Fil9998
04-01-2007, 15:54
http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1816464&r=PI
2007 anno dell'open source, lo dice Unisys
Il celebre produttore si aspetta che il prossimo anno il mercato open source raggiunga una piena maturità, offrendo alle aziende maggiore integrazione, supporto di qualità e soluzioni più mirate
Forum
Scrivi nuovo | Leggi (95)
Blue Bell (USA) - Pur non allentando i propri rapporti con Microsoft, di cui rimane una forte e fedele partner, Unisys afferma di credere moltissimo nelle potenzialità di crescita del mercato open source, e di essere pronta a tornare a scommettere su Linux anche nel 2007.
In un dettagliato rapporto stilato internamente, il celebre produttore di server ha delineato i trend che, secondo i suoi esperti, il prossimo anno guideranno il settore open source. Un settore che, stando a Unisys, nel 2008 raggiungerà un valore complessivo di circa 40 miliardi di dollari.
"I presupposti di tale crescita si sono rafforzati proprio nel corso dell'ultimo anno con momenti di grande fermento per il mercato che ha assistito, ad esempio, all'ingresso in campo dei grandi fornitori tradizionali: Microsoft in prima linea che, grazie al recente accordo con Novell su Linux, ha promosso l'interoperabilità dei sistemi; e molti altri importanti nomi del mercato che hanno fatto a gara per pubblicizzare il loro supporto a diverse comunità di sviluppatori", si legge nel documento di Unisys.
Il colosso americano afferma che il rapporto tra i vendor e l'open source è oggi in evoluzione: diversi utenti, specie quelli di grandi dimensioni, si starebbero muovendo in direzione del software libero e grandi nomi si sarebbero organizzati per fornire loro supporto tecnico, componenti software e garanzie di interoperabilità.
"La crescita dell'adozione di soluzioni open source da parte delle imprese è dovuta anche a una progressiva maturazione culturale delle aziende stesse e a una scelta sempre più ampia. La migrazione verso tali piattaforme è infatti oggi una scelta sensata, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche da quello commerciale", scrive Unisys. "Linux non è più considerato solo come un'opzione controcorrente e un sistema relegato ai margini delle reti, ma piuttosto come un'opzione valida tanto quanto altri sistemi operativi più noti. Inoltre, le competenze necessarie per mantenere i sistemi Linux sono diffusamente disponibili e le aziende che oggi annoverano esperti UNIX all'interno delle loro organizzazioni dispongono già del 90% delle conoscenze necessarie".
Unisys però avverte che un numero sempre maggiore di clienti che vorrebbero provare soluzioni open source è oggi frenato dalla paura di avere problemi di integrazione con il resto della propria infrastruttura IT e, soprattutto, dal non sapere a chi rivolgersi per avere supporto.
"È quindi indispensabile per l'evoluzione del settore la crescita del supporto e la promozione della presupposta integrabilità delle soluzioni open", afferma l'azienda.
Secondo Unisys, il prossimo anno il software open source raggiungerà la sua piena maturità, e questo sia a livello tecnologico che di distribuzione e supporto.
"Nel mondo sono ormai migliaia i progetti open source in essere e il loro grado di perfezionamento e diffusione cresce rapidamente", ha affermato Anthony Gold, vice president e General Manager dell'Open Source Business di Unisys. "Fino ad ora Linux si è dimostrato l'elemento più maturo e diffusamente accolto; ma per il 2007 Unisys prevede un andamento simile per l'intera offerta open source, che sarà adottata per le soluzioni business mainstream più importanti come la business intelligence e l'enterprise content management".
Il colosso ritiene che tra i punti chiave per far crescere il mercato open source vi sia quello di offrire alle aziende soluzioni maggiormente integrate e capaci di supportare i sistemi legacy. Ciò accrescerà ancor più l'importanta dei system integrator, il cui compito è quello di "fornire schemi progettuali per creare e gestire infrastrutture allineate con le proprie strategie di business che integrino gli elementi dell'open source più idonei e ottimizzino le performance".
Unisys afferma poi che il settore delle applicazioni business open source sarà sempre più dominato da stack di applicazioni specializzati.
"Lo stack LAMP (Linux, Apache, MySQL, PHP/Python/Perl), che si focalizza su funzioni generiche come l'ambiente operativo e i servizi database, è stato fino ad ora l'elemento centrale di gran parte dei progetti open source. Questo stato di cose è però destinato a cambiare radicalmente", si legge nello studio - "A nostro avviso, nel 2007 crescerà l'offerta di soluzioni open source dedicate a finalità più specifiche come la business intelligence, la gestione dei contenuti e la gestione dell'output".
Ali Shadman, vice president e general manager Open Source Solutions, Systems & Technology di Unisys, descrive tali stack specializzati come "scatole nere", ossia "elementi plug-and-play che richiedono una minima configurazione e sono progettati per inserirsi con naturalezza nei moderni ambienti data center ed eseguire fin dall'inizio un unico job".
Shadman afferma poi che le architetture orientate ai servizi (SOA), insieme agli standard, colmeranno il gap esistente fra sistemi legacy e sistemi aperti "favorendo una unione ottimale di costi inferiori e massime funzionalità".
"L'open source - dice Unisys - sarà concepito sempre più come strumento per promuovere l'innovazione. Molte aziende considerano l'open source come uno strumento per ridurre i costi, sia di acquisto iniziale che di possesso. Molti utilizzano inoltre architetture SOA, o lo faranno presto, per promuovere la crescita dell'attività, distribuendo servizi innovativi su nuovi mercati, facendo leva sulle applicazioni esistenti oppure come modalità efficiente per lo sviluppo di nuove applicazioni. Unisys prevede che nel 2007 le aziende più lungimiranti utilizzeranno l'open source per sviluppare ancora di più la loro competitività e promuovere l'innovazione".
In questo scenario, Unisys afferma di volersi porre "come punto di riferimento per tutte le imprese che desiderano avvicinarsi ai sistemi aperti", e questo fornendo sia soluzioni hardware/software, sia servizi di consulenza e supporto.
Canali: Attualità Mercato Open source SW
Finanziaria: sostegno all'open source nella pubblica amministrazione
http://www.datamanager.it/articoli....ricercato=17693
Nella legge Finanziaria una norma che dà priorità al finanziamento di progetti che utilizzano e sviluppano applicazioni software a codice aperto.
Il Sottosegretario all’Innovazione Beatrice Magnolfi: “sosteniamo la crescita di un’industria italiana del software, un arcipelago di piccole imprese gestite da giovani, che infondono al mercato innovazione e creatività”.
“Vogliamo dare una svolta decisiva alla diffusione e all’utilizzo del software Open Source nella Pubblica Amministrazione, oggi quanto mai indispensabile per abbattere i costi della burocrazia e consentire agli enti pubblici di dialogare tra loro in maniera più efficiente, utilizzando formati standard e aperti”.
Così il Sottosegretario all’Innovazione Beatrice Magnolfi ha illustrato la norma della legge Finanziaria (art. 1, c. 897) che – nella valutazione dei progetti da finanziare con i 30 milioni di euro previsti a sostegno della Società dell’Informazione – assegna priorità a quelli che utilizzano e sviluppano applicazioni software a codice aperto.
Il marketplace delle soluzioni della PA a sostegno dell’industria del software italiana
La stessa norma della legge Finanziaria, ha spiegato Beatrice Magnolfi, “dispone anche la realizzazione di un ‘ambiente di sviluppo cooperativo su web’, dove le amministrazioni pubbliche possano condividere i codici sorgente, gli eseguibili e la documentazione dei software sviluppati. Il nuovo ambiente web consentirebbe inoltre di dare vita a comunità di amministrazioni utilizzatrici dei diversi software, per renderle protagoniste dei successivi sviluppi delle soluzioni, su base collaborativa”.
Secondo il Sottosegretario all’Innovazione “è un’assoluta novità per un ambiente che si configura come un vero e proprio ‘marketplace delle soluzioni informatiche della PA’, capace di favorire e rendere produttivo l’incontro tra la domanda pubblica e l’offerta delle sempre più numerose imprese italiane specializzate nello sviluppo di piattaforme a codice aperto”.
“Il fine è quello di sostenere la crescita di un’industria del software italiana in grado di competere con le grandi multinazionali, ma alimentando al contempo lo sviluppo locale nei territori” ha aggiunto Magnolfi. “Si tratta di un settore in espansione formato da un arcipelago di piccole imprese, quasi sempre gestite da giovani, e capace di infondere al mercato un forte contenuto di innovazione e creatività”.
Maggiori informazioni saranno disponibili su http://www.crcitalia.it/
http://www.ilsole24ore.com/art/Sole...ulesView=Libero
da:
ilsole24ore
2 gennaio 2007
Vizi e virtù dell’open source
Ne ha fatta di strada il Pinguino di Linux da quando, nel 1984, Richard Stallman, mitico guru del software libero, diede vita a un progetto per una versione aperta del sistema operativo Unix. Oggi, Linux è una realtà emergente dappertutto, anche in ambienti di lavoro critici e complessi, dove secondo molti scettici, avrebbe rivelato i suoi limiti di tenuta. E anche il giro d’affari promette bene. Gli analisti sono tutti d’accordo nel prevedere che l’open source in generale raggiungerà da qui al 2008 i 40 miliardi di dollari di fatturato, per una crescita annuale del 44 per cento. Insomma, una realtà con la quale tutti devono fare i conti, a cominciare da Microsoft, che, con un accordo con Novell avente per oggetto Linux, promuove l’interoperabilità dei sistemi, per finire con altri importanti player che hanno stretto collaborazioni con varie comunità di sviluppatori. Questo, ed altro ancora, si legge in un documento che l’Osservatorio Open Source di Unisys ha reso pubblico in questi giorni. Il rapporto sottolinea come la crescita del numero delle adozioni da parte delle imprese sia dovuta a un’accresciuta sensibilità culturale, favorita da una più facile reperibilità di soluzioni sul mercato. Linux non è più considerato solo un’opzione “controcorrente”, buona solo per “bittomani fan di un’utopica democrazia informatica”, ma un sistema degno in tutto e per tutto di competere con i più diffusi sistemi operativi. Ma non è tutto, perché sembra essere definitivamente tramontato un handicap che limitava molto la diffusione: in giro si trovano tutte le competenze necessarie per assistere/mantenere i sistemi open source. Per tutte queste ragioni, Linux e i sistemi aperti non possono più essere considerati un mercato di nicchia.
Tutto bene, dunque? Non proprio, rispondono quelli di Unisys. Qualche problemi persiste. Come la “paura” che frena molti utenti di fronte all’eventualità dei presunti grandi problemi di integrazione di Linux con l’infrastruttura It già esistente in azienda. Si tratta di resistenze di tipo culturale, da superare con l’arricchimento dell’offerta di servizi di supporto e con la promozione presso l’utenza del reale livello di integrabilità di Linux.
Secondo gli esperti di Unisys, i software liberi raggiungeranno nel corso del 2007 la piena maturità, che sarà tangibile dal punto di vista architetturale e delle distribuzione. Inoltre, si assisterà a un maggiore consenso da parte dei clienti enterprise (nervo scoperto di Linux) che useranno l’open source quale veicolo primario per l’implementazione delle applicazioni aziendali che favoriscono la crescita e l’innovazione del business. In particolare, l’osservatorio identifica quattro tendenze. Innanzitutto, la crescita della domanda di approcci architetturali all’open source. Se è vero che Linux è sempre più maturo e accettato, è anche vero che spesso si è dimostrato, se implementato in modo discontinuo, non del tutto all’altezza delle applicazioni di classe enterprise. L’elaborazione aziendale infatti richiede ambienti di produzione in grado di garantire la sicurezza e funzioni essenziali come lockdown, backup/ripristino, e altre legate alle infrastrutture di calcolo enterprise.
Nel 2007, le aziende che acquisteranno soluzioni open source dovranno riconoscere l’importanza di dotarsi di architetture solistiche. In sé, il riconoscimento non basta, visto che poche aziende dispongono al proprio interno delle competenze necessarie per gestire e integrare sistemi legacy e stack open source, né i fornitori di open source sono dotati di competenze in ambito enterprise tali da poter supportare le aziende nelle attività di integrazione. È presumibile quindi che le aziende si rivolgeranno a system integrator. Il secondo punto riguarda gli stack specializzati che, a detta di Unisys, determineranno il nuovo corso delle applicazioni business. Il rapporto prevede per il 2007 una crescita dell’offerta di software open source dedicato a finalità più specifiche, come la business intelligence, la gestione dei contenuti e la gestione dell’output. Un elemento chiave nello sviluppo di stack specializzati sarà l’avvio della convergenza di business intelligence e gestione dei contenuti. Il terzo punto ipotizza che le Soa, le architetture orientate ai servizi, e gli standard colmeranno il gap tra sistemi legacy e sistemi aperti. Affondando le radici negli standard di settore, Linux rappresenta un ottimo veicolo per le aziende non appena la tecnologia raggiungerà la maturazione nel corso del 2007. Grazie alla sua capacità di integrare transazioni, processi e dati, troverà un utile impiego soprattutto in progetti complessi, come quelli di integrazione di grandi volumi di transazioni tra piattaforme eterogenee.
Infine, il quarto punto, secondo cui Linux sarà considerato sempre più alla stregua di uno strumento per promuovere innovazione.
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=5257
Hasta la Vista, baby!
Sophos annuncia che Windows Vista non è immune al malware che affligge XP. Le uniche novità saranno Pc mostruosi e la "menomazione a distanza".
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-12-2006]
terminator T800: sua la frase del titolo
Prosegue la lunga marcia di avvicinamento di Windows Vista, il sistema operativo che, con i suoi requisiti, farà cambiare il computer a mezzo mondo e cercherà di blindarlo a vantaggio dei "titolari dei diritti d'autore".
Il consumatore finale non potrà metterci sopra le mani fino a gennaio dell'anno prossimo, ma i clienti "corporate", cioè le grandi aziende e le multinazionali, possono cominciare a usarlo già oggi.
L'idilliaca e martellante campagna di Microsoft ha però in questi giorni una piccola crepa: Sophos ha testato il nuovo sistema operativo sui virus e malware più diffusi. I risultati sono allarmanti (per i seguaci di zio Bill, naturalmente): il 40% del malware testato è capace di attaccare con successo Windows Vista.
Tra gli spauracchi troviamo nomi come Netsky-D e MyDoom-0, noti agli utenti Microsoft già da un pezzo. Sophos stessa invita gli utenti ad adottare tutte le precauzioni usuali per garantirsi una serena navigazione. Altro che salto di qualità sulla sicurezza: siamo alle solite. Oltretutto, il malware progettato apposta per Vista deve ancora entrare in circolazione.
Il complicatissimo sistema operativo, costato 7 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, sembra afflitto dagli stessi problemi di XP. Le promesse di Microsoft faticano a essere mantenute, a causa della moltitudine di pezzi persi per strada, lungo questo travagliato parto informatico.
Ma sono molte le novità strombazzate. La grafica, innanzi tutto: Aero, la nuova interfaccia grafica, sarà più esteticamente soddisfacente, con più animazione e più trasparenza. Un po' come Aqua su Mac OS X, o come Beryl su Linux, ma usando, rispetto a questi, risorse hardware quattro volte superiori.
Sarà finalmente realizzata una ricerca desktop indicizzata, una specie di motore di ricerca interno, per accedere a documenti e applicazioni in maniera più veloce. Una funzione molto comoda, come potranno confermare gli utenti Linux, che da un annetto e mezzo usano Beagle, o i cugini melisti, che da ancor più tempo hanno Spotlight.
Alla fine, le uniche vere novità del gioiello di casa Microsoft sono due: gli esorbitanti requisiti di sistema e la stretta annunciata contro la pirateria. Con Vista, Redmond ha intenzione di inasprire il suo controverso "Windows Genuine Advantage", menomando pesantemente i computer sospettati di non autenticità.
Gli analisti prevedono un mare di falsi positivi, e conseguenti cause legali contro lo spyware camuffato da patch di sicurezza.
Tutto questo bloccherà molti utenti Windows sul vecchio e affidabile XP. Ma non illudetevi: il monopolista sa come far sentire obsoleti i propri utenti.
2007 anno dell'open source, lo dice Unisys
Il celebre produttore si aspetta che il prossimo anno il mercato open source raggiunga una piena maturità, offrendo alle aziende maggiore integrazione, supporto di qualità e soluzioni più mirate
Forum
Scrivi nuovo | Leggi (95)
Blue Bell (USA) - Pur non allentando i propri rapporti con Microsoft, di cui rimane una forte e fedele partner, Unisys afferma di credere moltissimo nelle potenzialità di crescita del mercato open source, e di essere pronta a tornare a scommettere su Linux anche nel 2007.
In un dettagliato rapporto stilato internamente, il celebre produttore di server ha delineato i trend che, secondo i suoi esperti, il prossimo anno guideranno il settore open source. Un settore che, stando a Unisys, nel 2008 raggiungerà un valore complessivo di circa 40 miliardi di dollari.
"I presupposti di tale crescita si sono rafforzati proprio nel corso dell'ultimo anno con momenti di grande fermento per il mercato che ha assistito, ad esempio, all'ingresso in campo dei grandi fornitori tradizionali: Microsoft in prima linea che, grazie al recente accordo con Novell su Linux, ha promosso l'interoperabilità dei sistemi; e molti altri importanti nomi del mercato che hanno fatto a gara per pubblicizzare il loro supporto a diverse comunità di sviluppatori", si legge nel documento di Unisys.
Il colosso americano afferma che il rapporto tra i vendor e l'open source è oggi in evoluzione: diversi utenti, specie quelli di grandi dimensioni, si starebbero muovendo in direzione del software libero e grandi nomi si sarebbero organizzati per fornire loro supporto tecnico, componenti software e garanzie di interoperabilità.
"La crescita dell'adozione di soluzioni open source da parte delle imprese è dovuta anche a una progressiva maturazione culturale delle aziende stesse e a una scelta sempre più ampia. La migrazione verso tali piattaforme è infatti oggi una scelta sensata, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche da quello commerciale", scrive Unisys. "Linux non è più considerato solo come un'opzione controcorrente e un sistema relegato ai margini delle reti, ma piuttosto come un'opzione valida tanto quanto altri sistemi operativi più noti. Inoltre, le competenze necessarie per mantenere i sistemi Linux sono diffusamente disponibili e le aziende che oggi annoverano esperti UNIX all'interno delle loro organizzazioni dispongono già del 90% delle conoscenze necessarie".
Unisys però avverte che un numero sempre maggiore di clienti che vorrebbero provare soluzioni open source è oggi frenato dalla paura di avere problemi di integrazione con il resto della propria infrastruttura IT e, soprattutto, dal non sapere a chi rivolgersi per avere supporto.
"È quindi indispensabile per l'evoluzione del settore la crescita del supporto e la promozione della presupposta integrabilità delle soluzioni open", afferma l'azienda.
Secondo Unisys, il prossimo anno il software open source raggiungerà la sua piena maturità, e questo sia a livello tecnologico che di distribuzione e supporto.
"Nel mondo sono ormai migliaia i progetti open source in essere e il loro grado di perfezionamento e diffusione cresce rapidamente", ha affermato Anthony Gold, vice president e General Manager dell'Open Source Business di Unisys. "Fino ad ora Linux si è dimostrato l'elemento più maturo e diffusamente accolto; ma per il 2007 Unisys prevede un andamento simile per l'intera offerta open source, che sarà adottata per le soluzioni business mainstream più importanti come la business intelligence e l'enterprise content management".
Il colosso ritiene che tra i punti chiave per far crescere il mercato open source vi sia quello di offrire alle aziende soluzioni maggiormente integrate e capaci di supportare i sistemi legacy. Ciò accrescerà ancor più l'importanta dei system integrator, il cui compito è quello di "fornire schemi progettuali per creare e gestire infrastrutture allineate con le proprie strategie di business che integrino gli elementi dell'open source più idonei e ottimizzino le performance".
Unisys afferma poi che il settore delle applicazioni business open source sarà sempre più dominato da stack di applicazioni specializzati.
"Lo stack LAMP (Linux, Apache, MySQL, PHP/Python/Perl), che si focalizza su funzioni generiche come l'ambiente operativo e i servizi database, è stato fino ad ora l'elemento centrale di gran parte dei progetti open source. Questo stato di cose è però destinato a cambiare radicalmente", si legge nello studio - "A nostro avviso, nel 2007 crescerà l'offerta di soluzioni open source dedicate a finalità più specifiche come la business intelligence, la gestione dei contenuti e la gestione dell'output".
Ali Shadman, vice president e general manager Open Source Solutions, Systems & Technology di Unisys, descrive tali stack specializzati come "scatole nere", ossia "elementi plug-and-play che richiedono una minima configurazione e sono progettati per inserirsi con naturalezza nei moderni ambienti data center ed eseguire fin dall'inizio un unico job".
Shadman afferma poi che le architetture orientate ai servizi (SOA), insieme agli standard, colmeranno il gap esistente fra sistemi legacy e sistemi aperti "favorendo una unione ottimale di costi inferiori e massime funzionalità".
"L'open source - dice Unisys - sarà concepito sempre più come strumento per promuovere l'innovazione. Molte aziende considerano l'open source come uno strumento per ridurre i costi, sia di acquisto iniziale che di possesso. Molti utilizzano inoltre architetture SOA, o lo faranno presto, per promuovere la crescita dell'attività, distribuendo servizi innovativi su nuovi mercati, facendo leva sulle applicazioni esistenti oppure come modalità efficiente per lo sviluppo di nuove applicazioni. Unisys prevede che nel 2007 le aziende più lungimiranti utilizzeranno l'open source per sviluppare ancora di più la loro competitività e promuovere l'innovazione".
In questo scenario, Unisys afferma di volersi porre "come punto di riferimento per tutte le imprese che desiderano avvicinarsi ai sistemi aperti", e questo fornendo sia soluzioni hardware/software, sia servizi di consulenza e supporto.
Canali: Attualità Mercato Open source SW
Finanziaria: sostegno all'open source nella pubblica amministrazione
http://www.datamanager.it/articoli....ricercato=17693
Nella legge Finanziaria una norma che dà priorità al finanziamento di progetti che utilizzano e sviluppano applicazioni software a codice aperto.
Il Sottosegretario all’Innovazione Beatrice Magnolfi: “sosteniamo la crescita di un’industria italiana del software, un arcipelago di piccole imprese gestite da giovani, che infondono al mercato innovazione e creatività”.
“Vogliamo dare una svolta decisiva alla diffusione e all’utilizzo del software Open Source nella Pubblica Amministrazione, oggi quanto mai indispensabile per abbattere i costi della burocrazia e consentire agli enti pubblici di dialogare tra loro in maniera più efficiente, utilizzando formati standard e aperti”.
Così il Sottosegretario all’Innovazione Beatrice Magnolfi ha illustrato la norma della legge Finanziaria (art. 1, c. 897) che – nella valutazione dei progetti da finanziare con i 30 milioni di euro previsti a sostegno della Società dell’Informazione – assegna priorità a quelli che utilizzano e sviluppano applicazioni software a codice aperto.
Il marketplace delle soluzioni della PA a sostegno dell’industria del software italiana
La stessa norma della legge Finanziaria, ha spiegato Beatrice Magnolfi, “dispone anche la realizzazione di un ‘ambiente di sviluppo cooperativo su web’, dove le amministrazioni pubbliche possano condividere i codici sorgente, gli eseguibili e la documentazione dei software sviluppati. Il nuovo ambiente web consentirebbe inoltre di dare vita a comunità di amministrazioni utilizzatrici dei diversi software, per renderle protagoniste dei successivi sviluppi delle soluzioni, su base collaborativa”.
Secondo il Sottosegretario all’Innovazione “è un’assoluta novità per un ambiente che si configura come un vero e proprio ‘marketplace delle soluzioni informatiche della PA’, capace di favorire e rendere produttivo l’incontro tra la domanda pubblica e l’offerta delle sempre più numerose imprese italiane specializzate nello sviluppo di piattaforme a codice aperto”.
“Il fine è quello di sostenere la crescita di un’industria del software italiana in grado di competere con le grandi multinazionali, ma alimentando al contempo lo sviluppo locale nei territori” ha aggiunto Magnolfi. “Si tratta di un settore in espansione formato da un arcipelago di piccole imprese, quasi sempre gestite da giovani, e capace di infondere al mercato un forte contenuto di innovazione e creatività”.
Maggiori informazioni saranno disponibili su http://www.crcitalia.it/
http://www.ilsole24ore.com/art/Sole...ulesView=Libero
da:
ilsole24ore
2 gennaio 2007
Vizi e virtù dell’open source
Ne ha fatta di strada il Pinguino di Linux da quando, nel 1984, Richard Stallman, mitico guru del software libero, diede vita a un progetto per una versione aperta del sistema operativo Unix. Oggi, Linux è una realtà emergente dappertutto, anche in ambienti di lavoro critici e complessi, dove secondo molti scettici, avrebbe rivelato i suoi limiti di tenuta. E anche il giro d’affari promette bene. Gli analisti sono tutti d’accordo nel prevedere che l’open source in generale raggiungerà da qui al 2008 i 40 miliardi di dollari di fatturato, per una crescita annuale del 44 per cento. Insomma, una realtà con la quale tutti devono fare i conti, a cominciare da Microsoft, che, con un accordo con Novell avente per oggetto Linux, promuove l’interoperabilità dei sistemi, per finire con altri importanti player che hanno stretto collaborazioni con varie comunità di sviluppatori. Questo, ed altro ancora, si legge in un documento che l’Osservatorio Open Source di Unisys ha reso pubblico in questi giorni. Il rapporto sottolinea come la crescita del numero delle adozioni da parte delle imprese sia dovuta a un’accresciuta sensibilità culturale, favorita da una più facile reperibilità di soluzioni sul mercato. Linux non è più considerato solo un’opzione “controcorrente”, buona solo per “bittomani fan di un’utopica democrazia informatica”, ma un sistema degno in tutto e per tutto di competere con i più diffusi sistemi operativi. Ma non è tutto, perché sembra essere definitivamente tramontato un handicap che limitava molto la diffusione: in giro si trovano tutte le competenze necessarie per assistere/mantenere i sistemi open source. Per tutte queste ragioni, Linux e i sistemi aperti non possono più essere considerati un mercato di nicchia.
Tutto bene, dunque? Non proprio, rispondono quelli di Unisys. Qualche problemi persiste. Come la “paura” che frena molti utenti di fronte all’eventualità dei presunti grandi problemi di integrazione di Linux con l’infrastruttura It già esistente in azienda. Si tratta di resistenze di tipo culturale, da superare con l’arricchimento dell’offerta di servizi di supporto e con la promozione presso l’utenza del reale livello di integrabilità di Linux.
Secondo gli esperti di Unisys, i software liberi raggiungeranno nel corso del 2007 la piena maturità, che sarà tangibile dal punto di vista architetturale e delle distribuzione. Inoltre, si assisterà a un maggiore consenso da parte dei clienti enterprise (nervo scoperto di Linux) che useranno l’open source quale veicolo primario per l’implementazione delle applicazioni aziendali che favoriscono la crescita e l’innovazione del business. In particolare, l’osservatorio identifica quattro tendenze. Innanzitutto, la crescita della domanda di approcci architetturali all’open source. Se è vero che Linux è sempre più maturo e accettato, è anche vero che spesso si è dimostrato, se implementato in modo discontinuo, non del tutto all’altezza delle applicazioni di classe enterprise. L’elaborazione aziendale infatti richiede ambienti di produzione in grado di garantire la sicurezza e funzioni essenziali come lockdown, backup/ripristino, e altre legate alle infrastrutture di calcolo enterprise.
Nel 2007, le aziende che acquisteranno soluzioni open source dovranno riconoscere l’importanza di dotarsi di architetture solistiche. In sé, il riconoscimento non basta, visto che poche aziende dispongono al proprio interno delle competenze necessarie per gestire e integrare sistemi legacy e stack open source, né i fornitori di open source sono dotati di competenze in ambito enterprise tali da poter supportare le aziende nelle attività di integrazione. È presumibile quindi che le aziende si rivolgeranno a system integrator. Il secondo punto riguarda gli stack specializzati che, a detta di Unisys, determineranno il nuovo corso delle applicazioni business. Il rapporto prevede per il 2007 una crescita dell’offerta di software open source dedicato a finalità più specifiche, come la business intelligence, la gestione dei contenuti e la gestione dell’output. Un elemento chiave nello sviluppo di stack specializzati sarà l’avvio della convergenza di business intelligence e gestione dei contenuti. Il terzo punto ipotizza che le Soa, le architetture orientate ai servizi, e gli standard colmeranno il gap tra sistemi legacy e sistemi aperti. Affondando le radici negli standard di settore, Linux rappresenta un ottimo veicolo per le aziende non appena la tecnologia raggiungerà la maturazione nel corso del 2007. Grazie alla sua capacità di integrare transazioni, processi e dati, troverà un utile impiego soprattutto in progetti complessi, come quelli di integrazione di grandi volumi di transazioni tra piattaforme eterogenee.
Infine, il quarto punto, secondo cui Linux sarà considerato sempre più alla stregua di uno strumento per promuovere innovazione.
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=5257
Hasta la Vista, baby!
Sophos annuncia che Windows Vista non è immune al malware che affligge XP. Le uniche novità saranno Pc mostruosi e la "menomazione a distanza".
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-12-2006]
terminator T800: sua la frase del titolo
Prosegue la lunga marcia di avvicinamento di Windows Vista, il sistema operativo che, con i suoi requisiti, farà cambiare il computer a mezzo mondo e cercherà di blindarlo a vantaggio dei "titolari dei diritti d'autore".
Il consumatore finale non potrà metterci sopra le mani fino a gennaio dell'anno prossimo, ma i clienti "corporate", cioè le grandi aziende e le multinazionali, possono cominciare a usarlo già oggi.
L'idilliaca e martellante campagna di Microsoft ha però in questi giorni una piccola crepa: Sophos ha testato il nuovo sistema operativo sui virus e malware più diffusi. I risultati sono allarmanti (per i seguaci di zio Bill, naturalmente): il 40% del malware testato è capace di attaccare con successo Windows Vista.
Tra gli spauracchi troviamo nomi come Netsky-D e MyDoom-0, noti agli utenti Microsoft già da un pezzo. Sophos stessa invita gli utenti ad adottare tutte le precauzioni usuali per garantirsi una serena navigazione. Altro che salto di qualità sulla sicurezza: siamo alle solite. Oltretutto, il malware progettato apposta per Vista deve ancora entrare in circolazione.
Il complicatissimo sistema operativo, costato 7 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, sembra afflitto dagli stessi problemi di XP. Le promesse di Microsoft faticano a essere mantenute, a causa della moltitudine di pezzi persi per strada, lungo questo travagliato parto informatico.
Ma sono molte le novità strombazzate. La grafica, innanzi tutto: Aero, la nuova interfaccia grafica, sarà più esteticamente soddisfacente, con più animazione e più trasparenza. Un po' come Aqua su Mac OS X, o come Beryl su Linux, ma usando, rispetto a questi, risorse hardware quattro volte superiori.
Sarà finalmente realizzata una ricerca desktop indicizzata, una specie di motore di ricerca interno, per accedere a documenti e applicazioni in maniera più veloce. Una funzione molto comoda, come potranno confermare gli utenti Linux, che da un annetto e mezzo usano Beagle, o i cugini melisti, che da ancor più tempo hanno Spotlight.
Alla fine, le uniche vere novità del gioiello di casa Microsoft sono due: gli esorbitanti requisiti di sistema e la stretta annunciata contro la pirateria. Con Vista, Redmond ha intenzione di inasprire il suo controverso "Windows Genuine Advantage", menomando pesantemente i computer sospettati di non autenticità.
Gli analisti prevedono un mare di falsi positivi, e conseguenti cause legali contro lo spyware camuffato da patch di sicurezza.
Tutto questo bloccherà molti utenti Windows sul vecchio e affidabile XP. Ma non illudetevi: il monopolista sa come far sentire obsoleti i propri utenti.