IpseDixit
31-10-2006, 12:55
LONDRA — Si chiama «Emma Maersk», è la nave portacontainer più grande nella storia della marineria e sta facendo rotta verso il porto di Felixstowe, costa orientale inglese. La «Emma Maersk» sta completando il viaggio inaugurale, dal porto cinese di Yentian all’Europa, dopo aver solcato l’Oceano Indiano, risalito il Mar Rosso, superato il canale di Suez, essere sfilata al largo della Sicilia e poi aver passato lo stretto di Gibilterra. È attesa in Inghilterra sabato. E dal suo carico dipende la serenità consumista del nostro Natale.
Perché sul suo ponte lungo quasi 400 metri sono stati imbarcati 11 mila containers in cui sono stivate chilo più chilo meno 45 mila tonnellate di prodotti natalizi. Per un terzo finiranno sugli scaffali di negozi britannici, il resto proseguirà verso altri Paesi europei. Un intero container è stato riempito con 1.886.000 decorazioni natalizie, in un altro ci sono 12.880 lettori Mp3. Un solo importatore britannico sta aspettando la consegna di 17 containers stipati di sudoku e puzzle. Il manifesto del carico elenca ancora decine di migliaia di paia di scarpe da ginnastica, scatoloni di libri stampati in Cina, polli surgelati, dieci tonnellate di cozze, pescespada, tonno, zucche, 150 tonnellate di carne di agnello. Non è finita: stuzzicadenti, divani in pelle, migliaia di apparecchi tv e un numero imprecisato di montature per occhiali per poter guardaremeglio la televisione nuova sul sofà nuovo.
Non sorprende che la «Emma Maersk » sia stata ribattezzata dalla stampa londinese «SS Santa»:Nave Babbo Natale. Le misure sono impressionanti: 397 metri di lunghezza, 52 di larghezza del ponte, 61 metri di altezza sopra la linea di galleggiamento e altri 14 metri sotto: 75 metri in tutto, quanto un grattacielo di 20 piani. Il motore diesel pesa 130 tonnellate e ha una potenza di 109 mila cavalli, per una velocità di 25 nodi. La verniciatura al silicone per la chiglia sotto la linea di galleggiamento riduce la resistenza della nave all’acqua e taglia di 1.200 tonnellate l’anno il consumo di combustibile. Grazie alla tecnologia di navigazione supersofisticata per governare la nave basta un equipaggio di 13 uomini.
L’armatore A. P. Moller-Maersk Group, con base a Londra, ha fatto costruire il mostro meraviglioso nei cantieri di Lindø Yard in Danimarca: varo il 12 agosto e partenza per il primo viaggio commerciale l’8 settembre, perché non si tiene fermo in porto un gingillo così costoso. Nei piani ci sono altre sette navi gemelle. Ma i numeri record e il soprannome natalizio non hanno risparmiato alla «Maersk» una tempesta politica. «Questo carico è un microcosmo di globalizzazione impazzita» ha detto al Guardian Caroline Lucas, europarlamentare Verde. «Tutti questi beni si sarebbero potuti produrre in Europa, ma interi settori del commercio mondiale ormai sono dominati dalla Cina e il vero costo di quello che la "Emma Maersk" sta portandoci include l’impatto ambientale, la distruzione dei mercati in molti Paesi in via di sviluppo e i milioni di posti di lavoro persi».
La deputata inglese ha concluso la requisitoria ricordando che «quei containers pieni di merci sono un trionfo del capitale multinazionale, non un successo dei lavoratori cinesi, sfruttati e sottopagati ». Di sicuro, commenta il Guardian, se mai (Dio non voglia) qualcosa dovesse fermare il viaggio inaugurale della «SS Santa», bisognerebbe rinviare il Natale a Londra. Per mancanza di regali.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/10_Ottobre/31/santevecchi.shtml
Perché sul suo ponte lungo quasi 400 metri sono stati imbarcati 11 mila containers in cui sono stivate chilo più chilo meno 45 mila tonnellate di prodotti natalizi. Per un terzo finiranno sugli scaffali di negozi britannici, il resto proseguirà verso altri Paesi europei. Un intero container è stato riempito con 1.886.000 decorazioni natalizie, in un altro ci sono 12.880 lettori Mp3. Un solo importatore britannico sta aspettando la consegna di 17 containers stipati di sudoku e puzzle. Il manifesto del carico elenca ancora decine di migliaia di paia di scarpe da ginnastica, scatoloni di libri stampati in Cina, polli surgelati, dieci tonnellate di cozze, pescespada, tonno, zucche, 150 tonnellate di carne di agnello. Non è finita: stuzzicadenti, divani in pelle, migliaia di apparecchi tv e un numero imprecisato di montature per occhiali per poter guardaremeglio la televisione nuova sul sofà nuovo.
Non sorprende che la «Emma Maersk » sia stata ribattezzata dalla stampa londinese «SS Santa»:Nave Babbo Natale. Le misure sono impressionanti: 397 metri di lunghezza, 52 di larghezza del ponte, 61 metri di altezza sopra la linea di galleggiamento e altri 14 metri sotto: 75 metri in tutto, quanto un grattacielo di 20 piani. Il motore diesel pesa 130 tonnellate e ha una potenza di 109 mila cavalli, per una velocità di 25 nodi. La verniciatura al silicone per la chiglia sotto la linea di galleggiamento riduce la resistenza della nave all’acqua e taglia di 1.200 tonnellate l’anno il consumo di combustibile. Grazie alla tecnologia di navigazione supersofisticata per governare la nave basta un equipaggio di 13 uomini.
L’armatore A. P. Moller-Maersk Group, con base a Londra, ha fatto costruire il mostro meraviglioso nei cantieri di Lindø Yard in Danimarca: varo il 12 agosto e partenza per il primo viaggio commerciale l’8 settembre, perché non si tiene fermo in porto un gingillo così costoso. Nei piani ci sono altre sette navi gemelle. Ma i numeri record e il soprannome natalizio non hanno risparmiato alla «Maersk» una tempesta politica. «Questo carico è un microcosmo di globalizzazione impazzita» ha detto al Guardian Caroline Lucas, europarlamentare Verde. «Tutti questi beni si sarebbero potuti produrre in Europa, ma interi settori del commercio mondiale ormai sono dominati dalla Cina e il vero costo di quello che la "Emma Maersk" sta portandoci include l’impatto ambientale, la distruzione dei mercati in molti Paesi in via di sviluppo e i milioni di posti di lavoro persi».
La deputata inglese ha concluso la requisitoria ricordando che «quei containers pieni di merci sono un trionfo del capitale multinazionale, non un successo dei lavoratori cinesi, sfruttati e sottopagati ». Di sicuro, commenta il Guardian, se mai (Dio non voglia) qualcosa dovesse fermare il viaggio inaugurale della «SS Santa», bisognerebbe rinviare il Natale a Londra. Per mancanza di regali.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/10_Ottobre/31/santevecchi.shtml