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View Full Version : Abu Omar - Confessioni di una tortura...


~ZeRO sTrEsS~
09-11-2006, 07:48
Senza commenti :(
che gente di merda.


Il memoriale di Abu Omar «Rapito
e picchiato da italiani»
Undici pagine scritte a mano: così l'ex imam di Milano racconta il sequestro, gli interrogatori e le violenze subite in carcere

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«Testimonianza dell'islamico sequestrato nella via di Milano. Così mi hanno rapito dall'Italia e così mi hanno torturato nelle carceri egiziane».
Con queste due frasi, scritte in alto come un titolo, Abu Omar apre le undici pagine di memoriale in cui racconta personalmente, per la prima volta, le modalità violente del suo sequestro e gli atroci interrogatori subiti in Egitto. E' un documento straordinario, perché mai prima d'ora l'ostaggio era riuscito a far filtrare all'esterno la sua testimonianza di vittima del sequestro e delle torture. Il memoriale è ora depositato tra le fonti di prova a carico dei 35 inquisiti (26 agenti statunitensi della Cia, un carabiniere del Ros e 8 italiani del Sismi) per quella «cattura illegale». La versione di Abu Omar contraddice totalmente la tesi del «finto sequestro di un consenziente», proposta invece in Parlamento dal direttore del Sismi, Nicolò Pollari. Al contrario, Abu Omar conferma di essere stato picchiato a sangue fin dal momento del rapimento e aggiunge un fatto del tutto nuovo: almeno due sequestratori erano «italianissimi».
Il Corriere ha ottenuto da proprie fonti una copia del memoriale, che è stata tradotta da tre diversi interpreti (con risultati coincidenti) dopo aver accertato che la Procura ne aveva ottenuto l'originale. I «saggi di grafia» già depositati dai pm confermano che è la stessa scrittura di Abu Omar. Ecco i passi salienti del memoriale.
«Botte e vestiti strappati»
«Io sottoscritto, Osama Mustafa Hassan Nasr, conosciuto come Abu Omar, islamico sequestrato a Milano il 17 febbraio 2003, tuttora detenuto nel carcere di Tora al Cairo, scrivo la mia testimonianza dall'interno di questa mia tomba: sono dimagrito, la mia malattia si aggravata, sono in condizioni molto critiche. La mia faccia è trasformata a causa della tortura».
«Adesso spiego il sequestro. Camminavo a piedi da casa mia, in via Conte Verde 18/A, lunedì 17 febbraio 2003, andando verso la moschea per la preghiera di mezzogiorno. (...) Avevo in tasca 450 euro (400 per pagare l'affitto), il mio passaporto italiano di rifugiato, il permesso di soggiorno, il cellulare, la tessera sanitaria, l'orologio e le chiavi di casa. Tutte queste cose si trovano ora nella sede dei servizi segreti egiziani, nei "giardini del Copa", davanti al Castello del popolo... Uscendo, ho visto un furgone bianco che mi passava davanti... Davanti a un giardino pubblico, ho visto una Fiat rossa. L'autista veniva verso di me di corsa. Ha tirato fuori una tessera: sono della polizia. Gli ho dato il permesso di soggiorno e il mio passaporto italiano. Lui tira fuori il suo cellulare e fa una chiamata. Mi sembrava un americano: capelli biondi, carnagione chiara, alto circa 1.70».
In realtà è un carabiniere italiano di madre tedesca, Luciano Ludwig Pironi, che ha confessato questo ruolo nel sequestro.
«Poi il furgone bianco si è fermato vicino al marciapiede. Non ho capito niente, ho visto solo che due persone che mi sollevavano di peso: sembravano italianissimi, alti non meno di 1.87 o di più, età circa 30 anni. Il mio sequestro è stato visto anche da una signora egiziana...». E' la testimone oculare, già sentita dai pm.
«Quando mi hanno buttato dentro il furgone, ho cercato di reagire, ma hanno cominciato a darmi pugni in pancia e su tutto il corpo. Mi hanno buttato sul fondo del furgone e coperto la faccia. Dentro era tutto buio. Mi hanno legato piedi e mani... Tremavo per le botte e dalla mia bocca è uscita schiuma bianca... Allora ho sentito i due italiani discutere, uno dei due urlava: mi hanno strappato tutti i vestiti e mi hanno fatto un massaggio cardiaco...».
«Dopo quattro ore circa, sempre con le mani e i piedi legati insieme, mi hanno trasferito in un altro veicolo, non so se nemmeno se fosse un altro furgone o un piccolo aereo...
«Legato sul jet americano»
«Dopo un'altra ora di viaggio, ho capito che ero arrivato in un aeroporto, dal rumore degli aerei. Ho sentito tanti piedi, sette- otto persone, che camminavano verso di me. Mi hanno strappato i vestiti con dei coltelli e rivestito con una velocità incredibile. Mi hanno anche tolto la benda per pochi secondi, per farmi le foto: c'era tanta gente in divisa da teste di cuoio. Mi hanno bendato tutta la testa e la faccia con dello scotch largo, con buchi su naso e bocca per respirare... L'aereo è decollato, c'era un freddo cane... Ero immobilizzato e mi mancava il respiro. Allora mi hanno messo un respiratore... Quando siamo atterrati, perdevo sangue dalle mani».
«Al Cairo un funzionario egiziano mi ha detto: in questa stanza ci sono due pasha, cioè due grandi ufficiali dei servizi segreti. Uno solo ha parlato, in egiziano, dicendo solo: "Vuoi collaborare con noi?". L'altro, che probabilmente era un tenente americano, non parlava, ma poi ho capito che diceva: se Abu Omar è d'accordo, torna con noi in Italia».
«La mia cella era di due metri per uno, senza luce. Era in un palazzo dei servizi. Mi hanno legato le mani e un piede, mi facevano camminare, io cadevo e loro ridevano. Poi hanno continuato con le scosse elettriche, pugni, schiaffi. Hanno portato carta e penna chiedendomi di scrivere tutta la mia vita fuori dall'Egitto, mi hanno fatto vedere foto di egiziani, tunisini, algerini e marocchini residenti in Italia... Ho avuto problemi alle ossa e alla respirazione. L'interrogatorio è durato sette mesi, fino al 14 settembre 2003, ma mi sono sembrati sette anni.
«La cella è una tomba»
«Dopo un altro viaggio, mi hanno portato in un altro palazzo dove un sacco di mani mi hanno picchiato su tutto il corpo. Mi hanno detto: qui dentro non entra neanche la mosca blu. Quando ho chiesto del bagno, mi hanno detto che era la mia cella... C'era una puzza incredibile... Sono rimasto altri sei mesi e mezzo in questo posto, Amn-El-Dawla... La cella era senza aria, scarafaggi e topi camminavano sul mio corpo... Quando entrava il guardiano, dovevo mettermi in ginocchio, altrimenti mi toccava con un bastone elettrico...
«Da mangiare mi davano solo pane andato a male, quello con la sabbia che fa cadere i denti... Non puoi bagnarlo e non puoi rifiutarlo, perché loro devono tenere in vita uno scheletro... «Mi interrogavano nell'ufficio vicino alle celle, così gli altri detenuti sentono le urla e i pianti della tortura... I miei capelli e la mia barba sono diventati tutti bianchi...
«All'inizio i guardiani mi spogliano nudo, minacciano di violentarmi, mi danno scosse con un bastone elettrico: uno mi tiene le parti intime e me le schiaccio se non parlo... Poi mi stendono su una porta di ferro che chiamano "la sposa": qui prendo calci, scosse elettriche con i fili e intanto mi gettano acqua fredda».
«Non mi hanno mai dato il Corano: c'era sempre buio in cella, ma io lo volevo solo per baciarlo e tenerlo stretto fra le braccia.
«Per le botte ho perso completamente l'udito da un orecchio: non sento più niente. Ho subito anche una tortura chiamata il materasso. Nella stanza delle torture mettono sul pavimento un materasso bagnato e attaccato alla corrente elettrica. Poi mi legano mani e piedi dietro la schiena. Una persona si siede sulle mie spalle su una sedia di legno e l'altro attacca la corrente. Ero sempre spaventato e spesso svenivo. Ora non ce la faccio più a continuare a scrivere di queste torture che ho subito...» «Dimenticavo: le prime volte che mi hanno torturato, bestemmiavano contro di me e contro l'Italia, perché mi ha dato asilo politico. Mi dicevano: è l'Italia che ti ha consegnato all'Egitto. E dall'Italia nessuno è venuto a liberarti da queste torture...».
Paolo Biondani, Gianni Santucci
09 novembre 2006

LUVІ
09-11-2006, 07:52
E' bello perchè dagli americani mutuamo sempre le cose migliori.

LuVi

sider
09-11-2006, 08:00
Ci mettiamo sullo stesso piano di chi dovremmo combattere.
Poi non posso fare a meno di pensare che, per errore, potrebbe capitare a chiunque. Anche ad un innocente.

funky80
09-11-2006, 08:07
Non mi sarei aspettato niente di differente, in un mondo ideale sarebbero puniti solo i colpevoli e non con modi così disumani, ma non siamo in tale situazione. Niente comunque giustifica queste cose, se sono vere. Senza voler fare polemica o giustificazionismo mi sembra comunque molto strano che un documento così infamante esca magicamente da un carcere così duro.

~ZeRO sTrEsS~
09-11-2006, 08:09
Ci mettiamo sullo stesso piano di chi dovremmo combattere.
Poi non posso fare a meno di pensare che, per errore, potrebbe capitare a chiunque. Anche ad un innocente.

giá capitato ad un cittadino tedesco... e ci sono ordini di cattura per gli stessi agenti che fecero il rapimendo di abu omar da parte di germania e spagna...

~ZeRO sTrEsS~
09-11-2006, 08:22
Non mi sarei aspettato niente di differente, in un mondo ideale sarebbero puniti solo i colpevoli e non con modi così disumani, ma non siamo in tale situazione. Niente comunque giustifica queste cose, se sono vere. Senza voler fare polemica o giustificazionismo mi sembra comunque molto strano che un documento così infamante esca magicamente da un carcere così duro.

bhe non vedo perché far arrivare quella lettera... a parte che bastava ucciderlo e i problemi erano risolti...

tratto da un pezzo del corriere

Tra gli 007 dei Paesi arabi non mancano i simpatizzanti dei fondamentalisti. Devono stare attenti a non farsi scoprire, se individuati sarebbero spacciati. In qualche caso possono aprire le porte del carcere. Su questa posizione troviamo anche i «nazionalisti». Poliziotti e 007 arabi per i quali la rendition è un’offesa: Washington si serve di loro per lavori sporchi, ma poi accusa l’Egitto perché non rispetta i diritti degli oppositori laici. Un doppio standard poco accettato dai fieri egiziani. Rimettere in libertà l’imam diventa una sottile vendetta. Il prezzo politico per l’Egitto può essere contenuto. Le torture passano in secondo piano e le polemiche si concentrano sui metodi di Washington.


qualche anima pia lo ha aiutato sperando che chi ha sbagliato paghi.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/06_Giugno/27/omar.shtml

Ziosilvio
09-11-2006, 08:26
Quindi, se ho capìto bene...
«Testimonianza dell'islamico sequestrato nella via di Milano. Così mi hanno rapito dall'Italia e così mi hanno torturato nelle carceri egiziane».
... una parte delle violenze sarebbe avvenuta in Italia, e una parte in Egitto...
La versione di Abu Omar contraddice totalmente la tesi del «finto sequestro di un consenziente», proposta invece in Parlamento dal direttore del Sismi, Nicolò Pollari. Al contrario, Abu Omar conferma di essere stato picchiato a sangue fin dal momento del rapimento e aggiunge un fatto del tutto nuovo: almeno due sequestratori erano «italianissimi».
... i nostri servizi segreti avrebbero detto una bugia...
«Adesso spiego il sequestro. Camminavo a piedi da casa mia, in via Conte Verde 18/A, lunedì 17 febbraio 2003, andando verso la moschea per la preghiera di mezzogiorno. (...) Avevo in tasca 450 euro (400 per pagare l'affitto), il mio passaporto italiano di rifugiato, il permesso di soggiorno, il cellulare, la tessera sanitaria, l'orologio e le chiavi di casa. Tutte queste cose si trovano ora nella sede dei servizi segreti egiziani, nei "giardini del Copa", davanti al Castello del popolo... Uscendo, ho visto un furgone bianco che mi passava davanti... Davanti a un giardino pubblico, ho visto una Fiat rossa. L'autista veniva verso di me di corsa. Ha tirato fuori una tessera: sono della polizia. Gli ho dato il permesso di soggiorno e il mio passaporto italiano. Lui tira fuori il suo cellulare e fa una chiamata. Mi sembrava un americano: capelli biondi, carnagione chiara, alto circa 1.70».
In realtà è un carabiniere italiano di madre tedesca, Luciano Ludwig Pironi, che ha confessato questo ruolo nel sequestro.
«Poi il furgone bianco si è fermato vicino al marciapiede. Non ho capito niente, ho visto solo che due persone che mi sollevavano di peso: sembravano italianissimi, alti non meno di 1.87 o di più, età circa 30 anni. Il mio sequestro è stato visto anche da una signora egiziana...». E' la testimone oculare, già sentita dai pm.
«Quando mi hanno buttato dentro il furgone, ho cercato di reagire, ma hanno cominciato a darmi pugni in pancia e su tutto il corpo. Mi hanno buttato sul fondo del furgone e coperto la faccia. Dentro era tutto buio. Mi hanno legato piedi e mani... Tremavo per le botte e dalla mia bocca è uscita schiuma bianca... Allora ho sentito i due italiani discutere, uno dei due urlava: mi hanno strappato tutti i vestiti e mi hanno fatto un massaggio cardiaco...».
«Dopo quattro ore circa, sempre con le mani e i piedi legati insieme, mi hanno trasferito in un altro veicolo, non so se nemmeno se fosse un altro furgone o un piccolo aereo...
... questo lo avrebbero fatto gli italiani...
«Dopo un'altra ora di viaggio, ho capito che ero arrivato in un aeroporto, dal rumore degli aerei. Ho sentito tanti piedi, sette- otto persone, che camminavano verso di me. Mi hanno strappato i vestiti con dei coltelli e rivestito con una velocità incredibile. Mi hanno anche tolto la benda per pochi secondi, per farmi le foto: c'era tanta gente in divisa da teste di cuoio. Mi hanno bendato tutta la testa e la faccia con dello scotch largo, con buchi su naso e bocca per respirare... L'aereo è decollato, c'era un freddo cane... Ero immobilizzato e mi mancava il respiro. Allora mi hanno messo un respiratore... Quando siamo atterrati, perdevo sangue dalle mani».
... qui potrebbero essere stati italiani e americani...
«Al Cairo un funzionario egiziano mi ha detto: in questa stanza ci sono due pasha, cioè due grandi ufficiali dei servizi segreti. Uno solo ha parlato, in egiziano, dicendo solo: "Vuoi collaborare con noi?". L'altro, che probabilmente era un tenente americano, non parlava, ma poi ho capito che diceva: se Abu Omar è d'accordo, torna con noi in Italia».
«La mia cella era di due metri per uno, senza luce. Era in un palazzo dei servizi. Mi hanno legato le mani e un piede, mi facevano camminare, io cadevo e loro ridevano. Poi hanno continuato con le scosse elettriche, pugni, schiaffi. Hanno portato carta e penna chiedendomi di scrivere tutta la mia vita fuori dall'Egitto, mi hanno fatto vedere foto di egiziani, tunisini, algerini e marocchini residenti in Italia... Ho avuto problemi alle ossa e alla respirazione. L'interrogatorio è durato sette mesi, fino al 14 settembre 2003, ma mi sono sembrati sette anni.
«La cella è una tomba»
«Dopo un altro viaggio, mi hanno portato in un altro palazzo dove un sacco di mani mi hanno picchiato su tutto il corpo. Mi hanno detto: qui dentro non entra neanche la mosca blu. Quando ho chiesto del bagno, mi hanno detto che era la mia cella... C'era una puzza incredibile... Sono rimasto altri sei mesi e mezzo in questo posto, Amn-El-Dawla... La cella era senza aria, scarafaggi e topi camminavano sul mio corpo... Quando entrava il guardiano, dovevo mettermi in ginocchio, altrimenti mi toccava con un bastone elettrico...
«Da mangiare mi davano solo pane andato a male, quello con la sabbia che fa cadere i denti... Non puoi bagnarlo e non puoi rifiutarlo, perché loro devono tenere in vita uno scheletro... «Mi interrogavano nell'ufficio vicino alle celle, così gli altri detenuti sentono le urla e i pianti della tortura... I miei capelli e la mia barba sono diventati tutti bianchi...
«All'inizio i guardiani mi spogliano nudo, minacciano di violentarmi, mi danno scosse con un bastone elettrico: uno mi tiene le parti intime e me le schiaccio se non parlo... Poi mi stendono su una porta di ferro che chiamano "la sposa": qui prendo calci, scosse elettriche con i fili e intanto mi gettano acqua fredda».
«Non mi hanno mai dato il Corano: c'era sempre buio in cella, ma io lo volevo solo per baciarlo e tenerlo stretto fra le braccia.
«Per le botte ho perso completamente l'udito da un orecchio: non sento più niente. Ho subito anche una tortura chiamata il materasso. Nella stanza delle torture mettono sul pavimento un materasso bagnato e attaccato alla corrente elettrica. Poi mi legano mani e piedi dietro la schiena. Una persona si siede sulle mie spalle su una sedia di legno e l'altro attacca la corrente. Ero sempre spaventato e spesso svenivo. Ora non ce la faccio più a continuare a scrivere di queste torture che ho subito...» «Dimenticavo: le prime volte che mi hanno torturato, bestemmiavano contro di me e contro l'Italia, perché mi ha dato asilo politico. Mi dicevano: è l'Italia che ti ha consegnato all'Egitto. E dall'Italia nessuno è venuto a liberarti da queste torture...».
... e tutto il resto sarebbe stato perpetrato da egiziani.

Dico bene?
Non per altro, ma dal titolo dell'articolo, sembra che gli autori di tutte le violenze siano solo italiani...

plut0ne
09-11-2006, 09:14
no comment...ma questo fa pensare che quando il kamikaze si fa esplodere o succedono gli attentati non bisogna gridare "i terroristiiiiiiii" dato che c'è un perchè dietro...
se io avessi un parente che fosse stato trattato così...altro che nassirya.... :muro:

Imrahil
09-11-2006, 09:20
Qualcuno deovrà riferire in Parlamento di tutto ciò ;) e non mi riferisco all'attuale governo. Non dico altro perché non voglio essere sospeso.

easyand
09-11-2006, 09:21
questo ha cambiato versione almeno 3 volte, praticamente questo articolo è totalmente diverso da quel che aveva detto all' inizio, gli verranno in mente di notte, povera piccola vittima, lui con il terrorismo mica centrava niente!

das
09-11-2006, 09:23
Non vi pare un po' inverosimile che da un posto del genere venga fatta uscire questa lettera? E poi se gli viene negato persino il corano è possibile che gli diano carta e penna? Se viene tenuto sempre al buio eccetto che per le torture come fa a scrivere?

Da notare comunque che gli autori delle torture sarebbero i suoi fratelli islamici e non gli occidentali.

plut0ne
09-11-2006, 09:25
questo ha cambiato versione almeno 3 volte, praticamente questo articolo è totalmente diverso da quel che aveva detto all' inizio, gli verranno in mente di notte, povera piccola vittima, lui con il terrorismo mica centrava niente!

:confused: :mbe:
guarda che mica qua stiamo discutendo sul fatto che fosse coinvolto o meno...ma dei METODI...
visto che l'italia non è una nazione fondata sul terrorismo e sul calpestamento dei basilari diritti umani...anhe se sto abu omar fosse stato bin laden NON si possono accettare questi metodi..

cmq ormai io ogni volta che si sente di morti tra soldati israeliani/altro paese occidentale che rompe i coglioni in quell'area neanche ci faccio caso....bah :rolleyes:

easyand
09-11-2006, 09:28
:confused: :mbe:
guarda che mica qua stiamo discutendo sul fatto che fosse coinvolto o meno...ma dei METODI...
visto che l'italia non è una nazione fondata sul terrorismo e sul calpestamento dei basilari diritti umani...anhe se sto abu omar fosse stato bin laden NON si possono accettare questi metodi..

cmq ormai io ogni volta che si sente di morti tra soldati israeliani/altro paese occidentale che rompe i coglioni in quell'area neanche ci faccio caso....bah :rolleyes:

per quanto mi riguarda non accetto che in italia i terroristi vengano lasciati liberi(forleo docet)

~ZeRO sTrEsS~
09-11-2006, 09:36
per quanto mi riguarda non accetto che in italia i terroristi vengano lasciati liberi(forleo docet)

Per quanto mi riguarda potresti essere un terrorista dimmi dove vivi che ti vengo a torturare...

ma ke ragionamenti fai? chissa se pensarai lo stesso se per sbaglio prendono tuo padre per un terrorista...

ma ke tristezza....

@das
qualche post piú su
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=14607559&postcount=6

easyand
09-11-2006, 09:43
Per quanto mi riguarda potresti essere un terrorista dimmi dove vivi che ti vengo a torturare...

ma ke ragionamenti fai? chissa se pensarai lo stesso se per sbaglio prendono tuo padre per un terrorista...

ma ke tristezza....

@das
qualche post piú su
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=14607559&postcount=6


il punto è che Omar non era "per sbaglio un terrorista", ci sono fascicoli su fascicoli che attestano la sua "attività"

MILANO, 13 SET - "Abu Omar era un capo terrorista". Lo ha affermato il Procuratore Aggiunto di Milano, Armando Spataro, davanti ai giudici della prima Corte d'Assise che sono chiamati a giudicare sei islamici, tutti accusati di terrorismo internazionale (art. 270 bis c.p.), tra cui lo sceicco Abderrazak e il mullah Fouad.

E cmq ripeto, questo ha cambiato versione del rapimento almeno 3 volte

LUVІ
09-11-2006, 10:24
per quanto mi riguarda non accetto che in italia i terroristi vengano lasciati liberi(forleo docet)

Allora diplomati, iscriviti a legge, laureati, fai 3 anni di pratica legale, fai il concorso come procuratore, vincilo, fatti un po di anni di esperienza e poi dai il tuo contributo alla lotta contro il terrorismo.
Oppure entra nei servizi segreti e picchia un po a caso.

LuVi

sider
09-11-2006, 10:29
Sono i metodi che non vanno. Non è un terrorista fino a che un processo regolare non viene fatto.
Deve esser imprigionato, si ok ma non torturato. Anche io dichiarerei di essere un terrorista dopo qualche scarica sui genitali.