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View Full Version : Sacha Baron Cohen, il comico che toglie il sorriso a Bush


Adric
23-10-2006, 21:00
A Roma, Sacha il comico che toglie il sorriso a Bush

di Marco De Martino
20/10/2006

Il comico inglese Sacha Baron Cohen, in «Borat», storia di un giornalista kazaco in giro per l'America alla ricerca di Pamela Anderson


Chi è il comico inglese che, nei panni di un giornalista, va offendendo femministe, gay, ebrei. Ha creato una crisi diplomatica tra Usa e Kazakistan. E sbeffeggia il presidente. Il suo film Borat debutta al Festival capitolino »

Gira l'America in un camioncino dei gelati alla ricerca di Pamela Anderson, che vuole sposare dopo avere fatto «una esplosione di amore cosmico sul suo seno». Si stupisce che i gay americani non indossino un cappellino blu come quello che devono mettersi in Kazakistan, il paese che lo ha mandato in missione a esplorare gli Stati Uniti.
Agli americani il giornalista Borat Sagdiyev spiega di avere rapporti incestuosi con sua sorella, che è la quarta prostituta del paese e che, quando festeggiano, i kazachi rincorrono gli ebrei come gli spagnoli fanno con i tori a Pamplona.
Grande collezionista di sperma equino, Borat è anche sorpreso dal fatto che gli americani non caccino più i pellerossa, e quando visita le piantagioni di cotone del Sud chiede dove vengono tenuti gli schiavi neri.

Alle donne che incontra chiede sempre: «Quanto?». E a un gruppo di femministe domanda se non è un problema che le donne abbiano il cervello più piccolo di quello dei maschi. Poi spiega: «In Kazakistan funziona così: Dio, uomo, cavallo, cane, e solo poi donna e topo».
È quasi impossibile riuscire con un solo film a offendere le donne, gli ebrei e i gay. E poi a provocare una crisi diplomatica tra il governo degli Stati Uniti e la repubblica del Kazakistan prima e tra kazachi e uzbechi poi.
Eppure, l'impresa è riuscita a Sacha Baron Cohen, il comico inglese il cui film Borat debutta al Festival di Roma prima di uscire, il 3 novembre, in tutto il mondo portandosi già l'etichetta di un classico del cinema, quello che con una risata ha seppellito una volta per tutte la correttezza politica.
E non è un caso che a riuscirci sia stato proprio un ebreo ortodosso che all'inizio della sua carriera si esibiva nel Violinista sul tetto, musical di culto della cultura ebraica.

Sacha Baron Cohen, 34 anni, si è anche laureato a Cambridge con una tesi sul ruolo degli ebrei nell'era dei diritti civili americani. Il primo personaggio a renderlo celebre in tv in Gran Bretagna è stato il rapper Ali G, sintesi di tutti gli stereotipi della cultura hip hop nera, capace di non abbandonare il linguaggio del ghetto neppure per intervistare i deputati del parlamento inglese.

Poi è stato il turno di Bruno, un giornalista austriaco di moda che lavora per la Gay tv e non concepisce che qualcuno sia eterosessuale.
Il suo personaggio di maggiore successo, Borat, è nato per caso: «Se ricordo bene abbiamo deciso che Borat fosse del Kazakistan senza sapere bene cosa fosse» ricorda Andrew Newman, che produsse i primi show di Cohen e ora guida la programmazione degli spettacoli di Channel 4 in Gran Bretagna. «Sembrava un posto lontano, e pensavamo che non sarebbe stato facile controllare l'accuratezza di quel che dicevamo».

Mai previsione si rivelò più sbagliata. Per rispondere all'attacco portato da Borat all'immagine del Kazakistan il governo ha deciso di investire 40 milioni di dollari nella produzione del kolossal Nomad, storia del guerriero Mansur e della sua guerra contro gli invasori mongoli.
In occasione della sua visita a Washington poi il presidente Nursultan Nazarbayev ha fatto acquistare quattro pagine di pubblicità sul New York Times per raccontare agli americani il vero Kazakistan.


Ma tutti i suoi tentativi di recupero si sono infranti contro la guerriglia mediatica di Cohen, che il giorno della visita si è presentato vestito da Borat al cancello della Casa Bianca con un invito al cinema per il «potente signore della guerra» George Walker Bush. Poco prima Borat aveva tenuto una conferenza stampa davanti all'ambasciata del Kazakistan: «Dire che i kazachi trattano le donne alla pari degli uomini o tollerano la religione non è altro che una disgustosa bugia di quei diabolici idioti dell'Uzbekistan».

Per coinvolgere ignari americani nel film i produttori si presentavano come giornalisti della Bielorussia.
Un attimo prima dell'arrivo di Borat, nel momento di maggiore concitazione, veniva fatta firmare una liberatoria.
Ed è stato così che Bobby Rowe, organizzatore di rodei, ha capito solo all'ultimo di essere caduto in una trappola. A quel punto Borat aveva già impugnato il microfono per salutare così George W. Bush: «Che possa tu bere il sangue di ogni uomo, donna e bambino dell'Iraq».

Negli Stati Uniti, dove è diventato famoso per l'Ali G show, i teenager hanno già adottato il saluto kazaco di Borat: «Jagshemash!». Oltre a comparire in televisione, Cohen appare in Talladega nights accanto a Will Ferrell, il comico nato al Saturday night live.
Ormai residente a Los Angeles, Cohen vive con l'attrice australiana Isla Fisher. I due hanno già deciso di sposarsi, ma per ora sono stati costretti a rimandare la cerimonia. Per i troppi impegni e perché Fisher sta studiando per convertirsi all'ebraismo prima del matrimonio.
(Panorama)

shambler1
23-10-2006, 21:37
Veramente costui appare come una specie di Chaplin alla rovescia: un comico razzista che fa del suoi meglio per far apparire come mostri indegni di vivere ( e quindi nessuno si dispiace quando saltano in aria per le cluster bombs) le popolazioni non europee .
Chaplin al contrario perchè Chaplin , pur non essendo ebreo, interpretò un personaggio ebreo ,eroe suo malgrado; in piena seconda guerra mondiale diresse "il grande dittatore" , alla fine del quale il personaggio del barbiere ebreo pronunzia un discorso sulla fratellanza del genere umano ,che ancora oggi mette i brividi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Il_grande_dittatore
Il suo fine si poteva riassumere in questa frase “Hanno riso e si sono divertiti; ora voglio che ascoltino. Ho fatto il film per gli ebrei di tutto il mondo. Volevo che l’onestà e la bontà tornassero sulla terra. Non sono comunista, sono soltanto un essere umano che vuole vedere in questo paese una vera democrazia e la libertà da quell’infernale irregimentazione che dilaga in tutto il mondo” (Charlie Chaplin).

Opposto, speculare, è il caso di Baruch Cohen : ebreo ultraortosso (Chaplin non lo era, pare) , costui da vita a ad una serie di spaventosi personaggi Goym (http://en.wikipedia.org/wiki/Borat Borat evolved from previous characters that Baron Cohen had developed: an unnamed Moldovan TV reporter (for LWT/Granada TV and the BBC's Comedy Nation) and later an Albanian TV reporter called Kristo (for the Paramount Comedy Channel, actually based on Cohen's personal friend James Kristenson) la cui genesi culturale richiama sinistramente quelle che pensavamo fossero solo calunnie antisemite da propaganda ottocentesca: le bestie a due gambe, che si accoppiano con gli animali ,le cui donne sono tutte prostitute, pedofili e . last but not last antisemiti.
I suoi personaggi suscitano odio e ribrezzo solo a sentirne parlare; suscitano riso ma anche disprezzo totale, assoluto. Non c'è un appello come quello di Chaplin alla fine.
Invano il Kazakinstan prova a rispondere in modo civile alla crociata di odio di costui, invano si prova a puntualizzare che le locations del film sono i villaggi degli zingari della Romania e non nel Kazakinstan, che la lingua è inventata.

Questa battuta ."«Che possa tu bere il sangue di ogni uomo, donna e bambino dell'Iraq» non sono sicuro (nonostante il costume e i baffoni) sia davvero ironica anche se pronunciata sotto i comodi panni del ripugnante Borat.

majin mixxi
23-10-2006, 22:05
http://img48.imageshack.us/img48/1759/boratneongreenswimsuit18qm9.jpg

http://img331.imageshack.us/img331/7181/boratneongreenswimsuit19rs7.jpg

:sbav:

fabio80
23-10-2006, 22:12
uttio :eek:

Cfranco
23-10-2006, 22:13
Non riesco a scorgere nulla di comico in tutto ciò :rolleyes:

trokij
12-11-2006, 14:12
Non riesco a scorgere nulla di comico in tutto ciò :rolleyes:
Fa della comicità improvvisata, stile mammuccari quando era alle jene, mette in difficoltà gl'intervistati con giochi di parole, o con la sua disarmante sincerità ;)

Adric
12-11-2006, 15:12
Troppo offensivo, la Russia censura Borat

Sacha Baron Cohen in Borat
Sarà il film comico dell'anno o come dicono i critici Usa il migliore di tutti i tempi. Fatto sta che però le avventure del reporter, tutto da ridere, kazako Borat stanno riempendo non solo le sale ma sta anche creando un vespaio di polemiche. Dopo l'accusa di plagio da parte di un giornalista turco a Sacha Cohen di aver preso ispirazione da lui per portare in scena il personaggio di Borat, stavolta un'altra bacchettata arriva dalla Russia.
Censura in Russia - Il film di straordinario successo che è già nelle sale statunitensi e che in Italia arriverà solo nel mese di marzo del 2007 non sarà proiettato nelle sale cinematografiche russe. La censura arriva dalle autorità di Mosca che hanno fatto sapere che a parere loro il film contiene materiale che alcuni spettatori potrebbero trovare offensivo nei riguardi di determinate religioni e nazionalità. Il film racconta le gesta di un giornalista kazaco rozzo, razzista e antisemita alle prese con la realizzazione di un documentario sugli Stati Uniti. Il film tuttavia era già stato programmato in 300 sale cinematografiche a partire dal 30 novembre: la 20th Century Fox, che lo ha prodotto, potrà presentare appello presso la commissione federale di cultura e cinematografia.
La trama - Un reporter della semplice ma gloriosa nazione del Kazakhstan viene mandato negli Stati Uniti per far tesoro di ciò che avviene nel più evoluto Paese del mondo e rivelarne in segreti in patria. Iniziano così le avventure di Borat, l'esilarante e sconveniente giornalista kazako inventato dal comico Sacha Baron Cohen, già autore dello show televisivo con il personaggio di Ali G, altra maschera che definire politicamente scorretta è un eufemismo. Tutto l'umorismo e la sua tagliente satira sull'antisemitismo, la misoginia e il razzismo si sono incarnati nel bizzarro comportamento e nelle interviste effettuate dal suo alter ego, il giornalista Borat. Nel corso delle sue scorribande sulle strade d'America, Borat si innamorerà di Pamela Anderson e cercherà in ogni modo di sposarla, conserverà il suo odio per il resto del mondo femminile, mostrerà senza paura il suo rigetto per zingari, omosessuali e barboni e arriverà a chiedere quali armi sono le più adatte per uccidere i figli di Israele. Il titolo completo della pellicola diretta da Larry Charles è "Borat — cultural learnings of America for make benefit glorious nation of Kazakhstan, cioè Borat — cose culturali imparate di America per fare beneficio gloriosa nazione di Kazakhstan".

(Tiscali.it)

trokij
12-11-2006, 16:53
http://www.youtube.com/watch?search=&mode=related&v=q1gczVUBjec

:sbonk:

shambler1
12-11-2006, 17:08
C'è anche la clip dove si rotola nudo col suo amico grasso...basterebbe questo a provocare nausea e lo dice uno che ha difeso persino "Toto che visse due volte".

Senza contare la sua rappresentazione del..boh del goy antisemita, del kazako...non si capisce con chi se la prenda.


Visto come ha trattato del povero villaggio di disperati, direi che l'unico che "mostrerà senza paura il suo rigetto per zingari," è lui.

trokij
12-11-2006, 17:29
C'è anche la clip dove si rotola nudo col suo amico grasso...basterebbe questo a provocare nausea e lo dice uno che ha difeso persino "Toto che visse due volte".

Senza contare la sua rappresentazione del..boh del goy antisemita, del kazako...non si capisce con chi se la prenda.


Visto come ha trattato del povero villaggio di disperati, direi che l'unico che "mostrerà senza paura il suo rigetto per zingari," è lui.
Ma questo l'hai visto?
:asd:"Killed marge" :asd:
http://www.youtube.com/watch?v=zAVrdhRVCFw&mode=related&search=
O questo... :D
http://www.youtube.com/watch?v=fNfSQA6ZRsc&mode=related&search=
Questo mi ha fatto rotolare...
What animal is that?
-It's a chicken :asd:
http://www.youtube.com/watch?v=Kzp6Wp_TLiE&mode=related&search=

Adric
14-11-2006, 13:43
13 novembre 2006

Denunce dagli attori «ingannati» dal falso reporte kazako del fim-cult

Tante querele per «Borat»

Accusano la produzione di averli “ingannati”, mettendoli in piazza senza il loro consenso. Ma molti vogliono soltanto più soldi
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

NEW YORK – Fama, dollari e ..grattacapi a non finire. Più Borat riscuote successo e più grane gli piovono addosso. Mentre arriva la notizia che il film-cult del comico britannico Sacha Baron Cohen (sulle avventure statunitensi del giornalista kazako Borat Sagdiyev) ha incassato oltre 110 milioni di dollari in due settimane (stracciando al botteghino Usa superstar come Will Ferrell, Russell Crowe e Brad Pitt) una montagna di nuovi guai si profilano all’orizzonte.

Dopo la messa al bando di Borat in paesi quali Russia, Giordania, Kuwait, Bahrain, Oman e Qatar, le proteste ufficiali del governo kazako e le denunce delle comunità di zingari Roma, adesso arrivano anche le accuse di alcuni attori – loro malgrado - del film. Che accusano la produzione di averli “ingannati”, mettendoli in piazza senza il loro consenso, attraverso la candid camera del comico britannico.

“Pensavamo che stessero girando un documentario per il
dipartimento del turismo del Kazakhstan”, tuonano i coniugi Joe e Myriam Behar, di Newton, nel Massachusetts, ebrei, gestori della Pensione «Four seasons Kosher» in cui Borat e il suo produttore, Azamat, cercano ospitalità per una notte. Ad un certo punto nel film, l’anziana coppia è rappresentata come due scarafaggi: una trovata kafkiana di Cohen, il cui scopo ultimo è denunciare l’antisemitismo. Ma i due non hanno per niente apprezzato. “È stato molto offensivo”, puntano il dito, ”Non ci hanno mai spiegato che avrebbero fatto questo. Per noi è terribile anche perché adesso tutti i nostri amici pensano che nella nostra pensione ci siano gli scarafaggi”.

Ancora più indignato un gruppetto di studenti di una confraternita universitaria della South Carolina che hanno querelato Cohen sostenendo di essere stati fatti ubriacare dalla sua troupe cinematografica, e poi indotti a rilasciare affermazioni razziste e sessiste davanti alla macchina da presa.

Michael Psenicska, istruttore di guida alla Perry Hall Driving School di Baltimora ha raccontato di aver ricevuto, nell'autunno dello scorso anno, una telefonata da una sedicente società di produzione impegnata nelle riprese di un documentario straniero, che voleva lezioni di guida. “Non mi meravigliato, giacché la mia scuola ha un programma specifico di lezioni per gli immigrati”, racconta l’uomo, che per il disturbo ha ricevuto un magro compenso di 500 dollari “Non avrei mai sospettato che 18 mesi più tardi mi sarei ritrovato sul grande schermo. Sono stato ingannato e chiedo risarcimenti”. Psenicska, che ha assoldato un avvocato, accusa Cohen di aver messo a rischio la sua vita. Nella scena contestata, infatti, Borat guida sul lato sbagliato della strada, tra improperi e maledizioni agli altri guidatori.

Ma insulti e imbrogli a parte, la maggior parte dei querelanti sembrano infuriati soprattutto per i compensi irrisori a fronte della fortuna incassata dal film. “Mi hanno dato 150 dollari e il film ne ha guadagnati 26 in tre giorni, solo in Usa. Tutti stanno ridendo a spese nostre”, si è lamentato Jim Sell, il rivenditore di auto del Maryland da cui Borat e il suo producer acquistano un'auto “capace di ammazzare zingari”.

La fama, troppa e troppo veloce, sta avendo un effetto boomerang anche nella vita privata del vero Borat. Uscendo dallo studio newyorchese della NBC, dopo aver registrato una puntata di Saturday Night Live, Baron Cohen è stato aggredito da un passante che aveva avvicinato col suo incorreggibile humour per chiedergli di vendergli il vestito, “per fare sesso con lui”. L’uomo non si è affatto divertito e ha preso a pugni il comico che è stato salvato dal collega Hugh Laurie, con cui era diretto in un bar. E se tutto ciò non bastasse, dallo studio della 20th Century Fox arriva la notizia che il film quasi sicuramente non avrà un sequel. Il motivo? “Le gag di Borat sono tutte basate sulla sorpresa e l'anonimato”, replica Bruce Snyder, capo della distribuzione della major hollywoodiana. “Ma a questo punto è impossibile che Borat possa ancora riuscire ad intrappolare qualcuno”.


Alessandra Farkas
(Corriere della Sera)

sider
14-11-2006, 14:41
Mi sono guardato un pò di video , è pietoso come comico.