Raven
22-10-2006, 18:37
Preso da "l'adige" di oggi... mi trova molto d'accordo nell'analisi e sulle prospettive future che vengono ipotizzate... voi che ne dite?! Si prospetta il ritorno del "grande centro"?!
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I Ds metteranno la parola fine
Il ricorso continuo all'ironia palesa l'incapacità di Romano Prodi di uscire dalla crisi politica che lo sta stringendo. Anche ieri, in risposta alla manifestazione vicentina della Cdl che invocava la sua cacciata «a casa, a casa», ha risposto beffardo: «Ci sono già», intendendo il suo salotto bolognese. Certo la manifestazione della Cdl è da ridimensionare. Il Cavaliere ha gonfiato il petto e lustrato il trapianto che ha in testa, ma a Vicenza non c'erano le masse. Per una manifestazione che doveva vedere il disagio dell'Italia in piazza, otto-dieci mila persone sono un po' pochine. Ma è anche vero che al dissenso non si risponde con il sarcasmo. È, in definitiva, quello di Prodi, il modus operandi di Berlusconi quando era al governo. C'è nel destino dei due leader un percorso comune. E gli avvenimenti di questi mesi suonano come la fine della loro avventura politica. Prodi porterà a casa la Finanziaria, quasi certamente con il voto di fiducia, ma la sua fine è segnata. Il silenzio, palpabile e fragoroso, dei Ds nei giorni scorsi, sugli ultimi atti del premier, è il segnale che il motore si sta fermando. E finalmente dopo giorni di silenzio tombale, ieri alla direzione della Quercia Fassino e D'Alema hanno usato parole nette: lo spirito dell'Ulivo del '96 non c'è più. Parole che chiudono un ciclo. Cosa succederà dunque nei prossimi mesi? Casini ha già preso le distanze dalle ribellioni peroniste di Berlusconi. Il leader centrista ha detto che dopo la caduta di Prodi non si andrà al voto, ma ci sarà un governo di salvezza nazionale, senza l'estrema sinistra, ma con dentro i centristi. È lo stesso scenario preconizzato da Rifondazione, ovviamente con preoccupazione. Anche il nuovo partito di Follini va nella direzione dell'uscita dal bipolarismo. Ma se Prodi sta arrivando al capolinea, non è messo meglio Berlusconi, al quale anche Fini ha detto che ha chiuso un'epoca. Del resto il Peron italiano ha dovuto ascoltare con imbarazzo la piazza vicentina che fischiava l'inno italiano. Ha minimizzato. Ma essere a capo di un partito che si chiama Forza Italia e avere i sostenitori che fischiano l'inno d'Italia è la rappresentazione plastica di un crepuscolo.
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I Ds metteranno la parola fine
Il ricorso continuo all'ironia palesa l'incapacità di Romano Prodi di uscire dalla crisi politica che lo sta stringendo. Anche ieri, in risposta alla manifestazione vicentina della Cdl che invocava la sua cacciata «a casa, a casa», ha risposto beffardo: «Ci sono già», intendendo il suo salotto bolognese. Certo la manifestazione della Cdl è da ridimensionare. Il Cavaliere ha gonfiato il petto e lustrato il trapianto che ha in testa, ma a Vicenza non c'erano le masse. Per una manifestazione che doveva vedere il disagio dell'Italia in piazza, otto-dieci mila persone sono un po' pochine. Ma è anche vero che al dissenso non si risponde con il sarcasmo. È, in definitiva, quello di Prodi, il modus operandi di Berlusconi quando era al governo. C'è nel destino dei due leader un percorso comune. E gli avvenimenti di questi mesi suonano come la fine della loro avventura politica. Prodi porterà a casa la Finanziaria, quasi certamente con il voto di fiducia, ma la sua fine è segnata. Il silenzio, palpabile e fragoroso, dei Ds nei giorni scorsi, sugli ultimi atti del premier, è il segnale che il motore si sta fermando. E finalmente dopo giorni di silenzio tombale, ieri alla direzione della Quercia Fassino e D'Alema hanno usato parole nette: lo spirito dell'Ulivo del '96 non c'è più. Parole che chiudono un ciclo. Cosa succederà dunque nei prossimi mesi? Casini ha già preso le distanze dalle ribellioni peroniste di Berlusconi. Il leader centrista ha detto che dopo la caduta di Prodi non si andrà al voto, ma ci sarà un governo di salvezza nazionale, senza l'estrema sinistra, ma con dentro i centristi. È lo stesso scenario preconizzato da Rifondazione, ovviamente con preoccupazione. Anche il nuovo partito di Follini va nella direzione dell'uscita dal bipolarismo. Ma se Prodi sta arrivando al capolinea, non è messo meglio Berlusconi, al quale anche Fini ha detto che ha chiuso un'epoca. Del resto il Peron italiano ha dovuto ascoltare con imbarazzo la piazza vicentina che fischiava l'inno italiano. Ha minimizzato. Ma essere a capo di un partito che si chiama Forza Italia e avere i sostenitori che fischiano l'inno d'Italia è la rappresentazione plastica di un crepuscolo.