Ziosilvio
23-10-2006, 10:53
Dal Corriere della Sera (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/10_Ottobre/23/caretto.shtml):
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Della società fanno parte anche il padre e la madre di George W.
I fondi per le scuole alla famiglia Bush
Il fratello del presidente vende i programmi didattici
WASHINGTON — «Nessun bambino lasciato indietro» ( No child left behind), la legge presidenziale del 2001 sulla riforma della scuola, è l'orgoglio della famiglia Bush, la più potente dinastia politica americana, che ha ormai spodestato quella dei Kennedy. La legge ha stanziato ingenti fondi per gli studi dei bambini «economicamente svantaggiati» tramite sussidi, corsi speciali e così via, sopperendo in parte alle disparità sociali. Ma secondo il Los Angeles Times i bambini poveri non sono i soli a beneficiarne. Ne trarrebbe notevole vantaggio finanziario anche un fratello del presidente, Neil Bush, da cui decine di scuole acquisterebbero indebitamente con questi fondi un sistema di insegnamento multimediale, programmi per computer e video, da 3.800 dollari, una somma non insignificante. Quel che è peggio, della società di Neil, «Ignite! Learning» (Accendi! Impara) fanno parte anche i genitori, l'ex presidente Bush padre e la ex first lady Barbara. Potenzialmente, è un altro grave scandalo per un'amministrazione spesso sospettata di nepotismo — il vicepresidente Richard Cheney è accusato di avere fatto gli interessi della Halliburton, la sua ex azienda — e Neil ha tentato di impedire che scoppiasse proprio in vista delle elezioni congressuali del 7 novembre mandando una «email» al Los Angeles Times. A quanto riferito dal giornale, il fratello del presidente ha sostenuto che il suo sistema ha dato ottimi frutti, tanto che verrebbe introdotto anche in Europa e in Medio Oriente. E ha rimproverato al quotidiano di prestarsi a delle manovre politiche contro la sua famiglia. Il presidente, avrebbe affermato, non ha mosso foglia, non c'è abuso di potere, c'è soltanto il suo merito professionale: «Nessuno di quanti mi hanno aiutato — ha asserito — gli ha mai chiesto un favore, un autografo, una notte alla Casa Bianca nella camera da letto di Lincoln».
Quest'ultimo è un riferimento al veleno a Bill Clinton, che da presidente ospitò in quella stanza i massimi finanziatori del Partito democratico. La versione del quotidiano è però diversa. Ha ricordato che Neil Bush, un ricco uomo d'affari, non è al primo scandalo, e che dopo l'uragano Katrina la ex first lady Barbara mandò fondi alle scuole disastrate ma a condizione che acquistassero il sistema del figlio. E ha elencato le società e i potenti che hanno fornito in regalo il sistema stesso ai bambini o agli insegnanti: il reverendo Moon, il fondatore della «Chiesa della unificazione»; Sig Rogich, un creso di Las Vegas che versò 200 mila dollari per la elezione di George W.; la Aramco, la società petrolifera saudita; la Bp britannica; la Shell; e altri esponenti del Gotha dell'industria e della finanza. Il Los Angeles Times ha anche precisato alcuni fatturati della «Ignite! Learning»: 640 mila dollari a Houston nel Texas, dove vivono Neil e i genitori; 300 mila nel Nevada; poco meno nel Nuovo Messico. Non ha totalizzato però il giro di affari. Sul sistema multimediale, detto Cow, mucca perché presentato nella forma di questo animale (è l'acronimo di Curriculum on wheels, ossia su ruote) il giornale ha raccolto pareri opposti. Qualcuno l'ha detto efficace, qualcun altro mediocre, qualcuno lo ha sconsigliato. Il Los Angeles Times ha sottolineato alcuni paradossi: che soddisfa le richieste di soli 7 stati sui 40 dove è distribuito; che non include la matematica, necessaria invece per la legge «No child left behind»; e che non è stato controllato dal Ministero dell'istruzione. Ma la questione di fondo, ha ricordato il quotidiano, è quella morale: «Neil non avrebbe dovuto, come minimo, chiedere alle scuole di non usare i fondi federali?». Il Ministero e la Casa Bianca hanno rifiutato commenti. I democratici non sanno che fare, se sfruttare la vicenda a fini elettorali contro il presidente, o se attenderne gli sviluppi. Come George W. così l'altro fratello, Jeb, il governatore della Florida, non ha nulla a che fare con la società di Neil, fondata nel '99, un capitale di 23 milioni di dollari raccolti in soli quattro anni. Tra i suoi partner internazionali ci sarebbero principi sauditi e il magnate russo Boris Berezovskij. Ma resta da vedere se riuscirà a realizzare i suoi progetti, dopo le rivelazioni del Los Angeles Times.
Ennio Caretto
23 ottobre 2006
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Della società fanno parte anche il padre e la madre di George W.
I fondi per le scuole alla famiglia Bush
Il fratello del presidente vende i programmi didattici
WASHINGTON — «Nessun bambino lasciato indietro» ( No child left behind), la legge presidenziale del 2001 sulla riforma della scuola, è l'orgoglio della famiglia Bush, la più potente dinastia politica americana, che ha ormai spodestato quella dei Kennedy. La legge ha stanziato ingenti fondi per gli studi dei bambini «economicamente svantaggiati» tramite sussidi, corsi speciali e così via, sopperendo in parte alle disparità sociali. Ma secondo il Los Angeles Times i bambini poveri non sono i soli a beneficiarne. Ne trarrebbe notevole vantaggio finanziario anche un fratello del presidente, Neil Bush, da cui decine di scuole acquisterebbero indebitamente con questi fondi un sistema di insegnamento multimediale, programmi per computer e video, da 3.800 dollari, una somma non insignificante. Quel che è peggio, della società di Neil, «Ignite! Learning» (Accendi! Impara) fanno parte anche i genitori, l'ex presidente Bush padre e la ex first lady Barbara. Potenzialmente, è un altro grave scandalo per un'amministrazione spesso sospettata di nepotismo — il vicepresidente Richard Cheney è accusato di avere fatto gli interessi della Halliburton, la sua ex azienda — e Neil ha tentato di impedire che scoppiasse proprio in vista delle elezioni congressuali del 7 novembre mandando una «email» al Los Angeles Times. A quanto riferito dal giornale, il fratello del presidente ha sostenuto che il suo sistema ha dato ottimi frutti, tanto che verrebbe introdotto anche in Europa e in Medio Oriente. E ha rimproverato al quotidiano di prestarsi a delle manovre politiche contro la sua famiglia. Il presidente, avrebbe affermato, non ha mosso foglia, non c'è abuso di potere, c'è soltanto il suo merito professionale: «Nessuno di quanti mi hanno aiutato — ha asserito — gli ha mai chiesto un favore, un autografo, una notte alla Casa Bianca nella camera da letto di Lincoln».
Quest'ultimo è un riferimento al veleno a Bill Clinton, che da presidente ospitò in quella stanza i massimi finanziatori del Partito democratico. La versione del quotidiano è però diversa. Ha ricordato che Neil Bush, un ricco uomo d'affari, non è al primo scandalo, e che dopo l'uragano Katrina la ex first lady Barbara mandò fondi alle scuole disastrate ma a condizione che acquistassero il sistema del figlio. E ha elencato le società e i potenti che hanno fornito in regalo il sistema stesso ai bambini o agli insegnanti: il reverendo Moon, il fondatore della «Chiesa della unificazione»; Sig Rogich, un creso di Las Vegas che versò 200 mila dollari per la elezione di George W.; la Aramco, la società petrolifera saudita; la Bp britannica; la Shell; e altri esponenti del Gotha dell'industria e della finanza. Il Los Angeles Times ha anche precisato alcuni fatturati della «Ignite! Learning»: 640 mila dollari a Houston nel Texas, dove vivono Neil e i genitori; 300 mila nel Nevada; poco meno nel Nuovo Messico. Non ha totalizzato però il giro di affari. Sul sistema multimediale, detto Cow, mucca perché presentato nella forma di questo animale (è l'acronimo di Curriculum on wheels, ossia su ruote) il giornale ha raccolto pareri opposti. Qualcuno l'ha detto efficace, qualcun altro mediocre, qualcuno lo ha sconsigliato. Il Los Angeles Times ha sottolineato alcuni paradossi: che soddisfa le richieste di soli 7 stati sui 40 dove è distribuito; che non include la matematica, necessaria invece per la legge «No child left behind»; e che non è stato controllato dal Ministero dell'istruzione. Ma la questione di fondo, ha ricordato il quotidiano, è quella morale: «Neil non avrebbe dovuto, come minimo, chiedere alle scuole di non usare i fondi federali?». Il Ministero e la Casa Bianca hanno rifiutato commenti. I democratici non sanno che fare, se sfruttare la vicenda a fini elettorali contro il presidente, o se attenderne gli sviluppi. Come George W. così l'altro fratello, Jeb, il governatore della Florida, non ha nulla a che fare con la società di Neil, fondata nel '99, un capitale di 23 milioni di dollari raccolti in soli quattro anni. Tra i suoi partner internazionali ci sarebbero principi sauditi e il magnate russo Boris Berezovskij. Ma resta da vedere se riuscirà a realizzare i suoi progetti, dopo le rivelazioni del Los Angeles Times.
Ennio Caretto
23 ottobre 2006
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