-kurgan-
05-02-2007, 13:28
Italia travolta dalla Francia
Nella prima giornata del Sei Nazioni gli azzurri perdono al Flaminio di Roma 39-3 con i "galletti". Prossimo impegno il 10 febbraio contro l'Inghilterra
ROMA, 3 febbraio 2007 - L'Italia è stata sconfitta 39-3 dalla Francia nell'incontro disputato allo stadio Flaminio di Roma e valido per la prima giornata del torneo Sei Nazioni 2007. L'Italia incassa il k.o. e si prepara nel peggiore dei modi alla trasferta di Twickenham: difficile trovare il riscatto il 10 febbraio sul campo dell'Inghilterra.
LA GARA - "Il risultato? Logico, rispecchia quanto s’è visto in campo". Pierre Berbizier, c.t. azzurro, non si nasconde dietro a un dito, non accampa scuse. Troppo pesante il k.o. interno subito contro la Francia nella prima giornata del Sei Nazioni per cercare attenuanti. Semplicemente, non c’è stata partita. Se non nei primi dieci minuti, con due calci piazzati sbagliati dall’Italia (con Scanavacca e De Marigny) e con la stessa apertura costretta ad abbandonare la partita a favore di Pez per un colpo al costato. Da quel punto, sul prato del Flaminio, s’è vista una sola squadra, quella transalpina. Cinque mete e zero, una differenza abissale in tutte le zone del campo e in ogni fase di gioco. Della prestazione azzurra c’è ben poco da salvare: le fonti del gioco pressoché inesistenti, gli errori tanti e continui, i buchi di una difesa raramente schierata, enormi. Palloni di qualità? Zero. Nemmeno il decantato pacchetto di mischia è stato all’altezza. Persino la prima linea è affondata, la terza non ha avuto guizzi. Sono mancati pressione e sostegno. Insomma, una situazione imbarazzante. La Francia, che pure — a causa di diversi infortuni — non schierava il miglior quindici possibile, ha dettato legge. E adesso per l’Italia, che a sua volta ha pagato le tante assenze tra i trequarti, la strada è tutta è in salita. Sabato, nel tempio di Twickenham, contro l’Inghilterra del ritrovato Jonny Wilkinson, si rischia di andare incontro a un massacro. E, lontano all’orizzonte, c’è la coppa del Mondo...
http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Altri_Sport/Rugby/Primo_Piano/2007/6nazioni/ita-fra.shtml
Bortolami: "Fiducia intatta"
Il capitano della Nazionale racconta l'angosciata vigilia della gara con la Francia. Ma non perde l'entusiasmo: "Sabato l'Inghilterra contro di noi darà il 100%. I risultati arriveranno"
MILANO, 4 febbraio 2007 - Avrei voluto un esordio più felice per questo “pezzo” che gli amici di gazzetta.it mi hanno gentilmente chiesto di scrivere, nell’ambito dello spazio dedicato al rugby. La tristezza, invece, è il sentimento che mi accompagna da venerdì sera quando, nel ritiro della squadra azzurra, le edizioni straordinarie dei telegiornali hanno interrotto la serenità e la concentrazione della vigila di Italia-Francia, prima giornata del Torneo delle VI Nazioni 2007. Il dramma del poliziotto ucciso ci ha profondamente sconvolto e ci ha fatto riflettere sul significato di una morte all’interno di una manifestazione sportiva.
Per noi azzurri l’indomani avrebbe significato una sfida affascinante ed impegnativa, per i tifosi attesi al Flaminio una festa di sport. Tanti giornalisti hanno chiesto quali fossero i nostri pensieri; da capitano della Nazionale ho potuto raccogliere gli umori dei miei compagni, le loro riflessioni. Noi tutti siamo amareggiati, sconvolti da un avvenimento senza senso. Non ci permettiamo di dare giudizi o formulare soluzioni, vorremmo solo esprimere solidarietà ed affetto a tutte le vittime di questa tragedia. Io e i miei compagni siamo cresciuti in un ambiente probabilmente diverso; culturalmente diverso.
Fin da ragazzini ci hanno insegnato le regole della lealtà, dell’onestà, della correttezza. Attorno a noi vedevamo parenti, dirigenti, tifosi delle squadre avversarie rispettarsi e vivere le partite con uno spirito di amicizia, pur nella rivalità sportiva più accesa. Crescendo abbiamo affrontato impegni via via più importanti, gare più prestigiose, tensioni più intense; mai nessuno ha però superato il limite, mai nessuno è venuto meno ai principi fondamentali del rugby e del vivere civile. Noi tutti, ancora di più da ieri, sentiamo addosso la responsabilità del buon esempio da dare in campo. Con questi sentimenti abbiamo così affrontato la Francia, in un Flaminio rispettoso del minuto di silenzio in onore dell’agente ucciso. La partita l’avrete vista; in campo e fuori.
Gli amici della Gazzetta sono stati bravissimi a descriverla nei momenti salienti. A me spetta il compito di trasferirvi l’amarezza per un risultato negativo e la determinazione di una squadra che vuole, già da sabato, riprendere in mano le fila di un gioco più preciso ed efficace. Le sfide con la Francia sono storicamente “calde”; sarà per il carattere delle rispettive Nazioni, sarà per la rivalità sportiva che da sempre ci oppone ai “cugini” d’oltralpe. In palio, per la prima volta, c’era il trofeo Garibaldi che sarebbe andato alla vincitrice dell’incontro. Con rammarico l’abbiamo visto alzare dal capitano dei francesi; con rammarico constato che siamo rimasti poco in partita.
Una caratteristica della Francia odierna è il giocare molto sugli errori altrui; forse non bravissimi nella costruzione di un loro gioco, sono micidiali nel punire i minimi errori degli avversari. Cosa che è puntualmente avvenuta, con una precisione spaventosa. La loro è stata una gara di concentrazione massima e di un cinismo unico; andati in vantaggio sui nostri sbagli hanno saputo poi difendere il risultato sino all’ultimo, onorando la partita, i nostri sforzi, gli spettatori. Come sempre abbiamo dato il massimo, cercando di spingere sino all’ultimo minuto; il calo di condizione che si registrava in passato verso la fine dell’incontro è solo più un ricordo e la Nazionale italiana ha ormai una tenuta fisica di altissimo livello. Questo è un buon punto di partenza; abbinato a una concentrazione ancora maggiore e a qualche ingenuità in meno potrà portarci a risultati positivi.
D’altro canto ci battiamo ormai abitualmente con i più forti team al mondo e nulla può essere tralasciato. Non siamo più gli outsider, il lusso dell’effetto sorpresa non ce lo possiamo più permettere. Proprio di questo parlavo nel Terzo tempo con il capitano francese Ibanez. Terminati i discorsi ufficiali dei Presidenti federali e di noi capitani, io e il mio “collega” transalpino ci siamo confrontati proprio sul valore della Nazionale italiana. Ibanez, attualmente impegnato nel campionato inglese e con un glorioso passato in quello francese, mi confermava che non vi è più giocatore o dirigente in ambito internazionale che non veda l’Italia come un avversario da prendere in seria considerazione e da affrontare al massimo delle proprie potenzialità. Questo mi ha inorgoglito, e deve inorgoglire tutto il movimento e i tifosi, ma, d’altro canto, rende sempre più duro il compito del XV azzurro.
Nessuno ci affronterà con minore impegno e già sabato prossimo l’Inghilterra, forte di una convincente vittoria con la Scozia, scenderà in campo al 100%. Lasciata la cena di gala il primo pensiero è andato proprio alla sfida che ci attende; non vi nego che abbiamo fatto un po’ meno tardi al Terzo tempo perché dovevamo assorbire le botte, fisiche e psicologiche, rimediate nel pomeriggio. Avremmo voluto fare le ore piccole commentando, come consuetudine, episodi dell’incontro e “subire”, con eleganza, i continui brindisi degli avversari vittoriosi; ma da domani ci sarà da lavorare con intensità, verificare le condizioni degli acciaccati, recuperare serenità e concentrazione. Per quanto mi riguarda sono pronto, ho la fortuna di non pensare troppo agli episodi negativi; una bella dormita servirà a ricaricarmi. La mia speranza è che ci seguiate con ancora più passione, sempre più numerosi, sempre più competenti e severi nei giudizi; la mia promessa, che è poi quella di tutta la squadra, è di non deludervi sul fronte dell’impegno. I risultati, abbiate fiducia, arriveranno. Un abbraccio da Marco.
Marco Bortolami
http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Altri_Sport/Rugby/Primo_Piano/2007/6nazioni/02/04/terzotempo.shtml
Nella prima giornata del Sei Nazioni gli azzurri perdono al Flaminio di Roma 39-3 con i "galletti". Prossimo impegno il 10 febbraio contro l'Inghilterra
ROMA, 3 febbraio 2007 - L'Italia è stata sconfitta 39-3 dalla Francia nell'incontro disputato allo stadio Flaminio di Roma e valido per la prima giornata del torneo Sei Nazioni 2007. L'Italia incassa il k.o. e si prepara nel peggiore dei modi alla trasferta di Twickenham: difficile trovare il riscatto il 10 febbraio sul campo dell'Inghilterra.
LA GARA - "Il risultato? Logico, rispecchia quanto s’è visto in campo". Pierre Berbizier, c.t. azzurro, non si nasconde dietro a un dito, non accampa scuse. Troppo pesante il k.o. interno subito contro la Francia nella prima giornata del Sei Nazioni per cercare attenuanti. Semplicemente, non c’è stata partita. Se non nei primi dieci minuti, con due calci piazzati sbagliati dall’Italia (con Scanavacca e De Marigny) e con la stessa apertura costretta ad abbandonare la partita a favore di Pez per un colpo al costato. Da quel punto, sul prato del Flaminio, s’è vista una sola squadra, quella transalpina. Cinque mete e zero, una differenza abissale in tutte le zone del campo e in ogni fase di gioco. Della prestazione azzurra c’è ben poco da salvare: le fonti del gioco pressoché inesistenti, gli errori tanti e continui, i buchi di una difesa raramente schierata, enormi. Palloni di qualità? Zero. Nemmeno il decantato pacchetto di mischia è stato all’altezza. Persino la prima linea è affondata, la terza non ha avuto guizzi. Sono mancati pressione e sostegno. Insomma, una situazione imbarazzante. La Francia, che pure — a causa di diversi infortuni — non schierava il miglior quindici possibile, ha dettato legge. E adesso per l’Italia, che a sua volta ha pagato le tante assenze tra i trequarti, la strada è tutta è in salita. Sabato, nel tempio di Twickenham, contro l’Inghilterra del ritrovato Jonny Wilkinson, si rischia di andare incontro a un massacro. E, lontano all’orizzonte, c’è la coppa del Mondo...
http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Altri_Sport/Rugby/Primo_Piano/2007/6nazioni/ita-fra.shtml
Bortolami: "Fiducia intatta"
Il capitano della Nazionale racconta l'angosciata vigilia della gara con la Francia. Ma non perde l'entusiasmo: "Sabato l'Inghilterra contro di noi darà il 100%. I risultati arriveranno"
MILANO, 4 febbraio 2007 - Avrei voluto un esordio più felice per questo “pezzo” che gli amici di gazzetta.it mi hanno gentilmente chiesto di scrivere, nell’ambito dello spazio dedicato al rugby. La tristezza, invece, è il sentimento che mi accompagna da venerdì sera quando, nel ritiro della squadra azzurra, le edizioni straordinarie dei telegiornali hanno interrotto la serenità e la concentrazione della vigila di Italia-Francia, prima giornata del Torneo delle VI Nazioni 2007. Il dramma del poliziotto ucciso ci ha profondamente sconvolto e ci ha fatto riflettere sul significato di una morte all’interno di una manifestazione sportiva.
Per noi azzurri l’indomani avrebbe significato una sfida affascinante ed impegnativa, per i tifosi attesi al Flaminio una festa di sport. Tanti giornalisti hanno chiesto quali fossero i nostri pensieri; da capitano della Nazionale ho potuto raccogliere gli umori dei miei compagni, le loro riflessioni. Noi tutti siamo amareggiati, sconvolti da un avvenimento senza senso. Non ci permettiamo di dare giudizi o formulare soluzioni, vorremmo solo esprimere solidarietà ed affetto a tutte le vittime di questa tragedia. Io e i miei compagni siamo cresciuti in un ambiente probabilmente diverso; culturalmente diverso.
Fin da ragazzini ci hanno insegnato le regole della lealtà, dell’onestà, della correttezza. Attorno a noi vedevamo parenti, dirigenti, tifosi delle squadre avversarie rispettarsi e vivere le partite con uno spirito di amicizia, pur nella rivalità sportiva più accesa. Crescendo abbiamo affrontato impegni via via più importanti, gare più prestigiose, tensioni più intense; mai nessuno ha però superato il limite, mai nessuno è venuto meno ai principi fondamentali del rugby e del vivere civile. Noi tutti, ancora di più da ieri, sentiamo addosso la responsabilità del buon esempio da dare in campo. Con questi sentimenti abbiamo così affrontato la Francia, in un Flaminio rispettoso del minuto di silenzio in onore dell’agente ucciso. La partita l’avrete vista; in campo e fuori.
Gli amici della Gazzetta sono stati bravissimi a descriverla nei momenti salienti. A me spetta il compito di trasferirvi l’amarezza per un risultato negativo e la determinazione di una squadra che vuole, già da sabato, riprendere in mano le fila di un gioco più preciso ed efficace. Le sfide con la Francia sono storicamente “calde”; sarà per il carattere delle rispettive Nazioni, sarà per la rivalità sportiva che da sempre ci oppone ai “cugini” d’oltralpe. In palio, per la prima volta, c’era il trofeo Garibaldi che sarebbe andato alla vincitrice dell’incontro. Con rammarico l’abbiamo visto alzare dal capitano dei francesi; con rammarico constato che siamo rimasti poco in partita.
Una caratteristica della Francia odierna è il giocare molto sugli errori altrui; forse non bravissimi nella costruzione di un loro gioco, sono micidiali nel punire i minimi errori degli avversari. Cosa che è puntualmente avvenuta, con una precisione spaventosa. La loro è stata una gara di concentrazione massima e di un cinismo unico; andati in vantaggio sui nostri sbagli hanno saputo poi difendere il risultato sino all’ultimo, onorando la partita, i nostri sforzi, gli spettatori. Come sempre abbiamo dato il massimo, cercando di spingere sino all’ultimo minuto; il calo di condizione che si registrava in passato verso la fine dell’incontro è solo più un ricordo e la Nazionale italiana ha ormai una tenuta fisica di altissimo livello. Questo è un buon punto di partenza; abbinato a una concentrazione ancora maggiore e a qualche ingenuità in meno potrà portarci a risultati positivi.
D’altro canto ci battiamo ormai abitualmente con i più forti team al mondo e nulla può essere tralasciato. Non siamo più gli outsider, il lusso dell’effetto sorpresa non ce lo possiamo più permettere. Proprio di questo parlavo nel Terzo tempo con il capitano francese Ibanez. Terminati i discorsi ufficiali dei Presidenti federali e di noi capitani, io e il mio “collega” transalpino ci siamo confrontati proprio sul valore della Nazionale italiana. Ibanez, attualmente impegnato nel campionato inglese e con un glorioso passato in quello francese, mi confermava che non vi è più giocatore o dirigente in ambito internazionale che non veda l’Italia come un avversario da prendere in seria considerazione e da affrontare al massimo delle proprie potenzialità. Questo mi ha inorgoglito, e deve inorgoglire tutto il movimento e i tifosi, ma, d’altro canto, rende sempre più duro il compito del XV azzurro.
Nessuno ci affronterà con minore impegno e già sabato prossimo l’Inghilterra, forte di una convincente vittoria con la Scozia, scenderà in campo al 100%. Lasciata la cena di gala il primo pensiero è andato proprio alla sfida che ci attende; non vi nego che abbiamo fatto un po’ meno tardi al Terzo tempo perché dovevamo assorbire le botte, fisiche e psicologiche, rimediate nel pomeriggio. Avremmo voluto fare le ore piccole commentando, come consuetudine, episodi dell’incontro e “subire”, con eleganza, i continui brindisi degli avversari vittoriosi; ma da domani ci sarà da lavorare con intensità, verificare le condizioni degli acciaccati, recuperare serenità e concentrazione. Per quanto mi riguarda sono pronto, ho la fortuna di non pensare troppo agli episodi negativi; una bella dormita servirà a ricaricarmi. La mia speranza è che ci seguiate con ancora più passione, sempre più numerosi, sempre più competenti e severi nei giudizi; la mia promessa, che è poi quella di tutta la squadra, è di non deludervi sul fronte dell’impegno. I risultati, abbiate fiducia, arriveranno. Un abbraccio da Marco.
Marco Bortolami
http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Altri_Sport/Rugby/Primo_Piano/2007/6nazioni/02/04/terzotempo.shtml