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View Full Version : «Cuffaro veniva a trovarmi» Le intercettazioni dei boss


sander4
21-02-2007, 12:11
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Intercettazioni dei boss: "Cuffaro veniva a trovarmi"

Palermo — Le nuove intercettazioni fanno fiorire nuove storie di incontri del presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro, imputato per favoreggiamento aggravato nel processo per le talpe alla Dda di Palermo. Fino ad oggi uno degli episodi più densi di significato imputati a Cuffaro è stato l´incontro con il re delle cliniche siciliane Michele Aiello nel retrobottega di una boutique di Bagheria. Ma ieri nell´inchiesta entrano nuova carne al fuoco, un banchetto luculliano: altri presunti contatti ravvicinati con esponenti mafiosi. Il boss dell´Uditore Francesco Bonura, parlando con un amico, sostiene di avere più volte incontrato il governatore nella sede della sua immobiliare "Raffaello" di via Ausonia a Palermo.
"Con Cuffaro ci siamo incontrati — dichiara — poi non ci ho potuto parlare più, ma lui è venuto diverse volte a trovarmi".
"Non ho mai incontrato il signor Bonura e non sono mai stato nella sede dell´immobiliare Raffaello. Non so cosa dire quando due persone parlano tra loro di me di fatti che non conosco", ribatte Cuffaro.
Le nuove intercettazioni sulle sue presunte frequentazioni derivano dall´inchiesta ´Gotha´ che ha permesso di smanttelare la rete di fiancheggiatori di Provenzano.
In due informative della squadra mobile si leggono i nomi di Cuffaro e di altri politici siciliani: "Le intercettazioni — hanno dichiarato gli investigatori — ricostruiscono una trama che vede impegnati i vertici dell´organizzazione a pianificare il sostegno elettorale verso forze politiche in grado di garantire vantaggi e anche la candidatura di soggetti propri".
Ieri le informative sono state depositate dai pm De Lucia e Prestipino agli atti del processo sulle talpe alla Dda che si celebra a Palermo.
Tra le intercettazioni anche alcune conversazioni nel famoso capanno dove il boss Nino Rotolo teneva i summit con gli altri due componenti della triade mafiosa, Nino Cinà e Franco Bonura, in cui fa ancora una volta riferimento a Cuffaro.
In una occasione Bonura lo definisce "quel miserabile del presidente" e Rotolo afferma di attendere dal politico risposte per dei favori. Si tratta però di frammenti di conversazioni per le quali non esiste riscontro, stesso discorso vale per le affermazioni che riguardano gli altri politici siciliani, di centrodestra. Nessun nome risulta indagato, ad esclusione del deputato regionale Giovanni Mercadante, arrestato per associazione mafiosa, a cui è stata appena concessa una settimana ai domiciliari per stare accanto al figlio in coma.
Insieme a Cuffaro vengono chiamati in causa anche il presidente dell´Assemblea regionale Gianfranco Miccichè, il sindaco Diego Cammarata e il presidente della Provincia Francesco Musotto. Miccichè, sostengono i boss, è facilmente condizionabile attraverso "un fraterno amico" di Rotolo, il costruttore Luigi Faldetta. Musotto, indicato come "diretto interlocutore di Bonura", era sotto pressione per un problema di lavoro della nipote di un boss e per garantire la candidatura alle ultime amministrative di due uomini vicini a Cosa Nostra. I boss si preoccupano anche degli avvicendamenti ai vertici della Procura dopo Grasso e "sperano" su un nome in particolare.

http://www.voceditalia.it/index.asp?T=naz&R=cro&ART=4943


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«Cuffaro veniva a trovarmi» Le intercettazioni dei boss
Processo per le talpe alla Dda. Il governatore: falsità

PALERMO — Dopo il sottoscala di Bagheria ora spunta la sede di un'immobiliare. Ancora storie di incontri del presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro, imputato per favoreggiamento aggravato nel processo per le talpe alla Dda di Palermo. Finora uno degli episodi più controversi contestati al governatore era l'incontro con il re delle cliniche siciliane Michele Aiello nel retrobottega di una boutique di Bagheria. Ma da ieri nell'inchiesta entrano altri presunti contatti ravvicinati con esponenti mafiosi. Come quelli che sostiene di avere avuto il boss dell'Uditore Francesco Bonura che, parlando con un amico, dice di avere più volte incontrato il governatore nella sede della sua immobiliare «Raffaello» di via Ausonia a Palermo. «Con Cuffaro ci siamo incontrati — afferma — poi non ci ho potuto parlare più, ma lui è venuto diverse volte a trovarmi».
CUFFARO NEGA — «Non ho mai incontrato il signor Bonura e non sono mai stato nella sede dell'immobiliare Raffaello. Non so cosa dire quando due persone parlano tra loro di me di fatti che non conosco», dice Cuffaro. Le intercettazioni sulle sue presunte frequentazioni vengono fuori dall'inchiesta «Gotha» che ha smantellato la rete di fiancheggiatori di Provenzano. In due informative della squadra mobile si fanno i nomi di Cuffaro e di altri politici siciliani. «Le intercettazioni — dicono gli investigatori — ricostruiscono una trama che vede impegnati i vertici dell'organizzazione a pianificare il sostegno elettorale verso forze politiche in grado di garantire vantaggi e anche la candidatura di soggetti propri». Ieri le informative sono state depositate dai pm De Lucia e Prestipino agli atti del processo sulle talpe alla Dda che si celebra a Palermo.
IL CAPANNO DEI BOSS — La polizia ha intercettato anche le conversazioni nel famoso capanno dove il boss Nino Rotolo teneva i summit con gli altri due componenti della triade mafiosa, Nino Cinà e Franco Bonura. Anche qui si fa riferimento a Cuffaro. In una occasione Bonura lo definisce «quel miserabile del presidente» e Rotolo afferma di attendere dal governatore risposte per dei favori. Frammenti di conversazioni per le quali non esiste riscontro. Come non esiste pezza d'appoggio alle affermazioni che riguardano gli altri politici siciliani, di centrodestra: nessuno è indagato, tranne il deputato regionale Giovanni Mercadante, arrestato per associazione mafiosa, a cui è stata appena concessa una settimana ai domiciliari per stare accanto al figlio in coma.
LE ISTITUZIONI — Con Cuffaro vengono chiamati in causa anche il presidente dell'Assemblea regionale Gianfranco Miccichè, il sindaco Diego Cammarata e il presidente della Provincia Francesco Musotto. Nel caso di Miccichè i boss sostengono di poterlo condizionare attraverso «un fraterno amico» di Rotolo, il costruttore Luigi Faldetta; mentre su Musotto, indicato come «diretto interlocutore di Bonura», sarebbero state fatte pressioni per un problema di lavoro della nipote di un boss e per garantire la candidatura alle ultime amministrative di due uomini vicini a Cosa Nostra. I boss si preoccupano anche degli avvicendamenti ai vertici della Procura dopo Grasso e «sperano» su un nome in particolare.
Alfio Sciacca
21 febbraio 2007

Bonura chiama in causa Cuffaro
"Ci siamo incontrati diverse volte"

"Con Cuffaro ci siamo incontrati, siamo stati vicini, lui è venuto diverse volte a trovarmi. Non é che ci fu una volta sola. Ci riunivamo là dentro da me, me lo accompagnava un altro e mi diceva: non ti preoccupare".

Le parole sono del boss di Uditore, quartiere di Palermo, Francesco Bonura, così come intercettate dagli investigatori. In questo colloquio, registrato il 23 giugno 2005, il boss, parla con Rosario Marchese, già condannato per concorso esterno, di una questione che riguarda l'istituto zooprofilattico, fa riferimento alla necessità di discuterne con Cuffaro. Nella conversazione, avvenuta nei locali dell'immobiliare Raffaello, i due, parlando della vicenda giudiziaria di Cuffaro, si stupiscono che il governatore non abbia subito provvedimenti restrittivi della libertà personale. Dice Marchese, riferendosi a Cuffaro: "anzi, che è ancora fuori, perché si vede che i discorsi devono andare in questo modo". E Bonura conclude: "lui può stare fuori, se fossi io..."

Nello stesso colloquio Bonura ricorda gli incontri avuti con Cuffaro e rivela che il governatore gli avrebbe detto: "Non ti preoccupare". Parlando con Marchese il boss riferisce quello che avrebbe risposto a Cuffaro: "Io appena mi sistemo queste cose me ne vado". A sua volta il governatore avrebbe replicato, sempre secondo quanto afferma Bonura: "Perché te ne devi andare? ora che le cose si stanno sistemando..." In seguito, scrivono gli investigatori, "quegli incontri si sono interrotti a causa delle vicende giudiziarie che hanno visto Cuffaro indagato dalla procura della Repubblica".

http://www.ateneonline-aol.it/070220red_anco7.php

Pitonti
21-02-2007, 12:15
ma sbatteteli dentro sti ..... (offese random) di mafiosi

sempreio
21-02-2007, 12:18
ma sbatteteli dentro sti ..... (offese random) di mafiosi

sembra incredibile che non sia ancora dentro, siamo il terzo mondo

-kurgan-
21-02-2007, 12:20
ma quando mai un politico finisce in galera? i casi sono così pochi da contarli forse con una mano.

sider
21-02-2007, 12:24
La mafia e la politica sono talmente intrecciate tra loro che sperare di mandare in galera un politico per mafia è pur autopia.

Piuttosto mi riservo di pensare male degli elettori di cotatanti personaggi.
Se è là è perchè molti lo hanno votato, un plebiscito direi.

sander4
21-02-2007, 12:34
Condannato Miceli, la procura si spacca su Cuffaro

A seguito della condanna il pm Di Matteo chiede il cambio di imputazione per Cuffaro. Gli altri titolari dell’inchiesta non sono d’accordo e il giudice lascia

Un giorno di camera di consiglio e i giudici della terza sezione penale del Tribunale di Palermo hanno condannato Domenico Miceli dell’Udc, ex assessore alla Sanità al Comune di Palermo, a 8 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. “E’ l’uomo dei boss in politica”, che venne candidato alle regionali nel giugno 2001 “su iniziativa del capofamiglia di Brancaccio”, hanno sostenuto i pm coordinatori dell’inchiesta Nino Di Matteo e Gaetano Paci. Una vittoria per la Procura e la Dda di Palermo, se non fosse che all’indomani della condanna è avvenuta una spaccatura. Nino Di Matteo, titolare dell’inchiesta su Miceli, è anche titolare nel processo-stralcio al presidente della Regione, Salvatore Cuffaro. Secondo il pm, infatti, in base ai nuovi elementi emersi durante il dibattimento nel processo a Mimmo Miceli, andrebbe cambiato il capo d’imputazione che pende sul Presidente, mutandolo da “favoreggiamento” a “concorso esterno”. Le intercettazioni a casa del boss del mandamento di Brancaccio (quartiere palermitano) Giuseppe Guttadauro, così come le rivelazioni di Francesco Campanella e Salvatore Aragona, definiscono, secondo il magistrato, un rapporto lineare fra Guttadauro e Cuffaro, mediato proprio da Miceli. Normale dialettica in quello che è conosciuto come il “Palazzo dei veleni”, e Di Matteo, che ha comunque incassato il favore della maggioranza della Dda, ha chiesto di essere esonerato dall’incarico di sostenere l’accusa nel processo a Cuffaro, con una lettera inviata al capo della Procura, Francesco Messineo. La decisione del pm è arrivata dopo la spaccatura, manifestata nella riunione della Dda, con gli altri titolari dell’inchiesta: Maurizio De Lucia, Michele Prestipino e il procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone. Per questi il processo deve continuare con lo stesso capo d’imputazione.

http://www.isolapossibile.it/article.php3?id_article=1664

sembra incredibile che non sia ancora dentro, siamo il terzo mondo

Purtroppo la situazione è ben complessa, per il processo Cuffaro.L'articolo che ho incollato è chiaro.

In pratica l'UDC in Sicilia si trova parecchio nei guai con la giustizia per mafia, ci sono più di un indagato e condannati che hanno preso fino a 8 anni, come Miceli (nella "Mafia è bianca" spiega cosa c'entra con Cuffaro).

Adesso, con questi nuovi elementi su Cuffaro (non solo questa intercettazione, ma fatti accertati nel processo a Miceli concluso con condanna), è possibile che si aprirà un nuovo processo a Cuffaro, stavolta per concorso esterno, oppure che vengano fatti confluire semplicemente in quello per favoreggiamento aggravato, ma il procuratore Grasso e dall'altra parte Messineo e il pm Di matteo ad esempio non sono ancora d'accordo, non si sa cosa decideranno.Ma sicuramente le cose per Cuffaro si complicano, dato che più prove, intercettazioni, fatti accertati si accumulano, più lui rischia di essere riconosciuto colpevole.


MA... dovrebbe essere l'UDC ad allontanare Cuffaro finchè non si chiarisce il suo processo, così come per indagati di altri partiti, non possiamo aspettare che facciano tutto i giudici, è qui che siamo un paese da terzo mondo.

In Francia, Germania, Svezia, Cuffaro sarebbe stato allontanato dalla guida della regione Sicilia dal suo stesso partito, ma subito.Ecco il problema, i partiti.

sider
21-02-2007, 12:51
Adesso ditemi che non riuscite a capire il perchè del formarsi delle B.R. rd altre pericolose associazioni....

eriol
21-02-2007, 13:20
prendo con le molle tutto quello che esce dalla bocca dei cosiddetti "pentiti"...
ma se tutto si dimostrasse vero non mi sorprenderei per niente.

Tefnut
21-02-2007, 13:29
cuffaro era colui che alla domanda sull amafia rispose..
"la mafia? cos'è la mafia? lei l'ha mai vista?"
ebhè

Onisem
21-02-2007, 14:58
sembra incredibile che non sia ancora dentro, siamo il terzo mondo

E' stato pure rieletto. Poi si invoca lo Stato...

-kurgan-
21-02-2007, 17:16
http://www.isolapossibile.it/article.php3?id_article=1664
In pratica l'UDC in Sicilia si trova parecchio nei guai con la giustizia per mafia, ci sono più di un indagato e condannati che hanno preso fino a 8 anni, come Miceli (nella "Mafia è bianca" spiega cosa c'entra con Cuffaro).


l'udc che molti invocano al governo.. bah.

rgart
21-02-2007, 17:45
Ha ragione Beppe Grillo

UDC: Unione Dei Carcerati

:asd: :asd:

Ma xkè la Boccassini non si fà un giro al sud a mettere in galera qualche politico...?