IpseDixit
01-02-2007, 12:28
Attenzione a quando si rovescia la vita, quando la notte diventa giorno. Io non ce l’ho con le “notti bianche”, ma bisogna stare attenti...». Ha toccato più volte l’attualità cittadina e nazionale il cardinale Severino Poletto, ieri, durante l’omelia della celebrazione per la festa di Don Bosco. E proprio a partire dal modello che il santo continua a rappresentare. «Mamma Margherita aveva orientato il figlio ai valori essenziali: fede, rispetto degli altri, la famiglia come ambiente rassicurante. Anche la dignitosa povertà dove ci si accontenta di quel che si ha».
Divertirsi a tutti i costi, anche di notte, anche nel tempo da dedicare alla famiglia. E la famiglia è il tema che ha pervaso ogni ragionamento dell’arcivescovo nella basilica di Maria Ausiliatrice. Dopo l’intervento sulle «notti bianche» - di cui, a celebrazione finita, ha ancora sottolineato il senso consumistico «a beneficio di pub e locali vari» - ha raccontato: «Una mamma, commessa in un grande supermercato, mi ha scritto una lettera per supplicarmi di alzare la voce contro le aperture serali, notturne, domenicali. Dice che chi ha famiglia ha diritto al riposo e che questa sfrenata corsa al consumismo rovina la mentalità della gente e le povere persone che vivono nella paura di perdere il posto, sradicate dalla vita familiare, dagli affetti». Su questi problemi il vescovo di Alessandria, Fernando Charrier, presidente della Pastorale del lavoro piemontese, che ha celebrato dopo Poletto, ha ricordato i documenti di richiamo pubblicati in più occasioni dai vescovi.
Sulla famiglia, il cardinale ha quindi richiamato alla responsabilità. «Il cristiano deve essere attento a non farsi lavare il cervello: perché a forza di battere e ribattere - ha detto - si diventa remissivi, rassegnati, tutto diventa relativo, lecito. Noi dobbiamo stare molto attenti: per valutare quale tipo di famiglia vogliamo costruire oggi qui, a Torino, in Italia, dobbiamo avere il giornale in una mano, per sentire cosa dicono quelli che fanno o vogliono fare le leggi. E nell’altra dobbiamo avere la Bibbia e il Vangelo. Dobbiamo interrogarci: questi dicono così. E Dio cosa dice? Perché quel che dice il Papa, che diciamo noi vescovi non sono teorie nostre». Poi, senza nominare i Pacs: «Quando rompiano un progetto di Dio rompiamo l’armonia e ci roviniamo da soli. La famiglia, così com’è stata pensata da Dio, è fondata sul matrimonio tra uomo e donna e ha due grandi finalità: realizzare la gioia e la felicità dell’amore tra due sposi e trasmettere la vita ai figli». Figli che devono crescere in una famiglia tradizionale.
«Un bambino di cosa ha bisogno? Di un papà e di una mamma, di presenze stabili, non di un padre che cambia ogni cinque o dieci anni o di una madre che cambia ogni 3. Diversamente, a 40 anni potranno emergere turbe psichiche perché nell’infanzia si è stati sballottati da una parte all’altra». Ancora: «Bisogna salvaguardare la famiglia “cassaforte dei valori più grandi” da chi la minaccia di toglierle oggi un pezzo e domani un principio. Il rischio è che non resti niente, è rimanere soli, come i giovani che riempiono “tossic park” in cerca di droga».
Infine, l’arcivescovo ha puntato il dito contro chi pensa che oratorio, scuola cattolica e parrocchia siano centri di potere e guadagno: «La Chiesa non è una holding o una superpotenza che vuole imporre il suo punto di vista agli altri, ma è mandata dal Signore a parlare al cuore degli uomini».
http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200702articoli/1301girata.asp
Divertirsi a tutti i costi, anche di notte, anche nel tempo da dedicare alla famiglia. E la famiglia è il tema che ha pervaso ogni ragionamento dell’arcivescovo nella basilica di Maria Ausiliatrice. Dopo l’intervento sulle «notti bianche» - di cui, a celebrazione finita, ha ancora sottolineato il senso consumistico «a beneficio di pub e locali vari» - ha raccontato: «Una mamma, commessa in un grande supermercato, mi ha scritto una lettera per supplicarmi di alzare la voce contro le aperture serali, notturne, domenicali. Dice che chi ha famiglia ha diritto al riposo e che questa sfrenata corsa al consumismo rovina la mentalità della gente e le povere persone che vivono nella paura di perdere il posto, sradicate dalla vita familiare, dagli affetti». Su questi problemi il vescovo di Alessandria, Fernando Charrier, presidente della Pastorale del lavoro piemontese, che ha celebrato dopo Poletto, ha ricordato i documenti di richiamo pubblicati in più occasioni dai vescovi.
Sulla famiglia, il cardinale ha quindi richiamato alla responsabilità. «Il cristiano deve essere attento a non farsi lavare il cervello: perché a forza di battere e ribattere - ha detto - si diventa remissivi, rassegnati, tutto diventa relativo, lecito. Noi dobbiamo stare molto attenti: per valutare quale tipo di famiglia vogliamo costruire oggi qui, a Torino, in Italia, dobbiamo avere il giornale in una mano, per sentire cosa dicono quelli che fanno o vogliono fare le leggi. E nell’altra dobbiamo avere la Bibbia e il Vangelo. Dobbiamo interrogarci: questi dicono così. E Dio cosa dice? Perché quel che dice il Papa, che diciamo noi vescovi non sono teorie nostre». Poi, senza nominare i Pacs: «Quando rompiano un progetto di Dio rompiamo l’armonia e ci roviniamo da soli. La famiglia, così com’è stata pensata da Dio, è fondata sul matrimonio tra uomo e donna e ha due grandi finalità: realizzare la gioia e la felicità dell’amore tra due sposi e trasmettere la vita ai figli». Figli che devono crescere in una famiglia tradizionale.
«Un bambino di cosa ha bisogno? Di un papà e di una mamma, di presenze stabili, non di un padre che cambia ogni cinque o dieci anni o di una madre che cambia ogni 3. Diversamente, a 40 anni potranno emergere turbe psichiche perché nell’infanzia si è stati sballottati da una parte all’altra». Ancora: «Bisogna salvaguardare la famiglia “cassaforte dei valori più grandi” da chi la minaccia di toglierle oggi un pezzo e domani un principio. Il rischio è che non resti niente, è rimanere soli, come i giovani che riempiono “tossic park” in cerca di droga».
Infine, l’arcivescovo ha puntato il dito contro chi pensa che oratorio, scuola cattolica e parrocchia siano centri di potere e guadagno: «La Chiesa non è una holding o una superpotenza che vuole imporre il suo punto di vista agli altri, ma è mandata dal Signore a parlare al cuore degli uomini».
http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200702articoli/1301girata.asp