sander4
06-01-2007, 17:19
EDIT: doppio, scusate nn me n'ero accorto, potete chiudere :)
Il governo ha approvato un disegno di legge di riforma
Più gravi le conseguenze dei reati amministrativi
I dipendenti corrotti verranno licenziati anche se scelgono il patteggiamento
ROMA - Licenziamento in tronco per i dipendenti pubblici riconosciuti colpevoli di corruzione, concussione e peculato, anche se scelgono la via del patteggiamento. A prevederlo è il disegno di legge presentato dal ministro per le Riforme Luigi Nicolais e approvato dal Consiglio dei ministri prima di Natale.
Secondo la normativa attuale, c'è il licenziamento, senza l'apertura del procedimento disciplinare, se, con rito ordinario, il dipendente viene condannato a una pena di almeno tre anni. Diverse, invece, le conseguenze in caso di patteggiamento, secondo la disciplina vigente: il dipendente che beneficia dello sconto di un terzo della pena, ridotta quindi a due anni, non perde il posto automaticamente.
Nella relazione che illustra il disegno di legge si spiega che il reato in sé mina il carattere fiduciario del rapporto tra il dipendente e l'amministrazione. Il fatto che la pena possa essere ridotta per ragioni processuali "non può attenuare l'impatto del reato sul rapporto di lavoro". L'obiettivo è quello di evitare che procedure che puntano a semplificare e accelerare la definizione del giudizi penali "possano determinare benefici indiretti sui rapporti di lavoro pregiudicandone l'azione disciplinare".
Tra le sanzioni applicabili in seguito all'azione disciplinare ci sono anche la multa e la sospensione dal lavoro per un certo periodo di tempo; il licenziamento è la sanzione più grave.
Il nuovo disegno di legge obbliga, inoltre, gli uffici amministrativi a comunicare tra loro lo stato dell'arte del procedimento penale. In particolare, oggi la Procura della Repubblica competente comunica all'Amministrazione l'avvio dell'azione penale senza dare notizia però dell'eventuale sentenza di condanna. Da qui l'incertezza in cui versano le amministrazioni, costrette a dover richiedere periodicamente gli aggiornamenti sull'esito del giudizio.
La cancelleria del tribunale dovrà quindi trasmettere l'estratto della sentenza di condanna per consentire alle amministrazioni di adottare i provvedimenti di propria competenza. Per le condanne a un periodo di reclusione superiore a un anno la relativa sentenza dovrà essere trasmessa anche all'Ispettorato della Funzione Pubblica, consentendo così al ministero di monitorare i comportamenti delle amministrazioni.
(6 gennaio 2007)
Il governo ha approvato un disegno di legge di riforma
Più gravi le conseguenze dei reati amministrativi
I dipendenti corrotti verranno licenziati anche se scelgono il patteggiamento
ROMA - Licenziamento in tronco per i dipendenti pubblici riconosciuti colpevoli di corruzione, concussione e peculato, anche se scelgono la via del patteggiamento. A prevederlo è il disegno di legge presentato dal ministro per le Riforme Luigi Nicolais e approvato dal Consiglio dei ministri prima di Natale.
Secondo la normativa attuale, c'è il licenziamento, senza l'apertura del procedimento disciplinare, se, con rito ordinario, il dipendente viene condannato a una pena di almeno tre anni. Diverse, invece, le conseguenze in caso di patteggiamento, secondo la disciplina vigente: il dipendente che beneficia dello sconto di un terzo della pena, ridotta quindi a due anni, non perde il posto automaticamente.
Nella relazione che illustra il disegno di legge si spiega che il reato in sé mina il carattere fiduciario del rapporto tra il dipendente e l'amministrazione. Il fatto che la pena possa essere ridotta per ragioni processuali "non può attenuare l'impatto del reato sul rapporto di lavoro". L'obiettivo è quello di evitare che procedure che puntano a semplificare e accelerare la definizione del giudizi penali "possano determinare benefici indiretti sui rapporti di lavoro pregiudicandone l'azione disciplinare".
Tra le sanzioni applicabili in seguito all'azione disciplinare ci sono anche la multa e la sospensione dal lavoro per un certo periodo di tempo; il licenziamento è la sanzione più grave.
Il nuovo disegno di legge obbliga, inoltre, gli uffici amministrativi a comunicare tra loro lo stato dell'arte del procedimento penale. In particolare, oggi la Procura della Repubblica competente comunica all'Amministrazione l'avvio dell'azione penale senza dare notizia però dell'eventuale sentenza di condanna. Da qui l'incertezza in cui versano le amministrazioni, costrette a dover richiedere periodicamente gli aggiornamenti sull'esito del giudizio.
La cancelleria del tribunale dovrà quindi trasmettere l'estratto della sentenza di condanna per consentire alle amministrazioni di adottare i provvedimenti di propria competenza. Per le condanne a un periodo di reclusione superiore a un anno la relativa sentenza dovrà essere trasmessa anche all'Ispettorato della Funzione Pubblica, consentendo così al ministero di monitorare i comportamenti delle amministrazioni.
(6 gennaio 2007)