Adric
10-12-2006, 18:54
Getta la spugna il primo italo-canadese ad aver raggiunto i vertici della Rcpm
Canada, tempesta sulle 'Giubbe Rosse': si dimette Zaccardelli
Il 'commissioner' travolto dallo scandalo Arar, ingegnere di origine siriana erroneamente definito ''vicino ad Al Qaeda'' e per questo deportato a Damasco dagli americani e poi torturato nelle carceri del suo paese d'origine
Ottawa, 8 dic.- (Adnkronos) - E' tempesta sulle Giubbe Rosse. Giuliano Zaccardelli (nella foto), il primo italo-canadese ad aver raggiunto i vertici della Royal Canadian Mounted Police, si è dimesso dopo una settimana di fuoco che lo ha visto al centro di aspre polemiche relativamente al caso di Maher Arar, un ingegnere canadese di origine siriana deportato a Damasco dagli americani e poi torturato nelle carceri del suo paese d'origine dopo che le Giubbe Rosse lo avevano erroneamente definito ''vicino ad Al Qaeda''.
A dare l'annuncio delle dimissioni di Zaccardelli, sollecitate dai liberali, dai neodemocratici e dai separatisti del Bloc Quebecois, è stato lo stesso premier conservatore Stephen Harper in Parlamento. ''Zaccardelli ha rassegnato le sue dimissioni, che ho prontamente accettato'', ha detto Harper. ''Il commissioner mi ha fatto sapere che secondo lui è nell'interesse dell'Rcpm avere una nuova dirigenza, tenendo contro delle importanti sfide che la polizia federale dovrà affrontare in futuro''. Harper, alle prese con il caso Arar che ha sollevato aspre polemiche tra le fila dell'opposizione, non ha mancato di ringraziare durante il Question Period in Parlamento l'operato della primo capo italo-canadese delle giubbe rosse. ''Ringrazio il commissioner per la dedizione con la quale ha svolto il suo lavoro nell'interesse dell'Rcmp e del Canada''.
La polemica su Zaccardelli, 59 anni, originario di Prezza, in provincia dell'Aquila e al vertice dell'Rcmp dal settembre 2000, era divampata lunedì scorso, dopo la seconda deposizione resa dal capo delle Giubbe Rosse sul caso Arar e nella quale era stata fornita una versione dei fatti che contraddiceva quanto da lui dichiarato in precedenza durante la prima testimonianza, resa nel settembre scorso. Zaccardelli aveva ammesso di aver fornito, sotto giuramento, delle ''informazioni poco accurate'' durante la prima deposizione. In particolare, Zaccardelli aveva dichiarato che nel settembre 2002 aveva appreso del passaggio di informazioni di intelligence poco accurate e precise inviate dalle Giubbe Rosse agli statunitensi sul caso Arar e di aver sempre informato i ministri del precedente governo sulla vicenda. Informazioni sbagliate che, tuttavia, risultarono in realtà determinanti nella decisione, adottata dagli Usa, di deportare Arar a Damasco, come ha accertato la commissione d'inchiesta guidata dal giudice Denis O'Connor.
Arar, ingegnere di origine siriana residente a Ottawa,venne arrestato a New York mentre era in transito in Usa per tornare in Canada nel settembre 2002 proveniente da una vacanza in Tunisia con la famiglia. Avendo la doppia cittadinanza, l'ingegnere finì così in Siria, dove venne immediatamente arrestato e detenuto per mesi in una cella di isolamento, dove venne ripetutamente torturato.
Lunedì scorso, sotto giuramento Zaccardelli è stato protagonista di un vero e proprio colpo di scena, affermando stavolta che quanto aveva sostenuto in settembre non era vero. ''In realtà della presenza di informazioni sbagliate sono venuto a conoscenza solo nel 2006 e non nel 2002''. Il capo italo-canadese delle Giubbe Rosse ha sostenuto che ''né io, né i miei più stretti collaboratori eravamo stati informati dell'errore. Credo che alcuni aspetti della mia precedente testimonianza sarebbero dovuti essere più precisi e presentati in modo più chiaro'', ha sostenuto. ''Mi dispiace e chiedo scusa per questo errore del quale mi sono accorto solo alla fine della mia presentazione nel mese di novembre'', quando alla commissione d'inchiesta chiese in una lettere di poter nuovamente comparire per ''chiarire alcuni aspetti'' della precedente testimonianza.
Zaccardelli, ribadendo di aver sofferto molto per il malinteso, ha ammesso ''di avere fatto un errore', confermando tuttavia che Arar venne considerato legittimamente come ''persona di un certo interesse'' successivamente agli attentati dell'11 settembre, ma di essere sempre stati espliciti con gli 007 americani sulla necessità di non deportarlo in quanto ''mancavano prove sufficienti per legarlo ad Al Qaeda. Non era una persona colpevole,né innocente, ma solo una persona di interesse investigativo. Certamente non 'erano elementi sufficienti per impedire il suo ingresso in Canada''. Arar fini però deportato in Siria e ''solo a quel punto abbiamo realizzato la gravità dell'errore''. Parlando di ''buona fede da parte di tutti quelli coinvolti'', e assicurando che i più alti ufficiali delle Giubbe Rosse non erano al corrente delle informazioni errate trasmesse ai servizi di intelligence americani, Zaccardelli ha aggiunto che i vertici dell'Rcmp ricevettero informazioni ''sommarie'' sul caso Arar.
Insomma, un vero e proprio pasticcio. Da qui la tempesta sul direttore italo-canadese delle Giubbe Rosse, finito sotto il tiro dell'opposizione al governo conservatore di Stephen Harper. Liberali, seperatisti del Bloc Quebecois e neodemocratici dell'Ndp hanno chiesto martedi' in coro le dimissioni di Zaccardelli, che dopo aver cercato in tutti i modi di salvare la sua permanenza al vertice del prestigioso corpo di polizia federale è stato costretto a capitolare presentando la lettera di dimissioni al premier Harper.
In una conferenza stampa, visibilmente emozionato, Zaccardelli ha assicurato di aver fatto il proprio dovere e ha giurato che sul caso Arar non ci sono state pressioni politiche. ''Non avevo e non ho avuto altra scelta se non quella di dire la verità. Al di là delle difficoltà che si possono concentrare sulla mia persona, l'importante è conservare e difendere a tutti i costi il prestigio della Royal Canadian Mounted Police'', dalla quale ha detto di essersi dimesso per ''conservare la fiducia dei canadesi verso l'istituzione''.
Difendendo la sua decisione di non esautorare i responsabili del clamoroso errore compiuto su Arar (''si è trattato di un'azione in buona fede e soprattutto giustificabile a causa della confusione esistente dopo i drammatici fatti dell'11 settembre''), Zaccardelli di fronte alla stampa ha chiarito quali fossero in realtà le informazioni in possesso alle Giubbe Rosse sull'ingegnere siriano-canadese. ''Mi hanno detto certe cose di Arar e in particolare che era una persona di 'un certo interesse per le indagini', ma mi dissero anche che non avevano abbastanza per arrestarlo e che avevano scambiato qualche informazione con gli americani. Mi fu anche detto che non avevano elementi per impedirgli di tornare in Canada''. La verità, tuttavia, venne a galla solo dopo il termine dei lavori della commissione d'inchiesta sulla vicenda guidata dal dal giudice O'Connor. ''Solo allora-ha ammesso l'ex capo delle Giubbe Rosse- ho avuto il quadro completo dei fatti''. Dopo Zaccardelli, nel mirino è finito il ministro della Pubblica Sicurezza Stockwell Day,al quale l'opposizione rimprovera di non aver silurato subito il capo delle Giubbe Rosse, ora alla ricerca di un nuovo comandante.
(adnkronos.com IGN)
Canada, tempesta sulle 'Giubbe Rosse': si dimette Zaccardelli
Il 'commissioner' travolto dallo scandalo Arar, ingegnere di origine siriana erroneamente definito ''vicino ad Al Qaeda'' e per questo deportato a Damasco dagli americani e poi torturato nelle carceri del suo paese d'origine
Ottawa, 8 dic.- (Adnkronos) - E' tempesta sulle Giubbe Rosse. Giuliano Zaccardelli (nella foto), il primo italo-canadese ad aver raggiunto i vertici della Royal Canadian Mounted Police, si è dimesso dopo una settimana di fuoco che lo ha visto al centro di aspre polemiche relativamente al caso di Maher Arar, un ingegnere canadese di origine siriana deportato a Damasco dagli americani e poi torturato nelle carceri del suo paese d'origine dopo che le Giubbe Rosse lo avevano erroneamente definito ''vicino ad Al Qaeda''.
A dare l'annuncio delle dimissioni di Zaccardelli, sollecitate dai liberali, dai neodemocratici e dai separatisti del Bloc Quebecois, è stato lo stesso premier conservatore Stephen Harper in Parlamento. ''Zaccardelli ha rassegnato le sue dimissioni, che ho prontamente accettato'', ha detto Harper. ''Il commissioner mi ha fatto sapere che secondo lui è nell'interesse dell'Rcpm avere una nuova dirigenza, tenendo contro delle importanti sfide che la polizia federale dovrà affrontare in futuro''. Harper, alle prese con il caso Arar che ha sollevato aspre polemiche tra le fila dell'opposizione, non ha mancato di ringraziare durante il Question Period in Parlamento l'operato della primo capo italo-canadese delle giubbe rosse. ''Ringrazio il commissioner per la dedizione con la quale ha svolto il suo lavoro nell'interesse dell'Rcmp e del Canada''.
La polemica su Zaccardelli, 59 anni, originario di Prezza, in provincia dell'Aquila e al vertice dell'Rcmp dal settembre 2000, era divampata lunedì scorso, dopo la seconda deposizione resa dal capo delle Giubbe Rosse sul caso Arar e nella quale era stata fornita una versione dei fatti che contraddiceva quanto da lui dichiarato in precedenza durante la prima testimonianza, resa nel settembre scorso. Zaccardelli aveva ammesso di aver fornito, sotto giuramento, delle ''informazioni poco accurate'' durante la prima deposizione. In particolare, Zaccardelli aveva dichiarato che nel settembre 2002 aveva appreso del passaggio di informazioni di intelligence poco accurate e precise inviate dalle Giubbe Rosse agli statunitensi sul caso Arar e di aver sempre informato i ministri del precedente governo sulla vicenda. Informazioni sbagliate che, tuttavia, risultarono in realtà determinanti nella decisione, adottata dagli Usa, di deportare Arar a Damasco, come ha accertato la commissione d'inchiesta guidata dal giudice Denis O'Connor.
Arar, ingegnere di origine siriana residente a Ottawa,venne arrestato a New York mentre era in transito in Usa per tornare in Canada nel settembre 2002 proveniente da una vacanza in Tunisia con la famiglia. Avendo la doppia cittadinanza, l'ingegnere finì così in Siria, dove venne immediatamente arrestato e detenuto per mesi in una cella di isolamento, dove venne ripetutamente torturato.
Lunedì scorso, sotto giuramento Zaccardelli è stato protagonista di un vero e proprio colpo di scena, affermando stavolta che quanto aveva sostenuto in settembre non era vero. ''In realtà della presenza di informazioni sbagliate sono venuto a conoscenza solo nel 2006 e non nel 2002''. Il capo italo-canadese delle Giubbe Rosse ha sostenuto che ''né io, né i miei più stretti collaboratori eravamo stati informati dell'errore. Credo che alcuni aspetti della mia precedente testimonianza sarebbero dovuti essere più precisi e presentati in modo più chiaro'', ha sostenuto. ''Mi dispiace e chiedo scusa per questo errore del quale mi sono accorto solo alla fine della mia presentazione nel mese di novembre'', quando alla commissione d'inchiesta chiese in una lettere di poter nuovamente comparire per ''chiarire alcuni aspetti'' della precedente testimonianza.
Zaccardelli, ribadendo di aver sofferto molto per il malinteso, ha ammesso ''di avere fatto un errore', confermando tuttavia che Arar venne considerato legittimamente come ''persona di un certo interesse'' successivamente agli attentati dell'11 settembre, ma di essere sempre stati espliciti con gli 007 americani sulla necessità di non deportarlo in quanto ''mancavano prove sufficienti per legarlo ad Al Qaeda. Non era una persona colpevole,né innocente, ma solo una persona di interesse investigativo. Certamente non 'erano elementi sufficienti per impedire il suo ingresso in Canada''. Arar fini però deportato in Siria e ''solo a quel punto abbiamo realizzato la gravità dell'errore''. Parlando di ''buona fede da parte di tutti quelli coinvolti'', e assicurando che i più alti ufficiali delle Giubbe Rosse non erano al corrente delle informazioni errate trasmesse ai servizi di intelligence americani, Zaccardelli ha aggiunto che i vertici dell'Rcmp ricevettero informazioni ''sommarie'' sul caso Arar.
Insomma, un vero e proprio pasticcio. Da qui la tempesta sul direttore italo-canadese delle Giubbe Rosse, finito sotto il tiro dell'opposizione al governo conservatore di Stephen Harper. Liberali, seperatisti del Bloc Quebecois e neodemocratici dell'Ndp hanno chiesto martedi' in coro le dimissioni di Zaccardelli, che dopo aver cercato in tutti i modi di salvare la sua permanenza al vertice del prestigioso corpo di polizia federale è stato costretto a capitolare presentando la lettera di dimissioni al premier Harper.
In una conferenza stampa, visibilmente emozionato, Zaccardelli ha assicurato di aver fatto il proprio dovere e ha giurato che sul caso Arar non ci sono state pressioni politiche. ''Non avevo e non ho avuto altra scelta se non quella di dire la verità. Al di là delle difficoltà che si possono concentrare sulla mia persona, l'importante è conservare e difendere a tutti i costi il prestigio della Royal Canadian Mounted Police'', dalla quale ha detto di essersi dimesso per ''conservare la fiducia dei canadesi verso l'istituzione''.
Difendendo la sua decisione di non esautorare i responsabili del clamoroso errore compiuto su Arar (''si è trattato di un'azione in buona fede e soprattutto giustificabile a causa della confusione esistente dopo i drammatici fatti dell'11 settembre''), Zaccardelli di fronte alla stampa ha chiarito quali fossero in realtà le informazioni in possesso alle Giubbe Rosse sull'ingegnere siriano-canadese. ''Mi hanno detto certe cose di Arar e in particolare che era una persona di 'un certo interesse per le indagini', ma mi dissero anche che non avevano abbastanza per arrestarlo e che avevano scambiato qualche informazione con gli americani. Mi fu anche detto che non avevano elementi per impedirgli di tornare in Canada''. La verità, tuttavia, venne a galla solo dopo il termine dei lavori della commissione d'inchiesta sulla vicenda guidata dal dal giudice O'Connor. ''Solo allora-ha ammesso l'ex capo delle Giubbe Rosse- ho avuto il quadro completo dei fatti''. Dopo Zaccardelli, nel mirino è finito il ministro della Pubblica Sicurezza Stockwell Day,al quale l'opposizione rimprovera di non aver silurato subito il capo delle Giubbe Rosse, ora alla ricerca di un nuovo comandante.
(adnkronos.com IGN)