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View Full Version : Intervista al Generale Mini


maxsona
21-10-2006, 13:32
Oggetto: Mini: "Dal Medio Oriente allo spazio, troppo rambismo Usa

«Il terrorismo deve essere combattuto, su questo non vi può essere dubbio. Ma va anche contrastata con la massima decisione l´idea, troppo spesso tradotta in pratica, che per combattere il terrorismo si debba rinunciare ad una serie di libertà individuali e collettive». A sostenerlo è il generale Fabio Mini, già capo di stato maggiore del comando Nato delle forze alleate Sud Europa.

Dalla controversa legge anti-terrorismo alla militarizzazione dello spazio: George W.Bush motiva queste scelte in nome della guerra al terrorismo. Ma questa guerra giustifica ogni misura coercitiva?
«No, non lo giustifica affatto. Una cosa è sacrosanta: il terrorismo deve essere combattuto, ma bisogna anche contrastare la tentazione che per combattere il terrorismo bisogna rinunciare a una serie di libertà individuali e collettive che ormai sono patrimonio della nostra civiltà. Noi ci abbassiamo allo stesso livello dei fautori jihadisti dello scontro di civiltà se accettassimo che ogni misura è giustificata e giustificabile nella guerra al terrorismo. Ma sulle ultime misure adottate dall´amministrazione Usa vorrei dire una cosa che a qualcuno potrebbe apparire provocatoria...».

Dica pure, generale.

«La guerra al terrorismo è un grande pretesto per fare altre cose. La legge sullo spazio va nella direzione di quella che è la teoria della strategia (della guerra) preventiva portata avanti dalla presidenza Bush. Qui si tratta dell´acquisizione di potere preventivo su una parte dell´universo che dovrebbe essere regolamentata come patrimonio di tutti. Questa assimilazione al potere di una nazione terrestre dello spazio esterno va in direzione di questa strategia preventiva, che significa mettere i diritti di una nazione avanti a quelli di tutti gli altri. E l´altra questione che questa legge sullo spazio evidenzia è quella dell´unilateralismo. Sono ormai decenni che nell´ambito delle Nazioni Unite si cerca di addivenire a una soluzione nella definizione dei diritti sullo spazio esterno, sempre però in chiave multilaterale, così come è avvenuto per il mare e per le risorse sul fondo del mare. L´atteggiamento americano è in controtendenza rispetto alla natura dei diritti internazionali».

Quando si pensa alla guerra al terrorismo ci si riferisce soprattutto a due scenari: l´Iraq e l´Afghanistan. La strategia adottata a portato a dei risultati o invece, come si sostiene da più parti, ha finito per accrescere la capacità di penetrazione dei gruppi terroristi?

«Dei risultati significativi sono stati raggiunti nella neutralizzazione di un tipo di terrorismo che si caratterizza come jihadista e islamico ma nell´ambito della stessa Jihad islamica è soltanto una parte e non il tutto, tanto è vero che le altre parti del jihadismo stanno venendo fuori in altre forme o anche nelle forme consuete in altre parti del Medio ed Estremo Oriente. I risultati ci sono stati nei confronti di un tipo di terrorismo, di una organizzazione terroristica, perchè Al Qaeda non è più quella del 2001 e dubito che possa tornare ad esserlo. Detto questo, c´è da sottolineare che le situazioni che si pensava di poter sfruttare, in termini democratici o di stabilizzazione, nei posti dove si andava a combattere il terrorismo, in realtà non è avvenuto niente di tutto questo. Da questo punto di vista, c´è stato un errore di strategia nella gestione del dopoguerra, in Iraq come in Afghanistan, nella ricostruzione di queste realtà che andavano riconvertite. Guardano a cosa sta avvenendo in Medio ed Estremo Oriente si può sostenere a ragione che i risultati non sono soddisfacenti. A rivelarsi inadeguata, in Iraq come in Afghanistan, non è stata solo la strategia militare quanto quella economica. Questi Paesi dove si pensa di portare la democrazia hanno innanzitutto bisogno di un modello di civiltà e di un modello di economia che riesca a farli sopravvivere. Quello che fino ad adesso abbiamo mostrato non va in questo senso».

Generale Mini, da militare cosa significano per lei Abu Ghraib, Guantanamo...».
ù
«Di fronte a queste vergogne rabbrividisco. Come militare, come "figlio" di una mentalità militare che abbiamo sviluppato in Europa nell´ultimo dopoguerra, non mi riconosco in niente di quello che viene fatto. Non solo Guantanamo come prigione, ma anche Guantanamo come tribunale speciale, Guantanamo come negazione di qualsiasi diritto. Guantanamo come individuazione di una commissione militare speciale che è vero che viene legalmente istituita ma che va contro a tutto quello che è il diritto internazionale e anche il diritto statunitense, tant´è che viene messa in discussione dalla stessa Corte Suprema. Rabbrividisco e non mi riconosco in questa pratica. Spero vivamente che questo periodo veramente infelice per le forze armate internazionali passi alla svelta. Non so come. non so quanto tempo ci si metterà, ma bisognerà tornare a vedere le forze armate occidentali come strumenti di una politica di buon senso e non come espressione di un deleterio " rambismo" o di una volontà unilaterale di aggressione contro tutti e dappertutto, adesso anche oltre lo spazio».

Unita.it
:)

Fradetti
21-10-2006, 13:38
http://fp1.com/sept98/features/lvclassic/fullshow/img/25.jpg

nomeutente
21-10-2006, 13:47
@ Fradetti
Vettura simpatica, ma preferisco di gran lunga il maggiolino.
Però queste cose è meglio se le discutiamo in un altro thread, non trovi?

Onisem
21-10-2006, 13:50
http://fp1.com/sept98/features/lvclassic/fullshow/img/25.jpg
Stavo pensando la stessa cosa. :asd: