indelebile
11-10-2006, 11:28
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Udc: Follini se ne va, per Casini e' un arrivederci
ROMA - Tanto tuonò che piovve, anzi pioverà. Per la precisione, prima il 18 ottobre, in una conferenza stampa, e poi il 21, quando a Napoli Marco Follini annuncerà ufficialmente il suo addio all'Udc, il partito che ha guidato fino a un anno fa. A confermare la data fissata per l'annuncio delle sue intenzioni è lo stesso Follini che, interpellato, si limita a dire che del percorso politico che si apre con la nascita dell'Italia di Mezzo parlerà in quella data: "Parlerò a Napoli - assicura - Mancano ancora 10 giorni e 200 chilometri...".
Nessuna incertezza, però, sull'esito della vicenda. Un addio che però non coglie di sorpresa il partito centrista nel quale da tempo l'ex segretario (si è dimesso il 15 ottobre scorso) conduce una vita da separato in casa. Piuttosto, una notizia che desta rammarico. Quello espresso di prima mattina dal "fraterno amico" di una volta Pier Ferdinando Casini che riafferma nei confronti di Follini il suo sentimento di amicizia e stima: "Sono sicuro - dice - che prima o poi le nostre strade si rincontreranno".
Con Casini in passato i rapporti sono sicuramente stati più tesi di quelli recenti, quando i due ex amici sono tornati ad incontrarsi. Dispiaciuto si dichiara anche Lorenzo Cesa, succeduto a Follini alla segreteria del partito: "Per quanto mi riguarda, mi dispiace molto dal punto di vista personale ed umano. Marco per me non è un amico, è un fratello, e tale resterà".
Ma ci tiene a sottolineare un timore: "Non vorrei che, chi vuole oggi allargare un recinto, in realtà alzi dei nuovi steccati. Non penso che il sistema politico italiano abbia bisogno di nuovi partiti bonsai". Il segretario si dice sicuro che nella vicenda ci sia "poco di politica e molto di questioni personali". Nel partito c'é anche chi, come Michele Vietti, accoglie l'annuncio con una punta di sarcasmo: "Se la notizia corrisponde al vero - dice - me ne dispiaccio, perché Follini non è solo un amico ma un politico intelligente. Evidentemente anche alle persone intelligenti capita di sbagliare". Del resto, tra i centristi non è solo Cesa ad esprime dubbi sulle divergenze politiche alla base dell'uscita di Follini dal partito, ora che la linea impressa da Casini sembra più vicina a quella propugnata dell'ex segretario.
A via dei Due Macelli, Casini e Cesa hanno tentato più volte di evitare lo strappo, ma ora si arriva al divorzio, nonostante la linea 'critica' dell'Udc verso Berlusconi si sia accentuata negli ultimi tempi, fino a metterne in discussione la leadership e a dichiarare chiusa l'esperienza della Cdl. "Avrei auspicato che Marco concorresse al comune disegno di allargare l'Udc e renderlo più forte e autonomo da Berlusconi. Follini - spiega Bruno Tabacci che non seguirà l'ex segretario - ritiene di marcare una differenza, io intendo restare nell'Udc, stare qui e vedere cosa succede, dando il mio contributo. Ma i nostri percorsi non sono in contraddizione e sono sicuro che ci ritroveremo, insieme concorreremo a fare qualcosa di più largo".
Udc: Follini se ne va, per Casini e' un arrivederci
ROMA - Tanto tuonò che piovve, anzi pioverà. Per la precisione, prima il 18 ottobre, in una conferenza stampa, e poi il 21, quando a Napoli Marco Follini annuncerà ufficialmente il suo addio all'Udc, il partito che ha guidato fino a un anno fa. A confermare la data fissata per l'annuncio delle sue intenzioni è lo stesso Follini che, interpellato, si limita a dire che del percorso politico che si apre con la nascita dell'Italia di Mezzo parlerà in quella data: "Parlerò a Napoli - assicura - Mancano ancora 10 giorni e 200 chilometri...".
Nessuna incertezza, però, sull'esito della vicenda. Un addio che però non coglie di sorpresa il partito centrista nel quale da tempo l'ex segretario (si è dimesso il 15 ottobre scorso) conduce una vita da separato in casa. Piuttosto, una notizia che desta rammarico. Quello espresso di prima mattina dal "fraterno amico" di una volta Pier Ferdinando Casini che riafferma nei confronti di Follini il suo sentimento di amicizia e stima: "Sono sicuro - dice - che prima o poi le nostre strade si rincontreranno".
Con Casini in passato i rapporti sono sicuramente stati più tesi di quelli recenti, quando i due ex amici sono tornati ad incontrarsi. Dispiaciuto si dichiara anche Lorenzo Cesa, succeduto a Follini alla segreteria del partito: "Per quanto mi riguarda, mi dispiace molto dal punto di vista personale ed umano. Marco per me non è un amico, è un fratello, e tale resterà".
Ma ci tiene a sottolineare un timore: "Non vorrei che, chi vuole oggi allargare un recinto, in realtà alzi dei nuovi steccati. Non penso che il sistema politico italiano abbia bisogno di nuovi partiti bonsai". Il segretario si dice sicuro che nella vicenda ci sia "poco di politica e molto di questioni personali". Nel partito c'é anche chi, come Michele Vietti, accoglie l'annuncio con una punta di sarcasmo: "Se la notizia corrisponde al vero - dice - me ne dispiaccio, perché Follini non è solo un amico ma un politico intelligente. Evidentemente anche alle persone intelligenti capita di sbagliare". Del resto, tra i centristi non è solo Cesa ad esprime dubbi sulle divergenze politiche alla base dell'uscita di Follini dal partito, ora che la linea impressa da Casini sembra più vicina a quella propugnata dell'ex segretario.
A via dei Due Macelli, Casini e Cesa hanno tentato più volte di evitare lo strappo, ma ora si arriva al divorzio, nonostante la linea 'critica' dell'Udc verso Berlusconi si sia accentuata negli ultimi tempi, fino a metterne in discussione la leadership e a dichiarare chiusa l'esperienza della Cdl. "Avrei auspicato che Marco concorresse al comune disegno di allargare l'Udc e renderlo più forte e autonomo da Berlusconi. Follini - spiega Bruno Tabacci che non seguirà l'ex segretario - ritiene di marcare una differenza, io intendo restare nell'Udc, stare qui e vedere cosa succede, dando il mio contributo. Ma i nostri percorsi non sono in contraddizione e sono sicuro che ci ritroveremo, insieme concorreremo a fare qualcosa di più largo".