Ziosilvio
13-10-2006, 10:12
Dal Corriere della Sera (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/10_Ottobre/12/parigi.shtml):
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Secondo il giornalista Lawrence Pintak c'è dietro lo zampino di Washington
Terrorismo, va in onda lo spot anti-kamikaze
Il film è stato girato in California ed è costato un milione di dollari, finanziato da una Ong sostenuta da militanti iracheni emigrati
PARIGI - Un uomo scambia uno sguardo con un bambino, si confonde tra la folla di un mercato, poi improvvisamente apre la camicia, mostra una cintura carica di dinamite e si fa esplodere: corpi scaraventati a decine di metri, vetrate in frantumi, auto sventrate, urla, lacrime, fiamme. Un massacro. Infine una scritta: il terrorismo non appartiene a nessuna religione. È uno spot, una pubblicità progresso, diffusa in questi giorni su Al Arabiya, LBC (Libanese Broadcasting Corporation) e altre reti irachene e arabe, concepito per scoraggiare gli attentati suicidi che provocano decine di vittime in Iraq. Le immagini sono intense, ricche di effetti speciali, alla Matrix. Difficile però risalire ai veri committenti. Il sito noterror.info, che compare alla fine dello spot, non si espone. Il film però è stato girato in California ed è costato un milione di dollari, finanziato da una Ong sostenuta da anonimi militanti iracheni emigrati, studiosi e donatori privati che si autodefiniscono come l’«Assemblea per l'Iraq del Futuro».
CASA BIANCA - Secondo il noto giornalista americano Lawrence Pintak, si tratta di un’azione promossa da Washington, che nega. Il governo di Bush ha comunque avviato da tempo campagne di sensibilizzazione, pubblicando articoli nei giornali iracheni o appoggiandosi a media creati ad hoc come Radio Sawa e la tv Al-Hurra. Lo scorso anno, il Pentagono aveva investito milioni di dollari per creare prodotti multimediali destinati a contrastare le ideologie estremiste. Noterror, però, non farebbe parte del programma. Robert Satloff, direttore esecutivo del Washington Insitute for Near East Policy, invece boccia l’iniziativa se dietro ci fossero gli Stati Uniti: gli americani non possono utilizzare la religione per combattere il terrorismo. Spetta ai musulmani farlo.
Alessandro Grandesso
12 ottobre 2006
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Ossia: un gruppo di rifugiati produce uno spot per spiegare che i kamikaze non hanno niente a che vedere con la religione islamica...
... e i due tizi non sanno dire nient'altro che "c'è sotto Washington" e "gli americani non devono usare la religione per combattere il terrorismo"?
Bah... :nono:
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Secondo il giornalista Lawrence Pintak c'è dietro lo zampino di Washington
Terrorismo, va in onda lo spot anti-kamikaze
Il film è stato girato in California ed è costato un milione di dollari, finanziato da una Ong sostenuta da militanti iracheni emigrati
PARIGI - Un uomo scambia uno sguardo con un bambino, si confonde tra la folla di un mercato, poi improvvisamente apre la camicia, mostra una cintura carica di dinamite e si fa esplodere: corpi scaraventati a decine di metri, vetrate in frantumi, auto sventrate, urla, lacrime, fiamme. Un massacro. Infine una scritta: il terrorismo non appartiene a nessuna religione. È uno spot, una pubblicità progresso, diffusa in questi giorni su Al Arabiya, LBC (Libanese Broadcasting Corporation) e altre reti irachene e arabe, concepito per scoraggiare gli attentati suicidi che provocano decine di vittime in Iraq. Le immagini sono intense, ricche di effetti speciali, alla Matrix. Difficile però risalire ai veri committenti. Il sito noterror.info, che compare alla fine dello spot, non si espone. Il film però è stato girato in California ed è costato un milione di dollari, finanziato da una Ong sostenuta da anonimi militanti iracheni emigrati, studiosi e donatori privati che si autodefiniscono come l’«Assemblea per l'Iraq del Futuro».
CASA BIANCA - Secondo il noto giornalista americano Lawrence Pintak, si tratta di un’azione promossa da Washington, che nega. Il governo di Bush ha comunque avviato da tempo campagne di sensibilizzazione, pubblicando articoli nei giornali iracheni o appoggiandosi a media creati ad hoc come Radio Sawa e la tv Al-Hurra. Lo scorso anno, il Pentagono aveva investito milioni di dollari per creare prodotti multimediali destinati a contrastare le ideologie estremiste. Noterror, però, non farebbe parte del programma. Robert Satloff, direttore esecutivo del Washington Insitute for Near East Policy, invece boccia l’iniziativa se dietro ci fossero gli Stati Uniti: gli americani non possono utilizzare la religione per combattere il terrorismo. Spetta ai musulmani farlo.
Alessandro Grandesso
12 ottobre 2006
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Ossia: un gruppo di rifugiati produce uno spot per spiegare che i kamikaze non hanno niente a che vedere con la religione islamica...
... e i due tizi non sanno dire nient'altro che "c'è sotto Washington" e "gli americani non devono usare la religione per combattere il terrorismo"?
Bah... :nono: