View Full Version : Pensioni: "Inaccettabile l'idea dei disincentivi"
DonaldDuck
27-12-2006, 22:06
http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/economia/conti-pubblici-34/sindacati-contrari/sindacati-contrari.html
La riforma messa in cantiere dal governo bocciata da Fiom-Cgil, Cisl e Uil
Duro anche il ministro Ferrero: "Un aumento mascherato dell'età pensionabile"
Pensioni, da sindacati e Prc coro di no
"Inaccettabile l'idea dei disincentivi"
Ma Rutelli spinge sull'acceleratore: "Avanti senza toccare i diritti acquisiti"
ROMA - Sindacati critici sulla riforma delle pensioni che il governo, con la presa di distanza di Rifondazione, sta mettendo in cantiere. Le nuove norme dovrebbero introdurre incentivi per chi resta in servizio più a lungo e disincentivi per chi decide di lasciare prima. Ed è proprio questo aspetto a sollevare le maggiori contrarietà, tanto da parte di Cgil, Cisl e Uil, quanto da quella del Prc.
Il governo, però, intende andare avanti, come ha ribadito in serata il vicepremier Francesco Rutelli al Tg1. "La grande riforma si è fatta - ha precisato - noi abbiamo aggiunto quella del Tfr, opportuna ed utile per i pensionandi. Non dobbiamo togliere diritti a acquisiti a nessuno, ma dobbiamo farli incontrare con gli interessi dei giovani che rischiano, domani, di non avere affatto una pensione".
Il giudizio più duro sulle intenzioni dell'esecutivo è quello della Fiom-Cgil. Secondo il segretario nazionale Giorgio Cremaschi "va innanzitutto detto che la Cgil non può sedersi al tavolo del confronto se prima non ha definito la sua piattaforma sulla quale consultare la propria gente: quindi ci vorrà tempo, altro che fine marzo". Quindi, aggiunge Cremaschi, "l'idea di ricorrere a
disincentivi è sbagliata; non si può chiedere a gente che ha lavorato 35-36 anni di andare in pensione con una pensione più bassa di 800-1000 euro quale è la media attuale: e poi il disincentivo non ha nulla di volontario, è l'innalzamento mascherato dell'età che tra l'altro contrasta con il precariato esistente quando ci sarebbe invece bisogno di un ricambio generazionale".
Netta contrarietà anche da Rifondazione. "Non si può aumentare l'età pensionabile o introdurre dei disincentivi - precisa il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero - anche perché con le pensioni già così basse per tanti lavoratori il disincentivo sarebbe un aumento mascherato dell'età pensionabile". L'unica apertura concessa dal ministro alle intenzioni del governo è "su un sistema di incentivi per permettere al lavoratore, individualmente, di scegliere se rimanere al lavoro più a lungo".
In ogni caso, precisa ancora Gennaro Migliore, presidente dei deputati del Prc, "prima di ogni discussione deve essere immediatamente affrontata la partita aperta dell'abolizione dello scalone e dell'aumento delle pensioni minime, vero scandalo del sistema previdenziale italiano".
Dello stesso parere anche Pino Sgobio, capogruppo dei Comunisti Italiani alla Camera: ''Di pensioni se ne può anche discutere, ma in linea con quanto previsto dal programma''. ''A pagina 166 - prosegue - di quel piano di azione politica con cui l'Unione ha vinto le elezioni, nel capitolo ''Una previdenza sicura e sostenibile'', è scritto cosa si può e si deve fare in materia. E' questa la svolta e il metodo da seguire. Sarebbe un errore, invece, continuare a parlare di innalzamento dell'età pensionabile''.
Il 'no' alle nuove proposte arriva anche dal segretario generale della Uil, Luigi Angeletti che, su Repubblica, spiega che prima degli incentivi "bisogna fare pulizia del sistema". Il punto della situazione verrà fatto l'11 e il 12 gennaio a Caserta, dove il premier Romano Prodi si riunirà con i suoi ministri per preparare l'agenda di lavoro 2007.
Il numero due della Cisl Pier Paolo Baretta si augura un'apertura del confronto con il governo quanto prima. "Sugli incentivi - spiega Baretta - si può discutere ma sui disincentivi assolutamente no: siamo davanti comunque ad ipotesi di studio formulate, mi pare, da singoli componenti del governo e per di più in maniera confusa".
A favore della concertazione parla il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli: "Un dibattito sulla riforma delle pensioni è possibile, ma solo all'interno di quanto previsto dal programma dell'Unione. La riforma dovrà essere concertata con i sindacati e partire da un principio di equità, prevedendo l'innalzamento delle pensioni minime, la riduzione di quelle d'oro e garanzie per i lavoratori precari".
(27 dicembre 2006)
DonaldDuck
27-12-2006, 22:22
http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1101988
Appena sceso dal treno che da Bologna lo ha riportato a Roma per il consiglio dei Ministri di oggi, Romano Prodi dribbla le domande dei cronisti che lo incalzano sui temi caldi del dibattito politico, primo fra tutti la riforma delle pensioni, spiegando che almeno nei giorni di festa la politica si mette da parte. In realtà il Professore sa bene che la riforma delle pensioni, primo punto nell'agenda degli appuntamenti di gennaio a cui sta lavorando Palazzo Chigi, ha iniziato a tenere banco nel dibattito politico già prima delle festività natalizie, appena archiviata la Finanziaria. In vista della ripresa dei lavori, il Premier si trova già di fronte ai distinguo che emergono all'interno della maggioranza. Se Ds e Dl premono l'acceleratore sulle riforme, la sinistra radicale non è disposta a fare sconti di fronte all'ipotesi di un innalzamento generalizzato dell'età pensionabile. Una chiusura totale arriva in particolare dai Comunisti Italiani che sul tema lanciano un avvertimento: «Basta parlare di innalzamento dell'età pensionabile e di riforma delle pensioni, sarebbe tradire il patto elettorale sottoscritto con gli elettori». Sul piede di guerra è anche la Cdl che approfitta delle divisioni all'interno dell'Unione per sottolineare «la distanza tra il governo ed il Paese». Ma se il premier preferisce soprassedere sull'argomento, chi ha avuto modo di sentirlo nelle ultime ore descrive un Prodi determinato ad andare avanti ma «senza nessuna frenesia», e con l'obiettivo di «studiare» le diverse opzioni sul tavolo insieme a tutti gli alleati. Se possibile, anche con l'opposizione. Un primo giro di tavolo è previsto già per metà gennaio a Caserta, dove i ministri si troveranno a discutere l'agenda politica del 2007. Se per il Professore, quindi, il lavoro va portato avanti gradualmente e soprattutto con il consenso di tutta l'Unione, nella maggioranza non si placano le polemiche. A tenere banco è il Pdci di Oliviero Diliberto che dice no all'ipotesi di riforma del sistema pensionistico, mentre Rifondazione e Verdi, pur opponendosi ad un aumento generalizzato dell'età pensionabile, sono già al lavoro per presentare i loro pacchetti di proposte partendo da quello che è scritto nel programma della coalizione. Per il capogruppo del Sole che Ride, Angelo Bonelli, «ogni accordo va fatto con i sindacati». Nel Prc non si perde tempo ed in vista del 18 gennaio, data in cui Franco Giordano discuterà le proposte avanzate dal partito direttamente con i tre leader sindacali, Rifondazione già lavora con i giuristi per stilare delle proposte da presentare appena dopo le feste, forse già l'otto gennaio, in una riunione degli organi dirigenti del partito. La proposta del Prc, spiega il capogruppo dei senatori Giovanni Russo Spena, si baserà su tre punti: «abolizione delle scalone introdotto dalla riforma Maroni, individuazione dei lavori usuranti ed poi aumento delle pensioni minime». Sul piede di guerra però è anche la Cdl che incalza l'Unione approfittando dei distinguo presenti nella maggioranza. Da Forza Italia è Osvaldo Napoli ad alzare la voce osservando come «le priorità degli italiani siano diverse, e molto diverse, da quelle del governo». Prende spunto dalle divisioni della maggioranza anche Roberto Maroni padre della riforma pensionistica targata Cdl: «Ieri Di Pietro, oggi i comunisti - è il ragionamento dell'esponente della Lega -, è un susseguirsi di smentite all'indirizzo del presidente del Consiglio Prodi che dimostrano quanto questa maggioranza sia profondamente divisa su tutto, perfino sulle cose già fatte, come l'indulto».
mercoledì 27 dicembre 2006
L'unica idea decente l'ha avuta S.B. ... Il super bonus... :D Possono sempre copiarla e cambiargli nome, giusto per far vedere che non hanno copiato... :D E se qualcuno gli farà notare che è la stessa cosa... Loro diranno che... "Si, però noi abbiamo concertato con le parti sociali!" :asd:
DonaldDuck
27-12-2006, 22:31
L'unica idea decente l'ha avuta S.B. ... Il super bonus... :D Possono sempre copiarla e cambiargli nome, giusto per far vedere che non hanno copiato... :D E se qualcuno gli farà notare che è la stessa cosa... Loro diranno che... "Si, però noi abbiamo concertato con le parti sociali!" :asd:
;)
Bene, già non andrò in pensione prima dei 70 anni per pagarla a quelli che ci sono andati e vanno a 55, se non meno, ora paghiamoli anche per convincerli a restare qualche annetto in più al lavoro dando il loro bel contributo all'ingessatura del sistema. Very good!
mauriz83
28-12-2006, 01:29
mio padre mi ha detto che per restare con il vecchio sistema ,facendo due conti,ha perso circa 85000 euro,ora si sta mangiando le mani :) ,però il superbonus se lo pappa tutto e saranno 15000 euro in più all'anno se non sbaglio.
zerothehero
28-12-2006, 08:30
Francamente la cosa mi fa un pò ridere...il governo vuole, forse un pò velleitariamente, abolire lo scalone di Maroni, ma di fatto non può rinunciare ai 9 mld di euro e più di maggiori risparmi..quindi se ne esce con idee come disincentivare di un -3.5% l'anno chi se ne va in pensione un anno prima...voglio dire...chi perderebbe il 10.5% (l'unico modo, secondo i tecnici del ministero per impedire l'esodo dei 57 enni) per andarsene 3 anni prima in pensione?
Inoltre riaprire la questione dello scalone, quando di fatto la cosa poteva darsi per archiviata è autolesionistico, perchè espone (volontariamente?) il paese a mesi di contrasti politici all'interno della maggioranza tra sinistra-sinistra e le altre compagini governative, per una cosa che è inevitabile: siamo il paese più vecchio al mondo, quindi non è possibile andarsene in pensione così presto per la tenuta dei conti pubblici (l'Italia in pensioni spende una quota rilevante del pil, trascurando altri elementi tipici del welfare state.)
ga444b666ma777r999in333i
28-12-2006, 09:54
Francamente la cosa mi fa un pò ridere...il governo vuole, forse un pò velleitariamente, abolire lo scalone di Maroni, ma di fatto non può rinunciare ai 9 mld di euro e più di maggiori risparmi..quindi se ne esce con idee come disincentivare di un -3.5% l'anno chi se ne va in pensione un anno prima...voglio dire...chi perderebbe il 10.5% (l'unico modo, secondo i tecnici del ministero per impedire l'esodo dei 57 enni) per andarsene 3 anni prima in pensione?
Inoltre riaprire la questione dello scalone, quando di fatto la cosa poteva darsi per archiviata è autolesionistico, perchè espone (volontariamente?) il paese a mesi di contrasti politici all'interno della maggioranza tra sinistra-sinistra e le altre compagini governative, per una cosa che è inevitabile: siamo il paese più vecchio al mondo, quindi non è possibile andarsene in pensione così presto per la tenuta dei conti pubblici (l'Italia in pensioni spende una quota rilevante del pil, trascurando altri elementi tipici del welfare state.)
Non pensare a tutti quelli che, per metiro dello scalone, per 1 o 2 mesi, andranno in pensione + tardi...
Il super bouns, cmq, è stato un errore, imho.
ga444b666ma777r999in333i
28-12-2006, 09:55
http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1101988
quindi?
zerothehero
28-12-2006, 10:09
Non pensare a tutti quelli che, per metiro dello scalone, per 1 o 2 mesi, andranno in pensione + tardi...
Il super bouns, cmq, è stato un errore, imho.
E allora?
Anche con la Dini è stato così...mia madre per 6 mesi non è potuta andare in pensione...non si muore mica, se si fanno 3 anni in più di lavoro. O preferisci mandare in rovina i conti, per la gente che se ne deve andare in pensione a 57 con una vita media che oramai è di 78-80 anni? :confused:
Il disincentivo del 3.5% l'anno è una presa in giro, perchè di fatto costringe (pur togliendo nominalmente lo scalone) ad andare in pensione dopo, se non si vuole perdere un buon 10% dello stipendio.
E infatti Ferrero l'ha capito che è una presa in giro. :p
forte sto governo. Loro dopo 30 mesi di appartenenza ad una carica pubblico-governativa-statale(mi sfugge il termine) hanno diritto alla pensione a vita, altri dopo più di 30 anni di lavoro devono continuare a lavorare per mantenere questi ultimi, forte :D
DonaldDuck
28-12-2006, 10:32
quindi?
Quindi ho paura che ne esca un pasticcio. Ha detto bene zerothehero
Inoltre riaprire la questione dello scalone, quando di fatto la cosa poteva darsi per archiviata è autolesionistico, perchè espone (volontariamente?) il paese a mesi di contrasti politici all'interno della maggioranza tra sinistra-sinistra e le altre compagini governative, per una cosa che è inevitabile: siamo il paese più vecchio al mondo, quindi non è possibile andarsene in pensione così presto per la tenuta dei conti pubblici (l'Italia in pensioni spende una quota rilevante del pil, trascurando altri elementi tipici del welfare state.)
Non pensare a tutti quelli che, per metiro dello scalone, per 1 o 2 mesi, andranno in pensione + tardi...
Il super bouns, cmq, è stato un errore, imho.
Perchè secondo te il super bonus è stato un errore? Sono curioso... :)
ga444b666ma777r999in333i
28-12-2006, 11:50
E allora?
Anche con la Dini è stato così...mia madre per 6 mesi non è potuta andare in pensione...non si muore mica, se si fanno 3 anni in più di lavoro. O preferisci mandare in rovina i conti, per la gente che se ne deve andare in pensione a 57 con una vita media che oramai è di 78-80 anni? :confused:
Il disincentivo del 3.5% l'anno è una presa in giro, perchè di fatto costringe (pur togliendo nominalmente lo scalone) ad andare in pensione dopo, se non si vuole perdere un buon 10% dello stipendio.
E infatti Ferrero l'ha capito che è una presa in giro. :p
Hai mai sentito parlare di scivoli?
ga444b666ma777r999in333i
28-12-2006, 11:51
Perchè secondo te il super bonus è stato un errore? Sono curioso... :)
Esperienza fallimentare! Molti di quelli che hanno aderito, sarebbero rimasti al lavoro... Quindi niente risparmio, anzi, se possibile, meno retribuzione...
http://www.cipnazionale.it/Neu/html/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=162&mode=thread&order=0&thold=0
Vedremo che pasticcio faranno ora.
forte sto governo. Loro dopo 30 mesi di appartenenza ad una carica pubblico-governativa-statale(mi sfugge il termine) hanno diritto alla pensione a vita, altri dopo più di 30 anni di lavoro devono continuare a lavorare per mantenere questi ultimi, forte :D
Sono d'accordo, ma mica è un'invenzione di questo governo... :stordita:
Esperienza fallimentare! Molti di quelli che hanno aderito, sarebbero rimasti al lavoro... Quindi niente risparmio, anzi, se possibile, meno retribuzione...
http://www.cipnazionale.it/Neu/html/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=162&mode=thread&order=0&thold=0
Vedremo che pasticcio faranno ora.
Bene. Varie osservazioni.
1) Quell'articolo è di più di un anno fa (Aprile 2005). VOrrei vedere i risultati adesso.
2) I sindacati di che si lamentano? 19000 a Ottobre 2004 più 2000 persone al mese hanno avuto un aumento di stipendio di 400-800 euro in media... Di cosa si dovrebbero lamentare?
3) Affermano che circa il 50% sarebbero comunque rimasti al lavoro. Bene. Per quel 50% c'è una bella sorpresa in busta: come detto 400-800 euro al mese in media... Buttali via...
4) E' vero... Quei 400-800 euro al mese sono di introiti in meno per lo stato, ma l'altro 50% farà risparmiare 1200-1500 euro al mese di pensione (i contributi comunque non li avrebbero versati)...
5) Chi ci dice che le stime sono quelle? Nel pubblico c'è sempre una corsa a chi va prima in pensione, fregandosene del fatto che questa è inferiore allo stipendio... Immagino che nel privato ci sia una cosa analoga... E poi senza il superbonus quelle persone avrebbero si percepito uno stipendio più alto della pensione che li aspettava, ma avrebbero dovuto lavorarseli, oltre al fatto di versare contributi allo stato che non avrebbero incrementato ulteriromente la propria pensione... Quanti sarebbero disposti a lavorare per lo stato?
Insomma anche se le stime fossero così pessimistiche... 2 anni, a 2000 persone al mese, sono 50000 persone. Il 50% non versa più i contributi, quindi 25000x800 euro di mancati introiti e l'altro 50% non prende la pensione, 25000x1200, la differenza è di 25000x400 euro al mese di introiti allo stato, per la mendia di 12 mesi, ossia 12x25000x400 euro di soldi in più allo stato.
Sono 120 milioni di euro IN PIU' per lo stato... Buttali via...
Questo sempre nell'ipotesi pessimistica di un 50% che sarebbe rimasto comunque... E sovrastimando i contributi e sottostimando le pensioni...
;)
DonaldDuck
28-12-2006, 18:49
Sono d'accordo, ma mica è un'invenzione di questo governo... :stordita:
:what: mi tocca dare ragione ad un tipo di sinistra :D
mauriz83
28-12-2006, 19:09
Esperienza fallimentare! Molti di quelli che hanno aderito, sarebbero rimasti al lavoro... Quindi niente risparmio, anzi, se possibile, meno retribuzione...
http://www.cipnazionale.it/Neu/html/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=162&mode=thread&order=0&thold=0
Vedremo che pasticcio faranno ora.
quoto,mio padre se ne sarebbe andato se nella sua azienda avessero assunto me e avessero dato a lui un piccolo incentivo(i contributi fino alla maturazione della pensione pagati , più qualche regalino magari)
DonaldDuck
28-12-2006, 19:19
http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1102589
Si allarga il fronte della protesta Ferrero dà una mano ai ribelli
di LAURA DELLA PASQUA DI ostacolare l’uscita dal lavoro con l’introduzione di disincentivi non vogliono nemmeno sentir parlare. A sbarrare la strada a interventi sul sistema previdenziale sono i sindacati che si uniscono al fuoco di sbarramento della sinistra estrema. Il tavolo per discutere come rimettere mano alle pensioni non è stato ancora aperto che già le diverse forze politiche e sindacali mettono i paletti lasciando intendere che il percorso di Prodi e del ministro del Lavoro Cesare Damiano su questo terreno, sarà in salita. Una bocciatura secca al meccanismo dei disincentivi arriva dal segretario nazionale della Fiom-Cgil Luigi Cremaschi che ricorda come già nel ’94 furono proposti da Berlusconi e fu sciopero generale: il meccanismo che non ha nulla di volontario equivale, pertanto, allo sciopero generale contro il Governo, sostiene Cremaschi. «Va innanzitutto detto che la Cgil - spiega Cremaschi - non può sedersi al tavolo del confronto se prima non ha definito la sua piattaforma sulla quale consultare la propria gente: quindi ci vorrà tempo, altro che fine marzo». Incalza Gennaro Migliore, presidente dei deputati di Rifondazione. «Prima di ogni discussione deve essere immediatamente affrontata la partita aperta dell'abolizione dello scalone e dell'aumento delle pensioni minime, vero scandalo del sistema previdenziale italiano» e sottolinea che «oltre il 50% dei pensionati Inps percepisce 356 euro al mese: si tratta di una vera emergenza sociale alla quale va immediatamente data una risposta». Il punto della situazione verrà fatto l'11 e il 12 gennaio a Caserta dove il premier Romano Prodi si riunirà con i suoi ministri per preparare l'agenda di lavoro 2007. Felice Belisario, capogruppo dell'Italia dei valori in commissione Affari Costituzionali alla Camera, pungola le altre forze della maggioranza a «ragionare senza tabù ideologici». «L'età media degli italiani - afferma Felice Belisario, capogruppo dell'Italia dei valori in commissione Affari Costituzionali alla Camera - si è allungata ed è giusto che anche quella lavorativa tenga conto di questo fattore. Non sarà facile trovare un'intesa, ma è un obbligo che l'Unione ha davanti al Paese». Anche Roberto Villetti, capogruppo della Rosa nel Pugno alla Camera, invita la sinistra estrema ad abbandonare pregiudiziali ideologiche. A chiudere il fuoco di fila delle dichiarazioni è il ministro Paolo Ferrero che dà una mano al fronte del no. Uscendo dal Consiglio dei ministri l’esponente di Rifonfazione è tranchant: «Di riforma delle pensioni se ne parlerà a gennaio». Poi ribadisce la sua posizione: «Il primo problema è come si toglie lo scalone. Si può lavorare sugli incentivi ad andare in pensione, ma non su un aumento generalizzato dell’età pensionabile o sui disincentivi, perchè vorrebbe dire costringere i lavoratori con un reddito più basso a non poter scegliere di andare in pensione prima».
giovedì 28 dicembre 2006
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