View Full Version : Generazioni favorite e generazioni meno favorite. Nel ciclo ...
sempreio
30-10-2006, 17:11
Generazioni favorite e generazioni meno favorite. Nel ciclo delle generazioni quello che fa passare da una generazione all'altra, dai genitori, ai figli, ai nipoti, ci sono congiunture più favorevoli e congiunture meno favorevoli legate alla situazione e alla evoluzione socio-economica, ai mutamenti tecnologici e alle relazioni internazionali. Le persone che attualmente si trovano intorno ai 60-70 anni nel corso della loro vita sono state per molti versi sostenute da un gioco di circostanze e di eventi positivi che fanno sì che oggi si ritrovino in pensione con un reddito mediamente non trascurabile. Non solo ma, come dimostra una recente analisi di ricercatori della Banca d'Italia, con una non insignificante ricchezza accumulata a partire dalla casa ormai posseduta dal 73 per cento delle famiglie italiane.In particolare negli ultimi 15 anni è fortemente aumentata la ricchezza degli ultrasessantenni e proporzionalmente diminuita quella di coloro che hanno meno di 60 anni. E ancora, se si riguarda il livello di soddisfazione, le indagini Istat, basate su quello che dichiarano le singole persone intervistate, rivelano che a sentirsi molto o abbastanza soddisfatti fra i 60 e i 65 anni è il 56 per cento delle persone riguardo alla situazione economica, il 92 per cento riguardo alle relazioni familiari, il 68 per cento riguardo al tempo libero (e questi valori costituiscono, fra gli adulti, le proporzioni più elevate); buona è ritenuta anche la salute e le relazioni con gli amici. Insomma un quadro che sembra essere del tutto soddisfacente. Certamente meritato dal momento che queste persone hanno duramente lavorato lungo il corso della vita attiva, hanno largamente contribuito a creare il miracolo economico del nostro Paese e il benessere delle loro famiglie. Hanno potuto ottenere questi risultati anche perché si sono giovate di opportunità favorevoli del mercato del lavoro (con carriere lavorative sostanzialmente stabili), della struttura economica, della congiuntura internazionale, tutti fattori che hanno consentito loro di esprimere le loro capacità e le loro potenzialità. Per di più adesso contribuiscono in maniera non trascurabile a tenere elevato il mercato dei beni di consumo di alto livello. Lo dimostrano indagini americane e francesi, che sottolineano come le pantere grigie abbiano grande capacità di spesa anche verso beni non di prima necessità, come ad esempio la cura del proprio corpo testimoniata dalla moltiplicazione dei centri di benessere e degli interventi di chirurgia estetica.
In situazione assai meno favorevole si ritrovano le generazioni più giovani che spesso hanno carriere lavorative incerte e frammentate, che, peraltro, con i loro contributi sostengono coloro che sono in pensione, che si trovano sottoposti a una concorrenza feroce nel mercato del lavoro, all'interno e all'esterno del nostro Paese, che hanno accumulato un capitale umano superiore a quello dei loro padri, ma che le circostanze esterne non sempre consentono loro di esprimere al meglio; che, è vero, possono contare sulla ricchezza accumulata dai genitori ma della quale entreranno in possesso assai più tardi per effetto della crescente longevità. C'è il rischio in una prospettiva non troppo lontana di un conflitto intergenerazionale, che sarebbe certo devastante.
Ecco perché non possiamo non puntare sullo sviluppo e sulla creazione di nuove opportunità di lavoro. Oggi si pagano circa 23 milioni di pensioni (fra cui circa 18 milioni di invalidità, vecchiaia e superstiti) e a lavorare ufficialmente, e quindi a pagare i contributi, sono circa 23 milioni. Già così la situazione è pesante, ma a peggiorare la situazione ci si metterà la demografia con la forte crescita degli ultrasessantenni e la consistente diminuzione dei giovani con meno di 40 anni. Lavorare tutti di più appare essere certo un imperativo economico, ma non di meno un imperativo sociale.
Ciao Sempreio,
potrei chiederti chi ti ha dato questi numeri??? :)
Qualcosa di vero c'è , dammi il link dell'autore , se non ti spiace! :D
Aloa
vaio-man
30-10-2006, 19:51
bè prima o poi tutti quei vecchiacci dovranno andare in pensione e finalmente potremmo avere un pò di lavoro anche noi ventenni, intanto però avremmo già compiutto 50 anni di questo passo prima di avere un lavoro soddisfacente :mad:
sempreio
31-10-2006, 06:53
Ciao Sempreio,
potrei chiederti chi ti ha dato questi numeri??? :)
Qualcosa di vero c'è , dammi il link dell'autore , se non ti spiace! :D
Aloa
eccolo (http://gazzettino.quinordest.it/VisualizzaArticolo.php3?Codice=3130383&Luogo=Main&Data=2006-10-30&Pagina=1&Hilights=generazioni)
Generazioni favorite e generazioni meno favorite.
...........cut.............
Alcune Osservazioni:
E' vero che la generazione 70enne ha mediamente accumulato una non trascurabile ricchezza , ma è anche vero che non se la portano in "paradiso" !! :D Quindi , direi che in contrapposizione abbiamo l'Eredità, l'aiuto economico dell'affrontare gli studi , e comunque un punto d'appoggio per tutte le difficoltà che eventualmente incontreremo.
Quindi ,a mio modo di vedere ,parlare di "conflitto generazionale" è un tantino esagerato; le condizioni che i nostri padri e nonni vivevano da giovani , non erano meno "gravi" delle nostre , pensa che alcuni hanno attraversato 2 guerre e 2 dopoguerra !!!
Il lavoro dei nostri padri e nonni , era davvero più duro , dal momento che la tecnologia del tempo non aiutava, diversamente dalle condizioni d'oggi.
La storia delle pensioni pagate da chi oggi lavora , è stata la basilarità della sua nascita!!
Quando vennero istituite le pensioni, già dai primi anni di nascita , chi aveva raggiunto i requisiti (età) , poteva beneficiarne!!
Già allora chi pagava i contributi , pagavano la pensione a chi non lavorava più!!(i primi non avevano mai versato , erano i vecchi d'allora)
C'è sempre il primo ,e del certo non siamo noi che ci troviamo nel bel mezzo dell'"ingranaggio"; il principio della continuità ,fa diventare perpetuo l'istituto. (sò che tu non ci conti molto in questo :D :asd: )
L'ultimo capitolo riguardante il "peso" pensionistico ,in contrapposizione alla popolazione occupata (regolare), ha sicuramente una visibile insostenibilità.
Da una parte il dovere di non tollerare la parte di LAVORO NERO che imperversa su tutto il territorio; dall'altra , la necessità di SEPARARE la Previdenza dall'Assistenza.
C'è da dire ,che le ultime riforme pensionistiche , non lasciano scampo a dubbi:
La gente dovrà lavorare e versare per 40,5 anni (quindi vicinissimi ai 65 anni) , e vedrà l'importo pensionistico mensile ,ridimensionarsi al limite del sostentamento. (questo sarà il problema degli anni 2040)
Resta il fatto che dai 65 anni in sù , potrai anche campare di più (le variabili le vedremo negli anni a venire) ma resta il fatto che l'erogazione degli importi pensionistici si ridimensionerà senza equivoci.
La crescita demografica non la considererei elemento variabile predominante.
Alcuni dati , giusto per farti passare la serata serena: :D
Nel 2004 , il numero dei "Titolari" (alcuni ne hanno anche 4 ) di pensione INPS , era di circa 16.900.000.
Il 46,4% pensione di vecchiaia
Il 8,6% di invalidità
il 10,1% pensione supestiti
il 2,9% pensione di guerra
il 6,9% assegni sociali/civili
il 24% riceve più assegni pensionistici (fino a 4 pensioni) (sono circa 4.000.000 di pensioni in totale)
Ricapitolando, il 71,4% riceve 1 pensione (11.700.000 persone)
il 23,1% riceve 2 pensioni (3.800.000 : 2 = 1.900.000 persone )
il 4,7% riceve 3 pensioni (770.000 : 3 = 256.670 persone
il 0,7% riceve 4 pensioni (114.700 : 4 = 28675 persone
NOTA che il numero delle Pensioni , è superiore alle persone beneficiarie.
MEDIA importo pensionistico mensile
fino a 500 € = 50%
da 500 € ai 1000 € = 27,5%
da 1000 € ai 1500 € = 12,4%
da 1500 € ai 2000 € = 5,8%
otre i 2000 € = 4,2
in questo elenco , "spiccano":
circa 4.000.000 di pensioni assistenziali
circa 4,500.000 di pensioni indirette (reversibili,quando il titolare della pensione muore)
Questi dati sono quelli dell'istituto INPS!!
Poi ci sono 2.500.000 pensioni del pubblico impiego (INPDAP)
Poi ci sono 1.100.000 pensioni INAIL ( Infortuni)
Ecco, spero che la lettura sia di tuo gradimento!! :read: :mbe:
Aloa
P.s. prendi i dati con una tolleranza del circa , potrei sbagliarmi di qualche 0, % !!!
Generazioni favorite e generazioni meno favorite....cut...
sono pienamente d'accordo con l'articolo ma siccome mi piace fare l'avvocato del diavolo vi dico che i nostri nonni...
...iniziavano a lavorare a 15 anni se non prima
...non avevano cellulari, computer, fastweb, playstation, satelliti e tutte quelle diavolerie che costano un sacco e che abbiamo ormai tutti
...l'università se la sognavano
...viaggiavano molto meno di noi. provate a chiedere ai vostri nonni (se li avete ancora) se hanno mai preso un aereo quando erano giovani o dove andavano in vacanza.
insomma avevano un tenore di vita più basso.
aggiungiamo che in italia fino a pochi anni fa c'era una cultura del risparmio che ora non c'è più (adesso caso mai c'è la cultura del debito)
quindi se adesso hanno soldi in banca forse è anche perché non li hanno spesi quando erano giovani.
detto questo, andiamo in parlamento con la ruspa e rimuoviamo i vecchiacci che ci governano.
vaio-man
31-10-2006, 23:58
esatto ci sarà una generazione o forse due che per forza di cose non vedrà mai la pensione, scusa per forza di cose se io prima dei 30-35 anni non trovo un lavoro regolare o con i contributi significa che ho lavorato per 15 (iniziando a 20 anni a lavorare) anni senza prendere il becco di un contributo, ora mettiamo che a 35 anni trovo un buon lavoro e ci vogliono 40 anni di contributi significa andare in pensione a 75 anni (se strada facendo nn aumentano gli anni di contributi necessari) ora mi spieghi perchè io povero vecchietto di 70 anni invece di spassarmela e andarmene ai caraibi con la mia signora coi soldi risparmiati in quasi 50 anni di duro lavoro devo andare a lavorare per altri 5 anni sperando di vivere abbastanza a lungo da godermi la pensione e soppratutto avendo consapevolezza di fregare il lavoro a un 20enne che ha diritto anche lui di farsi una posizione?
Pucceddu
01-11-2006, 02:01
considerate pure che molti vecchiacci andranno al camposanto e questo significhera' meno pensioni aggratisse come ora (perche' ora molta gente ha pensioni con pochissimo lavoro)...
Quindi magari le cose si aggiusteranno.
Inoltre io ricordo benissimo che 5 anni fa era si dura trovare lavoro, ma una volta trovato di solito era difficile anche perderlo...
Ora praticamente si perde con un raffreddore...
Magari la tendenza cambia...magari una pestilenza colpira' i politici...
I settantenni hanno accumulato ricchezze e le passeranno ai figli... Mmmhhh :idea: Mettiamo una tassa su eredità e donazioni! :D
esatto ci sarà una generazione o forse due che per forza di cose non vedrà mai la pensione, scusa per forza di cose se io prima dei 30-35 anni non trovo un lavoro regolare o con i contributi significa che ho lavorato per 15 (iniziando a 20 anni a lavorare) anni senza prendere il becco di un contributo, ora mettiamo che a 35 anni trovo un buon lavoro e ci vogliono 40 anni di contributi significa andare in pensione a 75 anni (se strada facendo nn aumentano gli anni di contributi necessari) ora mi spieghi perchè io povero vecchietto di 70 anni invece di spassarmela e andarmene ai caraibi con la mia signora coi soldi risparmiati in quasi 50 anni di duro lavoro devo andare a lavorare per altri 5 anni sperando di vivere abbastanza a lungo da godermi la pensione e soppratutto avendo consapevolezza di fregare il lavoro a un 20enne che ha diritto anche lui di farsi una posizione?
Non c'è nessuno che ti obbliga!!
A 65 anni di età , hai il Diritto di percepire una pensione mensile , somma che si baserà,a seconda dei contributi versati .
Certo è , che se hai lavorato a nero per 15 anni, avrai anche "risparmiato" le tasse , e quel risparmio a 65 anni lo userai come integrazione alla pensione , fermo restando il fatto che sei un evasore ! :O
Il discorso dei 40 anni di lavoro , è legato alla massima contribuzione, ed è "slegata" dall'età anagrafica.
Aloa
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