~ZeRO sTrEsS~
13-10-2006, 14:57
che bello!!! ecco a cosa serve importare la democrazia con le armi!!! complimenti hanno portato un paese all'annullamento totale... povera gente.
«Il sistema sanitario iracheno è al collasso»
Msf: «L'Iraq al collasso sanitario»
Il progetto dell'organizzazione internazionale e il reportage, con le testimonianze di medici e malati
STRUMENTI
VERSIONE STAMPABILE
I PIU' LETTI
INVIA QUESTO ARTICOLO
Nel novembre del 2004 Medici Senza Frontiere (MSF) ha lasciato l’Iraq perché gli attacchi diretti alle organizzazioni umanitarie internazionali rendevano impossibile continuare a lavorare in quel Paese. Quest’anno MSF ha ripreso la sua opera di assistenza agli iracheni in collaborazione con l’ospedale della Mezzaluna Rossa ad Amman, in Giordania.
La missione svolge principalmente attività chirurgiche ed è gestita in stretta collaborazione con medici che lavorano in Iraq.
■ Il progetto di Medici Senza Frontiere: intervista a Mego Terzani
■ L'intervista a un medico iracheno che collabora al progetto di Msf
■ Nasir «Salvato da chi è caduto davanti a me»
■ Said, 18 anni: «Non so più quanti amici ho visto morire»
A causa degli attacchi diretti alle organizzazioni umanitarie internazionali, MSF non può curare le vittime del conflitto direttamente in Iraq ma offre servizi ai medici iracheni che si occupano di medicina d’urgenza, chirurghi che continuano a lavorare negli ospedali iracheni nonostante il clima di insicurezza presente nel paese. MSF contribuisce alla cura delle vittime delle violenze inviando rifornimenti alle strutture sanitarie irachene e trasferendo una parte dei pazienti ad Amman, in Giordania.
■ Abu Sliman: «Con la salute ho perso tutto»
■ Kamal: «La faccia distrutta: nove mesi per essere operato»
■ Samira: «Le carni di mia figlia non si staccavano dal pavimento»
■ Aspetti chirurgici specifici del progetto di Msf
Dopo tre anni di guerra, il sistema sanitario iracheno è vicino al collasso per il flusso costante di feriti che tutti i giorni si riversano negli ospedali. Con l’intensificarsi delle violenze, molti medici subiscono minacce o hanno dovuto abbandonare il Paese e quelli che restano devono occuparsi per prima cosa dei casi più urgenti. In Iraq è molto difficile ricevere cure chirurgiche specialistiche a causa di una serie di fattori: scarsità di medici, di specialisti e di attrezzature, alto costo delle operazioni chirurgiche e il pericolo costante cui sono sottoposti pazienti e personale medico. Quando i civili restano feriti nel corso di un attacco, da un ordigno esplosivo o dal fuoco delle mitragliatrici, vengono subito trasferiti nelle strutture sanitarie ma dopo aver ricevuto le prime cure di pronto soccorso incontrano molte difficoltà nel ricevere cure appropriate. Incontrano infiniti ostacoli, spesso insormontabili. Alcuni pazienti ci hanno descritto la loro travagliata esperienza.
Data la situazione, MSF ha deciso di aprire un progetto di chirurgia ad Amman, in Giordania. Il 5 agosto, in collaborazione con l’ospedale della Mezzaluna Rossa giordana, sono stati ricoverati i primi feriti iracheni che necessitavano di operazioni di chirurgia ricostruttiva, tra cui chirurgia ortopedica, chirurgia maxillo-facciale e chirurgia plastica. Grazie al sostegno di una rete di medici iracheni, che hanno il compito di identificare i pazienti e di occuparsi delle procedure amministrative e logistiche necessarie, il progetto consente loro di trasferire i civili feriti in Giordania. Il dottor Mego Terzian, responsabile della missione ad Amman, illustra gli obiettivi del progetto, mentre la dottoressa Nikki Blackwell, anestesista, ne esamina più in dettaglio gli aspetti chirurgici. MSF cerca anche di supportare i medici iracheni che continuano a lavorare nel paese malgrado le minacce cui sono sottoposti. MSF sta incrementando i contatti con i medici iracheni per valutare le risorse disponibili negli ospedali iracheni per far fronte alle emergenze mediche e chirurgiche. Il team operativo ad Amman sta cominciando a inviare rifornimenti di farmaci e scorte direttamente alle strutture sanitarie irachene.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/10_Ottobre/13/msf.shtml
«Il sistema sanitario iracheno è al collasso»
Msf: «L'Iraq al collasso sanitario»
Il progetto dell'organizzazione internazionale e il reportage, con le testimonianze di medici e malati
STRUMENTI
VERSIONE STAMPABILE
I PIU' LETTI
INVIA QUESTO ARTICOLO
Nel novembre del 2004 Medici Senza Frontiere (MSF) ha lasciato l’Iraq perché gli attacchi diretti alle organizzazioni umanitarie internazionali rendevano impossibile continuare a lavorare in quel Paese. Quest’anno MSF ha ripreso la sua opera di assistenza agli iracheni in collaborazione con l’ospedale della Mezzaluna Rossa ad Amman, in Giordania.
La missione svolge principalmente attività chirurgiche ed è gestita in stretta collaborazione con medici che lavorano in Iraq.
■ Il progetto di Medici Senza Frontiere: intervista a Mego Terzani
■ L'intervista a un medico iracheno che collabora al progetto di Msf
■ Nasir «Salvato da chi è caduto davanti a me»
■ Said, 18 anni: «Non so più quanti amici ho visto morire»
A causa degli attacchi diretti alle organizzazioni umanitarie internazionali, MSF non può curare le vittime del conflitto direttamente in Iraq ma offre servizi ai medici iracheni che si occupano di medicina d’urgenza, chirurghi che continuano a lavorare negli ospedali iracheni nonostante il clima di insicurezza presente nel paese. MSF contribuisce alla cura delle vittime delle violenze inviando rifornimenti alle strutture sanitarie irachene e trasferendo una parte dei pazienti ad Amman, in Giordania.
■ Abu Sliman: «Con la salute ho perso tutto»
■ Kamal: «La faccia distrutta: nove mesi per essere operato»
■ Samira: «Le carni di mia figlia non si staccavano dal pavimento»
■ Aspetti chirurgici specifici del progetto di Msf
Dopo tre anni di guerra, il sistema sanitario iracheno è vicino al collasso per il flusso costante di feriti che tutti i giorni si riversano negli ospedali. Con l’intensificarsi delle violenze, molti medici subiscono minacce o hanno dovuto abbandonare il Paese e quelli che restano devono occuparsi per prima cosa dei casi più urgenti. In Iraq è molto difficile ricevere cure chirurgiche specialistiche a causa di una serie di fattori: scarsità di medici, di specialisti e di attrezzature, alto costo delle operazioni chirurgiche e il pericolo costante cui sono sottoposti pazienti e personale medico. Quando i civili restano feriti nel corso di un attacco, da un ordigno esplosivo o dal fuoco delle mitragliatrici, vengono subito trasferiti nelle strutture sanitarie ma dopo aver ricevuto le prime cure di pronto soccorso incontrano molte difficoltà nel ricevere cure appropriate. Incontrano infiniti ostacoli, spesso insormontabili. Alcuni pazienti ci hanno descritto la loro travagliata esperienza.
Data la situazione, MSF ha deciso di aprire un progetto di chirurgia ad Amman, in Giordania. Il 5 agosto, in collaborazione con l’ospedale della Mezzaluna Rossa giordana, sono stati ricoverati i primi feriti iracheni che necessitavano di operazioni di chirurgia ricostruttiva, tra cui chirurgia ortopedica, chirurgia maxillo-facciale e chirurgia plastica. Grazie al sostegno di una rete di medici iracheni, che hanno il compito di identificare i pazienti e di occuparsi delle procedure amministrative e logistiche necessarie, il progetto consente loro di trasferire i civili feriti in Giordania. Il dottor Mego Terzian, responsabile della missione ad Amman, illustra gli obiettivi del progetto, mentre la dottoressa Nikki Blackwell, anestesista, ne esamina più in dettaglio gli aspetti chirurgici. MSF cerca anche di supportare i medici iracheni che continuano a lavorare nel paese malgrado le minacce cui sono sottoposti. MSF sta incrementando i contatti con i medici iracheni per valutare le risorse disponibili negli ospedali iracheni per far fronte alle emergenze mediche e chirurgiche. Il team operativo ad Amman sta cominciando a inviare rifornimenti di farmaci e scorte direttamente alle strutture sanitarie irachene.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/10_Ottobre/13/msf.shtml