Adric
02-12-2006, 11:55
Chiusa per nazismo
Punita la curva ultrà e razzista del Paris Saint Germain
PARIGI - La curva del razzismo del Parc des Princes è stata chiusa. Nessuno dei Boulogne Boys sarà al suo posto domenica per Paris Saint Germain-Tolosa. Né per il resto del campionato. La prefettura di Parigi ha infatti deciso di imporre il silenzio «a tempo indeterminato» su quegli spalti da dove ogni domenica, da anni, piovono insulti razzisti e antisemiti, minacce di morte, dichiarazioni di guerra. La stessa curva cui apparteneva Julien Quemener, 24 anni, ucciso il 23 novembre scorso a qualche centinaio di metri da un poliziotto di colore che stava per essere linciato e al quale è stata riconosciuta la legittima difesa. A sostituire i 2000 tifosi che non potranno entrare allo stadio, ci saranno 1200 agenti della polizia. Altri settecento andranno a rinforzare la sicurezza fuori dei cancelli. La partita comincerà alle tre del pomeriggio, con due ore di anticipo, per evitare che il buio favorisca gli scontri. Ma il clima resta pesante.
Tutti i biglietti ancora in vendita per il match di domenica sono stati ritirati. Sospese dal club anche tutte le operazioni promozionali. Il ministro dell'Interno Nicolas Sarkozy, sceso in campo subito dopo la guerriglia del 23 novembre, ha annunciato che potranno entrare allo stadio soltanto i supporter che hanno acquistato il biglietto «attraverso un'associazione di tifosi», confermando il raddoppio «dei divieti amministrativi e giudiziari». Ben deciso a smentire le accuse di lassismo, Sarkozy ha anche assicurato che tutti i club di supporter che «non si dissoceranno immediatamente dai movimenti o dalle azioni violente saranno immediatamente sciolti». Ma se i club «ufficiali» lanciano appelli alla calma, sui siti e i blog degli Ultrà il tono è ben diverso. La rabbia è salita davanti al rifiuto di osservare un minuto di silenzio per il ragazzo ucciso prima dell'inizio della partita. No anche al lutto al braccio per i giocatori del Psg.
La polizia teme soprattutto le rappresaglie degli «Indipendenti», circa trecento tifosi ora rimasti senza tribuna, i più violenti e i più politicizzati. Uno di loro ha fatto sapere ai microfoni della radio Rtl che «a meno di un miracolo, domenica non finirà bene».
«Se vogliono la guerra, avranno la guerra» ha risposto dalle colonne del quotidiano sportivo «L'Equipe» il commissario Michel Lepoix, responsabile della lotta contro gli hooligan al ministero dell'Interno. Il presidente del Psg Alain Caysac ha da parte sua ammesso di avere «molti timori» per la partita contro il Tolosa: «non averne - ha detto - sarebbe da irresponsabile». Accusato da sempre di troppa compiacenza nei confronti delle frange più violente del suo tifo, il presidente Caysac si è sforzato in questi giorni di mettere le cose in chiaro. «Il Psg non è un club fascista» ha martellato, annunciando che il club «non venderà più biglietti a persone non identificate» e che verrà attuato «un rinnovo dei controlli che costerà due milioni di euro». «Preferisco giocare in un stadio mezzo vuoto che rivivere questi drammi - ha detto - Se questo è il prezzo da pagare per ritrovare la convivialità e consentire alle famiglie di tornare allo stadio, la tristezza non mi fa paura».
(Il Messaggero)
Punita la curva ultrà e razzista del Paris Saint Germain
PARIGI - La curva del razzismo del Parc des Princes è stata chiusa. Nessuno dei Boulogne Boys sarà al suo posto domenica per Paris Saint Germain-Tolosa. Né per il resto del campionato. La prefettura di Parigi ha infatti deciso di imporre il silenzio «a tempo indeterminato» su quegli spalti da dove ogni domenica, da anni, piovono insulti razzisti e antisemiti, minacce di morte, dichiarazioni di guerra. La stessa curva cui apparteneva Julien Quemener, 24 anni, ucciso il 23 novembre scorso a qualche centinaio di metri da un poliziotto di colore che stava per essere linciato e al quale è stata riconosciuta la legittima difesa. A sostituire i 2000 tifosi che non potranno entrare allo stadio, ci saranno 1200 agenti della polizia. Altri settecento andranno a rinforzare la sicurezza fuori dei cancelli. La partita comincerà alle tre del pomeriggio, con due ore di anticipo, per evitare che il buio favorisca gli scontri. Ma il clima resta pesante.
Tutti i biglietti ancora in vendita per il match di domenica sono stati ritirati. Sospese dal club anche tutte le operazioni promozionali. Il ministro dell'Interno Nicolas Sarkozy, sceso in campo subito dopo la guerriglia del 23 novembre, ha annunciato che potranno entrare allo stadio soltanto i supporter che hanno acquistato il biglietto «attraverso un'associazione di tifosi», confermando il raddoppio «dei divieti amministrativi e giudiziari». Ben deciso a smentire le accuse di lassismo, Sarkozy ha anche assicurato che tutti i club di supporter che «non si dissoceranno immediatamente dai movimenti o dalle azioni violente saranno immediatamente sciolti». Ma se i club «ufficiali» lanciano appelli alla calma, sui siti e i blog degli Ultrà il tono è ben diverso. La rabbia è salita davanti al rifiuto di osservare un minuto di silenzio per il ragazzo ucciso prima dell'inizio della partita. No anche al lutto al braccio per i giocatori del Psg.
La polizia teme soprattutto le rappresaglie degli «Indipendenti», circa trecento tifosi ora rimasti senza tribuna, i più violenti e i più politicizzati. Uno di loro ha fatto sapere ai microfoni della radio Rtl che «a meno di un miracolo, domenica non finirà bene».
«Se vogliono la guerra, avranno la guerra» ha risposto dalle colonne del quotidiano sportivo «L'Equipe» il commissario Michel Lepoix, responsabile della lotta contro gli hooligan al ministero dell'Interno. Il presidente del Psg Alain Caysac ha da parte sua ammesso di avere «molti timori» per la partita contro il Tolosa: «non averne - ha detto - sarebbe da irresponsabile». Accusato da sempre di troppa compiacenza nei confronti delle frange più violente del suo tifo, il presidente Caysac si è sforzato in questi giorni di mettere le cose in chiaro. «Il Psg non è un club fascista» ha martellato, annunciando che il club «non venderà più biglietti a persone non identificate» e che verrà attuato «un rinnovo dei controlli che costerà due milioni di euro». «Preferisco giocare in un stadio mezzo vuoto che rivivere questi drammi - ha detto - Se questo è il prezzo da pagare per ritrovare la convivialità e consentire alle famiglie di tornare allo stadio, la tristezza non mi fa paura».
(Il Messaggero)