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View Full Version : Curiosa questa mappa sull'inquinamento


misterx
16-01-2007, 08:03
come mai interessa principalmente il nord Italia escludendo il centro ?

http://www.scienzaonline.com/ambiente/img/pollution_europe_hires-gg.jpg

Hal2001
16-01-2007, 08:10
Perché le industrie sono principalmente al nord, nord-est? :)

Comunque osservandola meglio non hai tutti i torti, è davvero strana.

mailand
16-01-2007, 08:47
credo che tanto sia dovuto alla conformazione territoriale.
la pianura padana ha come confini naturali le alpi a nord e ad ovest e gli appennini a sud, e penso che questi facciano da barriera alla "circolazione" dell'aria, cosa che invece nel centro-sud non si verifica più di tanto dato che ad est e ad ovest c'è il mare aperto.
oltre a questo, penso che anche il maggiore sviluppo industriale nel nord accentui ulteriormente il fenomeno

Lorekon
16-01-2007, 10:08
non riesco a vedere la foto.
"pagina non trovata" :fagiano:

mailand
16-01-2007, 10:13
non riesco a vedere la foto.
"pagina non trovata" :fagiano:
fai copia-incolla dell'indirizzo, oppure reload della pagina una volta che ti appare l'errore ;)

Lorekon
16-01-2007, 10:18
niente.
col copia incolla, mi appare la pagina ma non la foto (il frame in cui dovrebbe essere risulta bianco).

manco con IE.

azz

Lorekon
16-01-2007, 10:28
"qualcuno" me l'ha girata in priv, lo ringrazio pubblicamente ;)

in effetti penso che sia dovuto a questioni orografiche, pa pianura padana è un "catino" con aria ferma...

più che altro non m i spiego la chiazza sulla toscana verso la versilia...

CioKKoBaMBuZzo
16-01-2007, 13:57
e belgio/olanda? quelli ce l'hanno il mare di fianco..

kaioh
16-01-2007, 21:19
ciò è dovuto al fatto che la pianura padana è chiusa alla circolazione dei venti , lo stesso motivo per cui da noi regnano le nebbie.
Si forma un cuscino d'aria che ne impedisce il ricambio concentrandone così gli inquinanti . Inoltre la pianura padana è fortemente urbanizzata, industrializzata e percorsa da un reticolo di strade sempre perennemente ingolfate dal traffico

Se guaridi le zone che di notte son più illuminate troverai la stessa cartina .:D


Stamattina , per esempio, benché dovessi fare un persorso di soli 10km su strade secondarie , non principali o grosse vie di scorrimento, ho impiegato ben 30 minuti dei quali 18 passati fermo in coda ..........e cosi ogni mattina. Avere centianai di auto ferme inutilmente in coda generano inquinamento ...

stbarlet
16-01-2007, 23:27
CUT...


conosci per caso qualche sito che offre mappe da integrare in google earth ( file kml ) .


in particolare mi interessano gli impianti nucleari per la produzionedell`energia eletrica

dantes76
17-01-2007, 00:15
conosci per caso qualche sito che offre mappe da integrare in google earth ( file kml ) .


in particolare mi interessano gli impianti nucleari per la produzionedell`energia eletrica

per quelli nucleari domani( fra qualche ora :D ) ti passo il sito

Edit


225 nuclear power plants, reactors, etc., version 4

While not censored, some locations have been left at the 15-meter global background resolution, which provides rather fuzzy images.

* High resolution: Australia (1), Hungary (1), India (8), Iran (2), Iraq (1), Israel (1), Italy (2), Lithuania (1), Mexico (1), Netherland (1), and South Africa (1)

* Low resolution: Armenia (1), Brazil (1), Bulgaria (1), Czech Republic (2), Morocco (1), Romania (1), Slovenia (1), and South Korea (4)

* Mixed: (high,low): Argentina (1,1), Belgium (1,1), Canada (3,2), China (2,2), Finland (1,1), France (12,14), Germany (13,2), Japan (13,5), Pakistan (1,1), Russia (5,5), Slovakia (1,1), Spain (5,2), Sweden (3,1), Switzerland (2,2), Taiwan (2,2), Ukraine (4,1), and UK (2,11)

* USA: 66 high resolution, 22 low resolution, and 2 censored by blurring. The two censored locations are NOT censored in Microsoft's Windows Live Local: Perry, Ohio and Indian Point, New York. For Perry, they provide a VERY high resolution "Bird's Eye View". Their resolution for Indian Point is no better than Google's, even with the blurring.

Sources: Izobrazevalni Center za Jedrsko Tehnologijo, (ICJT) International Center for Nuclear Technology, Ljubljana, Slovenia, and Wikipedia (also noted in file)

Updates:
Version 3: updated the link to Windows Live Local, the spelling of Philippsburg (Germany), and the USA state in which the Fermi plant is located
Version 4: significantly updated locations for Guang Dong and Ling Ao in China, Brunsbuettel and Grafenrheinfeld in Germany, and Rostov (Volgodonsk) in Russia. Minor location refinements where new high resolution images have been supplied.

Edited by PriceCollins (10/08/06 03:08 AM)


http://bbs.keyhole.com/ubb/showflat.php/Cat/0/Number/260231/an//page/0/vc/1

brian89
18-01-2007, 12:11
assurdo poi ci lamentiamo che aumentano i tumori........
che schifo sono nel rosso scuro :muro: :muro:

misterx
20-01-2007, 09:13
i rimedi ci sono però

http://www.panorama.it/home/stampa/articolo/ix1-A020001039254/idxsl1-stampaarticolo


Scienza e Salute




Perché non piace l'asfalto mangiasmog

di Mariella Boerci

12/12/2006




URL: http://www.panorama.it/scienze/ambiente/articolo/ix1-A020001039254

Va forte a Londra, Shanghai e Melbourne. Ma in Italia, dove è nato quattro anni fa, non riesce a decollare


In prima pagina sull'Herald Tribune. Ma anche sul Sunday Telegraph, sul New York Times e perfino su China Today.

La grande stampa straniera parla dell'«Italia che funziona» e cita, a questo proposito, una malta cementizia e una vernice fotocatalitica in grado di abbattere i livelli di inquinamento atmosferico fin quasi ad azzerarli.
A produrle è Claudio Terruzzi, imprenditore milanese, figlio del re dell'acciaio, Silvio (ossia l'uomo più liquido d'Italia, nel senso del denaro) e nipote del re del nickel, Guido.

Terruzzi jr, che ha lavorato con entrambi, un giorno si è reso conto che il mondo è «proprio una fogna» e a quel punto si è imposto di «ripulirlo un po'», spinto in questa direzione da alcuni esperimenti giapponesi sull'ossido di titanio ma anche, forse, da una paternità tardiva.
E così si è inventato gli ecorivestimenti: asfalti, pitture e intonaci, protetti oramai da sette brevetti internazionali e certificati da 12 centri di ricerca, alcuni dei quali finanziati dall'Ue.

Un'invenzione in grado di aiutare a risolvere un problema drammatico e annoso com'è quello dell'inquinamento ambientale ma che, incomprensibilmente, in Italia fatica a decollare. Come denuncia Claudio Terruzzi, amministratore unico di Global Engineering, la società produttrice: «I nostri ecorivestimenti sono presenti nei capitolati delle reti autostradali australiane e cinesi ma, qui, stento a ricevere risposte da parte degli amministratori locali».

Eppure, a garantire sull'efficacia di questi prodotti ci sono anche il Cnr e l'Arpa, l'Agenzia regionale per l'Ambiente: secondo le certificazioni, ogni chilometro quadrato di asfalto trattato con ecorivestimento consente di abbattere 32 tonnellate di inquinanti l'anno, pari, cioè, a quelli emessi da 15 mila veicoli.
Un esempio? A Milano, nell'unico punto rivestito di ecoasfalto e di ecovernice, il tunnel di via Porpora, sono stati ridotti del 47 per cento il Pm 2,5 (le polveri sottili un quarto del Pm 10 e quindi più dannose) e il biossido di zolfo, e addirittura del 67 per cento il biossido di azoto.

Se questi materiali venissero utilizzati su una superficie di 20 chilometri quadrati, dal manto stradale alle facciate degli edifici, in un anno potrebbero essere ben 640 le tonnellate di inquinanti che si potrebbero eliminare e una città come Milano, per esempio, tornerebbe finalmente a respirare, secondo una relazione del Cnr, un'aria «compatibile con gli standard di qualità previsti dalla normativa europea».

Non a caso la Regione Lombardia mette a disposizione di comuni ed enti contributi pari al 25 per cento della spesa, per invogliare l'utilizzo di questi prodotti. Mentre il ministero dell'Ambiente ne suggerisce l'impiego addirittura in un decreto legge (04/2004). Allora come mai tanta diffidenza?
Terruzzi la spiega con un generico scetticismo, in particolare nel settore pubblico: «Sa com'è: noi siamo abituati a fare le piste ciclabili in elastomeri...» gli ha detto qualche giorno fa il responsabile tecnico di un comune lombardo.
E l'assessore all'Ambiente di un'altra città: «A me le strade piacciono belle nere. Come l'asfalto: così si vede che sono state rifatte». Peccato, riflette Terruzzi, «che asfalto ed elastomeri siano inquinantissimi».

Intanto, mentre a Beinasco, in Piemonte, il 5 dicembre è stato inaugurato il primo casello autostradale ecoattivo del mondo, sono un'ottantina gli altri cantieri pubblici aperti al momento: da Società Autostrade ad Atm, l'azienda tranviaria milanese, che ha utilizzato l'ecovernice in un autobus.
Oltre a molti ospedali lombardi e alcune amministrazioni sparse in tutta Italia, da Segrate, il primo comune ad avere sperimentato l'asfalto catalitico, a Caserta. Sempre con ottimi risultati, certificati dal Cnr (visibili sul sito www.globalengineering.info).
Forse è il prezzo a spaventare le amministrazioni locali. «Non credo» spiega Terruzzi. «Il nostro rivestimento costa mediamente il 10 per cento in più rispetto ai normali asfalti, ma ha una durata tripla».

Nel frattempo, mentre Milano soffoca nelle polveri sottili e gli amministratori discutono sulla pollution charge, Londra, Shanghai, San Francisco, Melbourne e tante altre metropoli di tutto il mondo si stanno ricoprendo dell'asfalto mangiasmog.
Made in Italy. Anzi, in Milano.

Lorekon
20-01-2007, 11:10
interessante :)

misterx
30-01-2007, 06:07
http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/art/2007/01/30/5459241


E' allarme per la Terra
'Si riscalda troppo in fretta'
Lo afferma il quarto rapporto sui cambiamenti climatici dell'Ipcc, di cui avevamo già fornito un'ampia anticipazione. Dito puntato sull'emissione di CO2, colpevole di favorire il circolo vizioso che provoca l'effetto-serra


Roma, 29 gennaio 2007 - Il riscaldamento della temperatura del pianeta procede a ritmi sempre più rapidi. E' questo l'elemento centrale del quarto rapporto sui cambiamenti climatici dell'Ipcc, l'Intergovernmental Panel on Climate Change dell'Onu, che verrà presentato ufficialmente venerdì prossimo, e del quale Quotidiano Nazionale e Quotidiano.net avevano già fornito un'ampia anticipazione lo scorso 20 gennaio.

Già da oggi infatti i maggiori esperti mondiali di clima sono riuniti a Parigi per confrontarsi sulle ultime evidenze scientifiche in materia e cominciano a delineare i contenuti del nuovo rapporto prima della definitiva approvazione che arriverà in questi quattro giorni di summit internazionale.

Lo studio - che aggiorna il precedente dossier realizzato nel 2001 dall'Ipcc - conferma la natura antropica dell'effetto serra e lancia un nuovo grido d'allarme: al problema dell'aumento progressivo della temperatura si affianca ora quello del ritmo sempre più veloce del riscaldamento globale. Se nel periodo che va dal 1905 al 1975 la temperatura cresceva al ritmo di 0,06 gradi al decennio, nel periodo 1975/1995 si è passati a 0,13 gradi, mentre negli ultimi dieci anni c'è stato un boom che ha portato l'incremento medio addirittura a 0,23 gradi.

La situazione è anche peggiore di quanto si pensasse e di quanto gli stessi climatologi dell'Ipcc avessero ipotizzato nel loro precedente rapporto del 2001. Non solo da qui alla fine del secolo le temperature globali aumenteranno tra i 2 e i 4,5° C, come già si temeva, ma si potrebbe arrivare anche a un incremento di 6 gradi.

La colpa è di un circolo vizioso già innescato e difficile da fermare. L'aumento della temperatura fa aumentare l'evaporazione di oceani e mari. Di conseguenza si infittisce nell'atmosfera la coltre di vapore acqueo, che è un potente agente responsabile dell'effetto-serra. Dal 1970 a oggi, la concentrazione di vapore acqueo è aumentata del 4 per cento.

Tutti i modelli climatici esaminati dai 2.000 esperti coinvolti nello studio indicano poi che il surriscaldamento globale indebolisce le capacità del pianeta di assorbire l'anidride carbonica in eccesso. Questo potrebbe accrescere del 44 per cento le concentrazioni di CO2 nell'atmosfera, con l'effetto di un aumento della temperatura media di 1,2 gradi in più del previsto nel corso del secolo.

Creato nel 1988 dall'Onu l'Ipcc ha il compito di fornire una base scientifica alle decisione politiche che i vari governi e gli organismi internazionali prendono di volta in volta per contrastare l'aumento di CO2 e dei gradi sul termometro. I rapporti di questo amplissimo gruppo di scienziati, riconosciuti dai 192 Stati dell'Onu, sono stati infatti all'origine della Convenzione Onu sui cambiamenti climatici nel 1992 e del protocollo di Kyoto del 1997.

Nei quattro giorni di discussione parigina gli esperti dell'Ipcc dovranno approvare definitivamente le mille pagine del quarto rapporto sul clima (che sarà presentato venerdì) e procedere alla redazione di un "rapporto sulle intenzioni dei decisori", una sintesi di una decina di paginette del loro studio.

La comunità scientifica è sempre stata divisa sulle cause dell'aumento delle temperature registrato nell'ultimo secolo. Diversi esperti la fanno rientrare nel normale avvicendamento tra periodi freddi e caldi che ha accompagnato i 180milioni di anni di vita della Terra.

Il quarto rapporto non potrà però che incrinare qualche certezza, vista anche la fama di imparzialità e di serietà dei climatologi coinvolti. C'è il 99 per cento di probabilità, hanno concluso gli esperti, che i livelli di anidride carbonica e il riscaldamento globale siano nettamente più alti rispetto alla variazione media degli ultimi 650mila anni


tutti sanno e nessuno fa niente.
Ipotizzando che il copevole numero 1 sia realmente il petrolio, possibile che non ci sia la volontà per toglierlo di mezzo una volta per tutte ?
Se no, a che servono quintalate di articoli sul clima terrestre e poi non si fa nulla ?

Però una domanda ai chimici mi viene naturale farla.
Se il problema è la quantità di CO2, possibile che non si riesca chimicamente a creare qualcosa che lo abbatta e lo faccia tornare a livelli accettabili ?

sider
31-01-2007, 11:59
i rimedi ci sono però

http://www.panorama.it/home/stampa/articolo/ix1-A020001039254/idxsl1-stampaarticolo


Scienza e Salute




Perché non piace l'asfalto mangiasmog

di Mariella Boerci

12/12/2006 .......................................cut



Si ma....gli inquinanti DOVE vanno a finire?