easyand
09-01-2007, 22:19
Treviso-La Lega Nord ha pronto un disegno di legge da presentare al parlamento per l'istituzione di una guardia nazionale ispirata al modello dell'Army National Guard (la guardia nazionale americana) degli Stati Uniti.
Il testo è stato curato del senatore trevigiano Piergiorgio Stiffoni, che nelle settimane scorse ha lavorato ad un adattamento della istituzione statunitense, fondata due secoli orsono,al sistema Italia.
Che il Carroccio stesse percorrendo la strada normativa per la costituzione di un corpo di volontari per il controllo del territorio lo aveva anticipato il mese scorso al Gazzettino il segretario veneto della Lega Gian Paolo Gobbo:
«Con la progressiva scomparsa dell'esercito restano irrisolte una serie di problematiche a cui urge pensare. Per questo potrebbe essere interessante inserire nel regolamento regionale, o meglio ancora nazionale, l'istituzione di un'associazione che potremmo chiamare "guardia nazionale". Vedremo se sarà il caso di lanciare direttamente la costituzione dell'associazione oppure cercare prima di regolamentare la sua istituzione a livello regionale o nazionale».
L'azione leghista è proceduta su due binari paralleli, e se entro un paio di settimane l'associazione sarà presentata, la proposta di legge è cosa fatta.
«Ho già pronto il testo e lo depositerò in Parlamento alla ripresa dei lavori dopo le feste - rivela Stiffoni -. È un disegno di legge intitolato "istituzione della guardia nazionale". Abbiamo confrontato il modello, quello della guardia nazionale americana negli Stati Uniti, con la legislazione italiana e l'abbiamo adattato, visto che si tratta di una cosa per certi versi diversa. Sono state fatte tutte le opportune correzioni, ma la cosa è assolutamente fattibile. Diciamo che abbiamo dovuto "tradurlo" nella nostra legislazione, secondo i nostri usi e costumi».
Non ci sono stati grossi ostacoli, spiega il senatore, e i due corpi si assomiglieranno molto con l'unica eccezione nel fatto che quello italiano sarà esclusivamente composto da volontari: «Per formare la guardia nazionale verranno considerati prioritariamente tutti quelli che hanno fatto il servizio militare Questi sarebbero i più adatti ad entrare in questo tipo di corpo, che sarà composto di volontari. Non c'è nessuna coercizione. Negli Stati Uniti invece i riservisti che fanno parte della guardia nazionale sono a disposizione e quando vengono chiamati devono rispondere. Da noi non sarà così».
L'esempio secondo Stiffoni non è attaccabile, visto che il modello è quello di un Paese democratico come gli Stati Uniti: «Più democratico del nostro, visto che loro possono mettere sotto inchiesta il loro presidente. Se non sono democratici loro... Adesso però cominciamo a parlarne. E mi auguro che se ne parli senza pregiudizi».
Secondo il senatore leghista lo scoglio più grande da affrontare sarà quello delle obiezioni per "partito preso". «Ritengo che l'iter parlamentare sia la strada opportuna per arrivare alla definizione di un possibile supporto alle forze dell'ordine, visto che logicamente queste non possono essere sotto ogni condominio. Bisogna cominciare a parlare di queste cose. Augurandoci che non ci siano obiezioni solo di principio. Se si comincia a parlare di temi come questo penso che la cosa non possa che essere di giovamento per tutti quanti. L'importante è cominciare un dialogo su un'iniziativa del genere, non limitarsi a bollarla perché "l'ha fatta un leghista". Noialtri non siamo, e l'abbiamo dimostrato, guerrafondai. Siamo stati gli unici che hanno votato contro la missione in Libano motivando il nostro no».
Il testo è stato curato del senatore trevigiano Piergiorgio Stiffoni, che nelle settimane scorse ha lavorato ad un adattamento della istituzione statunitense, fondata due secoli orsono,al sistema Italia.
Che il Carroccio stesse percorrendo la strada normativa per la costituzione di un corpo di volontari per il controllo del territorio lo aveva anticipato il mese scorso al Gazzettino il segretario veneto della Lega Gian Paolo Gobbo:
«Con la progressiva scomparsa dell'esercito restano irrisolte una serie di problematiche a cui urge pensare. Per questo potrebbe essere interessante inserire nel regolamento regionale, o meglio ancora nazionale, l'istituzione di un'associazione che potremmo chiamare "guardia nazionale". Vedremo se sarà il caso di lanciare direttamente la costituzione dell'associazione oppure cercare prima di regolamentare la sua istituzione a livello regionale o nazionale».
L'azione leghista è proceduta su due binari paralleli, e se entro un paio di settimane l'associazione sarà presentata, la proposta di legge è cosa fatta.
«Ho già pronto il testo e lo depositerò in Parlamento alla ripresa dei lavori dopo le feste - rivela Stiffoni -. È un disegno di legge intitolato "istituzione della guardia nazionale". Abbiamo confrontato il modello, quello della guardia nazionale americana negli Stati Uniti, con la legislazione italiana e l'abbiamo adattato, visto che si tratta di una cosa per certi versi diversa. Sono state fatte tutte le opportune correzioni, ma la cosa è assolutamente fattibile. Diciamo che abbiamo dovuto "tradurlo" nella nostra legislazione, secondo i nostri usi e costumi».
Non ci sono stati grossi ostacoli, spiega il senatore, e i due corpi si assomiglieranno molto con l'unica eccezione nel fatto che quello italiano sarà esclusivamente composto da volontari: «Per formare la guardia nazionale verranno considerati prioritariamente tutti quelli che hanno fatto il servizio militare Questi sarebbero i più adatti ad entrare in questo tipo di corpo, che sarà composto di volontari. Non c'è nessuna coercizione. Negli Stati Uniti invece i riservisti che fanno parte della guardia nazionale sono a disposizione e quando vengono chiamati devono rispondere. Da noi non sarà così».
L'esempio secondo Stiffoni non è attaccabile, visto che il modello è quello di un Paese democratico come gli Stati Uniti: «Più democratico del nostro, visto che loro possono mettere sotto inchiesta il loro presidente. Se non sono democratici loro... Adesso però cominciamo a parlarne. E mi auguro che se ne parli senza pregiudizi».
Secondo il senatore leghista lo scoglio più grande da affrontare sarà quello delle obiezioni per "partito preso". «Ritengo che l'iter parlamentare sia la strada opportuna per arrivare alla definizione di un possibile supporto alle forze dell'ordine, visto che logicamente queste non possono essere sotto ogni condominio. Bisogna cominciare a parlare di queste cose. Augurandoci che non ci siano obiezioni solo di principio. Se si comincia a parlare di temi come questo penso che la cosa non possa che essere di giovamento per tutti quanti. L'importante è cominciare un dialogo su un'iniziativa del genere, non limitarsi a bollarla perché "l'ha fatta un leghista". Noialtri non siamo, e l'abbiamo dimostrato, guerrafondai. Siamo stati gli unici che hanno votato contro la missione in Libano motivando il nostro no».