IpseDixit
29-11-2006, 08:43
PARMA — «Che fine hanno fatto i soldi raccolti in nome del piccolo Tommy?». Non solo dolore e strazio dopo la perdita del figlioletto, rapito e ucciso a Parma la sera del 2 marzo scorso, ma anche il dubbio atroce che qualcuno abbia speculato sulla sua pelle. «Vogliamo sapere con precisione quanto danaro è arrivato via posta, o è stato versato sui conti indicati nel sito dedicato a nostro figlio» annuncia la madre del bimbo.
I DUBBI — Torna in scena Paola Onofri. Non più muta, in un angolo, ma con rinnovata grinta, disposta a difendere con le unghie la memoria di Tommy. Sono quasi le 20, nel casolare di Casalbaroncolo. Protetta da un nuovo cane e da telecamere di vigilanza, Paola riordina la cucina, la stessa dove nove mesi fa il muratore siciliano Mario Alessi e il suo complice Salvatore Raimondi, mascherati da rapinatori, le portarono via il bambino, dopo aver legato lei e il marito Paolo con del nastro adesivo. Il peggio è passato, ma la rabbia, ora, sembra quasi la stessa: «Non accuso nessuno — spiega —, ma i soldi sembrano spariti. Per questo ho chiesto un appuntamento con il magistrato per andare in fondo a questa storia».
Una storia che inizia qualche mese fa, in occasione di una partita di calcio, organizzata con la Nazionale cantanti per donare un'ambulanza pediatrica alla Croce Rossa di Parma. È allora che i genitori di Tommy cominciano a interessarsi delle attività in memoria del figlio gestite, sin dall'inizio, da un comitato sorto tra gli amici di famiglia. In prima linea Claudio Borghi, con la carica di presidente: conoscenza ventennale di Paolo Onofri, sindacalista, attivo nelle associazioni di volontariato. Il comitato si muove soprattutto attraverso Internet, grazie a un sito e a un blog, con centinaia di simpatizzanti. Sul web spuntano pure due conti correnti, uno alle Poste, l'altro in banca, finalizzati «per finanziare iniziative e progetti, tra i quali una fondazione in memoria del piccolo Tommy». Ma a settembre, sul punto di raccogliere i fondi per l'ambulanza, emerge che la fondazione non è stata costituita, e neppure un'associazione idonea a ricevere i soldi.
I genitori di Tommy cascano dalle nuvole, mentre l'organizzazione della Nazionale cantanti mette a disposizione il suo conto corrente per risolvere il problema. Ma solo temporaneamente. Il 20 settembre nasce l'associazione «Tommy nel cuore». Con uno scopo: chiudere il comitato e trasferirne i fondi. Ma i tempi si allungano. Il commercialista incaricato di mettere ordine dice di non avere gli strumenti per farlo. Mancherebbero «le pezze giustificative», ci sarebbero 17 mila euro da pagare per una fornitura di 5.000 magliette, ancora nessuna traccia, invece, di 10 mila euro ricavati dalla vendita di una parte di queste (duemila). Da un estratto conto, inoltre, risulterebbero, finora, solo ottomila euro. Forse è questione di tempo per avere i dettagli, ma Paola Onofri ha già deciso: «Basta con il vecchio comitato, di nostro figlio ci occuperemo direttamente noi».
LE INIZIATIVE — In attesa di prendere formalmente il posto di Claudio Borghi, la mamma di Tommy ha già un programma: un nuovo sito (presto in rete, www.tommynelcuore.it), dotato di blog, forum, galleria fotografica, eventi. Cambiano i moderatori, ma gli iscritti sono fedeli. Lo dimostra l'iniziativa, interamente gestita dagli Onofri, di vendere un libro via Internet, al prezzo di otto euro, scritto e stampato a spese di un artista locale: «Abbiamo già ricavato 2.400 euro, che invieremo a una bambina con una grave malformazione al cuore». E poi c'è un altro volumetto in arrivo: poesie e ritagli di giornale, pubblicati in rete durante i giorni del sequestro. Ci sono anche i disegni inviati dalle scuole di tutt'Italia: potrebbero diventare un album entro Natale.
Intanto si fa il bilancio degli ultimi nove mesi: pozzi d'acqua in Kenia e Somalia, due aule scolastiche in Etiopia. Finanziati con soldi raccolti tramite i PostePay intestati ai responsabili regionali che lavorano per il comitato: «per adesso le uniche certezze».
29 novembre 2006
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/11_Novembre/29/tommy.shtml
I DUBBI — Torna in scena Paola Onofri. Non più muta, in un angolo, ma con rinnovata grinta, disposta a difendere con le unghie la memoria di Tommy. Sono quasi le 20, nel casolare di Casalbaroncolo. Protetta da un nuovo cane e da telecamere di vigilanza, Paola riordina la cucina, la stessa dove nove mesi fa il muratore siciliano Mario Alessi e il suo complice Salvatore Raimondi, mascherati da rapinatori, le portarono via il bambino, dopo aver legato lei e il marito Paolo con del nastro adesivo. Il peggio è passato, ma la rabbia, ora, sembra quasi la stessa: «Non accuso nessuno — spiega —, ma i soldi sembrano spariti. Per questo ho chiesto un appuntamento con il magistrato per andare in fondo a questa storia».
Una storia che inizia qualche mese fa, in occasione di una partita di calcio, organizzata con la Nazionale cantanti per donare un'ambulanza pediatrica alla Croce Rossa di Parma. È allora che i genitori di Tommy cominciano a interessarsi delle attività in memoria del figlio gestite, sin dall'inizio, da un comitato sorto tra gli amici di famiglia. In prima linea Claudio Borghi, con la carica di presidente: conoscenza ventennale di Paolo Onofri, sindacalista, attivo nelle associazioni di volontariato. Il comitato si muove soprattutto attraverso Internet, grazie a un sito e a un blog, con centinaia di simpatizzanti. Sul web spuntano pure due conti correnti, uno alle Poste, l'altro in banca, finalizzati «per finanziare iniziative e progetti, tra i quali una fondazione in memoria del piccolo Tommy». Ma a settembre, sul punto di raccogliere i fondi per l'ambulanza, emerge che la fondazione non è stata costituita, e neppure un'associazione idonea a ricevere i soldi.
I genitori di Tommy cascano dalle nuvole, mentre l'organizzazione della Nazionale cantanti mette a disposizione il suo conto corrente per risolvere il problema. Ma solo temporaneamente. Il 20 settembre nasce l'associazione «Tommy nel cuore». Con uno scopo: chiudere il comitato e trasferirne i fondi. Ma i tempi si allungano. Il commercialista incaricato di mettere ordine dice di non avere gli strumenti per farlo. Mancherebbero «le pezze giustificative», ci sarebbero 17 mila euro da pagare per una fornitura di 5.000 magliette, ancora nessuna traccia, invece, di 10 mila euro ricavati dalla vendita di una parte di queste (duemila). Da un estratto conto, inoltre, risulterebbero, finora, solo ottomila euro. Forse è questione di tempo per avere i dettagli, ma Paola Onofri ha già deciso: «Basta con il vecchio comitato, di nostro figlio ci occuperemo direttamente noi».
LE INIZIATIVE — In attesa di prendere formalmente il posto di Claudio Borghi, la mamma di Tommy ha già un programma: un nuovo sito (presto in rete, www.tommynelcuore.it), dotato di blog, forum, galleria fotografica, eventi. Cambiano i moderatori, ma gli iscritti sono fedeli. Lo dimostra l'iniziativa, interamente gestita dagli Onofri, di vendere un libro via Internet, al prezzo di otto euro, scritto e stampato a spese di un artista locale: «Abbiamo già ricavato 2.400 euro, che invieremo a una bambina con una grave malformazione al cuore». E poi c'è un altro volumetto in arrivo: poesie e ritagli di giornale, pubblicati in rete durante i giorni del sequestro. Ci sono anche i disegni inviati dalle scuole di tutt'Italia: potrebbero diventare un album entro Natale.
Intanto si fa il bilancio degli ultimi nove mesi: pozzi d'acqua in Kenia e Somalia, due aule scolastiche in Etiopia. Finanziati con soldi raccolti tramite i PostePay intestati ai responsabili regionali che lavorano per il comitato: «per adesso le uniche certezze».
29 novembre 2006
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/11_Novembre/29/tommy.shtml