View Full Version : Serio: Curiosità
postate le frasi che trovate durante lo studio e/o la lettura di qualsiasi articolo che in un certo modo faticate a capire e ad apprendere con immediatezza. E' interessante capire se è il modo in cui è scritto che rappresenta un ostacolo oppure c'è dell'altro.
esempio:
Il prodotto cartesiano tra due relazioni coincide con il prodotto cartesiano tra insiemi.
siate seri, magari si scopre che alcune delole difficoltà che avete non esistono affatto ma è solo colpa di come è scritto! :)
nota bene:
parlo di frasi in italiano, non formule o quant'altro
hai veramente capito una cosa quando sei capace di spiegarlo a tua nonna
albert einstein
dovrebbe essere così
lucausa75
21-10-2006, 08:55
hai veramente capito una cosa quando sei capace di spiegarlo a tua nonna
albert einstein
dovrebbe essere così
...e chi la nonna non l'ha più? :confused:
hai veramente capito una cosa quando sei capace di spiegarlo a tua nonna
albert einstein
dovrebbe essere così
e secondo te sono di più quelli che hanno capito o che pensano di avere capito ?
e secondo te sono di più quelli che hanno capito o che pensano di avere capito ?
che pensano di aver capito ;)
lognomo33
21-10-2006, 10:25
"Quindi è solo il mercato che ha una tensione concettuale interna,nel senso che non puo essere,a differenza della altre 2 forme di scambio(reciprocita e ridistribuzione n.d.r.),direttamente una forma organizzativa di società e che,essendo costituito su matrice logica incompatibile con la reale attiva e persistente organizzazione sociale esistente,presuppone poi che si spieghi,al di fuori dalla sua logica antipleonastica e concettuale,come sia possibile conciliare un numero crescente di interazioni semplici,compesse e metacomplesse basate sul mercato con un ordine reale."
Ezio mingione, Sociologia della vita economica.
Alla faccia degli studiosi di materie scientifiche che dicono sempre che studiare le materie discorsive è una cazzata. :D :D
VegetaSSJ5
21-10-2006, 13:30
"Quindi è solo il mercato che ha una tensione concettuale interna,nel senso che non puo essere,a differenza della altre 2 forme di scambio(reciprocita e ridistribuzione n.d.r.),direttamente una forma organizzativa di società e che,essendo costituito su matrice logica incompatibile con la reale attiva e persistente organizzazione sociale esistente,presuppone poi che si spieghi,al di fuori dalla sua logica antipleonastica e concettuale,come sia possibile conciliare un numero crescente di interazioni semplici,compesse e metacomplesse basate sul mercato con un ordine reale."
Ezio mingione, Sociologia della vita economica.
Alla faccia degli studiosi di materie scientifiche che dicono sempre che studiare le materie discorsive è una cazzata. :D :D
:rotfl:
"Quindi è solo il mercato che ha una tensione concettuale interna,nel senso che non puo essere,a differenza della altre 2 forme di scambio(reciprocita e ridistribuzione n.d.r.),direttamente una forma organizzativa di società e che,essendo costituito su matrice logica incompatibile con la reale attiva e persistente organizzazione sociale esistente,presuppone poi che si spieghi,al di fuori dalla sua logica antipleonastica e concettuale,come sia possibile conciliare un numero crescente di interazioni semplici,compesse e metacomplesse basate sul mercato con un ordine reale."
Ezio mingione, Sociologia della vita economica.
Alla faccia degli studiosi di materie scientifiche che dicono sempre che studiare le materie discorsive è una cazzata. :D :D
tremenda!
SilveRazzo
21-10-2006, 14:59
"L'inconoscibile sostiene il conoscibile. Il conoscibile diventa conoscibile in quanto viene ordinato: anche allorquando non vi è ancora specificazione dell'ordine, l'ordine del conoscibile non ancora conosciuto è pensabile a priori. La fenomenologia del mondo sfugge all'assurdo solo in virtù dell'ordine immanente-la regola del processo."
"C'è quasi, in queste parvenze transitorie, una volontà di mimesi dell'inconoscibile che non è dato una volta per tutte ma si riconosce come inconoscibile nel corso stesso del processo della conoscenza e a causa di esso."
Mario A. Toscano in Divenire, dover essere: lessico della sociologia positivista. Il bello è che parla come scrive :eek:
lognomo33
21-10-2006, 15:10
"L'inconoscibile sostiene il conoscibile. Il conoscibile diventa conoscibile in quanto viene ordinato: anche allorquando non vi è ancora specificazione dell'ordine, l'ordine del conoscibile non ancora conosciuto è pensabile a priori. La fenomenologia del mondo sfugge all'assurdo solo in virtù dell'ordine immanente-la regola del processo."
"C'è quasi, in queste parvenze transitorie, una volontà di mimesi dell'inconoscibile che non è dato una volta per tutte ma si riconosce come inconoscibile nel corso stesso del processo della conoscenza e a causa di esso."
Mario A. Toscano in Divenire, dover essere: lessico della sociologia positivista. Il bello è che parla come scrive :eek:
la prima non è difficilissima..
Per la seconda invece non mi espongo.. :asd:
matteo1986
21-10-2006, 17:01
Per farsi capire basta seguire 40 semplici regole: :O
1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
4. Esprimiti siccome ti nutri.
5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
7. Stai attento a non fare... indigestione di puntini di sospensione.
8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.
9. Non generalizzare mai.
10.Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
11.Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”
12.I paragoni sono come le frasi fatte.
13.Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
14.Solo gli stronzi usano parole volgari.
15.Sii sempre più o meno specifico.
16.La litote è la più straordinaria delle tecniche espressive.
17.Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
18.Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
19.Metti, le virgole, al posto giusto.
20.Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.
21.Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso e! tacòn del buso.
22.Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
23.C’è davvero bisogno di domande retoriche?
24.Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
25.Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.
26.Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.
27.Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!
28.Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.
29.Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.
30.Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.
31.All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).
32.Cura puntiliosamente l’ortograffia.
33.Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.
34.Non andare troppo sovente a capo.
Almeno,
non quando non serve.
35.Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.
36.Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.
37.Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.
38.Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competente cognitive del destinatario.
39.Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.
40. Una frase compiuta deve avere.
tratto da: Umberto Eco, La Bustina di Minerva, Bompiani 2000
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