dantes76
04-11-2006, 09:51
04 novembre 2006
Grazie all'indulto: condonati tre anni su quattro dal Tribunale di Milano
Il «mago» di Vanna Marchi libero
Do Nascimento era latitante dal 2001 in Brasile
MILANO — Questa sì che è magia vera: vedersi cancellare quasi intera la condanna, e poter accantonare (per quel poco di pena che resta) anche ogni concreto patema di estradizione dal Brasile dove è latitante. Al «mago» di Vanna Marchi, il miracolo, che nemmeno lui si sarebbe mai sognato di poter propiziare con nessuna delle polverine magiche che ammanniva ai truffati in tv o al telefono, l’ha fatto l’indulto. Perché anche Mario Pachecho Do Nascimento, il «maestro di vita» condannato in via definitiva a 4 anni di carcere per le televendite a base di lotto e malocchio, benché latitante, benché bersaglio di una richiesta di estradizione dal Brasile, benché inseguito da un mandato di cattura europeo, adesso è di fatto un uomo (quasi) libero.
BENEFICIO — Il «mago», il «il maestro di vita », non ha avuto bisogno di attivare un difensore in Italia per chiedere l’indulto, di cui ha beneficiato «d’ufficio», avendone diritto come tutti gli altri detenuti definitivi (fuggitivi compresi). Del condono riconosciutogli dal Tribunale di Milano, DoNascimento ha così usufruito nella misura massima contemplata dalla legge (3 anni), che nel suo caso gli ha abbuonato quasi tutti i 4 anni inflittigli il 30 maggio 2003 con rito abbreviato (dunque già con sconto d’un terzo sulla pena) per associazione per delinquere finalizzata a truffe ed estorsioni. Resterebbe un anno di pena. Ma una circolare ministeriale indica agli uffici giudiziari, anche per ragioni comprensibili di economia processuale, una soglia di pena ben più elevata (intorno ai 4 anni) per continuare a coltivare le richieste di estradizione.
Risultato: dopo che l’indulto ha abbassato a un solo anno la pena teorica per il quale «il maestro di vita» dovrebbe essere ricercato, in concreto nessuno più si prenderà la briga di tentare di riportare in un carcere italiano il 40enne «mago» che in Brasile, a Salvador de Bahia, «Striscia la notizia» nel luglio scorso ha ritrovato parrucchiere affannato: «Non sono scappato, sono solo partito prima degli arresti». A modo tutto suo, è vero. Nel senso che Do Nascimento, quando alla fine del 2001 la trasmissione di Canale 5 aveva acceso i riflettori sulla teletruffa di cosmesi e superstizione, poi scandagliata dalla Guardia di Finanza fino a individuare nei pc circa 300 mila contatti con i clienti e a stimare 33 milioni di euro di movimento d’affari in 5 anni, era stato il più lesto a comprendere l’opportunità sia di tagliare i ponti con Vanna Marchi e sua figlia (arrestate il 24 gennaio 2002 e condannate il 10 maggio 2006 in primo grado a 10 anni e 2 milioni di risarcimento a 80 parti civili), sia di tagliare la corda dall’Italia. E difatti l’aveva precipitosamente abbandonata il 27 dicembre 2001 per Rio De Janeiro, lasciandosi alle spalle un container di suppellettili pacchiane e improponibili divani leopardati.
IN ITALIA — Ora Do Nascimento, volendo, potrebbe persino valutare i pro e contro di un suo eventuale rientro in Italia. Dovesse rimettervi piede, infatti, all’inizio verrebbe comunque arrestato per il teorico anno da scontare in carcere. Ma nella realtà vi resterebbe soltanto i pochi giorni necessari a inoltrare al giudice di sorveglianza la richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena, in attesa della decisione sulla concessione di misure alternative alla detenzione possibili sotto i 3 anni (e dunque anche per lui, che di anni da scontare ne ha a questo punto uno solo). Ma difficilmente «il maestro di vita» tornerà in Italia: aMilano è pur sempre indagato in un paio d’altri procedimenti penali collaterali. E nessuno più del «mago» sa che la «magia», persino quella dell’indulto, è meglio non sfidarla troppo.
Luigi Ferrarella
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/11_Novembre/04/mago.html
Grazie all'indulto: condonati tre anni su quattro dal Tribunale di Milano
Il «mago» di Vanna Marchi libero
Do Nascimento era latitante dal 2001 in Brasile
MILANO — Questa sì che è magia vera: vedersi cancellare quasi intera la condanna, e poter accantonare (per quel poco di pena che resta) anche ogni concreto patema di estradizione dal Brasile dove è latitante. Al «mago» di Vanna Marchi, il miracolo, che nemmeno lui si sarebbe mai sognato di poter propiziare con nessuna delle polverine magiche che ammanniva ai truffati in tv o al telefono, l’ha fatto l’indulto. Perché anche Mario Pachecho Do Nascimento, il «maestro di vita» condannato in via definitiva a 4 anni di carcere per le televendite a base di lotto e malocchio, benché latitante, benché bersaglio di una richiesta di estradizione dal Brasile, benché inseguito da un mandato di cattura europeo, adesso è di fatto un uomo (quasi) libero.
BENEFICIO — Il «mago», il «il maestro di vita », non ha avuto bisogno di attivare un difensore in Italia per chiedere l’indulto, di cui ha beneficiato «d’ufficio», avendone diritto come tutti gli altri detenuti definitivi (fuggitivi compresi). Del condono riconosciutogli dal Tribunale di Milano, DoNascimento ha così usufruito nella misura massima contemplata dalla legge (3 anni), che nel suo caso gli ha abbuonato quasi tutti i 4 anni inflittigli il 30 maggio 2003 con rito abbreviato (dunque già con sconto d’un terzo sulla pena) per associazione per delinquere finalizzata a truffe ed estorsioni. Resterebbe un anno di pena. Ma una circolare ministeriale indica agli uffici giudiziari, anche per ragioni comprensibili di economia processuale, una soglia di pena ben più elevata (intorno ai 4 anni) per continuare a coltivare le richieste di estradizione.
Risultato: dopo che l’indulto ha abbassato a un solo anno la pena teorica per il quale «il maestro di vita» dovrebbe essere ricercato, in concreto nessuno più si prenderà la briga di tentare di riportare in un carcere italiano il 40enne «mago» che in Brasile, a Salvador de Bahia, «Striscia la notizia» nel luglio scorso ha ritrovato parrucchiere affannato: «Non sono scappato, sono solo partito prima degli arresti». A modo tutto suo, è vero. Nel senso che Do Nascimento, quando alla fine del 2001 la trasmissione di Canale 5 aveva acceso i riflettori sulla teletruffa di cosmesi e superstizione, poi scandagliata dalla Guardia di Finanza fino a individuare nei pc circa 300 mila contatti con i clienti e a stimare 33 milioni di euro di movimento d’affari in 5 anni, era stato il più lesto a comprendere l’opportunità sia di tagliare i ponti con Vanna Marchi e sua figlia (arrestate il 24 gennaio 2002 e condannate il 10 maggio 2006 in primo grado a 10 anni e 2 milioni di risarcimento a 80 parti civili), sia di tagliare la corda dall’Italia. E difatti l’aveva precipitosamente abbandonata il 27 dicembre 2001 per Rio De Janeiro, lasciandosi alle spalle un container di suppellettili pacchiane e improponibili divani leopardati.
IN ITALIA — Ora Do Nascimento, volendo, potrebbe persino valutare i pro e contro di un suo eventuale rientro in Italia. Dovesse rimettervi piede, infatti, all’inizio verrebbe comunque arrestato per il teorico anno da scontare in carcere. Ma nella realtà vi resterebbe soltanto i pochi giorni necessari a inoltrare al giudice di sorveglianza la richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena, in attesa della decisione sulla concessione di misure alternative alla detenzione possibili sotto i 3 anni (e dunque anche per lui, che di anni da scontare ne ha a questo punto uno solo). Ma difficilmente «il maestro di vita» tornerà in Italia: aMilano è pur sempre indagato in un paio d’altri procedimenti penali collaterali. E nessuno più del «mago» sa che la «magia», persino quella dell’indulto, è meglio non sfidarla troppo.
Luigi Ferrarella
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/11_Novembre/04/mago.html