Adric
01-11-2006, 05:49
Il segretario di Stato: Ratzinger vide una versione ridotta della fiction
Critiche del Vaticano al film su Papa Luciani
Il cardinale Bertone: errori su Fatima e morale sessuale
CITTÀ DEL VATICANO — Come tutte le fiction televisive sui papi recenti, anche quella su Giovanni Paolo I trasmessa da Raiuno martedì e mercoledì ha ricevuto lodi e proteste dagli ambienti vaticani. Ma mai fino ad ora uno sceneggiato aveva provocato l'intervento del Segretario di Stato vaticano: con un'intervista ad Avvenire, il cardinale Bertone fa una lode generale e avanza quattro critiche, che riguardano Fatima, il personaggio Luciani troppo «mite», la Curia dei «cattivi» che l'ostacola, l'allusione al «complotto» che sarebbe all'origine della morte improvvisa del Papa che regnò 33 giorni.
Bertone smentisce che la veggente di Fatima suor Lucia avesse predetto al cardinale Luciani — durante un colloquio nel marzo del 1978 — che sarebbe diventato Papa e che il suo pontificato sarebbe stato breve: «Il seme deve morire perché l'albero dia i suoi frutti». Facendo riferimento a un colloquio avuto con la «veggente» nel dicembre del 2003, il segretario di Stato afferma con decisione: «Suor Lucia mi disse che da parte sua non c'era stata alcuna previsione o preveggenza riguardo ad Albino Luciani». Al cardinale risulta soltanto che «dopo la partenza del patriarca Luciani» la suora «in comunità aveva esclamato: "se diventasse Papa non mi dispiacerebbe"».
Quanto alla tempra dell'uomo, Bertone ritiene «che nella fiction non sia stato messo bene in evidenza il fatto che Papa Luciani pur essendo dolce e mite era anche — come l'ha descritto Benedetto XVI — "forte nella fede", "fermo nei principi" e "fedele alla tradizione"». In particolare il cardinale trova «sovrabbondante» il tempo dedicato nello sceneggiato a «sue presunte aperture su delicate questioni di morale sessuale che comunque sarebbero da datare prima dell'enciclica Humanae Vitae che lui, a quanto mi risulta, appoggiò senza riserve».
A proposito dell'ambiente vaticano che nelle fiction fa sempre la parte del «cattivo», Bertone dice che «raccontare la Curia romana all'epoca di Papa Luciani come una congrega di ecclesiastici che non avrebbero avuto null'altro da fare che mettere i bastoni tra le ruote al nuovo Papa mi è sembrato ingiusto». In particolare il segretario di Stato di Papa Ratzinger bolla come «una caduta di stile» l'allusione «pesante» all'ipotesi della morte per avvelenamento di Luciani che nello sceneggiato sarebbe affidata all'inquadratura di una tazzina di caffè. Diciamo «sarebbe» perché interrogato dal giornale online «Affari italiani» Giuseppe De Carli, capostruttura Rai Vaticano e consulente per la fiction nega che quell'inquadratura avesse quel senso: «Il caffè c'è ancora. La tazzina è inquadrata solo per dire che era successo qualcosa di grave».
L'apprezzamento complessivo per lo sceneggiato Bertone lo riferisce come pronunciato da Benedetto XVI: «Vedendo in anteprima una versione, a dir il vero ridotta, della fiction l'ha giudicato un "bel film", un "interessante lungometraggio" e ha voluto dedicare una "menzione speciale" all'interprete principale». Anche lo storico salesiano don Cosimo Semeraro, segretario del Pontificio Comitato di Scienze storiche, ha una valutazione «benevola» del lavoro e ritiene «per lo più comprensibili» le licenze che si sono presi gli autori della sceneggiatura, ma nega che il clima dominante nella Curia dell'epoca fosse «avverso a Papa Luciani». Sostiene che risulta ormai «ben chiaro» che la candidatura al papato del patriarca di Venezia aveva trovato «un appoggio calibrato e consapevole» nella maggioranza dei cardinali di Curia e tra i cardinali francesi, mentre lo sceneggiato fa del francese di Curia Villot il personaggio chiave del contrasto con il nuovo Papa.
Luigi Accattoli
27 ottobre 2006
(Corriere della Sera)
Critiche del Vaticano al film su Papa Luciani
Il cardinale Bertone: errori su Fatima e morale sessuale
CITTÀ DEL VATICANO — Come tutte le fiction televisive sui papi recenti, anche quella su Giovanni Paolo I trasmessa da Raiuno martedì e mercoledì ha ricevuto lodi e proteste dagli ambienti vaticani. Ma mai fino ad ora uno sceneggiato aveva provocato l'intervento del Segretario di Stato vaticano: con un'intervista ad Avvenire, il cardinale Bertone fa una lode generale e avanza quattro critiche, che riguardano Fatima, il personaggio Luciani troppo «mite», la Curia dei «cattivi» che l'ostacola, l'allusione al «complotto» che sarebbe all'origine della morte improvvisa del Papa che regnò 33 giorni.
Bertone smentisce che la veggente di Fatima suor Lucia avesse predetto al cardinale Luciani — durante un colloquio nel marzo del 1978 — che sarebbe diventato Papa e che il suo pontificato sarebbe stato breve: «Il seme deve morire perché l'albero dia i suoi frutti». Facendo riferimento a un colloquio avuto con la «veggente» nel dicembre del 2003, il segretario di Stato afferma con decisione: «Suor Lucia mi disse che da parte sua non c'era stata alcuna previsione o preveggenza riguardo ad Albino Luciani». Al cardinale risulta soltanto che «dopo la partenza del patriarca Luciani» la suora «in comunità aveva esclamato: "se diventasse Papa non mi dispiacerebbe"».
Quanto alla tempra dell'uomo, Bertone ritiene «che nella fiction non sia stato messo bene in evidenza il fatto che Papa Luciani pur essendo dolce e mite era anche — come l'ha descritto Benedetto XVI — "forte nella fede", "fermo nei principi" e "fedele alla tradizione"». In particolare il cardinale trova «sovrabbondante» il tempo dedicato nello sceneggiato a «sue presunte aperture su delicate questioni di morale sessuale che comunque sarebbero da datare prima dell'enciclica Humanae Vitae che lui, a quanto mi risulta, appoggiò senza riserve».
A proposito dell'ambiente vaticano che nelle fiction fa sempre la parte del «cattivo», Bertone dice che «raccontare la Curia romana all'epoca di Papa Luciani come una congrega di ecclesiastici che non avrebbero avuto null'altro da fare che mettere i bastoni tra le ruote al nuovo Papa mi è sembrato ingiusto». In particolare il segretario di Stato di Papa Ratzinger bolla come «una caduta di stile» l'allusione «pesante» all'ipotesi della morte per avvelenamento di Luciani che nello sceneggiato sarebbe affidata all'inquadratura di una tazzina di caffè. Diciamo «sarebbe» perché interrogato dal giornale online «Affari italiani» Giuseppe De Carli, capostruttura Rai Vaticano e consulente per la fiction nega che quell'inquadratura avesse quel senso: «Il caffè c'è ancora. La tazzina è inquadrata solo per dire che era successo qualcosa di grave».
L'apprezzamento complessivo per lo sceneggiato Bertone lo riferisce come pronunciato da Benedetto XVI: «Vedendo in anteprima una versione, a dir il vero ridotta, della fiction l'ha giudicato un "bel film", un "interessante lungometraggio" e ha voluto dedicare una "menzione speciale" all'interprete principale». Anche lo storico salesiano don Cosimo Semeraro, segretario del Pontificio Comitato di Scienze storiche, ha una valutazione «benevola» del lavoro e ritiene «per lo più comprensibili» le licenze che si sono presi gli autori della sceneggiatura, ma nega che il clima dominante nella Curia dell'epoca fosse «avverso a Papa Luciani». Sostiene che risulta ormai «ben chiaro» che la candidatura al papato del patriarca di Venezia aveva trovato «un appoggio calibrato e consapevole» nella maggioranza dei cardinali di Curia e tra i cardinali francesi, mentre lo sceneggiato fa del francese di Curia Villot il personaggio chiave del contrasto con il nuovo Papa.
Luigi Accattoli
27 ottobre 2006
(Corriere della Sera)