell'azionariato e dei risparmiatori e assicura ai clienti più privilegiati guadagni eccezionali e perdite rimborsate». Un esempio «forte» è proprio quello del giudice Granese, che ottiene un mutuo di 620 mila euro per vent'anni al tasso fisso del 3 per cento con una garanzia di 1.240.000 euro su un immobile che ne vale appena 150 mila (tra l'altro acquistato due mesi prima di stipulare il mutuo) e una linea di credito che raggiunge i 430 mila euro con la sola garanzia della propria firma.

E tuttavia Granese tratta cause che coinvolgono la banca e il suo ex presidente Attilio Caruso. E in una di queste pronuncia il fallimento, per un credito di circa 50 mila euro, della società Anthill, di Nicola Piccenna, che poi è diventato il suo «grande accusatore». Mentre l'altro giudice, Rosa Bia, benché cognata del direttore della società di riscossione tributi «Ritrimat», controllata dalla Banca del Materano, tratta cause in cui è parte la stessa Ritrimat. Le denunce per queste vicende sarebbero state sistematicamente archiviate dal procuratore Chieco, che avrebbe agito alla stessa maniera anche per le denunce contro l'ex colonnello Gentili e il procuratore Galante, relative a Marinagri. E questo perché Chieco, oltre a essere interessato a una villetta di Marinagri, temeva che i colleghi di Potenza potessero «ricordarsi» di avere tra le mani una ventina di procedimenti a suo carico, risalenti a quando era pm a Bari.

Carlo Vulpio
(http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/02_Febbraio/26/vulpio.shtml)

sander4
27-02-2007, 11:42
Corruzione Basilicata, 4 i magistrati indagati
Il procuratore Giuseppe Galante e il senatore di An Emilio Buccico, chiamati in causa dalle indagini, smentiscono ogni coinvolgimento
(Corriere della Sera, 26-02-2007)

CATANZARO - Sarebbero quattro i magistrati lucani sui quali sta indagando per competenza territoriale la Procura della Repubblica di Catanzaro. E tra le persone destinatarie di avvisi di garanzia ci sarebbe anche un senatore di An, Emilio Nicola Buccico. Un altro nome eccellente, dunque, dopo quello del presidente della giunta regionale Filippo Bubbico, dei Ds. L'inchiesta, la cui esistenza è stata rivelata lunedì mattina dal Corriere della Sera, si svilupperebbe su quattro filoni di indagini e riguarderebbe rapporti fra esponenti del mondo giudiziario, politici, rappresentanti delle forze dell'ordine e funzionari. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Luigi de Magistris.

I REATI - E in procura a Catanzaro viene mantenuto il massimo riserbo. Gli indagati, nei confronti dei quali le ipotesi di reato vanno da abuso d'ufficio a corruzione in atti giudiziari, ad appropriazione indebita e truffa, sarebbero tredici in tutto. Tra loro i quattro magistrati: i procuratori della Repubblica di Potenza, Giuseppe Galante, e Matera,Giuseppe Chieco; il sostituto procuratore della Repubblica di Potenza Felicia Genovese ed il presidente del Tribunale di Matera, Iside Granese. Le indagini riguarderebbero una serie di illeciti che sarebbero stati commessi nei settori bancario, turistico e sanitario. L'inchiesta farebbe riferimento a rapporti tra esponenti della magistratura, del mondo politica della Basilicata e della sanitá.

LE SMENTITE - Gli indagati si sono affrettati a negare ogni addebito. «Affermo la mia più assoluta estraneità ai fatti riferiti ai tre temi di indagine» ha detto all'agenzia Ansa il Procuratore della Repubblica di Potenza, Giuseppe Galante. «Come persona, e come procuratore della Repubblica di Potenza - ha aggiunto Galante - sono assolutamente estraneo a qualsiasi trama occulta, o a qualsiasi gioco di potere, che abbia interessato la sanità in Basilicata, o la Banca popolare del materano, o i megavillaggi turistici, in particolare la società "Marinagri" con sede in Policoro (Matera)». Anche il senatore di An Emilio Buccico, che secondo le agenzie di stampa potrebbe essere proprio il senatore chiamato in causa dall'inchiesta, ha detto di non sapene nulla. Il nome di Buccico come possibile indagato emerge dal fatto che il senatore del centrodestra è stato componente del Consiglio Superiore della Magistratura e, dal 1997, presidente per diversi anni del Consiglio nazionale forense. Nelle settimane scorse, Buccico è stato designato dalla Casa delle libertà a candidato sindaco di Matera, nelle elezioni in programma nella prossima primavera.

SOLIDARIETA' DI FINI - In difesa di Buccico si è espresso il leader di An Fini che in una nota ha scritto: «Esprimo solidarietà al senatore Emilio Nicola Buccico a nome mio personale e di tutta Alleanza nazionale per le notizie trapelate, ancora una volta a mezzo stampa, di un suo presunto coinvolgimento nell'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro. Con la certezza della sua assoluta estraneità ai fatti imputatigli, colgo l'occasione per rinnovargli la mia stima».
(Fonte: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/02_Febbraio/26/basilicata.shtml)

sander4
27-02-2007, 11:43
Secondo l'ipotesi dei giudici di Catanzaro, a Matera operava un "gruppo di potere" composto anche da quattro magistrati, dall'attuale e dall'ex presidente della Regione Basilicata, indagati giudici e politici
coinvolti in 13, c'è un senatore
Gli illeciti commessi per realizzare interessi nei settori bancari, turistici e sanitari. I reati: abuso d'ufficio, corruzione in atti giudiziari, appropriazione indebita e truffa

Basilicata, indagati giudici e politici coinvolti in 13, c'è un senatore
(La Repubblica, 26-02-2007)

CATANZARO - C'è anche un senatore di An tra le 13 persone indagate nell'ambito delle inchieste su un presunto "gruppo di potere" che avrebbe avuto interessi in Basilicata in vari settori e del quale avrebbero fatto parte anche quattro magistrati. Le inchieste sono condotte da alcuni mesi dalla procura della Repubblica di Catanzaro, competente ad istruire i procedimenti penali in cui sono indagati giudici in servizio nel Distretto giudiziario della Basilicata.

In altre indagini connesse, sono indagati dalla procura di Potenza l'ex e l'attuale presidente della Regione, Filippo Bubbico, dei Ds e Vito De Filippo della Margherita, dei quali nel giugno scorso la procura potentina ha chiesto il rinvio a giudizio. Il processo è in corso davanti al tribunale di Potenza.

Il senatore. Nei riguardi del senatore Emilio Nicola Buccico, che ha detto di non sapere nulla dell'inchiesta in corso, sono ipotizzati l'abuso d'ufficio e il favoreggiamento personale. Reati che sarebbero stati commessi all'epoca in cui l'esponente politico non era parlamentare ma faceva parte del Consiglio superiore della magistratura. In tale veste avrebbe garantito coperture al presidente del Tribunale di Matera, Iside Granese, indagata in un altro filone dell'inchiesta in relazione alla concessione in suo favore di un mutuo da parte della Banca popolare del materano. Mutuo che sarebbe stato concesso con un trattamento di favore. Nelle settimane scorse, Buccico è stato designato dalla Casa delle libertà a candidato sindaco di Matera, nelle elezioni in programma nella prossima primavera.

I magistrati. Nelle inchieste sono coinvolti quattro magistrati: i procuratori della Repubblica di Potenza e di Matera, Giuseppe Galante (che si è detto "assolutamente estraneo" all'indagine) e Giuseppe Chieco; il sostituto procuratore della Repubblica di Potenza Felicia Genovese; ed il presidente del Tribunale di Matera, Iside Granese. Le quattro inchieste, condotte dal sostituto procuratore di Catanzaro Luigi de Magistris, fanno riferimento ad una serie di presunti illeciti che sarebbero stati commessi per realizzare specifici interessi nei settori bancari, turistici e sanitari. I reati ipotizzati sono, a vario titolo, abuso d'ufficio, corruzione in atti giudiziari, appropriazione indebita e truffa.

Una parte dell'indagine riguarda presunti rapporti tra esponenti della magistratura, della politica e della sanità, ed in particolare dell'Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza, il cui direttore generale è Michele Cannizzaro, marito del pm Felicia Genovese; ed, inoltre, presunti rapporti di alcuni dei magistrati indagati con la Banca popolare del Materano, con avvocati e politici.

L'inchiesta. Un'altro filone è rappresentato dai presunti interessi del procuratore Chieco nella realizzazione del villaggio turistico Marinagri di Policoro, in provincia di Matera, che ha un valore stimato di circa quattrocento miliardi di vecchie lire. Chieco si sarebbe reso responsabile - secondo l'ipotesi degli investigatori - di una serie di omissioni nell'inchiesta che era stata avviata dalla stessa procura della Repubblica di Matera sui presunti illeciti nella costruzione della struttura. Nell'inchiesta che riguarda il Marinagri sono indagati anche un ex colonnello dei carabinieri, Pietro Gentili, oggi in congedo dall'Arma e responsabile della sicurezza della società che sta realizzando il villaggio, ed il rappresentante legale della stessa società, Vincenzo Vitali.

Il filone "politico". Il gip del tribunale di Potenza ha disposto, per la parte che riguardava i magistrati, la trasmissione alla Procura della Repubblica del capoluogo calabrese degli atti riguardanti la decisione del sostituto procuratore della Repubblica di Potenza, Felicia Genovese, di chiedere l'archiviazione di un procedimento nei confronti dell'ex presidente della Regione Basilicata, Filippo Bubbico, omettendo di astenersi a causa degli interessi nella vicenda del marito, Michele Cannizzaro.

In tal modo, secondo quanto viene ipotizzato dalla Procura di Catanzaro, Felicia Genovese avrebbe favorito il marito, nominato in concomitanza con le indagini direttore generale dell'ospedale San Carlo di Potenza, ed un danno alla persona offesa, Giuseppe Panio. La richiesta di archiviazione sarebbe stata fatta da Felicia Genovese poco prima della nomina del marito a direttore generale dell'Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza, nomina decisa dalla stessa Giunta sulla quale il magistrato stava indagando (http://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/cronaca/basilicata-inchiesta/basilicata-inchiesta/basilicata-inchiesta.html).

sander4
27-02-2007, 11:43
I magistrati e i politici sotto accusa: attacchi mediatici, infondati i reati contestati
Basilicata, la pista dei soldi «Favori di una banca ai giudici»
Catanzaro: 15 indagati, tra cui la moglie di Follini
(Corriere della Sera, 27 febbraio 2007)

CATANZARO — Giudici, politici, banche, megavillaggi turistici e sanità. Sono i protagonisti dell'inchiesta della procura di Catanzaro che sta facendo tremare la Basilicata e che finora conta quindici indagati. Secondo l'accusa, alcuni episodi sono rivelatori di come le persone coinvolte riuscissero a «fare sistema». Eccoli.

La nota del procuratore capo di Matera, Giuseppe Chieco, è chiara. Quel comandante dei carabinieri, chi si crede di essere? Il capitano Bellodi de
Il giorno della civetta? Lui è soltanto il tenente Pasquale Zacheo della Compagnia di Policoro, Matera, che assieme al suo «gemello» in uniforme, tenente Valerio Palmieri, si permette di non mollare la presa nelle indagini su Vincenzo Vitale (presidente di Marinagri Spa, tra i 15 indagati nell'inchiesta della procura di Catanzaro) e il suo supervillaggio da 400 miliardi di lire sulla costa jonica lucana. E allora Chieco «chiede formalmente» ai due carabinieri «di astenersi per il futuro dall'esercitare di propria iniziativa attività investigativa per i delitti contro la pubblica amministrazione». I due militari continuano a fare il proprio dovere e quando chiedono al procuratore copia della richiesta di archiviazione proposta dalla procura di Matera per l'inchiesta Marinagri, Chieco si arrabbia. E convoca il comandante provinciale dei carabinieri: quei due vanno puniti, dice, perché «vogliono controllare e verificare l'operato del pm». Il comandante provinciale ascolta, ma non punisce nessuno, perché Zacheo e Palmieri hanno agito secondo la legge. Ma, sarà una coincidenza, dopo un po' la coppia viene divisa, con Palmieri trasferito a Melito Porto Salvo, Reggio Calabria.

Gli atti dell'inchiesta, compresa l'illuminante consulenza tecnica dell'architetto Pietro Cozzolino e dell'ingegnere Salvatore Magrì, passano a Catanzaro. I due tecnici bocciano il «progetto Marinagri» da tutti i punti di vista e censurano la giunta regionale lucana presieduta da Filippo Bubbico (Ds, ora sottosegretario allo Sviluppo economico) per «le scelte progettuali non conformi al Piano territoriale paesistico». E poi, in maniera ancora più esplicita: «Questa condotta — affermano i consulenti — è la riprova di una decisa volontà politica di dar corso all'iniziativa a ogni costo, adeguando ove necessario quelle norme che risultassero d'intralcio». Ora sì che possono arrivare i soldi pubblici erogati dal Cipe. Occorreva che tutte le carte risultassero «a posto».

Com'erano «tutte a posto» le carte riguardanti il demanio, il regime delle acque e le aree sottoposte a tutela ambientale. Carte taroccate, secondo l'accusa, in tutti i modi che la fantasia, l'estro, e il potere istituzionale amministrato possano consentire: si va dal faldone trovato inspiegabilmente vuoto ai documenti nascosti in auto e a casa, dall'hard disk espiantato dal pc comunale fino alla mutazione dei colori delle mappe. Fatti di cui dovranno rispondere Elisabetta Spitz (moglie di Marco Follini) e Giuseppe Pepe, dell'Agenzia del Demanio di Roma e Matera, Antonio Trevisani, dell'Ufficio tutela delle acque di Matera, e Felice Viceconte, dirigente dell'Ufficio tecnico comunale di Policoro.

Sul versante finanziario, la fanno da protagonisti la Banca popolare del Materano (gruppo Banca popolare dell'Emilia Romagna) e i suoi dirigenti, tra i quali spicca per attivismo e attenzioni particolari nei confronti dei magistrati l'ex presidente, Attilio Caruso. Il quale fa quel che fa anche a titolo gratuito e, parole sue, per il prestigio e l'immagine della banca.
Ma è nella concessione di mutui e affidamenti che Caruso e la Banca del Materano sembrano dare il meglio di sé. Erogano un mutuo di 620 mila euro al 3 per cento e un fido di 150 mila euro poi sconfinato a 430 mila, con garanzia della sola firma, a Iside Granese, presidente del tribunale di Matera. Deliberano un fido di un milione di euro alla società «La Capannina», costituita appena dieci giorni prima e amministrata da una signora che è in stretti rapporti con l'ex colonnello dei carabinieri Pietro Gentili, capo della sezione di polizia giudiziaria della procura di Potenza. Il fido da un milione di euro poggia su un terreno valutato 23 mila euro e dato in garanzia ipotecaria per due milioni. Ipoteche e atti notarili che il pm Luigi De Magistris esaminerà uno per uno.

La Banca del Materano, infine (che ieri ha parlato di «accuse fuorvianti e non veritiere contro di noi»), è anche socia di una società di cartolarizzazione, «Mutina», 10 mila euro di capitale sociale, alla quale cede per 25 milioni di euro crediti che hanno un valore quasi doppio. I magistrati vogliono capire se si tratta di un artificio per evadere il fisco e ingannare i soci.

Intanto, il procuratore Chieco afferma di non essersi mai occupato di Marinagri e di non aver «mai comperato alcuna villetta presso il villaggio turistico», il giudice Granese considera le accuse «infondate», il procuratore Galante e il sottosegretario Bubbico rivendicano la propria «assoluta estraneità», mentre il pm Genovese parla di «attacchi mediatici». L'inchiesta prosegue. E promette nuovi sviluppi.
(Fonte: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/02_Febbraio/27/vulpio.shtml)
Carlo Vulpio

Onisem
27-02-2007, 12:57
Bella roba, tutta l'Italia è così, ma non cambierà mai nulla. Ho perso ogni fiducia.