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View Full Version : Il fantasma del referendum


DonaldDuck
21-02-2007, 04:38
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2007/02_Febbraio/19/panebianco.shtml

Le difficoltà di Chiti e la raccolta firme

Il fantasma del referendumdi

Angelo Panebianco

Il ministro per le Riforme Vannino Chiti ha domandato al comitato promotore di non avviare, posticipandola di due anni, la raccolta delle firme, il cui inizio è previsto fra due mesi (il 24 aprile), per la richiesta di referendum abrogativo dell'attuale legge elettorale. Il presidente del comitato promotore, Giovanni Guzzetta, ha risposto subito negativamente. Man mano che si avvicina la data di inizio della raccolta delle firme il nervosismo si fa palpabile nella classe politica e la richiesta di Chiti ne è un segnale. Il ministro l'ha motivata sostenendo che se la raccolta slittasse di due anni (alla primavera del 2009) ci sarebbe il tempo per approntare con serenità una nuova legge elettorale.
Ma le cose non stanno così. Se la raccolta delle firme slittasse di due anni, la riforma elettorale uscirebbe immediatamente, rimanendone fuori per tutto quell'arco di tempo, dall'agenda politica. In più, il comitato promotore sarebbe costretto a smobilitare e ricostituirlo in seguito diventerebbe problematico. Ma l'incombere minaccioso del referendum è l'unica ragione che costringe la classe politica ad occuparsi di riforma elettorale. Per giunta, la richiesta di Chiti si fonda su un ottimismo eccessivo sulle possibilità di durata della legislatura. È giusto, e lo ha fatto anche chi scrive, mettere in guardia contro le continue profezie di caduta imminente del governo.
Ma resta il fatto che la maggioranza deve fronteggiare (al Senato) quotidiani problemi di sopravvivenza e in qualunque momento un incidente può far svanire la capacità fino ad oggi dimostrata dal governo Prodi di sfidare con successo la legge di gravità. Se il governo cadesse e non risultasse sostituibile per via parlamentare si andrebbe al voto anticipato. E si voterebbe, sciaguratamente, con la legge elettorale attualmente in vigore. D'altra parte, non pare proprio che abbia fondamento costituzionale la tesi secondo cui se si cambia la legge elettorale si è poi obbligati a votare subito dopo. Alla luce della Costituzione vigente la legge elettorale può essere cambiata anche ora senza che ciò possa impedire alla legislatura di arrivare alla sua scadenza naturale. Il fatto che senza referendum incombente sia quasi impossibile cambiare le regole elettorali sembra provato dalle difficoltà che lo stesso Chiti incontra nel tentativo di trovare una soluzione legislativa.
Benché ne parli da tempo, Chiti non ha ancora formalizzato alcun progetto di riforma (ma sembra che verrà presentato la settimana prossima). È lecito sospettare che il ritardo dipenda dalla difficoltà di trovare una soluzione che metta d'accordo maggioranza e opposizione. Va aggiunto che le indiscrezioni (non si sa quanto fedeli) filtrate sul progetto Chiti non lasciano ben sperare. Per esempio, si è parlato di una riforma che dovrebbe cambiare (o solo ritoccare?) la legge elettorale ma anche intervenire sulla Costituzione (sui poteri del premier e sul bicameralismo). Ma ormai dovremmo sapere tutti che la Costituzione, soprattutto in queste materie, è praticamente irriformabile (dovrebbero avercelo insegnato venticinque e passa anni di tentativi falliti).
Una proposta di riforma elettorale che prevedesse anche interventi sulla Costituzione sarebbe, in partenza, destituita di credibilità. Trasformerebbe in certezza il sospetto dei maligni secondo cui il vero scopo del ventilato «progetto di riforma» non è riformare davvero la legge elettorale ma solo fare fuoco di sbarramento contro il referendum. Insomma, siamo alle solite: niente referendum, niente riforma elettorale.
19 febbraio 2007