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View Full Version : Suite con tangenti


gretas
22-02-2007, 18:54
L'assessore oggi sottosegretario Udeur. Il deputato forzista. Il capo di gabinetto di Storace. Tutti in fila per chiedere mazzette. Ecco l'esplosivo memoriale di Lady Asl


C'è il sottosegretario di centrosinistra che per dare il suo ok alla convenzione di una clinica chiede, nell'ovattato silenzio della suite numero 6031 dello Sheraton di Roma, un milione di euro, 300 mila dei quali da versare in anticipo. C'è l'onorevole di centrodestra che elegantissimo fa il baciamano, manda avanti un suo uomo per proporre l'organizzazione di corsi di formazione professionale truffa e poi s'inginocchia domandando un prestito, mai restituito, di 600 mila euro. C'è il capo di gabinetto dell'ex presidente della Regione Francesco Storace, definito dal politico di An "un uomo al di sopra di ogni sospetto", che incassa mazzette a getto continuo e, tanto che c'è, si fa pure comprare una Jaguar. Ci sono i direttori delle Asl e degli ospedali regolarmente a libro paga. E c'è un assessore, che dopo essere stato indicato proprio da Storace come "l'unico riferimento per qualunque esigenza", si mette a battere cassa, ottiene uno 'stipendio' da 25 mila euro al mese e poi si trasforma in imprenditore (si fa per dire) pretendendo quote societarie al posto delle tangenti.

Per capire come mai nel Lazio il buco dei conti nella sanità abbia ormai superato la cifra record di 10 miliardi di euro e perché stiano per essere reintrodotti i ticket, basta mezz'ora. Tanto ci vuole per leggere le 28 pagine del memoriale di Lady Asl, al secolo Anna Giuseppina Iannuzzi, la donna che, dopo essersi fatta le ossa nel sottobosco dei centri di fisioterapia della capitale, nel 1997 è entrata nel gioco grande, stava per aprire cliniche su cliniche e ha messo in piedi un meccanismo di complicità e mazzette costato ai cittadini centinaia di milioni di euro. Accusata di truffa, corruzione, associazione per delinquere, Lady Asl adesso scrive ai magistrati di voler saldare "il debito con la giustizia" e punta l'indice contro i suoi presunti complici, le "persone altolocate in ambito politico e ai vertici delle varie Asl (...) che mi hanno indotto a commettere azioni illecite poi sfociate nei delitti che mi vengono contestati". L'elenco è lunghissimo e comprende il sottosegretario alla Difesa Marco Verzaschi (Udeur), nel 2004 assessore regionale alla Sanità con Forza Italia, il deputato azzurro Giorgio Simeoni, l'ex capo di gabinetto di Storace, Marco Buttarelli, una decina di dirigenti sanitari regionali tra i quali spicca il nome di Antonio Palumbo, l'ex direttore generale dell'ospedale romano San Filippo Neri. Un uomo al quale Anna Giuseppina Iannuzzi, o meglio la 'Dottoressa' come la chiamano i suoi collaboratori e persino suo marito, avrebbe versato negli anni '90 un miliardo di lire destinato, a detta di Palumbo, alla "presidenza della Regione" in quel momento retta da Piero Badaloni.


Al di là delle accuse, in buona parte ancora da verificare, il memoriale racconta una storia esemplare. Quella di una truffatrice diventata miliardaria (le sono stati sequestrati 50 milioni di euro in contanti) alle spalle dei malati. Di una signora ostinata e caparbia che viveva nella suite presidenziale dello Sheraton; che si faceva passare per la figlia di un importante industriale italo-americano (suo padre era invece un venditore ambulante) e che frequentava abitualmente le alte gerarchie del Vaticano: dall'attuale segretario di Stato Tarcisio Bertone a monsignor Milingo, dall'ex segretario di papa Ratzinger a don Giovanni D'Ercole, volto noto della tv ed esponente influente delle istituzioni della Santa Sede. Niente tangenti, per loro, ma solo opere di bene: buste piene di euro da dare in beneficenza che, stando al marito, Anna Giuseppina Iannuzzi consegnava un po' perché era "devota a Sant'Antonio" e un po' "perché i prelati piacciono molto alla politica".

Ma alla politica piacciono soprattutto i soldi. Così nella suite numero 6031 dello Sheraton, dove dietro alla scrivania di Lady Asl campeggia la bandiera gialla e bianca di ci che rimane dello Stato Pontificio, sfilano esponenti di partito, portaborse e funzionari. A loro la 'Dottoressa' allunga mazzette su mazzette oggi sempre rigorosamente quantificate in lire, perché la signora è una donna all'antica, che si veste di nero e che ritiene l'euro una sorta di disgrazia. Allo Sheraton a fine 2004 si materializza anche il religiosissimo Marco Verzaschi, strenuo difensore di tutti i valori etico-morali del mondo cattolico, a partire dalla famiglia, che per, a detta di Lady Asl, tra i dieci comandamenti ne aveva dimenticato uno. Il settimo: 'non rubare'. Scrive la 'Dottoressa': "Verzaschi nel salotto del mio appartamento mi accenn al problema della clinica (una clinica che doveva ottenere dalla Regione una convenzione, ndr), a questo punto mi disse che avrebbe dato il suo appoggio perché l'operazione giungesse al termine, ma solo di fronte al pagamento da parte mia di 2 miliardi di lire. Se avessi accettato la sua richiesta, da quel momento avrei potuto contare su di lui e mi disse anche che avrei comunque dovuto pagargli un acconto di 600 milioni di lire. Gli risposi che avrei dovuto verificare quanta disponibilità di contante avevo in quel momento e mi allontanai per recarmi nello studio accanto al salotto dove sono posizionate le casseforti. Contai il denaro necessario e gli consegnai una busta contenente 300 milioni. Ricordo perfettamente che lui la prese, tolse i soldi dalla busta e li mise nelle varie tasche. A distanza di circa un mese dalla prima dazione gli diedi altri 300 milioni in un'epoca antecedente l'ottenimento dell'autorizzazione e della delibera relativa alla clinica (...): a tutt'oggi non sono in grado di precisare se questi secondi 300 milioni li ho consegnati in un'unica soluzione o se invece li ho dati in due soluzioni, la prima di 100 milioni e la seconda di 200". Dopo qualche settimana Lady Asl viene a sapere da alcuni funzionari della Regione che Verzaschi, nonostante i soldi ricevuti "ostacolava la convenzione della nostra clinica con (il policlinico di) Tor Vergata". La 'Dottoressa' convoca subito il direttore del San Filippo Neri, Antonio Palumbo, un dirigente diventato un "amico di famiglia" anche perché, stando al memoriale, fa da postino delle tangenti versate ai vertici delle varie Asl romane e in cambio ottiene soldi, viaggi gratis a Londra e "ogni Natale", un grande televisore al plasma, la sua vera "fissazione". Palumbo "è molto amico di Verzaschi", così s'incarica di capire che cosa è successo. Lady Asl racconta: "Dopo poche ore Palumbo torn da me allo Sheraton con un messaggio di Verzaschi. (L'assessore mi diceva) di stare tranquilla e (mi spiegava) che il suo ostacolarmi alla presenza di miei amici era solo una scena, perché in realtà l'operazione sarebbe andata in porto. Mi pregava di non parlare assolutamente con nessuno perché un altro imprenditore suo amico ambiva a quella convenzione e lui non poteva fargli vedere che lui stava dalla mia parte; mi tranquillizzai perché capii che stava mantenendo gli impegni, tanto e vero che poi la delibera fu approvata".
(15 febbraio 2007)



da L'Espresso di questa settimana.


Complimenti a Lady Asl! :oink:

Onisem
22-02-2007, 19:19
Solo a lei!?

gretas
22-02-2007, 19:32
Solo a lei!?


anche a Storace e ai suoi segretari....

Che gente!

Il pirata informatico di legalita' non ne vuol sentire!

sander4
22-02-2007, 19:46
anche a Storace e ai suoi segretari....

Che gente!

Il pirata informatico di legalita' non ne vuol sentire!

Quoto

Complimenti alla Iannuzzi e a tutta la banda ... pazzesco :muro: