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View Full Version : L’Alitalia? Batterà bandiera del Partito Democratico


Pitonti
01-02-2007, 11:31
Alleanze. Di qui Toto e D’Alema dall’altra De Benedetti, Fassino
e Rutelli. Alla fine non vincerà nessuno
AUGUSTO MINZOLINI
ROMA
Per orientarsi in quella operazione complessa che è la privatizzazione di Alitalia (ieri ha fatto una proposta per l’acquisto anche il professore di un istituto tecnico della Ciociaria) bisogna individuare una guida che conosca la storia della disastrata compagnia di bandiera aerea italiana e che abbia più di un piede nella politica. Altrimenti si rischia di avere la risposta che ti offre con disinvoltura l’ex-direttore dell’Unità Giuseppe Caldarola: «Io tra gli acquirenti preferirei Air France, ma non chiedetemi il perché visto che non ne capisco niente».

Comunque, niente paura, a Montecitorio si trova di tutto e tra i 630 deputati c’è anche un personaggio che corrisponde a questo identikit: si chiama Egidio Pedrini ed è un ex Dc approdato nel centro-sinistra con l’Italia dei Valori che per anni è stato ai vertici alti di Alitalia. Più precisamente è stato consigliere d’amministrazione e responsabile delle relazione esterne ai tempi delle vacche grasse di Umberto Nordio, il presidente che fu silurato alla fine degli Anni 80 da un presidente dell’Iri assai noto, Romano Prodi. Spiega Pedrini che, godendo dell’immunità di parlamentare, non ha peli sulla lingua.

«La privatizzazione di Alitalia si risolverà in una speculazione finanziaria. Basta guardare chi corre. Carlo Toto, amico di D’Alema, è diventato patron di AirOne portandosi al seguito diversi diessini che erano in Alitalia. E’ indebitato fino al collo ma è coperto da banchieri del calibro di Cesare Geronzi (Capitalia) e Corrado Passera (banca Intesa). Io faccio una semplice congettura: se il topolino indebitato AirOne punta a prendersi il gigante Alitalia è evidente che lo fa solo per risolvere i suoi guai. Dall’altra parte ci sono De Benedetti, Della Valle, i fondi americani, gente che è interessata solo al “logo”. E ancora, c’è qualche prestanome di Air France che magari punta ad impossessarsi delle rotte della nostra compagnia. Come finirà? Che alla fine Toto (D’Alema, ma anche Bazoli) si metterà insieme a De Benedetti-Della Valle (i mecenati della new-generation ulivista Veltroni-Rutelli) e il matrimonio lo celebrerà il solito Romano Prodi. E l’Air France? Accontenteranno la Francia modernizzando la flotta comprando Airbus invece che Boeing. E il gioco è fatto. Tutti contenti. Un’altra Telecom».

Già, per Alitalia ci sono 11 manifestazioni di interesse ma un matrimonio predestinato tra la “cordata” di AirOne e quella di De Benedetti. Almeno è quello che si ascolta nei Palazzi romani mentre da Addis Abeba Prodi benedice la privatizzazione. I bene informati del centro-sinistra, infatti, si comportano quasi al contrario dei bravi dei Promessi Sposi mentre spiegano che il «matrimonio» tra le due cordate uliviste «s’ha da fare». Osserva il braccio destro «riconosciuto» di Massimo D’Alema: «Finora io ho sentito solo parlare di banche, di fondi, di finanza: ma gli aerei chi li guiderà? Ci vuole anche un piano industriale. Per cui la logica vorrebbe che si coniugasse la proposta di chi ha il «know-how» (AirOne) con quella di chi ha le risorse (De Benedetti). Altrimenti finisce male».

Un discorso che riprende anche l’ex-segretario della Cisl, Sergio D’Antoni (Margherita e dintorni). «Non ci sono dubbi sul fatto - si esalta - che vada privilegiato il piano industriale. Ecco perché AirOne con l’appoggio di banca Intesa andrebbe bene. Poi che abbiano dietro D’Alema e Prodi conta poco. Andrebbe ancora meglio se poi si aggiungessero quelli della cordata di De Benedetti e Della Valle che sono interessati soprattutto a prendere il logo ad un prezzo conveniente. Gli stranieri? Quelli pensano solo al business. Magari nascondendosi dietro a qualche industriale italiano che vuole comprare senza tirare fuori i soldi. Romiti, ad esempio, si è preso gli aeroporti di Roma dando il 49% agli australiani. Quelli non vogliono fare investimenti e lui ha l’alibi per non farli».

Così, a ben vedere per usare un paradosso, il Partito Democratico, anche se non ancora nato (e semmai nascerà), avrà presto la sua compagnia aerea di bandiera con dentro gli amici di Prodi, di D’Alema, di Veltroni e di Rutelli. Tutti insieme appassionatamente, visto che la maggioranza è risicata e tutti i «domini» debbono essere rappresentati. In fondo non potrebbe essere altrimenti: visti i vincoli economici contenuti nel bando di vendita (occupazione, numero delle rotte, qualità dei servizi), chi compra deve avere un’influenza sull’attuale quadro politico (chiamiamola capacità di «lobbing») che gli consenta, se necessario, di allentarli in un secondo momento, per non trasformare un’avventura in una tragedia.

E’ già successo in passato con altre privatizzazioni come quella di Telecom. Ricorda Antonello Falomi, ex diessino occhettiano accolto come un’esule da Rifondazione negli anni del potere dalemiano: «Anche la privatizzazione di Telecom poneva dei vincoli ai compratori ma poi furono violati. Io li ricordai in un’interrogazione a Ciampi. Per evitare pubblicità e polemiche nell’Aula del Senato, mi dissero che dovevo accontentarmi di una risposta scritta».

Sono i limiti delle «privatizzazioni» all’italiana. Ma in fondo il «pubblico» non offre garanzie migliori: il tanto osannato (a sinistra come a destra) presidente Giancarlo Cimoli, pagato 2 milioni e 800 mila euro l’anno, che un anno fa assicurava di avere un «piano» perfetto «come una macchina da guerra» per risanare l’azienda, la restituisce con una perdita netta di 1 milione di euro al giorno. Così la privatizzazione è diventata più che una scelta, una necessità. E Prodi ha un’altra grande occasione per aumentare la sua influenza. «E’ riuscito a creare dentro Palazzo Chigi - accusa Fabrizio Cicchitto, stratega di Silvio Berlusconi - una Merchant Bank efficacissima. Rispetto alla sua quella di D’Alema era composta da dilettanti. Insomma, sugli affari Prodi è bravo a curare i suoi interessi. Se per il resto fa piangere, in questo settore morde e fa male»

la stampa.

Lorekon
01-02-2007, 11:57
forse qualcno preferiva Alitalia così com'era, coi suoi debiti, le sue inefficienze, il suo bacino di voti.

Chissà perchè la vendita non l'hanno fatta in 5 anni di governo precedente...
tutti a chiederla, nessuno l'ha fatta.

adesso che la fanno, non va più bene. :asd:

oltretutto Cimoli, indovinate chi l'ha messo in sella?

Lorekon
01-02-2007, 11:59
e aggiungo:; nesuno impedisce ad altri gruppi industriali e cordate di farsi avanti.

Potrebbe farlo Berlusconi stesso, ma anche Murdoch, il primo petroliere saudita che passa, qualche magnate di sarcazzo nel mondo, chiunque abbia i soldi.

non vedo il problema francamente.

trallallero
01-02-2007, 13:01
e aggiungo:; nesuno impedisce ad altri gruppi industriali e cordate di farsi avanti.

Potrebbe farlo Berlusconi stesso, ma anche Murdoch, il primo petroliere saudita che passa, qualche magnate di sarcazzo nel mondo, chiunque abbia i soldi.

non vedo il problema francamente.
ti aiuto a leggere meglio ;)
«La privatizzazione di Alitalia si risolverà in una speculazione finanziaria. Basta guardare chi corre. Carlo Toto, amico di D'Alema, è diventato patron di AirOne portandosi al seguito diversi diessini che erano in Alitalia. E' indebitato fino al collo ma è coperto da banchieri del calibro di Cesare Geronzi (Capitalia) e Corrado Passera (banca Intesa). Io faccio una semplice congettura: se il topolino indebitato AirOne punta a prendersi il gigante Alitalia è evidente che lo fa solo per risolvere i suoi guai. Dall'altra parte ci sono De Benedetti, Della Valle, i fondi americani, gente che è interessata solo al "logo". E ancora, c'è qualche prestanome di Air France che magari punta ad impossessarsi delle rotte della nostra compagnia. Come finirà? Che alla fine Toto (D'Alema, ma anche Bazoli) si metterà insieme a De Benedetti-Della Valle (i mecenati della new-generation ulivista Veltroni-Rutelli) e il matrimonio lo celebrerà il solito Romano Prodi. E l'Air France? Accontenteranno la Francia modernizzando la flotta comprando Airbus invece che Boeing. E il gioco è fatto. Tutti contenti. Un'altra Telecom».
...
Già, per Alitalia ci sono 11 manifestazioni di interesse ma un matrimonio predestinato tra la "cordata" di AirOne e quella di De Benedetti. Almeno è quello che si ascolta nei Palazzi romani mentre da Addis Abeba Prodi benedice la privatizzazione.
...
Un discorso che riprende anche l'ex-segretario della Cisl, Sergio D'Antoni (Margherita e dintorni). «Non ci sono dubbi sul fatto - si esalta - che vada privilegiato il piano industriale. Ecco perché AirOne con l'appoggio di banca Intesa andrebbe bene. Poi che abbiano dietro D'Alema e Prodi conta poco. Andrebbe ancora meglio se poi si aggiungessero quelli della cordata di De Benedetti e Della Valle che sono interessati soprattutto a prendere il logo ad un prezzo conveniente. Gli stranieri? Quelli pensano solo al business. Magari nascondendosi dietro a qualche industriale italiano che vuole comprare senza tirare fuori i soldi. Romiti, ad esempio, si è preso gli aeroporti di Roma dando il 49% agli australiani. Quelli non vogliono fare investimenti e lui ha l'alibi per non farli».
...
il tanto osannato (a sinistra come a destra) presidente Giancarlo Cimoli, pagato 2 milioni e 800 mila euro l'anno, che un anno fa assicurava di avere un «piano» perfetto «come una macchina da guerra» per risanare l'azienda, la restituisce con una perdita netta di 1 milione di euro al giorno. Così la privatizzazione è diventata più che una scelta, una necessità. E Prodi ha un'altra grande occasione per aumentare la sua influenza. «E' riuscito a creare dentro Palazzo Chigi - accusa Fabrizio Cicchitto, stratega di Silvio Berlusconi - una Merchant Bank efficacissima. Rispetto alla sua quella di D'Alema era composta da dilettanti. Insomma, sugli affari Prodi è bravo a curare i suoi interessi. Se per il resto fa piangere, in questo settore morde e fa male»

LUVІ
01-02-2007, 13:01
forse qualcno preferiva Alitalia così com'era, coi suoi debiti, le sue inefficienze, il suo bacino di voti.

Chissà perchè la vendita non l'hanno fatta in 5 anni di governo precedente...
tutti a chiederla, nessuno l'ha fatta.

adesso che la fanno, non va più bene. :asd:

oltretutto Cimoli, indovinate chi l'ha messo in sella?

Aspè, non ricordo non so sono stato frainteso? :asd:

LuVi

Feric Jaggar
01-02-2007, 14:53
Valutando cosa l'Alitalia porta in dote all'eventuale compratore, il prezzo corretto è:

1 Euro.


Considerando che così com'è l'Azienda è in grado solo di mangiarsi l'intero capitale sociale nel giro di pochi esercizi, e che qualsiasi acquirente arrivi non è in grado di mettere in atto le misure necessarie a ribaltare la situazione.

IpseDixit
01-02-2007, 15:09
Oltre ai debiti c'è da tenere conto della flotta formata in gran parte da aerei vecchi.

FastFreddy
01-02-2007, 15:12
Per quel che riguarda il traffico a corto raggio forse (ma solo in parte, tra gli aerei veramente anziani considererei giusto gli md-80), ma per il resto i 767 e soprattutto 777 sono tutt'altro che vetusti, anzi...

http://corporate.alitalia.com/it/fleet/index.htm

Lorekon
01-02-2007, 15:29
ti aiuto a leggere meglio ;)

ho letto grazie ;)

no mi pare cambi la sostanza.

spero che venga valutato anche il piano industriale, stanno dicendo in tutti i modi che non ci saranno smembramenti.

se poi gli smembramenti li faranno lo stesso no so, so solo che mi pare un pò presto per insinuarlo.

oltretutto AirOne è solo 1 degli 11 (in realtà 9) possibili acquirenti, e non mi pare così scontato che siano proprio loro a prendersela.

IpseDixit
01-02-2007, 15:41
Per quel che riguarda il traffico a corto raggio forse (ma solo in parte, tra gli aerei veramente anziani considererei giusto gli md-80), ma per il resto i 767 e soprattutto 777 sono tutt'altro che vetusti, anzi...

http://corporate.alitalia.com/it/fleet/index.htm
I 767 non sono recentissimi, gli Md/80 in pratica sono tutti da sostituire.

FastFreddy
01-02-2007, 15:45
I 767 non sono recentissimi, gli Md/80 in pratica sono tutti da sostituire.

Sugli md-80 ti do ragione, i 767 non sono recenti ma sono ancora validi...

Pot
01-02-2007, 18:19
Sugli md-80 ti do ragione, i 767 non sono recenti ma sono ancora validi...
validi???
ma li hai visti dentro?
sembra di viaggiare in 15esima classe in un vagone delle ferrovie indiane...
777 ne hanno pochi e usati tutti nelle rotte asiatiche o su america...
ti apre giusta pagare come le altre e volare con dei sedili che sembrano legno?

FastFreddy
01-02-2007, 18:24
validi???
ma li hai visti dentro?
sembra di viaggiare in 15esima classe in un vagone delle ferrovie indiane...
777 ne hanno pochi e usati tutti nelle rotte asiatiche o su america...
ti apre giusta pagare come le altre e volare con dei sedili che sembrano legno?

Dal punto di vista della compagnia son validi (inteso come cellula, avionica, etc.), se poi non curano la manutenzione degli arredamenti quello è un'altro paio di maniche...