maxsona
04-11-2006, 11:49
http://www.difesa.it/NR/rdonlyres/CC249448-9FFA-4258-BB30-A0BF4D3704A1/0/piave.mp3
Il Piave mormorava lento e placido al passaggio
dei primi fanti, il ventiquattro maggio.
L'esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera.
Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava e andare avanti.
S'udiva intanto dalle amate sponde
sommesso e lieve il tripudiar dell'onde;
era un presagio dolce e lusinghiero.
Il Piave mormorò: "non passa lo straniero."
Ma in una notte trista si parlò di tradimento
e il Piave udiva l'ira e lo sgomento
ahi quanta gente ha vista venir giù lasciare il tetto
per l'onta consumata a Caporetto
profughi ovunque dai lontani monti
scendevano a gremir tutti i tuoi ponti.
S'udiva allor dalle violate sponde,
sommesso e triste il mormorio dell'onde,
come un singhiozzo in quell'autunno nero,
il Piave mormorò: "ritorna lo straniero!"
E ritornò il nemico per l'orgoglio e per la fame
sfogare volea tutte le sue brame
Vedeva il piano aprico di lassù e voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora.
"Ah, no!" disse il Piave. "Ah, no!" dissero i fanti!
Mai più il nemico faccia un passo avanti.
Si vide il Piave rigonfiar le sponde
e con i fanti combattevan le onde
rosse del sangue del nemico altero.
Il piave comandò: "indietro va straniero!"
E indietreggiò il nemico fino a Trieste, fino a Trento
e la vittoria sciolse le ali al vento
Fu sacro il patto antico, fra le schiere furon visti
risorgere Oberdan, Sauro, Battisti.
Infranse alfin l'italico valore
le forche e l'armi dell'impiccatore,
Sicure l'alpi, libere le sponde
è sacro il Piave, si placaron l'onde.
sul patrio suol
la pace non trovò nè oppressi nè stranieri.
http://www.radiomarconi.com/marconi/storiabandiera/milband.jpg
Il Piave mormorava lento e placido al passaggio
dei primi fanti, il ventiquattro maggio.
L'esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera.
Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava e andare avanti.
S'udiva intanto dalle amate sponde
sommesso e lieve il tripudiar dell'onde;
era un presagio dolce e lusinghiero.
Il Piave mormorò: "non passa lo straniero."
Ma in una notte trista si parlò di tradimento
e il Piave udiva l'ira e lo sgomento
ahi quanta gente ha vista venir giù lasciare il tetto
per l'onta consumata a Caporetto
profughi ovunque dai lontani monti
scendevano a gremir tutti i tuoi ponti.
S'udiva allor dalle violate sponde,
sommesso e triste il mormorio dell'onde,
come un singhiozzo in quell'autunno nero,
il Piave mormorò: "ritorna lo straniero!"
E ritornò il nemico per l'orgoglio e per la fame
sfogare volea tutte le sue brame
Vedeva il piano aprico di lassù e voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora.
"Ah, no!" disse il Piave. "Ah, no!" dissero i fanti!
Mai più il nemico faccia un passo avanti.
Si vide il Piave rigonfiar le sponde
e con i fanti combattevan le onde
rosse del sangue del nemico altero.
Il piave comandò: "indietro va straniero!"
E indietreggiò il nemico fino a Trieste, fino a Trento
e la vittoria sciolse le ali al vento
Fu sacro il patto antico, fra le schiere furon visti
risorgere Oberdan, Sauro, Battisti.
Infranse alfin l'italico valore
le forche e l'armi dell'impiccatore,
Sicure l'alpi, libere le sponde
è sacro il Piave, si placaron l'onde.
sul patrio suol
la pace non trovò nè oppressi nè stranieri.
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