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View Full Version : Getty Museum (Los Angeles) non restituirà all'Italia parte delle sculture trafugate


Adric
24-11-2006, 01:25
Il ministro dei Beni culturali dopo il rifiuto di restituire una parte delle sculture trafugate e finite negli Usa: "Sono tutte italiane"

Rutelli contro il Paul Getty Museum
"Non possono esporre opere rubate"

"Il confronto è stato sospeso da loro. Ma noi vogliamo collaborare"
Il museo replica: "Pronti a incontrare il ministro, ma Atleta e Venere restano qui"

ROMA - L'Italia non cede di una virgola. Le 46 opere d'arte trafugate illegalmente ed esposte al J. Paul Getty Museum di Malibu devono tornare nel nostro Paese. "Non tanto e non solo perché legalmente abbiamo tutte le ragioni e la documentazione ce ne dà atto, ma perché un museo internazionale importante e prestigioso come il Getty non può continuare ad esporre opere che in tutta evidenza sono state sottratte all'Italia". Tra queste i due pezzi ormai simbolo della contesa tra Roma e Malibu: la Venere di Morgantina e l'Atleta bronzeo di Lisippo.

Il giorno dopo il grande rifiuto del Getty di restituire quanto richiesto dal ministero dei Beni culturali - un totale di 46 opere su 52 complessive analizzate: l'Italia ha rinunciato a sei 'pezzi' perché si è appurato che provengono da un altro Paese - dopo una lunga e faticosa trattativa durata almeno sei mesi, tocca a Francesco Rutelli argomentare "la delusione" per la lettera ricevuta dalla fondazione di Los Angeles "che, con una decisione unilaterale, ha interrotto la negoziazione". Rutelli definisce "accordo tombale" la proposta del Getty di restituire solo 26 antichità.


Quasi immediata la replica alle dichiarazioni del ministro. Il direttore del Getty invita Rutelli, in occasione del suo prossimo viaggio negli Usa, a visitare la collezione: "Sono pronto a incontrarlo", scrive Miachel Brand in una nota. Ma ribadisce anche che non ha intenzione di restituire l'Atleta bronzeo e, quanto alla Venere, si continueranno gli studi per appurarne la reale provenienza.

Oggi il vicepremier ai giornalisti ha spiegato come si sia arrivati alla rottura della negoziazione: "Appena venerdì scorso abbiamo ricevuto la delegazione del museo e avevamo deciso di non divulgare gli esiti negativi dell'incontro anche in virtù del viaggio che nei prossimi giorni ci porterà in America per presentare nostre importanti opere al Metropolitan di New York e al Museum Fine Art di Boston". L'uscita - sul New York Times - del direttore del Getty ha spiazzato e irritato il ministro.

"Il confronto è sospeso - spiega Rutelli - E' il museo Getty che lo ha interrotto. Se vuole restituire all'Italia le ventisei opere che per sua stessa ammissione sono state trafugate al nostro paese, lo può fare attraverso la magistratura. Il dovere del nostro governo però, è di chiarire che tutti i musei del mondo che possiedono opere trafugate all'Italia devono restituirle".

Il ministro chiarisce che sono finiti i tempi in cui - anche in Italia - si accettava con "silenziosa tolleranza" il grande traffico di antichità rubate. "Sono moltissime le istituzioni internazionali pubbliche e private che, in questo momento, si stanno rivolgendo a noi per restituirci opere d'arte".

La strategia italiana è limpida anche se Rutelli preferisce non mostrare i muscoli. Il vicepremier non parla né di "embargo", né di altre contromisure verso l'istituzione californiana. Anzi: "Spero - afferma Rutelli - che la strada per la collaborazione e per giungere ad una conclusione positiva si possa riaprire".

E' ovvio, aggiunge che "provvedimenti saranno eventualmente adottati se il confronto non riprenderà. Non voglio precorrere quello che potrebbe accadere; il Getty è una grande istituzione che ha molte relazioni con l'Italia, tutte meritorie. Tra l'altro se fosse raggiunto un accordo ci guadagnerebbe moltissimo perché l'Italia è pronta a prestiti significativi".

Detto questo Rutelli allontana alcuni dubbi. Innanzitutto sull'ormai famoso documento sottoscritto il 5 novembre e considerato "conclusivo" dal Getty Museum. "Non ho mai firmato alcuna intesa con il Getty che potesse escludere dal rientro in Italia parte delle opere che noi riteniamo di nostra proprietà. Secondo voi è mai possibile che il governo italiano faccia una cosa del genere? E' possibile che noi si rinunci volontariamente a opere che, è provato da accertamenti sia giudiziari, sia scientifici, appartengono all'Italia?".

Quindi, è la conclusione, l'Italia non rinuncerà mai né all'Aphrodite, frutto di uno scavo a Morgantina in Sicilia nel 1979, né all'Atleta bronzeo che venne rinvenuto nelle acque di Fano da alcuni pescatori nel 1964, nascosto in Italia e poi fatto espatriare illegalmente per essere rivenduto al Getty. Spiega Rutelli: "Dicono che è stato trovato in acque internazionali? Ebbene noi abbiamo i verbali dei carabinieri che sostengono il contrario, ovvero che la statua venne pescata in acque italiane al largo di Pesaro". E poi ci sono gli affreschi pompeiani trafugati da Boscoreale: "Se non vengono dall'Italia quelli, da dove dovrebbero provenire?" chiede retoricamente il ministro.

Poi Rutelli svela che, in realtà, non sono solo 46 le antichità che l'Italia rivuole dal Getty. "Diciamo che queste abbiamo la certezza che siano nostre, ma stiamo valutando molte altre decine di opere che potrebbero essere frutto di traffici illeciti".

L'istituzione d'arte californiana si dice pronta "a riprendere le trattative". Una interruzione della collaborazione sarebbe "tragica". E spiega che dagli anni '80 il museo ha prestato all'Italia più di 80 opere, "il doppio rispetto al numero di oggetti che l'Italia ha prestato al Getty". E poi finanziamenti, borse di studio, stage. "La tragedia è che entrambi soffriremo se questo straordinario scambio di idee e conoscenze che mira a studiare e conservare il patrimonio culturale italiano viene fermato". Certo, le condizioni non cambiano: restituzione immediata di 26 opere, ricerche sulle origini della Venere, ma nessun compromesso sull'Atleta bronzeo.

(23 novembre 2006)
(La Repubblica)

Adric
26-11-2006, 06:07
Venerdì 24 Novembre 2006

Beni Culturali/ Un nuovo dossier fa lievitare il numero degli oggetti contesi tra Italia e Stati Uniti

di FABIO ISMAN
LA querelle con il Getty Museum si complica. Il vicepremier e ministro dei Beni culturali, Francesco Rutelli, un po’ fa il disponibile, ma un po’ rilancia, ed ammonisce. «Con il Getty vogliamo un accordo. Loro hanno sospeso il confronto: devono decidere se lo vogliono riprendere». Però, e mostra una sfilza di almeno un centinaio di fotografie a colori, «m’hanno consegnato un dossier aggiuntivo, estraneo al contenzioso di cui abbiamo discusso finora: altri oggetti del Getty, la cui provenienza può essere irregolare; ora vedremo, esamineremo, studieremo». Passa anche una cifra, tra il Ministero e Palazzo di Giustizia: che oltre alle 52 di cui si discute, il museo californiano conservi altre 250 opere “dubbie”. Il Getty dice che avete siglato un accordo: «No; nemmeno un verbale, ma una bozza di verbale su quanto le delegazioni si sono dette». E che l’ Atleta di Fano è stato acquisito legittimamente, poiché pescato in acque internazionali: «Quel bronzo di Lisippo era in Italia, da dove è uscito clandestinamente. John Paul Getty non lo voleva acquistare senza una provenienza più che limpida; un anno dopo che è morto, il museo lo ha comperato». Il Getty dice che vuole intanto rispedire in Italia 26 opere, del cui quanto meno incauto acquisto, finalmente, si capacita: «Fuori da un accordo globale, che prevede anche fruttuosi e importanti rapporti di collaborazione, non voglio saperne: li spediscano alla magistratura, certo non al Ministero».
Un Rutelli infuriato con i “ furbetti del museino ”, che però sorride. «Non siamo in tribunale; non elencherò i nostri diritti, sacrosanti, sulla Venere di Morgantina, o sul Lisippo. Preferisco altri due discorsi: per troppo tempo si è accettato con indifferenza, nel mondo ma un po’ anche da noi, un grande traffico di archeologia rubata, scavata di frodo, esportata in modo clandestino; questa stagione è finita, e molti musei anche negli Usa l’hanno capito. Per voltare pagina occorre prima restituire le opere trafugate. E’ un obbligo morale, prima ancora che giuridico, per chi voglia collaborare con le nostre istituzioni culturali, di non esporre roba rubata». Quali rappresaglie possibili? «E’ prematuro parlarne: speriamo ancora di poter concludere un negoziato bonario, extragiudiziale, che conviene a tutti».
Rutelli, lunedì sarà negli Usa; al Metropolitan di New York e al Fine Arts museum di Boston celebrerà gli accordi stipulati, recando importanti reperti in prestito; «altri musei americani, e anche dei privati, stanno chiudendo le rispettive partite»; come dire: cari americani, il Getty è il peggiore tra voi, dovete isolarlo; e non solo negli Usa: «Giorni fa, ho parlato di questi problemi con il Ministro greco; so che anche Atene ha aperto un’inchiesta». Però stavolta, al Ministero, adotta una linea più morbida, «ma restiamo assai determinati. E da tanti studiosi, stiamo ricevendo documentazione su altre decine d’opere, quanto meno di dubbia provenienza, che ora stiamo esaminando». La Venere di Morgantina? «E’ solare l’evidenza che appartenga alla Sicilia, dove fu scavata; e il Getty non può chiedere un accordo tombale, rifiutando le due opere maggiori, quando invece il contenzioso rimane più che consistente». Vorrebbero cavarsela con 26 opere, alcune anche importanti: quelle di cui, nel deposito di Giacomo Medici, a Ginevra in Punto franco, le polaroid certificavano lo scavo di frodo. C’è anche la coppia di grifoni policromi di 25 secoli fa, davanti a cui, ormai esposta in una vetrina del Getty, Medici stesso si fa ritrarre, come fosse un trofeo.
Il Getty pare non capire; Michael Brand, il direttore, dopo le parole di Rutelli spiega che «i colloqui sono terminati quando il Ministero ha posto l’ultimatum: qualsiasi accordo doveva comprendere la restituzione del Lisippo», cioè quasi un’icona del museo californiano. Per carità: disponibili a riaprire i colloqui, «pronto a incontrarlo»; anzi, perché non viene qui a visitare la Villa di Malibù, «unico museo negli Usa dedicato all’arte romana, etrusca e greca»? «Il nostro compito è trovare un accordo»; continueremo a fare indagini sulla Venere , ma «crediamo alle prove sostanziali che confermano» la bontà dell’acquisto del Lisippo: forse, una chiacchiera con il generale dei carabinieri Ugo Zottin (si veda il riquadro in questa pagina) schiarirebbe le idee anche a mister Brand. Al Getty, Rutelli non fa sconti: gli contrappone tutto e tutti; fa spiegare al capo dipartimento Giuseppe Proietti che «con la Svizzera s’è stipulato un importante accordo, per cui il Paese cessa di essere il luogo di transito dei reperti esportati clandestinamente, e scavati di frodo». Insomma, il museo Getty è avvisato: mala tempora currunt ; saprà capacitarsene?

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Venerdì 24 Novembre 2006
«Quel bronzo era in acque territoriali»

IL GENERALE dei carabinieri Ugo Zottin, che comanda quelli per la Tutela del Patrimonio artistico, cava le sue carte: il Getty afferma che il Lisippo non appartiene all’Italia, e che il nostro Paese non l’ha mai reclamato? «Abbiamo una testimonianza del 1977; dice: “Recuperato in prossimità della costa di Fano, e in acque territoriali”, ovvero non internazionali. Poi, comunque, portato e tenuto a Gubbio; tre processi contro i fratelli Barbetti, e un prete, che lo ha tenuto nascosto nel suo sottoscala. Ma processi non per l’esportazione illegale: ricettazione e favoreggiamento; la scultura non è stata mai portata in giudizio».
Vero che il “vecchio” Getty non voleva l’acquisto?
«Lo racconta, in un documentario del 1977, Thomas Howing, che era il direttore del Metropolitan Museum. Anche altre istituzioni hanno declinato. Il Getty l’ha comperato un anno dopo che il suo fondatore se n’era andato».
E le indagini in Italia?
«Nel ’70, si concludono quei primi processi. Nel ’73, se ne apre un altro: quando si viene a sapere che il bronzo era da un restauratore in Germania. Rogatoria internazionale: respinta perché il reato non prevede l’estradizione».
Ma l’Italia ha reclamato l’ Atleta ? Il Getty dice di no.
«Con le rogatorie; con le continue richieste del Ministero. Poi, il Getty dice acquisto legittimo? Però manca qualsiasi licenza all’esportazione dal nostro Paese. Non erano acque internazionali; ma anche se lo fossero state, quel bronzo è finito su un peschereccio italiano, che è suolo nazionale; e quindi a Gubbio, che fa parte del nostro Paese. Da dove è uscito, in seguito, in maniera del tutto illegale».
Già: perché il Getty non ha preteso una licenza regolare di esportazione? Zottin continua: «Nel 1977, il Comando dei Carabinieri per la Tutela che intanto era stato costituito, ha individuato quei marinai; avevano anche una foto con il bronzo ancora pieno d’incrostazioni. E ci hanno confermato il punto del ritrovamento. Fino a metà Anni 80, richieste e inchieste giudiziarie, anche internazionali; da allora, poiché ogni strada pareva preclusa, c’è stata l’attività amministrativa del Ministero». E per la Venere ? Prove e indizi, dicono i carabinieri, non sono certo minori.
F.I.

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Sabato 25 Novembre 2006

Fano rivendica l’atleta di Lisippo

FANO - Il Comune di Fano «condivide e appoggia in pieno l’iniziativa del vice premier Francesco Rutelli per la restituzione all’Italia della statua dell’atleta di Lisippo da parte del Paul Getty Museum», e ha incaricato di seguire la vicenda l’ex ambasciatore Mario Bondioli Osio, già presidente della Commissione interministeriale per il recupero delle opere rubate e a suo tempo impegnato nel recupero dei reperti trafugati dal Museo di Bagdad dopo la caduta di Saddam Hussein.
Il Lisippo fu ripescato al largo di Fano nel 1964 da pescatori locali e la città marchigiana rivendica da anni la restituzione del bronzo, finora senza successo.

(Il Messaggero)

trokij
26-11-2006, 08:16
Dichiariamogli guerra :mad:

Ferdy78
26-11-2006, 08:42
Dichiariamogli guerra :mad:
:D non scocciare can che dorme :O

trokij
26-11-2006, 09:00
:D non scocciare can che dorme :O
:D

coldd
26-11-2006, 11:44
mandiamo le nostre forze speciali (tra le migliori al mondo :sofico: )

Solertes
26-11-2006, 12:24
mandiamo le nostre forze speciali (tra le migliori al mondo :sofico: )

Gli mandiamo i parlamentari che per queste operazioni sono insuperabili :D

anonimizzato
26-11-2006, 12:25
Bastardi schifosi!

sander4
26-11-2006, 12:27
Riprendiamoci ciò che ci hanno rubato, non bisogna cedere. :mad:

SweetHawk
26-11-2006, 13:13
Finalmente esce una vergogna di proporzioni planetarie.


Onore al ministro Rutelli.

fsdfdsddijsdfsdfo
26-11-2006, 13:15
finirà che le pagheremo il doppio di quanto loro le hanno pagate, e per ringraziarli gli presteremo la fontana di trevi e l'opera magna del parmigianino.

ulk
26-11-2006, 13:15
Io credo che sono tenute meglio la che in Italia.

bjt2
26-11-2006, 14:48
"Adesso ridacci la nostra Gioconda, perchè siamo noi i campioni del mondo... Aleee oh-oh... Materazzi ha fatto gol!" :asd: :asd: :asd:

anonimizzato
26-11-2006, 16:21
Io credo che sono tenute meglio la che in Italia.

Allora prepara le chiavi e il libretto della tua macchina perchè passo a prenderla da portare a casa ... sono sicuro che io la terrei meglio fidati. ;)



:rolleyes:

Adric
28-11-2006, 09:08
Aidone, il sindaco indignato per il mancato rientro della Venere di Morgantina

Aidone 24/11/06 - «E’ l’ennesino saccheggio». All ’indomani della notizia che la pregiata Venere di Morgantina, esposta al Paul Getty Museum di Malibù,in California, non ritornerà in Italia, si registrano le prime reazioni da parte della comunità aidonese, sul cui territorio ricade una tra le più importanti aree archeologiche del Mediterraneo e del mondo: Morgantina. A parlare, primo tra tutti, è il sindaco di Aidone Filippo Curia, che naturalmente ha espresso tutta la sua indignazione su questa vicenda, che rappresenta, sia per la comunità intera che per la stessa gloriosa ma sfortunata Morgantina, l’ulteriore sottrazione del suo copioso e inestimabile patrimonio archeologico e culturale.
«Ancora una volta - commenta il sindaco Curia – il nostro territorio si trova di fronte ad un saccheggio, senza fine, di opere d ’arte, che non siamo disposti più a sopportare».

-Ma quali le iniziative che il Comune di Aidone intende mettere in atto per questa decisione comunicata dal direttore del museo californiano?
«Avvieremo la mobilitazione della cittadinanza, delle istituzioni, del consiglio comunale, dei partiti politici, dei sindacati, di illustri concittadini tra cui Enzo Bianco ed Augusto Barbera, ma mobiliteremo anche le nostre comunità di italiani all’estero, tra cui l ’associazione del cav.Angelo Siciliano e tutti coloro che vorranno prendere parte a questa battaglia di legalità e civiltà ».

Anche il Consiglio comunale si è già mosso ed il presidente Pino Di Franco, esprimendo la volontà di tutti i consiglieri ha dichiarato: «Ho fatto inserire, nella seduta del Consiglio, che era già fissata per il 28 novembre prossimo, un ulteriore punto all’odg inerente “La non restituzione della Venere di Morgantina”, con discussione aperta ai consiglieri e all’amministrazione comunale al fine di programmare un ulteriore Consiglio allargato a tutta la cittadinanza, alle associazioni e alla società civile».

La decisione assunta dal direttore del museo americano ha mandato peraltro su tutte le furie il ministro alla Cultura Rutelli.
-Ha avuto modo di contattare il Ministero?
«Sì - dichiara il sindaco -ho contattato il Ministero, nella persona dell’avvocato Maurizio Fiorilli,quale parte civile nel processo che si sta svolgendo a Roma contro l ’ex direttrice Marion Treu del Paul Getty,accusata di avere acquistato reperti di dubbia provenienza ».
-Cosa ha saputo?
-«Che il Paul Getty, sulla Venere di Morgantina, ha confermato due posizioni: la possibilità di una comproprietà per quattro anni della statua e l’arbitrato».
In definitiva, il Paul Getty avrebbe restituito la statua, a condizione di un arbitrato da tenersi però negli Stati Uniti.
«L ’ufficio stampa del ministero, con la Benini, - conclude il sindaco - ha confermato la posizione durissima del ministro Rutelli su questa vicenda, sostenendo che “non è solo un atto di scortesia nei confronti dell ’Italia, ma è una vergogna, per certi musei, esporre opere trafugate ». Intanto, il prossimo 17 gennaio, a Roma, si svolgerà l ’udienza del processo contro la Treu.
ARP

Inserita il 24/11/2006 alle 14:25:57

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Il Comune di Aidone parte civile al processo per la Venere di Morgantina

La mancata restituzione del ''Giovane Vittorioso'' attribuito allo scultore greco Lisippo e delle Venere di Morgantina, statua scolpita nel quinto secolo avanti cristo, da parte di Michael Brand, direttore del museo Paul Getty di Malibù in California, ha suscitato reazioni e proteste anche da parte del sindaco di Aidone, Filippo Curia.
Ovviamente maggiormente interessato il territorio ennese visto che la statua sicuramente appartiene al territorio di Morgantina laddove è stata trafugata e poi venduta al museo californiano.
Il comune di Aidone, intanto, si è costituito parte civile nel processo che è in corso di svolgimento a Roma contro l'ex direttore del Museo Paul Getty, Marion Treu, accusata di avere acquistato questi tesori da tombaroli che operavano all'interno delle zone archeologiche, e quindi di Morgantina; la prossima udienza è prevista per il 17 gennaio. Si parla per la Venere di Morgantina di una restituzione temporanea, per quattro anni e di un arbitrato che però dovrebbe svolgersi negli Stati Uniti.

[ViviEnna.it]

easyand
28-11-2006, 09:17
Speriamo che l'egitto non si ricordi del museo egizio di Torino eh... :fagiano:

Senza Fili
28-11-2006, 09:32
Allora prepara le chiavi e il libretto della tua macchina perchè passo a prenderla da portare a casa ... sono sicuro che io la terrei meglio fidati. ;)



:rolleyes:


Grande ;)

Adric
28-11-2006, 09:36
ultimo aggiornamento 27 Novembre 2006

Oltre il giardino

Il ‘compagno’ Sgarbi e la dura legge del mercato

Vittorio Sgarbi non finirà mai di procurarci vitali e proficui stimoli. Da un lato, l'irritazione per l'arroganza della fervida intelligenza del ragazzo uscito dalla farmacia della mamma e votato al successo mediale un po' cialtronesco; dall'altro, l'ammirazione per un uomo che sa fare della banalità quasi un'arte, della provocazione un business, della mascolinità un piccolo adorabile mito. Ci spiace soltanto che, da quando è assessore alla Cultura di Milano con il sindaco Letizia Moratti, il compagno Sgarbi abbia perduto un po' della sua proverbiale verve. Scoppia il caso della Venere di Morgantina e dell'atleta di Lisippo che il Getty Museum di Malibu non vuole restituire al ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli. E Sgarbi che fa? Dichiara all'Ansa che dalla vicenda esce l'immagine dell'America come "un paese predatore, uno che con i soldi crede di poter acquistare tutto, anche il non acquistabile". E invoca, condannando l'incolpevole Rutelli, l'intervento del presidente del Consiglio Romano Prodi e del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che secondo lui dovrebbero prendere per il bavero George Bush per ottenere la restituzione del maltolto.
Ma che Sgarbi è mai questo moralista anticapitalista che sbraita contro l'America prepotente e il potere del denaro? Forse l'Ansa l'ha raggiunto appena sveglio, quando il nostro critico d'arte non aveva ancora letto i giornali e segnatamente un interessante articolo di Ugo Bertone su "Finanza e Mercati", che raccontava come David Geffen, uno dei personaggi più importanti dello show business americano, fondatore di Dream Works assieme a Steven Spielberg, avesse appena incassato 550 milioni di dollari vendendo i suoi quadri agli hedge fund, che hanno rivoluzionato anche il mercato dell'arte importando le tecniche di hedging adottate dai derivati. Due de Kooning venduti per circa 200 milioni di dollari, un Jackson Pollock per 140 milioni, un Jasper Johns per una somma imprecisata. Altro che ciminiere e manifatture, il business è altrove. Arte e denaro si attraggono reciprocamente e inevitabilmente.
Afrodite è Afrodite, ha duemilacinquecento anni, e Rutelli fa bene a rivendicarla al Getty. Ma il solitamente iconoclasta assessore alla Cultura di Milano, notoriamente assertore degli agi del capitalismo e dell'arte miliardaria, cade sul moralismo dell' "America predatrice".
Lui che fa il mestiere del critico d'arte sa meglio di chiunque altro che il mercato, l'economia, il denaro sono il vero "motore" dell'arte. Nel medioevo le congregazioni religiose incaricavano l'artista di affrescare una chiesa per celebrare il santo protettore. Dal Rinascimento in poi furono i ricchi e potenti a farsi rappresentare nei dipinti. Oggi il ruolo dei "committenti" è svolto in pratica dai critici come Sgarbi, che in America hanno inventato l'espressionismo astratto, con de Kooning e Pollock venduti a centinaia di milioni di dollari e che sono diventati uno dei beni preferiti dagli hedge fund, i "mecenati" del nuovo millennio.
Distratto da tante occupazioni e incombenze comunali, Sgarbi non è forse più aggiornato sul rapporto tra capitalismo mercantile e arte, che già Marx aveva catalogato come merce, perché scambiata con altre cose e soprattutto con l'equivalente universale, il denaro.
Cosicché l'arte è diventata, come dimostra la diatriba RutelliGetty Museum e ancor di più il business di mister Geffen con gli hedge fund, una "sfera culturale che esprime, più di ogni altra, la natura mercantile del nostro mondo", come spiegano Alessandro Del Lago e Serena Giordano in "Mercanti d'aura", una ricchissima ricerca appena pubblicata dal "Mulino". Dall'aura dell'arte come uso all'aura come scambio.

Supplemento Affari e Finanza
(La Repubblica)

Adric
17-12-2006, 03:27
VENERE MORGANTINA
Tutti in piazza per difendere l'arte

L'assessorato ai Beni culturali della Regione siciliana ha organizzato una manifestazione per chiedere la restituzione della statua esposta al Getty Museum di Malibu. In campo scendono Rutelli e Sgarbi

Palermo, 16 dicembre 2006 - Domenica è il giorno di «Tutti in piazza per la Venere», la manifestazione organizzata dall'assessorato ai Beni culturali della Regione siciliana per chiedere il ritorno in Sicilia della statua trafugata a Morgantina e oggi esposta al Paul Getty Museum di Malibu.

A partire dalla 10, nell'area archeologica di Morgantina, «si protesterà per l'arte, come non è mai successo prima», promette l'assessore regionale Lino Leanza. La maestosa statua di oltre due metri, realizzata nel V secolo a.C. venne acquistata dal Getty nel 1988 per una cifra pari a 20 milioni di dollari.

Il ministro per i Beni culturali, Francesco Rutelli, impossibilitato a essere presente, ha già fatto pervenire il suo messaggio: «Il mio ministero è da lungo tempo impegnato in una puntuale attenta discussione con il Paul Getty Museum, affinchè la mirabile Venere possa essere restituita al patrimonio italiano e quindi ritornare nella terra che l'ha ospitata, quell'area archeologica di Aidone che resta tra le più complete, interessanti e suggestive della Sicilia. È per me un dovere - conclude Rutelli - contribuire alla valorizzazione del sito, assicurando tutto il mio impegno per il ritorno della statua».

Una posizione chiara anche quella di Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente del Fai: «Anche noi chiediamo giustizia per un atto di pirateria indegno. Il malcostume, del resto, di molti musei internazionali di non accertare la limpidezza della provenienza dei loro acquisti, va di pari passo con la debolezza delle nostre strutture nazionali e della nostra legislazione che dovrebbero impedire scavi di frodo».

Domani parteciperà anche Francesco Forgione, presidente della Commissione Antimafia, per il quale «il patrimonio culturale e artistico dell'Isola costituisce una componente fondativa della nostra identità migliore. Il rientro della Venere è un obiettivo che non solo la Regione siciliana, ma anche il governo nazionale devono perseguire con tenacia». E Vittorio Sgarbi, assicura di condividere «in pieno questa battaglia. Vedo con soddisfazione che anche da parte americana sembra prospettarsi una virtuosa apertura per la restituzione della statua. Non mancherò di dare la mia testimonianza perchè i rapporti del museo Paul Getty con l'Italia ripartano simbolicamente da Morgantina».
(Quotidiano.net)

y4k
17-12-2006, 10:16
Speriamo che l'egitto non si ricordi del museo egizio di Torino eh... :fagiano:
loro hanno le piramidi, che gli fregano se gli mancano qualche mummia :asd:

sapatai
18-12-2006, 00:21
per una volta posso dire: forza rutelli.