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View Full Version : Alleanza Nazionale: Il Secolo d'Italia chiude


Adric
11-10-2006, 22:19
Alleanza Nazionale: Da Epurator a Liquidator
Martedì, 10 ottobre

L'organo di stampa di An, quello ufficiale, esclusi cioé tutti quelli pubblici conquistati, si avvia a chiudere. Non é il mercato, non è la perfida Albione, non é il bolscevismo: é Fini che lo chiude. Lo ha detto a chiare lettere a colonnelli, caporali ed attendenti riuniti per discutere di politica e obbligati adesso a discutere di altro. Finiti i bei tempi del ventennio, passati pure quelli del quinquennio, la politica, se non la storia, presenta il conto.

La prende male Maurizio Gasparri: “Mi dispiace, ma sul “Secolo” non sono e non posso essere un osservatore distaccato. Sono entrato là come abusivo e ne sono uscito da direttore. Anzi, non ne sono uscito affatto perché sono in aspettativa”. Pur confondendo le ragioni del cuore con i contributi previdenziali, Gasparri ha incassato peggio di altri colonnelli di via della Scrofa l’intenzione del presidente di An di far sparire anche l’ultima fiammella del loro passato: chiudere Il Secolo d’Italia.

Per Fini, infatti, ormai c’è poco da congetturare. “Così com’è - ha arringato la platea dell’Assemblea nazionale del partito - non ha ragione di esistere; costa troppo, ci attacca in continuazione, meglio spendere i soldi in modo diverso. Dobbiamo trovare il modo di comunicare meglio perché c’é carenza di informazione a destra e c'è la possibilità di fare un giornale che sia fuori dalle logiche di partito”.

La frase spiazzante del leader di An, quella sul “Secolo” – costretto, nel migliore dei casi, a subire una pesante ristrutturazione – è sintomo dell’avvicinarsi, almeno nelle intenzioni, di un nuovo passaggio politico. Forse ancora un nuovo strappo con il passato ed un ulteriore passo avanti verso l’ala moderata europea. L’orizzonte, l'"approdo finale" come ha voluto chiamarlo Fini, è il Partito popolare europeo, con An nel ruolo di traino interno alla coalizione della Cdl. “ Non siamo un movimento di centro – ha rivendicato Fini - ma centrale alla coalizione”. E come sempre accade quando si respira l’aria di un nuovo passaggio, i primi a farne le spese sono i giornali di partito. Nello specifico del “Secolo”. Ma Gasparri mastica amaro.

Lontano da sempre dai massimi sistemi della politica e più avvezzo a rimanere strettamente ancorato alla propria bottega, l’ex ministro delle Comunicazioni dei discorsi alati di Fini ha colto solo il passaggio della chiusura del “suo” giornale. E, con rabbia, ha rivendicato platealmente di essere arrivato alla medesima conclusione di Fini prima degli altri. Molto prima degli altri, ma non fu capito. Chissà perché. Erano tempi diversi, d’altra parte. “Era l'epoca di Almirante e allora - ha raccontato - si doveva scegliere tra investire su un quotidiano o sulle radio. Noi allora avevamo ottime frequenze nelle grandi città ma, purtroppo, venne scelta la via del giornale. Ancora mi mangio le mani”. Una lungimiranza di pensiero che non fu colta, malgrado l’autorevolezza dell’autore di una siffatta visione del futuro delle comunicazioni. Lo comprese evidentemente uno come Berlusconi che lo face accomodare sulla sedia più alta dell’omonimo ministero; serviva qualcuno che apponesse una firma al posto suo sulla legge di massima tutela dei suoi interessi massmediatici. Si doveva far accomodare un accomodante. Gasparri era l’uomo giusto al posto giusto.

Comunque, ora il Secolo volterà pagina. Verrà ripensato. Perché chiuderlo potrebbe sembrare una sconfitta della destra politica e questo, a via della Scrofa, non lo vuole nessuno. Ma l’evidenza non lascia adito a dubbi: se il Secolo chiude è perchè i suoi costi hanno nettamente superato ogni beneficio, a partire dalla comunicazione politica. Certo, quando a mancare sono soprattutto la cultura e i contenuti, prendersela con i redattori del giornale è davvero un’inutile cattiveria. Ma a destra, si sa, sono spietati. E non ammettono mai le sconfitte.

In parecchi già si interrogano su come dovrà essere in futuro l’organo (oggi diretto da una donna, Flavia Perina) che da decenni da voce alla destra e che ha visto formarsi nella sua redazione molti degli attuali esponenti della classe dirigente del partito, dallo stesso presidente a Francesco Storace, da Adolfo Urso a Mario Landolfi, i “ragazzi di via Milano” come li ha immortalati in un libro nostalgico uno di loro, il direttore del Tg2 Mauro Mazza. Fini non ha dubbi: il problema del “Secolo” il partito lo deve affrontare. Dentro l’ultimo schizzo di acqua di Fiuggi annega un altro pezzo della destra italiana. Per le grandi traversate sono inutili le zattere.


di Giovanna Pavani - Altrenotizie.org
(canisciolti.info)

dupa
12-10-2006, 09:38
:cry:

gtrin
12-10-2006, 10:57
Alleanza Nazionale: Da Epurator a Liquidator
Martedì, 10 ottobre

L'organo di stampa di An, quello ufficiale, esclusi cioé tutti quelli pubblici conquistati, si avvia a chiudere. Non é il mercato, non è la perfida Albione, non é il bolscevismo: é Fini che lo chiude. Lo ha detto a chiare lettere a colonnelli, caporali ed attendenti riuniti per discutere di politica e obbligati adesso a discutere di altro. Finiti i bei tempi del ventennio, passati pure quelli del quinquennio, la politica, se non la storia, presenta il conto.

La prende male Maurizio Gasparri: “Mi dispiace, ma sul “Secolo” non sono e non posso essere un osservatore distaccato. Sono entrato là come abusivo e ne sono uscito da direttore. Anzi, non ne sono uscito affatto perché sono in aspettativa”. Pur confondendo le ragioni del cuore con i contributi previdenziali, Gasparri ha incassato peggio di altri colonnelli di via della Scrofa l’intenzione del presidente di An di far sparire anche l’ultima fiammella del loro passato: chiudere Il Secolo d’Italia.

Per Fini, infatti, ormai c’è poco da congetturare. “Così com’è - ha arringato la platea dell’Assemblea nazionale del partito - non ha ragione di esistere; costa troppo, ci attacca in continuazione, meglio spendere i soldi in modo diverso. Dobbiamo trovare il modo di comunicare meglio perché c’é carenza di informazione a destra e c'è la possibilità di fare un giornale che sia fuori dalle logiche di partito”.

La frase spiazzante del leader di An, quella sul “Secolo” – costretto, nel migliore dei casi, a subire una pesante ristrutturazione – è sintomo dell’avvicinarsi, almeno nelle intenzioni, di un nuovo passaggio politico. Forse ancora un nuovo strappo con il passato ed un ulteriore passo avanti verso l’ala moderata europea. L’orizzonte, l'"approdo finale" come ha voluto chiamarlo Fini, è il Partito popolare europeo, con An nel ruolo di traino interno alla coalizione della Cdl. “ Non siamo un movimento di centro – ha rivendicato Fini - ma centrale alla coalizione”. E come sempre accade quando si respira l’aria di un nuovo passaggio, i primi a farne le spese sono i giornali di partito. Nello specifico del “Secolo”. Ma Gasparri mastica amaro.

Lontano da sempre dai massimi sistemi della politica e più avvezzo a rimanere strettamente ancorato alla propria bottega, l’ex ministro delle Comunicazioni dei discorsi alati di Fini ha colto solo il passaggio della chiusura del “suo” giornale. E, con rabbia, ha rivendicato platealmente di essere arrivato alla medesima conclusione di Fini prima degli altri. Molto prima degli altri, ma non fu capito. Chissà perché. Erano tempi diversi, d’altra parte. “Era l'epoca di Almirante e allora - ha raccontato - si doveva scegliere tra investire su un quotidiano o sulle radio. Noi allora avevamo ottime frequenze nelle grandi città ma, purtroppo, venne scelta la via del giornale. Ancora mi mangio le mani”. Una lungimiranza di pensiero che non fu colta, malgrado l’autorevolezza dell’autore di una siffatta visione del futuro delle comunicazioni. Lo comprese evidentemente uno come Berlusconi che lo face accomodare sulla sedia più alta dell’omonimo ministero; serviva qualcuno che apponesse una firma al posto suo sulla legge di massima tutela dei suoi interessi massmediatici. Si doveva far accomodare un accomodante. Gasparri era l’uomo giusto al posto giusto.

Comunque, ora il Secolo volterà pagina. Verrà ripensato. Perché chiuderlo potrebbe sembrare una sconfitta della destra politica e questo, a via della Scrofa, non lo vuole nessuno. Ma l’evidenza non lascia adito a dubbi: se il Secolo chiude è perchè i suoi costi hanno nettamente superato ogni beneficio, a partire dalla comunicazione politica. Certo, quando a mancare sono soprattutto la cultura e i contenuti, prendersela con i redattori del giornale è davvero un’inutile cattiveria. Ma a destra, si sa, sono spietati. E non ammettono mai le sconfitte.

In parecchi già si interrogano su come dovrà essere in futuro l’organo (oggi diretto da una donna, Flavia Perina) che da decenni da voce alla destra e che ha visto formarsi nella sua redazione molti degli attuali esponenti della classe dirigente del partito, dallo stesso presidente a Francesco Storace, da Adolfo Urso a Mario Landolfi, i “ragazzi di via Milano” come li ha immortalati in un libro nostalgico uno di loro, il direttore del Tg2 Mauro Mazza. Fini non ha dubbi: il problema del “Secolo” il partito lo deve affrontare. Dentro l’ultimo schizzo di acqua di Fiuggi annega un altro pezzo della destra italiana. Per le grandi traversate sono inutili le zattere.


di Giovanna Pavani - Altrenotizie.org
(canisciolti.info)

Come quando chiusero l'Unità.
La storia si ripete a parti invertite.

Ser21
12-10-2006, 11:09
Era ora,in italia ci sono fin troppi giornali e questo era tra i più sgradevoli,ridicoli,inutili,sopravvalutati e privo di contenti che esistano nel bel paese.

FastFreddy
12-10-2006, 11:13
Era ora,in italia ci sono fin troppi giornali e questo era tra i più sgradevoli,ridicoli,inutili,sopravvalutati e privo di contenti che esistano nel bel paese.


Qualcuno ti obbligava a comprarlo?

Sai, si potrebbe dire lo stesso de L'unità, Liberazione, il manifesto, etc. etc. etc.....

CYRANO
12-10-2006, 11:15
Facciamo così : salviamo il secolo e chiudiamo libero e il giornale!
ci guadagna tutta la stampa italiana! :D


Ciaozoaiza

FastFreddy
12-10-2006, 11:17
Facciamo così : salviamo il secolo e chiudiamo libero e il giornale!
ci guadagna tutta la stampa italiana! :D


Ciaozoaiza

Si, e stampiamo il manifesto su carta a doppio velo... :rolleyes:

Non so voi, ma a me nessuno punta la pistola alla tempia quando vado dal giornalaio....

Feric Jaggar
12-10-2006, 13:52
Se avessero puntato sulle radio, sarebbero andate a rotoli anche quelle.

Nel 1983 tramite un amico comprai a prezzo stracciato il trasmettitore di una loro emittente, che chiudeva, mentre quella che ho fondato io, usando lo stesso trasmettitore per iniziare, ancora è viva e vegeta.

Quando uno non ci sa fare con i media, non c'è rimedio. I prodotti residuali della dissoluzione dell'MSI - nessuno escluso - è meglio se continuano a puntare sulla parola stampata: è più congeniale al loro metabolismo.

Feric Jaggar
12-10-2006, 14:11
Facciamo così : salviamo il secolo e chiudiamo libero e il giornale!
ci guadagna tutta la stampa italiana! :D


Rilevo (e due) con piacere i frutti raccolti da Libero con la sua politica editoriale del "volevamo solo dare una mano ai servizi segreti!" :D







- Che giorno è oggi?
- Aspetta, guardo sul giornale...giovedì!
- Che giornale è? LIBERO? Verifichiamo.

fabio80
12-10-2006, 14:54
Si, e stampiamo il manifesto su carta a doppio velo... :rolleyes:

Non so voi, ma a me nessuno punta la pistola alla tempia quando vado dal giornalaio....


faresti un favore a molti :asd:

Ileana
12-10-2006, 15:18
Un pochino mi dispiace, perchè il paginone centrale di cultura era molto interessante.
Però in effetti oltre quello di contorno non c'è nulla. E risultano molto più interessanti svariati giornali che arrivano a casa gratuitamente ai tesserati.

prio
12-10-2006, 15:19
- Che giorno è oggi?
- Aspetta, guardo sul giornale...giovedì!
- Che giornale è? LIBERO? Verifichiamo.

:sbonk:

Demetrius
12-10-2006, 17:05
Qualcuno ti obbligava a comprarlo?

Sai, si potrebbe dire lo stesso de L'unità, Liberazione, il manifesto, etc. etc. etc.....

il problema è che è finanziato, come tanti altri giornali, con i soldi pubblici

FastFreddy
12-10-2006, 17:16
il problema è che è finanziato, come tanti altri giornali, con i soldi pubblici

Ah beh, se parliamo di quello ce n'è per tutti a prescindere dal partito di appartenenza....

-kurgan-
12-10-2006, 19:35
Se avessero puntato sulle radio, sarebbero andate a rotoli anche quelle.

Nel 1983 tramite un amico comprai a prezzo stracciato il trasmettitore di una loro emittente, che chiudeva, mentre quella che ho fondato io, usando lo stesso trasmettitore per iniziare, ancora è viva e vegeta.

Quando uno non ci sa fare con i media, non c'è rimedio. I prodotti residuali della dissoluzione dell'MSI - nessuno escluso - è meglio se continuano a puntare sulla parola stampata: è più congeniale al loro metabolismo.

che radio è? se non sono indiscreto, quanto ti costò quella frequenza? :)

Darkel83
12-10-2006, 19:56
Qualcuno ti obbligava a comprarlo?

Sai, si potrebbe dire lo stesso de L'unità, Liberazione, il manifesto, etc. etc. etc.....

Peccato che questi giornali cartastraccia ce li dobbiamo pagare NOI contribuenti coi finanziamenti che siamo costretti a sborsare.

Botolo rognoso
12-10-2006, 20:33
Qualcuno ti obbligava a comprarlo?

Sai, si potrebbe dire lo stesso de L'unità, Liberazione, il manifesto, etc. etc. etc.....


Comunque a me è capitato spesso di trovare gente che distribuiva gratuitamente in giro "IL Giornale" e "Libero" e mai giornali di sinistra (poi tra l'altro ci sarebbe anche da discutere sul nome). Francamente non credo che distribuire giornali così di parte sia corretto in quanto non è detto che chi riceve il giornale sappia che troverà articoli "a senso unico", mi sembra una mossa piuttosto subdola.

DonaldDuck
12-10-2006, 21:00
Comunque a me è capitato spesso di trovare gente che distribuiva gratuitamente in giro "IL Giornale" e "Libero" e mai giornali di sinistra (poi tra l'altro ci sarebbe anche da discutere sul nome). Francamente non credo che distribuire giornali così di parte sia corretto in quanto non è detto che chi riceve il giornale sappia che troverà articoli "a senso unico", mi sembra una mossa piuttosto subdola.
Se fosse vero quello che dici sarebbe una gran cosa perchè i giornali della controparte gli articoli a senso unico se li fanno pure pagare :sofico:

Feric Jaggar
12-10-2006, 21:08
che radio è? se non sono indiscreto, quanto ti costò quella frequenza? :)

La radio dell'MSI era di Ostra od Ostra Vetere, non ricordo... io non comprai la frequenza, quella volta le frequenze non si compravano! :D nel 1983 bastava registrare la testata, trovarsi un angolino libero nell'etere e cominciare a trasmettere. Il trasmettitore era il cassone della CTE da 80 W, pagato 400.000 Lire, mi ricordo le bestemmie quando si bruciò da solo (senza motivo) il finale PT9783... per fortuna mio cuggino me lo cambiò al prezzo di costo - 80.000 Lire :doh:

majino
12-10-2006, 21:10
Se fosse vero quello che dici sarebbe una gran cosa perchè i giornali della controparte gli articoli a senso unico se li fanno pure pagare :sofico:

com'è giusto che sia. se li fanno pagare..

DonaldDuck
12-10-2006, 21:12
com'è giusto che sia. se li fanno pagare..
Battuta ironica la mia :D

Botolo rognoso
12-10-2006, 21:29
Battuta ironica la mia :D

Guarda che sta bene regalare un "leggo", "city" o roba varia, anche il Corriere della sera va bene, ma "Libero" o cose del genere no, perchè la persona lo legge con l'idea di leggere un giornale serio, imparziale magari, e qualcosa in testa le rimane. Per un giornale di parte sono disposte a pagare solo persone già nettamente orientate, non gli indecisi.

E poi la faccenda dei nomi: I giornali di sinistra non mascherano la loro identità, il loro indirizzo dietro nomi per così dire neutri come "il giornale" o "libero".
Io da bambino ogni tanto "il giornale" o compravo perchè sceglievo semplicemente in base al nome, nome che mi sembrava imparziale; non mi sarei sognato di comprare "il manifesto".

Ser21
13-10-2006, 08:12
Qualcuno ti obbligava a comprarlo?

Sai, si potrebbe dire lo stesso de L'unità, Liberazione, il manifesto, etc. etc. etc.....
Certo che si può dire,pensi che mi metta a piangere se dici che il manifesta ha le stesse caratteristiche da me descritte x il secolo?

krokus
13-10-2006, 12:33
No, cavolo! :cry: :cry:
Il Secolo era il migliore, per accendere il fuoco. Carta buona, mica seghe!

trallallero
13-10-2006, 12:41
No, cavolo! :cry: :cry:
Il Secolo era il migliore, per accendere il fuoco. Carta buona, mica seghe!
Se ti dico a cosa mi é servita La Repubblica quell'unica volta che l'ho comprata :asd:

trallallero
13-10-2006, 12:42
com'è giusto che sia. se li fanno pagare..
oltre a prendere, per esempio l'Unitá, 6 milioncini dalle nostre tasche senza chiederci niente :fiufiu: