bluelake
02-11-2006, 18:31
Premessa, altrimenti non si capisce nulla di quanto segue: il Cassero, a Bologna, è dal 26 giugno 1982 la sede dell'Arcigay bolognese (e in seguito di quella nazionale), la storia la si può leggere sul sito http://www.cassero.it/info/storia/ . Il festival di cui si parla è il Gender Bender, il cui programma è leggibile su http://www.genderbender.it/ita/home.asp , festival che si svolge da anni e che fa parte di quella lunga serie di eventi organizzati dal Cassero, di cui si può leggere una piccola panoramica sul sito web www.cassero.it .
Tutto parte dall'attacco mosso sul settimanale della curia bolognese, BolognaSette:
(ANSA) - BOLOGNA, 28 OTT - La Curia di Bologna se la prende con Comune, Provincia e Regione Emilia-Romagna i cui assessorati alla Cultura contribuiscono a finanziare il festival 'Gender Bender' organizzato dal Cassero, 'gay lesbian center' di Bologna, e in programma da domani a sabato a Bologna. ''E' lecito spendere soldi pubblici per finanziare spettacoli di pornostar mascherate da artisti?'', chiede il commento non firmato che uscira' domani su 'Bologna Sette', settimanale della diocesi di Bologna e inserto domenicale di Avvenire.
Che rincara: ''Non possiamo accettare un' invasione barbarica che oltraggia la fede e la ragione dei bolognesi''. Insomma, secondo l' editoriale, ''ci troviamo di fronte all'ennesima inquietante mistificazione: si contrabbanda per cultura l'interesse di una lobby'', con la doppia aggravante di finanziare l'operazione con fondi pubblici, proprio quando si protesta per i tagli alla finanziaria che rischiano di ridurre i servizi locali. ''Mettere in scena la masturbazione o piccanti rapporti omosessuali e' forse un servizio sociale primario?'', chiede Bologna Sette. L'editorialista commenta alcuni dei prodotti proposti dal Festival. ''Un video con un attore che esplora, attraverso l'autostimolazione, le possibilita' del piacere, della soddisfazione erotica. Un artista che appare in scena nudo indossando solo gli auricolari. Un'altra che lavora sul concetto di 'animalita'', inteso come istinto latente e complementare della natura umana. Una 'piece' dove sulla scena si muovono e recitano una donna nuda e un uomo in abiti femminili dall'identita' fluttuante sotto gli occhi di un gruppo di bambole a grandezza naturale vestite da adolescenti.
Un'ossessiva esaltazione dell'educazione sentimentale di lesbiche e gay. Sono queste alcune 'perle' del festival 'Gender Bender''', spiega l'editoriale ricordando che la rassegna vuole presentare ''i nuovi immaginari prodotti dalla cultura contemporanea e legati alle rappresentazioni del corpo, delle identita' di genere e di orientamento sessuale, indicando come sia possibile superare le norme e gli stereotipi del maschile e del femminile''.
Secondo l'inserto della Curia bolognese, ''ci troviamo di fronte all'ennesima inquietante mistificazione: si contrabbanda per cultura l'interesse di una lobby. Ma questa volta c'e' una doppia aggravante. Da una parte il presunto evento e' stato presentato in pompa magna da autorevoli rappresentanti istituzionali che dovrebbero avere a cuore la sensibilita' di tutti i bolognesi e non solo di quelli che hanno problemi di genere. Dall'altra, e il fatto e' ancora piu' grave, l'iniziativa viene realizzata con il contributo degli assessorati alla cultura del Comune, della Provincia, della Regione Emilia-Romagna e di altre prestigiose istituzioni culturali pubbliche e di diritto privato. E' lecito, ci chiediamo, spendere soldi pubblici per finanziare spettacoli di pornostar mascherate da artisti? Tutti abbiamo ascoltato i lamenti dei Comuni sui tagli della Finanziaria che potrebbero mettere in pericolo i servizi sociali primari. Mettere in scena la masturbazione o piccanti rapporti omosessuali e' forse un servizio sociale primario?''.
Secondo Bologna Sette, ''e' da qualche tempo che per la cultura a Bologna tira un'aria malsana, soprattutto perche' alcuni suoi rappresentanti istituzionali sembrano ancora fermi alla concezione dell''indottrinamento delle masse'. Senza 'pruderie' o moralismi dobbiamo dire, laicamente, che queste frattaglie di ideologie condannate dalla storia, con la citta', con le sue radici (laiche o cattoliche che siano non importa) e con la sua tradizione non hanno nulla a che fare. Per questo non possiamo accettare un'invasione barbarica che oltraggia la fede e la ragione dei bolognesi''. Quella posta - conclude il settimanale della Curia - e' dunque una questione ''che riguarda tutti e che attende risposte da chi autorevolmente ha titolo per darle. Se queste risposte non ci saranno non saremo noi a incitare alla protesta di piazza o a fischiare uno dei succitati spettacoli. Ci limitiamo a un modesto invito a praticare il popolare e sempre saggio buon senso della nostra gente: vigilare perche' i bilanci degli assessorati di ogni livello e delle istituzioni pubbliche riflettano le aspettative della comunita' che dovrebbero interpretare e non l'ambizione all'applauso facile, perche' 'culturalmente corretto', da parte di qualche loro responsabile non ancora consapevole che il palcoscenico che vorrebbe calcare e' tanto 'retro'' e ormai archiviato. Se cio' accadesse, la citta', quella reale e sempre piu' lontana dai palazzi, ne trarrebbe giovamento. E ringrazierebbe''. (ANSA).
tralasciando che nessuno vieterà mai alla Chiesa, bolognese o di altri luoghi, di organizzare festival e manifestazioni per promuovere i propri "prodotti" e la propria cultura e magari anche un contributo economico da parte degli enti locali, e che l'"invasione barbarica" omosessuale non mi risulta abbia portato danni alla città (anzi, visto che gente si muove anche dalle regioni vicine per andare al Cassero) tutto si sarebbe fermato ad una polemica locale, come tante ce ne sono in giro e sempre ce ne saranno fin quando ci si ostinerà a guardare la pagliuzza anziché la trave, e che oltretutto era già quasi dimenticata. E invece oggi è arrivata la novella paladina della Verità suprema, quella Elisabetta Gardini riuscita nell'impresa titanica di far assumere ad Alessandra Mussolini e Daniela Santanchè le difese di Vladimir Luxuria, in una intervista a Repubblica... in cui oltre a ignorare dove si svolga la manifestazione e la sua collocazione nella città di Bologna prende spunto proprio da questa ignoranza per lanciare i suoi strali moralizzatori e immotivati:
http://www.gaynews.it/view.php?ID=70937
"Credo che sia la prima volta che la masturbazione viene sovvenzionata con soldi pubblici". La prima, onorevole Gardini? Nel 2004 il festival dell'Arcigay ottenne 10mila euro dal governo Berlusconi e 5mila dall'allora sindaco Guazzaloca. "Davvero? Succede quando un progetto arriva sul tavolo di chi deve decidere. Si valuta a grandi linee. E' in seguito che si deve esamina la realizzazione concreta della proposta". Elisabetta Gardini entra a piè pari nella polemica su Gender Bender: "In quello schifo di festival di Bologna fanno vedere film con atti sessuali espliciti facendoli passare per educazione sessuale quando invece è pura pornografia". E ancora: "Ci sono cose che uccidono i nostri valori, voi bolognesi dovreste saperlo. I gay una volta non avevano una sede proprio sul percorso della Madonna verso il santuario di San Luca? (quella sede c'è tutt'ora, e si tratta per l'appunto del Cassero, nota di Bluelake) Io la giudico un'offesa e una limitazione all' altrui libertà". Trasuda indignazione la portavoce di Forza Italia. Ma per il festival internazionale dell'Arcigay sulle barricate sono rimasti in pochi: Arcigay, ovviamente, e il direttore artistico di Gender Bender Daniele Del Pozzo, altrettanto ovviamente. Lo scontro politico, condito dalle critiche del capogruppo diessino in Comune, Claudio Merighi alla presidente della Provincia Beatrice Draghetti oggi ha repentinamente abbassato i toni. Già finito il piccolo terremoto all'interno dell'Ulivo? Dice il segretario Ds Andrea De Maria: "Sono convinto che siano state giuste ed opportune le parole del sindaco e quelle di diversi assessori che hanno difeso, a proposito della discussione sulla rassegna Gender Bender, la libertà di espressione di una realtà, come è Arcigay, che, a Bologna, rappresenta per tanti cittadini un importante riferimento". Dalla Margherita arriva un appello a chiudere una volta per tutte la faccenda del contestato festival. Per il coordinatore dei Dl Marco Monari "il protrarsi di un eventuale muro contro muro fra Curia e istituzioni sicuramente non gioverebbe alla comunità bolognese; nè alla comunità laica nè a quella cattolica". Intanto Draghetti risponde indirettamente a Merighi: "Questa giunta respinge qualsiasi tentativo esterno di screditare una sua sostanziale unitarietà di intenti e di accreditare l'ipotesi che qualcosa possa essere sfuggito di mano". Poche parole anche dal sindaco Sergio Cofferati: "Le iniziative culturali vanno promosse tutte", purchè appunto di cultura si tratti. E questa valutazione "spetta alla giunta". Intanto Del Pozzo risponde a Gardini: se avesse visto la rassegna "saprebbe che nelle quattro fortunate edizioni precedenti...sono state proiettate anteprime nazionali di film selezionati a Cannes, Berlino e Venezia, e ospitate opere omaggiate al Guggenheim di New York e al Kunsthalle di Vienna". Mentre il presidente Arcigay Sergio Lo Giudice commenta: "Gender Bender quest'anno ha assunto una funzione in più: il festival internazionale nato per riflettere sul tema delle identità di genere sessuale è diventato l'occasione per un confronto sui temi etici fra le identità politiche presenti nel centrosinistra".
(Repubblica del 01/11/2006)
Ora, per quanto io mi sforzi a capire le motivazioni reali e concrete che muovono certi ragionamenti, proprio non riesco ad arrivarci. Non riesco a capire in che modo, concretamente, il fatto che una persona vada a letto con un uomo o con una donna può arrecare questi terribili danni che la Gardini e la curia bolognese paventano. Il dare al sesso e all'atto sessuale in quanto tale una importanza primaria rispetto alla serietà della persona e ai sentimenti che questa persona prova, non è essa stessa in primis una negazione dell'umanità delle persone, riducendole solo all'incontro del pene con una vagina o con un retto? Veramente il sesso è più importante di tutte le altre qualità possedute da una persona?
Tutto parte dall'attacco mosso sul settimanale della curia bolognese, BolognaSette:
(ANSA) - BOLOGNA, 28 OTT - La Curia di Bologna se la prende con Comune, Provincia e Regione Emilia-Romagna i cui assessorati alla Cultura contribuiscono a finanziare il festival 'Gender Bender' organizzato dal Cassero, 'gay lesbian center' di Bologna, e in programma da domani a sabato a Bologna. ''E' lecito spendere soldi pubblici per finanziare spettacoli di pornostar mascherate da artisti?'', chiede il commento non firmato che uscira' domani su 'Bologna Sette', settimanale della diocesi di Bologna e inserto domenicale di Avvenire.
Che rincara: ''Non possiamo accettare un' invasione barbarica che oltraggia la fede e la ragione dei bolognesi''. Insomma, secondo l' editoriale, ''ci troviamo di fronte all'ennesima inquietante mistificazione: si contrabbanda per cultura l'interesse di una lobby'', con la doppia aggravante di finanziare l'operazione con fondi pubblici, proprio quando si protesta per i tagli alla finanziaria che rischiano di ridurre i servizi locali. ''Mettere in scena la masturbazione o piccanti rapporti omosessuali e' forse un servizio sociale primario?'', chiede Bologna Sette. L'editorialista commenta alcuni dei prodotti proposti dal Festival. ''Un video con un attore che esplora, attraverso l'autostimolazione, le possibilita' del piacere, della soddisfazione erotica. Un artista che appare in scena nudo indossando solo gli auricolari. Un'altra che lavora sul concetto di 'animalita'', inteso come istinto latente e complementare della natura umana. Una 'piece' dove sulla scena si muovono e recitano una donna nuda e un uomo in abiti femminili dall'identita' fluttuante sotto gli occhi di un gruppo di bambole a grandezza naturale vestite da adolescenti.
Un'ossessiva esaltazione dell'educazione sentimentale di lesbiche e gay. Sono queste alcune 'perle' del festival 'Gender Bender''', spiega l'editoriale ricordando che la rassegna vuole presentare ''i nuovi immaginari prodotti dalla cultura contemporanea e legati alle rappresentazioni del corpo, delle identita' di genere e di orientamento sessuale, indicando come sia possibile superare le norme e gli stereotipi del maschile e del femminile''.
Secondo l'inserto della Curia bolognese, ''ci troviamo di fronte all'ennesima inquietante mistificazione: si contrabbanda per cultura l'interesse di una lobby. Ma questa volta c'e' una doppia aggravante. Da una parte il presunto evento e' stato presentato in pompa magna da autorevoli rappresentanti istituzionali che dovrebbero avere a cuore la sensibilita' di tutti i bolognesi e non solo di quelli che hanno problemi di genere. Dall'altra, e il fatto e' ancora piu' grave, l'iniziativa viene realizzata con il contributo degli assessorati alla cultura del Comune, della Provincia, della Regione Emilia-Romagna e di altre prestigiose istituzioni culturali pubbliche e di diritto privato. E' lecito, ci chiediamo, spendere soldi pubblici per finanziare spettacoli di pornostar mascherate da artisti? Tutti abbiamo ascoltato i lamenti dei Comuni sui tagli della Finanziaria che potrebbero mettere in pericolo i servizi sociali primari. Mettere in scena la masturbazione o piccanti rapporti omosessuali e' forse un servizio sociale primario?''.
Secondo Bologna Sette, ''e' da qualche tempo che per la cultura a Bologna tira un'aria malsana, soprattutto perche' alcuni suoi rappresentanti istituzionali sembrano ancora fermi alla concezione dell''indottrinamento delle masse'. Senza 'pruderie' o moralismi dobbiamo dire, laicamente, che queste frattaglie di ideologie condannate dalla storia, con la citta', con le sue radici (laiche o cattoliche che siano non importa) e con la sua tradizione non hanno nulla a che fare. Per questo non possiamo accettare un'invasione barbarica che oltraggia la fede e la ragione dei bolognesi''. Quella posta - conclude il settimanale della Curia - e' dunque una questione ''che riguarda tutti e che attende risposte da chi autorevolmente ha titolo per darle. Se queste risposte non ci saranno non saremo noi a incitare alla protesta di piazza o a fischiare uno dei succitati spettacoli. Ci limitiamo a un modesto invito a praticare il popolare e sempre saggio buon senso della nostra gente: vigilare perche' i bilanci degli assessorati di ogni livello e delle istituzioni pubbliche riflettano le aspettative della comunita' che dovrebbero interpretare e non l'ambizione all'applauso facile, perche' 'culturalmente corretto', da parte di qualche loro responsabile non ancora consapevole che il palcoscenico che vorrebbe calcare e' tanto 'retro'' e ormai archiviato. Se cio' accadesse, la citta', quella reale e sempre piu' lontana dai palazzi, ne trarrebbe giovamento. E ringrazierebbe''. (ANSA).
tralasciando che nessuno vieterà mai alla Chiesa, bolognese o di altri luoghi, di organizzare festival e manifestazioni per promuovere i propri "prodotti" e la propria cultura e magari anche un contributo economico da parte degli enti locali, e che l'"invasione barbarica" omosessuale non mi risulta abbia portato danni alla città (anzi, visto che gente si muove anche dalle regioni vicine per andare al Cassero) tutto si sarebbe fermato ad una polemica locale, come tante ce ne sono in giro e sempre ce ne saranno fin quando ci si ostinerà a guardare la pagliuzza anziché la trave, e che oltretutto era già quasi dimenticata. E invece oggi è arrivata la novella paladina della Verità suprema, quella Elisabetta Gardini riuscita nell'impresa titanica di far assumere ad Alessandra Mussolini e Daniela Santanchè le difese di Vladimir Luxuria, in una intervista a Repubblica... in cui oltre a ignorare dove si svolga la manifestazione e la sua collocazione nella città di Bologna prende spunto proprio da questa ignoranza per lanciare i suoi strali moralizzatori e immotivati:
http://www.gaynews.it/view.php?ID=70937
"Credo che sia la prima volta che la masturbazione viene sovvenzionata con soldi pubblici". La prima, onorevole Gardini? Nel 2004 il festival dell'Arcigay ottenne 10mila euro dal governo Berlusconi e 5mila dall'allora sindaco Guazzaloca. "Davvero? Succede quando un progetto arriva sul tavolo di chi deve decidere. Si valuta a grandi linee. E' in seguito che si deve esamina la realizzazione concreta della proposta". Elisabetta Gardini entra a piè pari nella polemica su Gender Bender: "In quello schifo di festival di Bologna fanno vedere film con atti sessuali espliciti facendoli passare per educazione sessuale quando invece è pura pornografia". E ancora: "Ci sono cose che uccidono i nostri valori, voi bolognesi dovreste saperlo. I gay una volta non avevano una sede proprio sul percorso della Madonna verso il santuario di San Luca? (quella sede c'è tutt'ora, e si tratta per l'appunto del Cassero, nota di Bluelake) Io la giudico un'offesa e una limitazione all' altrui libertà". Trasuda indignazione la portavoce di Forza Italia. Ma per il festival internazionale dell'Arcigay sulle barricate sono rimasti in pochi: Arcigay, ovviamente, e il direttore artistico di Gender Bender Daniele Del Pozzo, altrettanto ovviamente. Lo scontro politico, condito dalle critiche del capogruppo diessino in Comune, Claudio Merighi alla presidente della Provincia Beatrice Draghetti oggi ha repentinamente abbassato i toni. Già finito il piccolo terremoto all'interno dell'Ulivo? Dice il segretario Ds Andrea De Maria: "Sono convinto che siano state giuste ed opportune le parole del sindaco e quelle di diversi assessori che hanno difeso, a proposito della discussione sulla rassegna Gender Bender, la libertà di espressione di una realtà, come è Arcigay, che, a Bologna, rappresenta per tanti cittadini un importante riferimento". Dalla Margherita arriva un appello a chiudere una volta per tutte la faccenda del contestato festival. Per il coordinatore dei Dl Marco Monari "il protrarsi di un eventuale muro contro muro fra Curia e istituzioni sicuramente non gioverebbe alla comunità bolognese; nè alla comunità laica nè a quella cattolica". Intanto Draghetti risponde indirettamente a Merighi: "Questa giunta respinge qualsiasi tentativo esterno di screditare una sua sostanziale unitarietà di intenti e di accreditare l'ipotesi che qualcosa possa essere sfuggito di mano". Poche parole anche dal sindaco Sergio Cofferati: "Le iniziative culturali vanno promosse tutte", purchè appunto di cultura si tratti. E questa valutazione "spetta alla giunta". Intanto Del Pozzo risponde a Gardini: se avesse visto la rassegna "saprebbe che nelle quattro fortunate edizioni precedenti...sono state proiettate anteprime nazionali di film selezionati a Cannes, Berlino e Venezia, e ospitate opere omaggiate al Guggenheim di New York e al Kunsthalle di Vienna". Mentre il presidente Arcigay Sergio Lo Giudice commenta: "Gender Bender quest'anno ha assunto una funzione in più: il festival internazionale nato per riflettere sul tema delle identità di genere sessuale è diventato l'occasione per un confronto sui temi etici fra le identità politiche presenti nel centrosinistra".
(Repubblica del 01/11/2006)
Ora, per quanto io mi sforzi a capire le motivazioni reali e concrete che muovono certi ragionamenti, proprio non riesco ad arrivarci. Non riesco a capire in che modo, concretamente, il fatto che una persona vada a letto con un uomo o con una donna può arrecare questi terribili danni che la Gardini e la curia bolognese paventano. Il dare al sesso e all'atto sessuale in quanto tale una importanza primaria rispetto alla serietà della persona e ai sentimenti che questa persona prova, non è essa stessa in primis una negazione dell'umanità delle persone, riducendole solo all'incontro del pene con una vagina o con un retto? Veramente il sesso è più importante di tutte le altre qualità possedute da una persona?