Adric
22-10-2006, 23:32
Governo brasiliano: L'Amazzonia non è in vendita
Giovedì, 19 ottobre
“L’Amazzonia è un patrimonio del popolo brasiliano e non è in vendita”: così i ministri dell’Ambiente, Marina Silva, degli Esteri, Celso Amorim e della Scienza e della tecnologia, Sergio Machado Rezende, hanno replicato in un articolo pubblicato sul quotidiano Folha de São Paulo alla proposta del segretario dell’Ambiente britannico David Miliband di creare un ‘consorzio’ internazionale per comprare parti del ‘polmone verde’ del pianeta con l’obiettivo di preservarle dal disboscamento.
“Dall’estero sono state presentate iniziative per acquistare porzioni di Amazzonia legate alle preoccupazioni relative agli effetti delle deforestazione sui fenomeni del cambiamento climatico e del surriscaldamento della terra. Ma queste iniziative ignorano la realtà della selva amazzonica” scrivono i ministri, aggiungendo: “Il cambiamento climatico è frutto di un processo cumulativo dell’attività umana negli ultimi 150 anni. Per almeno l’80% questo problema deriva dall’utilizzo dei combustibili fossili, soprattutto carbone e petrolio, e solo una piccola parte del riscaldamento globale (alcuni dati scientifici relativi all’Amazzonia parlano dello 0,5% del totale mondiale) è imputabile ai cambiamenti di uso del suolo, incluso il disboscamento”.
Secondo gli autori dell’articolo “occorre focalizzare l’attenzione sulla trasformazione della politica energetica e in particolare sull’uso intensivo delle energie pulite”; in più, ricordano, sono proprio i paesi più industrializzati i primi responsabili del problema. “Negli ultimi anni il governo brasiliano ha lavorato per la riduzione dell’emissione di gas nocivi e ha ottenuto un’importante riduzione del tasso di deforestazione: nel 2004-2005 del 32% e entro il 2005-2006 contiamo di aggiungere un altro 11%” ha spiegato inoltre Marina Silva dopo un incontro, a San Paolo, con l’ex-vice presidente statunitense Al Gore, a cui ha chiesto il sostegno americano a un progetto per la creazione di un fondo finanziato dalla comunità internazionale per incentivare i paesi in via di sviluppo a rafforzare la tutela delle proprie risorse naturali. “Speriamo di trovare un importante alleato” ha detto la Silva, che presenterà ufficialmente il progetto alla 12ª conferenza dei paesi aderenti alla Convenzione quadro sul cambiamento climatico dell’Onu in programma a novembre a Nairobi, in Kenya.
(canisciolti.info)
Giovedì, 19 ottobre
“L’Amazzonia è un patrimonio del popolo brasiliano e non è in vendita”: così i ministri dell’Ambiente, Marina Silva, degli Esteri, Celso Amorim e della Scienza e della tecnologia, Sergio Machado Rezende, hanno replicato in un articolo pubblicato sul quotidiano Folha de São Paulo alla proposta del segretario dell’Ambiente britannico David Miliband di creare un ‘consorzio’ internazionale per comprare parti del ‘polmone verde’ del pianeta con l’obiettivo di preservarle dal disboscamento.
“Dall’estero sono state presentate iniziative per acquistare porzioni di Amazzonia legate alle preoccupazioni relative agli effetti delle deforestazione sui fenomeni del cambiamento climatico e del surriscaldamento della terra. Ma queste iniziative ignorano la realtà della selva amazzonica” scrivono i ministri, aggiungendo: “Il cambiamento climatico è frutto di un processo cumulativo dell’attività umana negli ultimi 150 anni. Per almeno l’80% questo problema deriva dall’utilizzo dei combustibili fossili, soprattutto carbone e petrolio, e solo una piccola parte del riscaldamento globale (alcuni dati scientifici relativi all’Amazzonia parlano dello 0,5% del totale mondiale) è imputabile ai cambiamenti di uso del suolo, incluso il disboscamento”.
Secondo gli autori dell’articolo “occorre focalizzare l’attenzione sulla trasformazione della politica energetica e in particolare sull’uso intensivo delle energie pulite”; in più, ricordano, sono proprio i paesi più industrializzati i primi responsabili del problema. “Negli ultimi anni il governo brasiliano ha lavorato per la riduzione dell’emissione di gas nocivi e ha ottenuto un’importante riduzione del tasso di deforestazione: nel 2004-2005 del 32% e entro il 2005-2006 contiamo di aggiungere un altro 11%” ha spiegato inoltre Marina Silva dopo un incontro, a San Paolo, con l’ex-vice presidente statunitense Al Gore, a cui ha chiesto il sostegno americano a un progetto per la creazione di un fondo finanziato dalla comunità internazionale per incentivare i paesi in via di sviluppo a rafforzare la tutela delle proprie risorse naturali. “Speriamo di trovare un importante alleato” ha detto la Silva, che presenterà ufficialmente il progetto alla 12ª conferenza dei paesi aderenti alla Convenzione quadro sul cambiamento climatico dell’Onu in programma a novembre a Nairobi, in Kenya.
(canisciolti.info)