View Full Version : ALITALIA altri 250 milioni di €uro?
Non trovo la notizia on-line, ma ieri sera ascoltando i TG, mi è parso di capire che il governo abbia stanziato in finanziaria 250 Milioni di Euro messi a disposizione di Alitalia per far fronte alla nuova ennesima e IMHO inevitabile crisi........
Se è confermata la cosa :muro:
tdi150cv
11-10-2006, 09:01
avanti che c'è posto ...
non ho piu' parole ... probabilmente basterebbe chiudere l'alitalia per sanare buona parte dei conti statali ...
StefanoAnalisi
11-10-2006, 09:06
ma l'Unione Europea che dice? non costituisce aiuto statale quindi concorrenza sleale? è illegale sta roba! :doh:
tdi150cv
11-10-2006, 09:16
si insiste perchè in questo paese si bada a salvare il posteriore a 4 lavoratori che salvare l'intero paese ...
C'è nessuno che può confermare o smentire la cosa?
Perchè ripeto mi pare di averla sentita al tg ieri sera e SPERO VIVAMENTE di aver capito male.....
StefanoAnalisi
11-10-2006, 09:24
si insiste perchè in questo paese si bada a salvare il posteriore a 4 lavoratori che salvare l'intero paese ...
io spero che con l'esigua maggioranza si abbia qualche ritardo e visto che il limite è il gennaio 2007 alitalia fallisca prima che arrivino gli aiuti
oscuroviandante
11-10-2006, 09:25
Mi guarderò bene dal prendere aerei Alitalia...soprattutto dopo gli avvenimenti di Napoli
Gli articoli on-line di repubblica e Corriere non ne parlano affatto, anzi, sembra che l'intenzione del governo sia proprio diversa:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2006/10_Ottobre/10/alitalia.shtml
...
Il tempo stringe, ha ammonito Prodi: «per attuare tutte le idee e strategie ed evitare il fallimento, c’è tempo fino a gennaio. Non ha senso parlare di ricapitalizzazione e alleanze senza strategie di lungo periodo nazionali e internazionali».
...
«Mi prendo un tempo non lunghissimo - ha precisato -. Potremmo anche fallire, ma insieme ne usciremo, se no diventeremo il punto periferico del sistema aereo europeo».
Un commento sempre sul Corriere:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2006/10_Ottobre/11/mucchetti.shtml
La festa è finita
Lo Stato imprenditore inizia la ritirata dall'Alitalia e riconosce così la più grave delle sue sconfitte. Con l'intervento di ieri, all'incontro con i sindacati sull'Alitalia, Romano Prodi ha dato un aut aut a tutti: niente più soldi e basta parlare di ristrutturazioni se prima non si definiscono le alleanze internazionali di quel che resta della compagnia di bandiera. E' una presa di posizione che va letta alla luce dei conti di oggi e della storia di ieri.
Analogo articolo de la Repubblica
http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/economia/alitalia3/alitalia-prodi/alitalia-prodi.html
Ciao
Federico
bluelake
11-10-2006, 09:28
Non trovo la notizia on-line, ma ieri sera ascoltando i TG, mi è parso di capire che il governo abbia stanziato in finanziaria 250 Milioni di Euro messi a disposizione di Alitalia per far fronte alla nuova ennesima e IMHO inevitabile crisi........
Se è confermata la cosa :muro:
io l'avevo capita diversamente... cioè che abbiano deciso di non immettere altri soldi in Alitalia e di impegnarsi il governo in prima persona per trattare con le altre compagnie alleanze strategiche per far tornare competitiva la compagnia...
Questo invece è il commento alla storia di Alitalia su Repubblica
http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/economia/alitalia3/campane-morto/campane-morto.html
Dai fasti dei superpiloti e della Lollobrigida al disastro economico
L'azienda è ormai in una situazione paradossale: più vola più perde
Errori, clientele e sabotaggi
morte di una bandiera con le ali
di ALBERTO STATERA
Rintocca da anni ossessivamente la campana a morto, ma le parole pronunciate ieri da Romano Prodi sono l'elogio funebre dell'Alitalia. E' il precipitare senza paracadute "dagli spazi sconfinati del cielo", come disse nel 1979 papa Wojtyla ricevendo il management della allora potente "Compagnia di bandiera" che illustrava l'Italia e lo portava felicemente e gratuitamente a baciare tutte le terre del mondo, alla cupa "aiuola" dantesca.
Al disastro economico-politico-corporativo che in un sessantennio ha fatto del prestigioso vettore dell'Italia del boom, della Vespa e della Fiat Seicento, del conte Nicolò Carandini che la presiedeva come si presiede all'onore della bandiera nazionale, di Gina Lollobrigida che nel 1957 la promuoveva come il biglietto da visita d'oro di questo paese, il più mostruoso vettore di debiti forse mai nato nel mondo capitalista.
L'autentica metafora del "declino" italiano tanto evocato, spesso da quegli stessi che ne sono responsabili.
Dai piloti "half beer", considerati quasi i migliori dell'universo, ai sabotaggi napoletani attribuiti al personale inviperito, dagli utili di bilancio della deprecata gestione pubblica dell'Iri alla perdita di un milione di euro al giorno, da icona della modernità del paese a foresteria di un Palazzo irresponsabile, che non ha mai voluto una vera azienda, ma solo una succursale della Farnesina, del Vaticano, delle segreterie dei partiti, delle clientele, degli scontri tra correnti, prima tra democristiani e socialisti, poi tra leghisti, forzitalici e pulviscoli vari di potere. Oggi - c'è da temere - tra demagogia veterocomunista e corporativismi di destra e di sinistra.
Meglio allora chiudere bottega senza tanti rimpianti?
Giancarlo Cimoli, manager sopravvalutato come tanti in questo paese, catapultato dalle Ferrovie, dai binari ai cieli, gonfio di premi e stock options milionari, ripeterà alla Commissione Trasporti della Camera, quando avrà il coraggio di presentarsi, che non c'è più spazio per la sopravvivenza dell'Alitalia "visto che a un maggior numero di ore volate corrisponderebbero maggiori perdite".
Capite? Più l'Alitalia vola, più riempie i vecchi "Md 80" come carri buoi, più tutti noi perdiamo soldi. Tariffe pagate due volte: 430 euro, più o meno, per andare da Roma a Milano e viceversa - quel che basta per andare a New York - più la perdita su ogni volo che, in un modo o nell'altro, pagheremo con le tasse.
Ma meno l'Alitalia vola e meno incassa. Equazione irresolubile.
Per l'eccesso del personale, per lo strapotere delle corporazioni e per i piani industriali di un'azienda in cui il ricavo per aereo non copre i costi, che non riesce a commisurare con rapidità offerta e capacità ai costi fissi.
Cimoli, come tutti, dice che è colpa delle solite infrastrutture e almeno su questo non si può dargli torto.
Aeroporti privatizzati da Terzo mondo per efficienza, enti di controllo lottizzati da partiti, partitini, correnti e sottocorrenti, come l'Enac e l'Enav, come Vitrociset, lascito del defunto tangentaro Camillo Crociani alla moglie Camilla, società controllante del sistema dei radar che dovrebbe garantire la sicurezza dei viaggiatori e il funzionamento del sistema ora rivenduta allo Stato, guerre municipali come quella ormai decennale tra i due "hub" di Roma - Fiumicino e Milano - Malpensa, che fa sghignazzare gli operatori europei e di mezzo mondo, ormai quasi tutti usciti dalla crisi. "Les italiens!", esclamano seguendo incuriositi le capriole del ministro Alessandro Bianchi sui due "hub", Fiumicino e Malpensa, e la progressiva, inarrestabile caduta dagli "spazi sconfinati dei cieli".
Dove collocare il principio della fine dell'Alitalia, i prodromi del "default" di cui il governo Prodi ha adesso preso atto? Correva la fine degli anni Settanta e l'Alitalia monopolista chiudeva ancora i bilanci in utile.
La guidava Umberto Nordio, un distinto signore genovese, molto snob e gran giocatore di golf, che Romano Prodi, presidente dell'Iri, prese subito in ubbìa fino a cacciarlo perché i piloti continuavano a fare scioperi.
Poi fu una girandola senza requie: Verri, Bisignani, Riverso, Schisano, Cempella, Mengozzi, Cereti, Bonomi, Zanichelli, Cimoli...
Chi ricorda più i nomi dei presidenti e degli amministratori delegati che si sono succeduti negli ultimi anni?
Anche se qualcuno di loro è francamente indimenticabile, come Giuseppe Bonomi, ex deputato leghista sponsorizzato dall'ex ministro Bobo Maroni.
Questo Bonomi, nella sua breve permanenza nel palazzo della Magliana, uno degli emblemi di "Roma ladrona", si segnalò per la sponsorizzazione del mondiale di equitazione indoor salto a ostacoli ad Assago, Milano, con la sua personale partecipazione in sella a un baio, e per la sponsorizzazione dei festeggiamenti di Silvio Berlusconi, nominato "statista dell'anno" dall'Anti Defamation Legue Usa.
Accanto a lui, nel tavolo di gala newyorchese pagato fior di dollari, sedevano il presidente dell'Enac Vito Riggio e quello dell'Enav Bruno Nieddu. Fu un bel vedere, il tripudio del clientelismo e delle corporazioni. Da una parte Gianfranco Fini e An, il partito dei piloti, di Fiumicino e degli aiuti di Stato, dall'altra il filone leghista di Bobo Maroni e di Malpensa, Padania. A latere gli enti "controllori" e i loro boss.
E ora quel simpaticone del leghista Roberto Calderoli ha il coraggio di dire che non si può resuscitare un morto.
Prodi, un quarto di secolo dopo il licenziamento di Nordio, si ritrova alle prese con il cielo oscurato dall'"aiuola dantesca che ci fa tanto feroci", citata tanti anni fa dal Santo Padre, con un morto da resuscitare. Come farà? Archiviato Cimoli proporrà come salvatore della patria e della bandiera magari Mengozzi o Bernabé, Cuccia o Gamberale, Ovi o Costamagna. O chissà chi.
Ma chiunque sia, anche fosse il padreterno in persona, non basterà. Forse chiamerà in soccorso la Cassa Depositi e Prestiti, estrema cassaforte italica. E ancora non basterà.
Ma, in qualche modo, dovrà pur rendere conto del fatto che quasi tutte le compagnie aeree in Europa si sono salvate dalla crisi, anche con l'aiuto della politica.
Si è salvata l'Iberia, si è salvata l'Aer Lingus. Sono fallite, ma poi sono state risanate, Sabena e Swissair.
Così capita qualche volta alle aziende. Il problema è che l'Alitalia, sottoscala del potere, in fondo non è mai stata una vera azienda.
(11 ottobre 2006)
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Gli articoli on-line di repubblica e Corriere non ne parlano affatto, anzi, sembra che l'intenzione del governo sia proprio diversa:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2006/10_Ottobre/10/alitalia.shtml
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Il tempo stringe, ha ammonito Prodi: «per attuare tutte le idee e strategie ed evitare il fallimento, c’è tempo fino a gennaio. Non ha senso parlare di ricapitalizzazione e alleanze senza strategie di lungo periodo nazionali e internazionali».
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«Mi prendo un tempo non lunghissimo - ha precisato -. Potremmo anche fallire, ma insieme ne usciremo, se no diventeremo il punto periferico del sistema aereo europeo».
Un commento sempre sul Corriere:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2006/10_Ottobre/11/mucchetti.shtml
La festa è finita
Lo Stato imprenditore inizia la ritirata dall'Alitalia e riconosce così la più grave delle sue sconfitte. Con l'intervento di ieri, all'incontro con i sindacati sull'Alitalia, Romano Prodi ha dato un aut aut a tutti: niente più soldi e basta parlare di ristrutturazioni se prima non si definiscono le alleanze internazionali di quel che resta della compagnia di bandiera. E' una presa di posizione che va letta alla luce dei conti di oggi e della storia di ieri.
Analogo articolo de la Repubblica
http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/economia/alitalia3/alitalia-prodi/alitalia-prodi.html
Ciao
Federico
In pratica è quanto diceva anche il servizio (TG5), solo che alla fine mi è parso di capire che "intanto in finanziaria sono stati messi a disposizione 250 Milioni di Euro" il che mi ha lasciato di stucco, spero di aver capito male, visto che non si trova traccia nelle notizie on-line....
stamani per radio GR3 non ho sentito parlare di soldi.
solo che il governo accordatosi con i sindacati ha pattuito 3 mesi di tempo per vedere di fare cambiare la situazione alitalia. ma non han parlato di stanziamenti
StefanoAnalisi
11-10-2006, 09:46
stamani per radio GR3 non ho sentito parlare di soldi.
solo che il governo accordatosi con i sindacati ha pattuito 3 mesi di tempo per vedere di fare cambiare la situazione alitalia. ma non han parlato di stanziamenti
non vedere l'ora anche lui che fallisca
bluelake
11-10-2006, 09:51
In pratica è quanto diceva anche il servizio (TG5), solo che alla fine mi è parso di capire che "intanto in finanziaria sono stati messi a disposizione 250 Milioni di Euro" il che mi ha lasciato di stucco, spero di aver capito male, visto che non si trova traccia nelle notizie on-line....
in effetti, nemmeno Il Giornale cita stanziamenti in Finanziaria per Alitalia... e tutto si può dire tranne che il Giornale sia filogovernativo e taccia le notizie per comodita... :fagiano:
l'unico accenno a soldi statali è in questo trafiletto della Stampa (http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200610articoli/11958girata.asp) :
Interventi sulla flotta e sulle infrastrutture sarebbero per il premier le prime misure da adottare per cercare di risollevare l'azienda, però «le esperienze pregresse fanno sì che non si debba più parlare di ristrutturazioni e ricapitalizzazioni senza l’individuazione di una strategia internazionale». in cui sembra di capire che se verrà trovato un partner internazionale forte e verrà ristrutturata Alitalia in modo da lavorare seriamente e senza sprechi il governo è disposto a fare la sua parte anche economicamente... però chissà...
Ok - Allarme rientrato - PER ORA ;)
bluelake
11-10-2006, 12:38
quando fallisce?
doveva fallire ierisera verso le 11, ma hanno rimandato perché Vespa doveva parlare dei parlamentari e la droga, appena c'è una puntata di porta a porta libera fallisce in diretta :fagiano:
doveva fallire ierisera verso le 11, ma hanno rimandato perché Vespa doveva parlare dei parlamentari e la droga, appena c'è una puntata di porta a porta libera fallisce in diretta :fagiano:
sarà per la prossima, spero di potere un giorno stappare in allegria
StefanoAnalisi
11-10-2006, 13:02
sarà per la prossima, spero di potere un giorno stappare in allegria
prodi ha detto gennaio
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