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View Full Version : I comunisti ci sono o ci fanno?


nickyride
09-10-2006, 13:14
Visto che il comunismo dovunque sia stato il presupposto teorico di un governo ha portato, almeno finora, dittature, fame e comunque regimi che hanno oppresso le varie libertà (soprattutto quelle di manifestazione del pensiero).
Visto altresì che in Italia, a differenza della stragrande maggioranza dei paesi europei, c'è una forte componente comunista, tant'è che il centrosinistra per vincere le elezioni è stata costretto ad allearsi a rifondazione comunista (partito che come dice la parola vorrebbe rifondare la società italiana sotto una logica comunista), mi chiedevo se nel 2006 i comunisti italiani (per comunisti intendo quelli della rifondazione e comunisti italiani, credo si chiamino così) ci sono e cioè credono che sia possibile veramente istituire una società nuova basata sul comunismo e magari senza (o con?) opprimere le libertà, oppure se ci fanno e cioè grazie al loro status di comunisti possano usufruire di un qualche vantaggio che possa tornargli comodo. A voi il voto.

HenryTheFirst
09-10-2006, 13:19
Mah, come thread mi sembra ad alto rischio, e già l'incipit pare essere decisamente polemico e quasi derisorio.
Per ora lascio aperto, invitando tutti a mantenere un tono civile. Se questo non sarà possibile procederò alla chiusura della discussione.

fluke81
09-10-2006, 13:20
il comunismo è un utopia,quando qualcuno lo capira sara meglio per tutti.

nickyride
09-10-2006, 13:20
Mah, come thread mi sembra ad alto rischio, e già l'incipit pare essere decisamente polemico e quasi derisorio.
Per ora lascio aperto, invitando tutti a mantenere un tono civile. Se questo non sarà possibile procederò alla chiusura della discussione.

Mah, a me interessa solo sapere cosa ne pensano i forumisti :stordita:

setterernga
09-10-2006, 13:21
Ci fanno! Se ci fossero non andrebbero in vacanze alle Maldive in yacht!

Leron
09-10-2006, 13:22
dallo statuto di rifondazione


I comunisti lottano perché‚ in Italia, in Europa, nel mondo avanzino e si affermino le istanze di libertà dei popoli, di giustizia sociale, di pace e di solidarietà internazionali; si impegnano per la salvaguardia della natura e dell'ambiente; perseguono il superamento del capitalismo come condizione per costruire una società democratica e socialista di donne e di uomini liberi ed uguali, nella piena valorizzazione della differenza di genere, dei percorsi politici di emancipazione e di libertà delle donne, nonché in difesa della piena espressione dell'identità e dell'orientamento sessuali; avversano attivamente l'antisemitismo e ogni forma di razzismo, di discriminazione, di sfruttamento.
Il Partito della Rifondazione Comunista rigetta così ogni concezione autoritaria e burocratica, stalinista o d'altra matrice, del socialismo e ogni concezione e ogni pratica di relazioni od organizzativa interna al partito di stampo gerarchico e plebiscitario.
E' consapevole dell'autonomia e della politicità degli organismi e delle associazioni della sinistra alternativa e dei movimenti anticapitalistici: con i quali quindi collabora e si confronta alla pari, ed ai quali partecipano i propri militanti in modalità democratica e non settaria.
L'intera vita interna del Partito della Rifondazione Comunista e l'intero tessuto delle sue relazioni interne sono orientati alla libertà e alla democrazia; con ciò anche tendendo ad anticipare e a sperimentare la quotidianità e la qualità totalmente democratiche delle relazioni in quella società socialista futura per la quale il partito si batte.



detto questo mi rifiuto di votare a sondaggi provocatori

nickyride
09-10-2006, 13:23
Ci fanno! Se ci fossero non andrebbero in vacanze alle Maldive in yacht!

C'è anche da dire però che la maggior parte non sono imprenditori, ci sono molti operai anche (io ho un amico che è operaio di rifondazione). Mi spiego meglio, è ovvio che alcuni ci sono e altri ci fanno, io vorrei sapere da Voi se la maggior parte ci sono o ci fanno.

nickyride
09-10-2006, 13:27
C'è anche da dire però che la maggior parte non sono imprenditori, ci sono molti operai anche (io ho un amico che è operaio di rifondazione). Mi spiego meglio, è ovvio che alcuni ci sono e altri ci fanno, io vorrei sapere da Voi se la maggior parte ci sono o ci fanno.

Vabbè che secondo me il mio amico ci fa, visto che se i comunisti sono forti la sua posizione lavorativa migliorerebbe, infischiandosene lui, secondo me, di cosa vuol dire comunismo.

fabio80
09-10-2006, 13:29
in entrambe i casi contano qualche punto percentuale ed è giusto così

Leron
09-10-2006, 13:30
dire comunismo o "cosa significa comunismo" vuol dire tutto e non vuol dire niente: è un concetto che varia troppo a seconda dell'interpretazione, della situazione socio/politica e dell'evoluzione del concetto stesso all'interno della singola realtà che si prende in considerazione

nomeutente
09-10-2006, 13:31
rifondazione comunista (partito che come dice la parola vorrebbe rifondare la società italiana sotto una logica comunista)


Rifondazione comunista non significa "rifondare l'Italia sotto una logica comunista", ma significa "rifondare una pratica politica comunista dopo il (giustamente) fallimentare comunismo di matrice stalinista novecentesco".

Alle volte, invece di dare per scontato qualcosa e dimostrare che non si conosce l'argomento, sarebbe meglio informarsi, non trovi?

Comunque sì, credo che sia possibile (anzi, necessaria) una società socialista e che questa dovrà essere fondata sulla libertà e non sulla coercizione.

nickyride
09-10-2006, 13:31
dire comunismo o "cosa significa comunismo" vuol dire tutto e non vuol dire niente: è un concetto che varia troppo a seconda dell'interpretazione, della situazione socio/politica e dell'evoluzione del concetto stesso all'interno della singola realtà che si prende in considerazione

Mi sembra che il significati sia abbastanza definito, in parte costruito da Marx nel capitale e poi ripreso da Lenin...

Leron
09-10-2006, 13:34
Mi sembra che il significati sia abbastanza definito, in parte costruito da Marx nel capitale e poi ripreso da Lenin...
sono due cose profondamente diverse, compresa l'interpretazione che ne è stata data con l'evoluzione degli anni

se ci spieghi a quale tipo di comunismo ti riferisci è più corretto

rileggi il testo che ho citato sopra: vedrai che è un'ottica profondamente diversa da quella stalinista o castriana

quoto in pieno nomeutente comun...que:D

tatrat4d
09-10-2006, 13:34
L'allora segretario del PRC in campagna elettorale ebbe a definire le democrazie popolari un "generoso tentativo".
Il PdCI, e, in forma minore, la stessa rifondazione, intrattengono rapporti non ostili con partiti comunisti che governano regimi pressochè dittatoriali.

Nello statuto del primo credo ci sia ancora un riferimento al leninismo...

Fabiaccio
09-10-2006, 13:36
beeeeeeeeeeeeeello proprio un bel sondaggio zeppo di significati.
Bravo! Complimenti! :rolleyes:

Mah...

nickyride
09-10-2006, 13:42
Secondo me il significato di comunismo è QUESTO (http://it.wikipedia.org/wiki/Comunismo) se poi rifondazione e altri partiti non si rifanno più a questo ideale, allora mi chiedo perchè continuino a chiamarsi comunisti, mi rendo conto che sono io forse a non capire, ma vi prego cercate di spiegarmelo grazie.

Leron
09-10-2006, 13:47
Secondo me il significato di comunismo è QUESTO (http://it.wikipedia.org/wiki/Comunismo) se poi rifondazione e altri partiti non si rifanno più a questo ideale, allora mi chiedo perchè continuino a chiamarsi comunisti, mi rendo conto che sono io forse a non capire, ma vi prego cercate di spiegarmelo grazie.
Alleanza nazionale nel suo logo ha il simbolo dell'MSI, ma se gli dici fascisti si offendono pure

bisognerebbe conoscere le cose prima di poterle commentare. Lo stesso concetto di comunismo che hai citato da wikipedia non è completo perchè va interpretato nella regione dove questo ha avuto influenza

sono concetti che nel tempo si evolvono, influenzati dai tempi e dalle situazioni socio-politiche dove questi si trovano

altrimenti possiamo restare a fare discorsi per sempre, ma risulteranno solamente incompleti e qualunquistici (con tutto il rispetto)

già il fatto di accomunare Prc e i comunisti italiani è un'approssimazione che andrebbe precisata

in italia esistono vari partiti che si richiamano in maniera più o meno "fedele" al concetto di comunismo, ma l'interpretazione che ne viene data è profondamente diversa anche fra di essi

accomunare tutto sotto il singolo nome di "i comunisti" è quindi fondamentalmente impreciso e incompleto

EnriTronic
09-10-2006, 13:47
Secondo me il significato di comunismo è QUESTO (http://it.wikipedia.org/wiki/Comunismo) se poi rifondazione e altri partiti non si rifanno più a questo ideale, allora mi chiedo perchè continuino a chiamarsi comunisti, mi rendo conto che sono io forse a non capire, ma vi prego cercate di spiegarmelo grazie.
che c'entra AN ha ANCORA OGGI nel suo simbolo la fiamma tricolore. eppure dicono di non essere fascisti, pensa che FINI ha pure chiesto scusa agli ebrei. :rolleyes:

svarionman
09-10-2006, 13:48
Ma dai, anche Rifondazione, che sulla carta dovrebbe occupare una delle posizioni più "estreme" (se così si può dire) di comunista in sesnso stretto ha solo il nome, non si può paragonare alle dittature dell'est europeo....non scherziamo.
Questo è il risultato del clima creato dall'ex pdc e dai suoi amichetti, basandosi sull'ignoranza della gente. Complimenti.

Teliqalipukt
09-10-2006, 13:50
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.

Qualcuno credeva di essere comunista, e forse era qualcos’altro.

Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.

Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.

Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo. Perché sentiva la necessità di una morale diversa. Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno; era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.

Sì, qualcuno era comunista perché, con accanto questo slancio, ognuno era come... più di sé stesso. Era come... due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.

No. Niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare... come dei gabbiani ipotetici.

E ora? Anche ora ci si sente come in due. Da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana

e dall’altra il gabbiano senza più neanche l’intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito.

Due miserie in un corpo solo.

G. Gaber

Credo non ci possa essere migliore risposta ;)

nickyride
09-10-2006, 13:51
Alleanza nazionale nel suo logo ha il simbolo dell'MSI, ma se gli dici fascisti si offendono pure

bisognerebbe conoscere le cose prima di poterle commentare. Lo stesso concetto di comunismo che hai citato da wikipedia non è completo perchè va interpretato nella regione dove questo ha avuto influenza

sono concetti che nel tempo si evolvono, influenzati dai tempi e dalle situazioni socio-politiche dove questi si trovano

altrimenti possiamo restare a fare discorsi per sempre, ma risulteranno solamente incompleti e qualunquistici (con tutto il rispetto)

già il fatto di accomunare Prc e i comunisti italiani è un'approssimazione che andrebbe precisata

Bhè se il significato di comunismo si è evoluto e non è più quello che compare nelle enciclopedie (tra cui wikipeddia) e teorizzato da Marx ed Engels, propongo a te, eventualmente con altri "nuovi" comunisti, di proporre alle enciclopedia il "nuovo" significato di comunismo.
P.s.: Eventualmente prima lo potresti postare qui (tipo comunismo=...)?
Grazie.

tatrat4d
09-10-2006, 13:52
CUT

Qualcuno era comunista perchè ... non gli avevano detto tutto ;) :D

fabio80
09-10-2006, 13:52
Ma dai, anche Rifondazione, che sulla carta dovrebbe occupare una delle posizioni più "estreme" (se così si può dire) di comunista in sesnso stretto ha solo il nome, non si può paragonare alle dittature dell'est europeo....non scherziamo.
Questo è il risultato del clima creato dall'ex pdc e dai suoi amichetti, basandosi sull'ignoranza della gente. Complimenti.


guarda, si fa prima e non si sbaglia a chiamarli comunisti visto che essi stessi si definiscono tali per denominazione.

quanto al resto, sebbene il comunismo vero in italia fortunatamente mai potrà esserci, la concezione di stato socialista spinto che porta in seno la sinistra radicale è invisa a molti che se la prendono coi "comunisti"

al di là della terminologia il significato base rimane, se poi si vuole buttarla sul fatto che il comunismo non esiste e berlusconi parla del vuoto spinto amen, si sta però solo deviando dal come sono le cose

d'altro canto, qua per cinque anni c'è gente che si è stracciata le vesti col fascismo e il regime quindi non è solo berlusconi a urlare contro i fantasmi del passato

Leron
09-10-2006, 13:57
Bhè se il significato di comunismo si è evoluto e non è più quello che compare nelle enciclopedie (tra cui wikipeddia) e teorizzato da Marx ed Engels, propongo a te, eventualmente con altri "nuovi" comunisti, di proporre alle enciclopedia il "nuovo" significato di comunismo.
P.s.: Eventualmente prima lo potresti postare qui (tipo comunismo=...)?
Grazie.
no che non lo posso postare, perchè come sto cercando di dirti, non c'è UN concetto di comunismo ma ci sono delle INTERPRETAZIONI di tale concetto.

queste interpretazioni variano profondamente a causa delle influenze che ti ho elencato sopra, e ce ne sono di diverse anche all'interno del nostro singolo paese (altrimenti esisterebbe solo un partito comunista italiano)

interpretazioni che oserei dire sono MOLTO diverse fra di loro


forse la logica "binaria" computeristica ci impedisce di concepire concetti così variabili, ma che piaccia o no, è così

avere un partito che pone il suo ideale nella creazione di uno stato socialista democratico traendo spunto e ispirazione da alcune caratteristiche del concetto di comunismo e dalla tradizione della sinistra europea NON significa tentare di creare una dittatura di tipo stalinista

tatrat4d
09-10-2006, 14:01
queste interpretazioni variano profondamente a causa delle influenze che ti ho elencato sopra, e ce ne sono di diverse anche all'interno del nostro singolo paese (altrimenti esisterebbe solo un partito comunista italiano)

non sono molto d'accordo. Tutte le scissioni nella sinistra italiana dalle quali almeno uno dei partiti si sarebbe definito "comunista" sono derivato A) da differenti posizioni sul "tema del governo" o B) quando c'era, da un diverso grado di accondiscendenza verso le direttive del PCUS/comnitern/cominform ecc.
Non in primo luogo quindi per divergenze inconciliabili di filosofia politica.

Questo a partire da Livorno, fino alla scissione di Rifondazione nel '98.

Leron
09-10-2006, 14:04
non sono molto d'accordo. Tutte le scissioni nella sinistra italiana dalle quali almeno uno dei partiti si sarebbe definito "comunista" sono derivato A) da differenti posizioni sul "tema del governo" o B) quando c'era, da un diverso grado di accondiscendenza verso le direttive del PCUS/comnitern/cominform ecc.
Non in primo luogo quindi per divergenze inconciliabili di filosofia politica.

Questo a partire da Livorno, fino alla scissione di Rifondazione nel '98.
non mi riferisco alla nascita dei comunisti italiani, ma soprattutto alle non poche differenze concettuali tra Rifondazione e il partito marxista-leninista italiano

tatrat4d
09-10-2006, 14:05
non mi riferisco alla nascita dei comunisti italiani, ma soprattutto alle non poche differenze concettuali tra Rifondazione e il partito marxista-leninista italiano

siamo alla biologia molecolare politica :D
A memoria cmq anche la nascita del PMLI derivò dalla rottura tra sovietici e cinesi.

nickyride
09-10-2006, 14:06
no che non lo posso postare, perchè come sto cercando di dirti, non c'è UN concetto di comunismo ma ci sono delle INTERPRETAZIONI di tale concetto.

queste interpretazioni variano profondamente a causa delle influenze che ti ho elencato sopra, e ce ne sono di diverse anche all'interno del nostro singolo paese (altrimenti esisterebbe solo un partito comunista italiano)

interpretazioni che oserei dire sono MOLTO diverse fra di loro


forse la logica "binaria" computeristica ci impedisce di concepire concetti così variabili, ma che piaccia o no, è così

Quello che tu dici secondo me è sbagliato e crecherò di spiegartene il perchè.
Quello che può cambiare nel tempo e con l'evoluzione sono i "fatti sociali" (tipo la criminalità, il linguaggio etc.), il comunismo è un concetto creato da un certo Marx e quindi è QUEL CONCETTO che Marx ed Engels crearono e che si basa su una società di eguali, dove la proprietà privata è abolita e si confonde con la proprietà collettiva. Facendoti un esempio se io domani mi invento e creo una forma di società basata sul fatto che la gente va a dormire alle 8:00 del mattino e si sveglia alle 5:00 del pomeriggio (apportandovi altre modifiche che piacciono a me) e lo chiamo nickyridismo, questo nome concettualizzerà tale tipo di società e non un'altra. Eì per questo che il significato di "comunismo" è sempre lo stesso in tutte le enciclopedie, quindi se alcuni partitit italiani non si riconoscono in tale significato farebbero bene secondo me ad abbandonarlo, altrimenti vuol dire che in tale significato ancora si riconoscono.

Leron
09-10-2006, 14:10
Quello che tu dici secondo me è sbagliato e crecherò di spiegartene il perchè.
Quello che può cambiare nel tempo e con l'evoluzione sono i "fatti sociali" (tipo la criminalità, il linguaggio etc.), il comunismo è un concetto creato da un certo Marx e quindi è QUEL CONCETTO che Marx ed Engels crearono e che si basa su una società di eguali, dove la proprietà privata è abolita e si confonde con la proprietà collettiva. Facendoti un esempio se io domani mi invento e creo una forma di società basata sul fatto che la gente va a dormire alle 8:00 del mattino e si sveglia alle 5:00 del pomeriggio (apportandovi altre modifiche che piacciono a me) e lo chiamo nickyridismo, questo nome concettualizzerà tale tipo di società e non un'altra. Eì per questo che il significato di "comunismo" è sempre lo stesso in tutte le enciclopedie, quindi se alcuni partitit italiani non si riconoscono in tale significato farebbero bene secondo me ad abbandonarlo, altrimenti vuol dire che in tale significato ancora si riconoscono.
hai ragione, ho sbagliato a esporre il concetto

rielaboro in maniera più semplice


il CONCETTO è uno

le INTERPRETAZIONI e le APPLICAZIONI, nonchè le ISPIRAZIONI sono tante

quindi parlare di "comunisti" non significa niente, perchè ogni persona lo interpreta in modi diversi

quindi accomunare i partiti italiani con i regimi russi è assolutamente impreciso.

se vuoi intavolare discussioni sui programmi e le intenzioni dei partiti che si ispirano, in maniera più o meno fedele, al comunismo di marx, devi distinguerli, altrimenti non è possibile farle


Rifondazione NON auspica all'instaurazione in italia di uno stato basato alla lettera sull'ideale di società dettato da marx, mai si sognerebbe di abolire la proprietà privata ad esempio

si fonda su ALCUNI dei concetti espressi, ma l'ideale del partito è evoluto influenzato dai fatti storico-socio-politici del nostro paese e del resto del mondo

CYRANO
09-10-2006, 14:11
dallo statuto di rifondazione


I comunisti lottano perché‚ in Italia, in Europa, nel mondo avanzino e si affermino le istanze di libertà dei popoli, di giustizia sociale, di pace e di solidarietà internazionali; si impegnano per la salvaguardia della natura e dell'ambiente; perseguono il superamento del capitalismo come condizione per costruire una società democratica e socialista di donne e di uomini liberi ed uguali, nella piena valorizzazione della differenza di genere, dei percorsi politici di emancipazione e di libertà delle donne, nonché in difesa della piena espressione dell'identità e dell'orientamento sessuali; avversano attivamente l'antisemitismo e ogni forma di razzismo, di discriminazione, di sfruttamento.
Il Partito della Rifondazione Comunista rigetta così ogni concezione autoritaria e burocratica, stalinista o d'altra matrice, del socialismo e ogni concezione e ogni pratica di relazioni od organizzativa interna al partito di stampo gerarchico e plebiscitario.
E' consapevole dell'autonomia e della politicità degli organismi e delle associazioni della sinistra alternativa e dei movimenti anticapitalistici: con i quali quindi collabora e si confronta alla pari, ed ai quali partecipano i propri militanti in modalità democratica e non settaria.
L'intera vita interna del Partito della Rifondazione Comunista e l'intero tessuto delle sue relazioni interne sono orientati alla libertà e alla democrazia; con ciò anche tendendo ad anticipare e a sperimentare la quotidianità e la qualità totalmente democratiche delle relazioni in quella società socialista futura per la quale il partito si batte.



detto questo mi rifiuto di votare a sondaggi provocatori

quoto.



Ciaozoaiza

nickyride
09-10-2006, 14:18
hai ragione, ho sbagliato a esporre il concetto

rielaboro in maniera più semplice


il CONCETTO è uno

le INTERPRETAZIONI e le APPLICAZIONI, nonchè le ISPIRAZIONI sono tante

quindi parlare di "comunisti" non significa niente, perchè ogni persona lo interpreta in modi diversi

quindi accomunare i partiti italiani con i regimi russi è assolutamente impreciso.

se vuoi intavolare discussioni sui programmi e le intenzioni dei partiti che si ispirano, in maniera più o meno fedele, al comunismo di marx, devi distinguerli, altrimenti non è possibile farle


Rifondazione NON auspica all'instaurazione in italia di uno stato basato alla lettera sull'ideale di società dettato da marx, mai si sognerebbe di abolire la proprietà privata ad esempio

si fonda su ALCUNI dei concetti espressi, ma l'ideale del partito è evoluto influenzato dai fatti storico-socio-politici del nostro paese e del resto del mondo

Vabbè da questo allora posso capire che alcuni partiti italiani possano sposare alcuni concetti del comunismo e non altri, interpretare alcune teorizzazioni di Marx dandone un significato parzialmente diverso. Ma continuo a non capire il fatto di chiamarsi "RIFONDAZIONE COMUNISTA", non ti pare un nome che non lascia spazio a dubbi. Ok, so già che la tua risposta sarà: rifondare ma su basi diverse, ma continerò a dire che se le basi sono diverse il concetto è diverso e non è più quello comunista. Quindi ha ancora senso l'uso del vocabolo comunista nella politica italiana?

Leron
09-10-2006, 14:21
Vabbè da questo allora posso capire che alcuni partiti italiani possano sposare alcuni concetti del comunismo e non altri, interpretare alcune teorizzazioni di Marx dandone un significato parzialmente diverso. Ma continuo a non capire il fatto di chiamarsi "RIFONDAZIONE COMUNISTA", non ti pare un nome che non lascia spazio a dubbi. Ok, so già che la tua risposta sarà: rifondare ma su basi diverse, ma continerò a dire che se le basi sono diverse il concetto è diverso e non è più quello comunista. Quindi ha ancora senso l'uso del vocabolo comunista nella politica italiana?
non ti so rispondere a questo, certo è che non voterei mai un partito, che sia rifondazione o AN o forza italia, solo per il suo logo o per il suo nome :D

altrimenti voterei forza italia :fagiano:

FabioGreggio
09-10-2006, 14:28
in entrambe i casi contano qualche punto percentuale ed è giusto così

Rifondazione più Pdci sono il 10%.
La lega al confronto è un piccolo peto nell'universo.

fg

nickyride
09-10-2006, 14:39
non ti so rispondere a questo, certo è che non voterei mai un partito, che sia rifondazione o AN o forza italia, solo per il suo logo o per il suo nome :D

altrimenti voterei forza italia :fagiano:

Vabbè dai. Forza, alleanza, movimento sono termini che non hanno un significato politico come socialismo, comunismo e fascismo :rolleyes:

blackgnat
09-10-2006, 14:40
Vabbè da questo allora posso capire che alcuni partiti italiani possano sposare alcuni concetti del comunismo e non altri, interpretare alcune teorizzazioni di Marx dandone un significato parzialmente diverso. Ma continuo a non capire il fatto di chiamarsi "RIFONDAZIONE COMUNISTA", non ti pare un nome che non lascia spazio a dubbi. Ok, so già che la tua risposta sarà: rifondare ma su basi diverse, ma continerò a dire che se le basi sono diverse il concetto è diverso e non è più quello comunista. Quindi ha ancora senso l'uso del vocabolo comunista nella politica italiana?

.... e già !!!
..Vedi è del tutto legittimo vedere rosso quando si sente il termine "comunismo/comunista"... e ci sta pure indignarsi .... citando la storia ... URSS ... Cina( ?).... Cambogia ( i Kmer vengono sempre fuori) ...Cuba ... Che se permetti di "comunista" alla wikipedia ( visto che l'hai citata) hanno ben poco.... o magari le teste vuote di ragione ma piene di ideali dei movimenti di lotta armata degli anni 70.
Ma vedi la storia che si può citare non è solo quella ... Possiamo parlare degli ideali antifascisti dei comunisti che hanno combattuto e contribuito a scrivere la nostra costituzione ( che non mi pare essere il massimo dell'antidemocrazia comunista)... ai movimenti operai degli anni 60-70 in italia ( il sindacato non è sempre stato come lo conosciamo adesso..... oltre a fare politica c'erano effettivamente gli interessi degli operai da tutelare... )... Per oltre mezzo secolo tutti i movimenti di lotta alla oppressione alle dittature in mezzo mondo si sono definiti comunisti ... Il Che non è morto invadendo una terra straniera...da mercenario !
Liberissimo di ispirarti alla definizione che più ti fa comodo, ma sostenere certi tesi ( che poi sono sempre quelle .... ed in campagna elettorale ci è venuta la nausea ) solo considerando certi aspetti della storia dimenticandone altri, mi sembra un po fazioso nella peggiore delle ipotesi, un po superficiale , nella migliore :)

P.S.
Non sono comunista..... però apprezzo la carne dei bambini !!

Fabiaccio
09-10-2006, 14:42
Non sono comunista..... però apprezzo la carne dei bambini !!

fan di Fruit Chan? :sofico:

dantes76
09-10-2006, 14:44
Visto che il comunismo dovunque sia stato il presupposto teorico di un governo ha portato, almeno finora, dittature, fame e comunque regimi che hanno oppresso le varie libertà (soprattutto quelle di manifestazione del pensiero).
Visto altresì che in Italia, a differenza della stragrande maggioranza dei paesi europei, c'è una forte componente comunista, tant'è che il centrosinistra per vincere le elezioni è stata costretto ad allearsi a rifondazione comunista (partito che come dice la parola vorrebbe rifondare la società italiana sotto una logica comunista), mi chiedevo se nel 2006 i comunisti italiani (per comunisti intendo quelli della rifondazione e comunisti italiani, credo si chiamino così) ci sono e cioè credono che sia possibile veramente istituire una società nuova basata sul comunismo e magari senza (o con?) opprimere le libertà, oppure se ci fanno e cioè grazie al loro status di comunisti possano usufruire di un qualche vantaggio che possa tornargli comodo. A voi il voto.

forse confondi il "comunismo italiano" con quello di Stalin,
pero' mi raccomando non confondere il fascimo con il nazismo, snche perche non c'e niente da confondere.

blackgnat
09-10-2006, 14:47
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.

Qualcuno credeva di essere comunista, e forse era qualcos’altro.

Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.

Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.

Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo. Perché sentiva la necessità di una morale diversa. Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno; era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.

Sì, qualcuno era comunista perché, con accanto questo slancio, ognuno era come... più di sé stesso. Era come... due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.

No. Niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare... come dei gabbiani ipotetici.

E ora? Anche ora ci si sente come in due. Da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana

e dall’altra il gabbiano senza più neanche l’intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito.

Due miserie in un corpo solo.

G. Gaber

Credo non ci possa essere migliore risposta ;)

ed invece si ....
Dovevi metterlo tutto il testo :) !!!

nickyride
09-10-2006, 14:51
.... e già !!!
..Vedi è del tutto legittimo vedere rosso quando si sente il termine "comunismo/comunista"... e ci sta pure indignarsi .... citando la storia ... URSS ... Cina( ?).... Cambogia ( i Kmer vengono sempre fuori) ...Cuba ... Che se permetti di "comunista" alla wikipedia ( visto che l'hai citata) hanno ben poco.... o magari le teste vuote di ragione ma piene di ideali dei movimenti di lotta armata degli anni 70.
Ma vedi la storia che si può citare non è solo quella ... Possiamo parlare degli ideali antifascisti dei comunisti che hanno combattuto e contribuito a scrivere la nostra costituzione ( che non mi pare essere il massimo dell'antidemocrazia comunista)... ai movimenti operai degli anni 60-70 in italia ( il sindacato non è sempre stato come lo conosciamo adesso..... oltre a fare politica c'erano effettivamente gli interessi degli operai da tutelare... )... Per oltre mezzo secolo tutti i movimenti di lotta alla oppressione alle dittature in mezzo mondo si sono definiti comunisti ... Il Che non è morto invadendo una terra straniera...da mercenario !
Liberissimo di ispirarti alla definizione che più ti fa comodo, ma sostenere certi tesi ( che poi sono sempre quelle .... ed in campagna elettorale ci è venuta la nausea ) solo considerando certi aspetti della storia dimenticandone altri, mi sembra un po fazioso nella peggiore delle ipotesi, un po superficiale , nella migliore :)

P.S.
Non sono comunista..... però apprezzo la carne dei bambini !!

Hai dimenticato la Corea del Nord (visto che è abbastanza di attualità).
Che dire? Riguardo al fascismo e all'antifascismo non ricordo bene chi fu l'autore che disse che gli italiani durante il fascismo erano tutti fascisti e verso la caduta di questo con l'avanzare delle potenze alleate tutti i fascisti italiani si trasformarono in partigiani antifascisti. Per ciò che concerne la Costituzione l'apporto dell'allora partito comunista fu del tutto secondario. Ciò non toglie che in alcuni paesi del mondo alcune guerre di liberazione contro una qualche dittatura militare siano potute essere state capeggiate da movimenti comunisti, ma non vedo ciò cosa possa c'entrare con il discorso...

Para Noir
09-10-2006, 14:52
Come già detto, i partiti comunisti italiani di oggi non c'entrano niente, nè vogliono ristabilire il comunismo di 100 anni fa.

Non ha senso perdere ulteriore tempo a parlarne.

AntonioBO
09-10-2006, 14:56
Rifondazione più Pdci sono il 10%.
La lega al confronto è un piccolo peto nell'universo.

fg

Quoto :D

blackgnat
09-10-2006, 15:04
...... Per ciò che concerne la Costituzione l'apporto dell'allora partito comunista fu del tutto secondario.

a si ?.... e questo dove sta scritto ?


Ciò non toglie che in alcuni paesi del mondo alcune guerre di liberazione contro una qualche dittatura militare siano potute essere state capeggiate da movimenti comunisti, ma non vedo ciò cosa possa c'entrare con il discorso...

Visto che essere comunisti oggi fa rizzare il pelo a molta gente alla luce di quanto ha decretato la storia ( ...facendo riferimento a cina korea cambogia br etc etc ... che di comunista avevano od hanno ben poco..)
a molta gente non fa rizzare il pelo perchè evoca fatti ed avvenimeti di tutt'altro genere... vedi post mio precedente ... tutto qui !

bluelake
09-10-2006, 15:17
Per ciò che concerne la Costituzione l'apporto dell'allora partito comunista fu del tutto secondario.
:rotfl: :rotfl: :rotfl: se siamo arrivati al punto di non conoscere nemmeno chi ha scritto la nostra Costituzione, direi che possiamo tranquillamente abolire la scuola e mandare maestre e professori di storia a insegnare in Uganda...


per il resto, sottoscrivo quanto scritto da Leron (a cui ricordo che sabato sera è invitato alla locanda "il gulagghino" per la cena a base di bambini fritti e lessi con caviale del Volga e gulaschsuppe ungherese) :fagiano:

blackgnat
09-10-2006, 15:22
:rotfl: :rotfl: :rotfl: se siamo arrivati al punto di non conoscere nemmeno chi ha scritto la nostra Costituzione, direi che possiamo tranquillamente abolire la scuola e mandare maestre e professori di storia a insegnare in Uganda...


per il resto, sottoscrivo quanto scritto da Leron (a cui ricordo che sabato sera è invitato alla locanda "il gulagghino" per la cena a base di bambini fritti e lessi con caviale del Volga e gulaschsuppe ungherese) :fagiano:

Ma se questo è il tono che può usare un moderatore ......chissà cosa avrei potuto scrivere allora !!! :)

bluelake
09-10-2006, 15:24
Ma se questo è il tono che può usare un moderatore ......chissà cosa avrei potuto scrivere allora !!! :)
ragazzi, moderatore o non moderatore, quando leggo certe castronerie scappa da ridere anche a me eh!

nickyride
09-10-2006, 15:25
a si ?.... e questo dove sta scritto ?


Sta scritto dal semplice fatto che il PCI era solo il terzo partito allora rappresentato nell'assemblea costituente :O

blackgnat
09-10-2006, 15:26
ho capito .... sei un moderatore che " ci è " ....e non "ci fa " !! :)

Dove devo votare ?

Teliqalipukt
09-10-2006, 15:27
ragazzi, moderatore o non moderatore, quando leggo certe castronerie scappa da ridere anche a me eh!

Comunque sei ignorante ( :D ) lo sanno tutti che al tavolo dell'assemblea costituente come aperitivo servivano bambini :eek:

blackgnat
09-10-2006, 15:33
Sta scritto dal semplice fatto che il PCI era solo il terzo partito allora rappresentato nell'assemblea costituente :O

http://www.google.it/search?q=pci+costituente+assemblea&start=0&ie=utf-8&oe=utf-8&client=firefox-a&rls=org.mozilla:it:official

in particolare ..chi l'ha voluta .... chi l'ha presieduta ... chi ne ha scritto i principali articoli... che Italia rappresenta ... magari chi l'ha firmata ... etc etc etc !!!

svarionman
09-10-2006, 15:36
guarda, si fa prima e non si sbaglia a chiamarli comunisti visto che essi stessi si definiscono tali per denominazione.

quanto al resto, sebbene il comunismo vero in italia fortunatamente mai potrà esserci, la concezione di stato socialista spinto che porta in seno la sinistra radicale è invisa a molti che se la prendono coi "comunisti"

al di là della terminologia il significato base rimane, se poi si vuole buttarla sul fatto che il comunismo non esiste e berlusconi parla del vuoto spinto amen, si sta però solo deviando dal come sono le cose

d'altro canto, qua per cinque anni c'è gente che si è stracciata le vesti col fascismo e il regime quindi non è solo berlusconi a urlare contro i fantasmi del passato

Ma io sinceramente non ho mai sentito nessuno dare del "fascista" ad uno solo per il fatto di aver votato per il cdx, senza nessuna altra motivazione, mentre sembra ormai consuetudine da parte di molti identificare gli elettori del csx (e lo stesso governo in toto) come "comunisti" e la cosa francamente irrita, sia perchè la maggior parte non ha votato per i cosiddetti comunisti, sia perchè il concetto di comunista che molti hanno in mente è ancora quello dei gulag, degli Khmer rossi e via dicendo. D'altronde quando in campagna elettorale, invece di discutere sulle cose da fare per migliorare il paese, si dice che l'avversario porterà terrore e morte (manco fosse Attila) o si perde tempo per discutere se i cinesi bollissero o meno i propri figli, si capisce a che livello siamo arrivati. E' questo tipo di politica che mi fa schifo, il voler cercare una contrapposizione violenta, non tanto ideologica (perchè in realtà di punti in comune se ne potrebbero trovare), ma che consiste nell'inculcare paure immotivate e istintive, che trovano terreno fertile in chi non ha voglia di approfondire le questioni. Finchè si continuerà così, sia da una parte che dall'altra, il paese non potrà che peggiorare e si continueranno a creare schieramenti e divisioni inutili tra i cittadini.

blackgnat
09-10-2006, 15:40
Sta scritto dal semplice fatto che il PCI era solo il terzo partito allora rappresentato nell'assemblea costituente :O

Per la cronaca .. in quegli anni le posizioni del PSIUP erano appiattite a quelle del PCI ! Si parla spesso di un unico voto "comunista" !

von Clausewitz
09-10-2006, 15:47
ci sono o ci fanno poco importa
la cosa che mi risulta più fastidiosa è il loro incrollabile settarismo
e in questa specialità credo che i comunisti italiani siano secondi al mondo solo dopo quelli nordcoreani
o chissà, forse sono addirittura primi :doh:

coldd
09-10-2006, 16:09
ci sei o ci fai?
ci sei ;)

Matrixbob
09-10-2006, 16:48
Il comunismo da che mondo è mondo in Italia non c'è mai stato, in compenso la democrazia cristiana si ed anche il governo Berlusconi.

fabio80
09-10-2006, 17:13
Il comunismo da che mondo è mondo in Italia non c'è mai stato, in compenso la democrazia cristiana si ed anche il governo Berlusconi.


e quindi?

fabio80
09-10-2006, 17:17
Ocio che i piccoli peti son quelli che smerdano.... :O



:D

giannola
09-10-2006, 17:20
Per ora lascio aperto, invitando tutti a mantenere un tono civile.

Via, faccio l'incivile : i comunisti ci sono.......al governo :stordita: :D

giannola
09-10-2006, 17:22
per il resto, sottoscrivo quanto scritto da Leron (a cui ricordo che sabato sera è invitato alla locanda "il gulagghino" per la cena a base di bambini fritti e lessi con caviale del Volga e gulaschsuppe ungherese) :fagiano:

Mi accontento di cevello alla stalin in salsa di vodka, basta che m'invitate :D

Matrixbob
09-10-2006, 17:45
e quindi?
... il 3D NON ha senso.

Leron
09-10-2006, 17:46
:rotfl: :rotfl: :rotfl: se siamo arrivati al punto di non conoscere nemmeno chi ha scritto la nostra Costituzione, direi che possiamo tranquillamente abolire la scuola e mandare maestre e professori di storia a insegnare in Uganda...


per il resto, sottoscrivo quanto scritto da Leron (a cui ricordo che sabato sera è invitato alla locanda "il gulagghino" per la cena a base di bambini fritti e lessi con caviale del Volga e gulaschsuppe ungherese) :fagiano:
dopo la mangiata dell'altro giorno mi sa che devo rimanere un po' a dieta, i bambini americani sono troppo grassi :D

fabio80
09-10-2006, 17:49
... il 3D NON ha senso.


insomma continuiamo a farne una questione di terminologia. va beeeeeeeene :fagiano:

Leron
09-10-2006, 17:51
insomma continuiamo a farne una questione di terminologia. va beeeeeeeene :fagiano:
veramente non sono io a farne una questione di terminologia, ma voi dato che generalizzate riassumendo tutto sotto il nome di un termine, senza distinguere

dicesi superficialità

Brand
09-10-2006, 17:55
Ma in Italia il comunismo non c'è mai stato, c'è il socialismo.

fabio80
09-10-2006, 17:58
veramente non sono io a farne una questione di terminologia, ma voi dato che generalizzate riassumendo tutto sotto il nome di un termine, senza distinguere

per me comunisti= sinistra radicale, che poi l'abuso di linguaggio è relativo visto che si definiscono essi stessi comunisti italiani, rifondazione comunista. mettiamoci anche un pò i verdi, che sono allineati.

dicesi superficialità

stessa cosa di quando ci si attacca alle piccolezze per dire che il cucchiaio non esiste

CYRANO
09-10-2006, 17:59
Mi accontento di cevello alla stalin in salsa di vodka, basta che m'invitate :D


mmhhh vodkaaaa bonaaaa
se non ci fosse bisognerebbe distillarla! :D :D


Ckiaozoaza

CYRANO
09-10-2006, 18:00
Ma in Italia il comunismo non c'è mai stato, c'è il socialismo.

ah si.. craxi... l'ex compagno di merende di.. di.. l'accendiamo? :D


ciaozoaiza

Leron
09-10-2006, 18:04
stessa cosa di quando ci si attacca alle piccolezze per dire che il cucchiaio non esiste
mai detto che non esista, anzi io sono per l'esistenza anche della forchetta e del coltello :O

majino
09-10-2006, 18:13
per me comunisti= sinistra radicale, che poi l'abuso di linguaggio è relativo visto che si definiscono essi stessi comunisti italiani, rifondazione comunista. mettiamoci anche un pò i verdi, che sono allineati.


i verdi poveri che male t'hanno fatto... manco c'hanno la temibile parola nel nome!!!

fabio80
09-10-2006, 18:15
i verdi poveri che male t'hanno fatto... manco c'hanno la temibile parola nel nome!!!


come disse ileana, sono come i cocomeri: verdi fuori, rossi dentro :O

majino
09-10-2006, 18:17
come disse ileana, sono come i cocomeri: verdi fuori, rossi dentro :O

ah ma allora diciamolo... nn è per il nome. tutti a pontificare che "eh ma ce l'hanno scritto pure nel nome"... senza manco fermarsi ad osservare l'idiozia di tale affermazione.

e poi ve ne venite fuori con il cocomero?? :D

fabio80
09-10-2006, 18:20
ah ma allora diciamolo... nn è per il nome. tutti a pontificare che "eh ma ce l'hanno scritto pure nel nome"... senza manco fermarsi ad osservare l'idiozia di tale affermazione.

e poi ve ne venite fuori con il cocomero?? :D


il verde ce l'ho messo io personalmente. ad ogni modo te l'ho già detto: chiamala sinistra radicale se vuoi. ma stiamo sempre a farne una questione di nome. poi magari quando ci siamo accordati telefono all'UNi e chiedo se ne fanno una norma di modo da evitare fraintendimenti per il futuro ;)

IpseDixit
09-10-2006, 18:23
mai detto che non esista, anzi io sono per l'esistenza anche della forchetta e del coltello :O

:D

majino
09-10-2006, 18:26
il verde ce l'ho messo io personalmente. ad ogni modo te l'ho già detto: chiamala sinistra radicale se vuoi. ma stiamo sempre a farne una questione di nome. poi magari quando ci siamo accordati telefono all'UNi e chiedo se ne fanno una norma di modo da evitare fraintendimenti per il futuro ;)

scusa ma stiamo sì a farne una questione di nome... altrimenti facciamo una cosa, assegnamoli un nome che ci piace e lasciamo comunisti ai regimi comunisti dell'epoca passati. ci stai? da oggi chiamiamoli fascisti.

tanto che ne facciamo una questione di nome?? :D

nickyride
09-10-2006, 18:48
scusa ma stiamo sì a farne una questione di nome... altrimenti facciamo una cosa, assegnamoli un nome che ci piace e lasciamo comunisti ai regimi comunisti dell'epoca passati. ci stai? da oggi chiamiamoli fascisti.

tanto che ne facciamo una questione di nome?? :D

Ho deciso adesso esco, vado dal tipo più grosso e muscoloso che incontro e gli dico: "vaffanculo". Se dovesse offendersi gli dico che in realtà io intendo tale termine in senso positivo, costruttivo e assolutamente non offensivo. Ok, ora vado e poi vi faccio sapere, ciao.

Leron
09-10-2006, 18:52
Ho deciso adesso esco, vado dal tipo più grosso e muscoloso che incontro e gli dico: "vaffanculo". Se dovesse offendersi gli dico che in realtà io intendo tale termine in senso positivo, costruttivo e assolutamente non offensivo. Ok, ora vado e poi vi faccio sapere, ciao.
ti porterò un mazzolino di crisantemi :)

CYRANO
09-10-2006, 18:54
Ho deciso adesso esco, vado dal tipo più grosso e muscoloso che incontro e gli dico: "vaffanculo". Se dovesse offendersi gli dico che in realtà io intendo tale termine in senso positivo, costruttivo e assolutamente non offensivo. Ok, ora vado e poi vi faccio sapere, ciao.
spero per te che il tipo sia etero..senno' ti prende alla lettera :D :D :D



ciaozoaoza

Ominobianco
09-10-2006, 18:59
Beh da definizione il comunismo è:

''Per comunismo o società comunista s'intende una società priva di distinzione di classe e nella quale vengono esercitati la proprietà e il controllo collettivo dei mezzi di produzione, dei servizi, dei beni e così via, eventualmente nell'ottica di una (parziale o totale) abolizione della proprietà privata.''

Il comunismo in sostanza ha come obiettivo il superamento del modello di società e di economia del capitalismo.

Generalmente si dive sul considerarlo un'utopia/ideale o un'obiettivo effettivamente realizzabile.

I suoi teorici cioè Karl Marx, Friedrich Engels consideravano il comunismo non un'utopia quanto una prassi politica: "Il comunismo non è una dottrina ma un movimento; non muove da principii ma da fatti. I comunisti non hanno come presupposto questa o quella filosofia, ma tutta la storia finora trascorsa e specialmente i suoi attuali risultati reali nei paesi civili". E ancora: "il comunismo è il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente".

Poi abbiamo avuto Lenin,Stalin ecc.. che hanno cercato di mettere in pratica questa utopia ma senza successi anzi instaurando alla fine delle dittature attaccandosi al potere.
Di fatto il comunismo quindi non ha mai trovato una sua applicazione.

I comunisti di oggi non sono certo quelli di una volta,poi il comunismo italiano è certo diverso dal comunismo sovietico.
Anche tra coloro che si dicono comunisti ci sono vari partiti e all'interno dei vari partiti molte correnti.
Oggi il comunista si caratterizza per alcuni aspetti che possono essere il pacifismo,il coinvolgimento della società civile,l'attenzione alle classi più povere,un maggiore statalismo in economia per tutti quei beni comuni(come acqua,autostrade,telefonia),la difesa della classe lavoratrice,mantenendo come fondo quell'ideologia/quell'utopia quindi la speranza di una società diversa che superi quella capitalistica e approdi ad una diversa senza classi ed egualitaria.
Penso che loro credano in questo professandosi comunisti.

Poi io non sono comunista e non voto partiti comunisti quindi non sò.

reptile9985
09-10-2006, 19:02
come mai è ancora aperta sta cacca?

FabioGreggio
09-10-2006, 22:19
come disse ileana, sono come i cocomeri: verdi fuori, rossi dentro :O


Che è sempre meglio che azzurri fuori e marron dentro... :D :D :D :D


fg

FabioGreggio
09-10-2006, 22:46
forse confondi il "comunismo italiano" con quello di Stalin,
pero' mi raccomando non confondere il fascimo con il nazismo, perchè non c'e niente da confondere.


http://www.piazza-grande.it/news/archivio/2004/berlinguer/berlinguer.jpg


Grazie, compagno Enrico Berlinguer
di Fabio Greggio

Ho voluto bene a Berlinguer. A prescindere.
Un uomo piccolo, ma autorevole.
Un uomo leggero. La voce roca. L’accento forte.
Difficile per un ragazzo di Sinistra non volergli bene.
Berlinguer era una di quelle persone che porti dentro.
Un giorno capii la sua grandezza, perché la grandezza di un uomo la capisci dalle cose semplici.
Dalla sua capacità di penetrazione.

Anni fa, inizi 90, io e la mia compagna arrivammo a S. Giminiano, in Toscana, in agosto.
Chi conosce il posto sa di cosa parlo: un luogo unico, di calma e di storia.
Suonatori di violoncello ed arpa sotto gli archi medioevali, ma soprattutto la Festa de L’Unità.
Le Feste dell’Unità toscane sono uniche. Sono i migliori ristoranti del mondo.
Un baccanale di un mese, di caciucchi e salcicce con le cotiche innaffiati di Vernaccia o Chianti.

Appena arrivati cercammo un posto per dormire.
Incontro Gigi, di Viareggio, Baffo toscano, magro, svelto. Sorride sempre.
Parliamo e mi indica un posto dove dormire. Lui fa il cuoco della Festa de L’Unità.
“Venite a trovarmi stasera, vi porto il mio caciucco. Cercatemi. Chiedete di Gigi”.

Parla del PCI, del suo lavoro nel partito, dei tempi passati.
Poi all’improvviso parliamo di Berlinguer.
Il suo Funerale. Quel milione di persone.
Perfino per la Questura.

“Io, mi dice, giocai a calcio con lui.”
Lo dice con orgoglio.
“Gli ho voluto bene io ad Enrico”.

Erano quasi 10 anni che Berlinguer era morto. Gigi aveva una catenina d’oro con la falce e il martello.
Non sapeva che di li a poco si sarebbe quasi dovuto vergognare per molti.
Raccontava di Enrico come di un mito.
Di quelle ultime foto in bianco e nero. Di un epoca che non c’era più.
Berlinguer. Ai suoi funerali ci andò perfino Almirante.
Si fece largo fra due ali di bandiere con falce e martello. Un silenzio imbarazzante. Perfino l’ex fascista rese omaggio a Berlinguer.

Enrico era un uomo di quelli che quando parlano c’è il silenzio. Il rispetto.
Se interrotto ascoltava. Sorrideva ironico.
“Chi ha tanto paghi tanto, chi ha poco paghi poco, chi non ha nulla non paghi nulla”, diceva.
Lui ebbe il coraggio di rompere con Mosca. Oggi può sembrare facile. Per lui significò la fine delle sovvenzioni l’isolamento.
Elaborò la tesi dell’Eurocomunismo, geniale distinguo da un sovietismo ingombrante, dai fantasmi stalinisti, dai gulag....

Era un uomo lieve, quasi sfuggente, ma la sua testa di capelli ribelli faceva tenerezza. Ispirava fiducia.
La testa quasi contadina di un uomo onesto e stimato.
Aveva silenzi, veniva dalla terra del silenzio.
Discreto, umile, ma grande, Benigni gli disse "Ti voglio bene" e lo fece divenire il titolo di un suo film.
Prima lo prese in braccio, in quella foto che è storia d'Italia
Perché i Toscani non sono comunisti come gli altri.
Sono una famiglia. Si sentono uguali davvero. Le case del Popolo toscane accanto alle campane della chiesa.
Cosa resta di Berlinguer oggi?
Non lo so. Una Sinistra che non c’è. Un Socialismo incerto. Un Antifascismo sempre più debole.
Una Destra sempre più anticomunista e una Sinistra sempre meno antifascista.
Qualche poster del Che, qualche sezione con la bandiera rossa.
Mi manca un compagno come lui. Come Pajetta. Capaci di indignarsi davanti a un fascista.
Di alterarsi. Del gesto di sprezzo.
Quando Berlinguer urlava la parola fascista aveva la sua valenza.
Piccolo grande uomo dagli occhi tristi, amico, icona di una politica onesta.
Spero che i giovani che vogliano fare politica lo studino. Non per studiare un Comunista.
Per studiare un uomo, il suo stile unico, umilmente disarmante.
Grazie Enrico, grazie di esserci stato. Grazie di avermi insegnato che c’è un altro modo di fare politica.

Chissà dov’è Gigi ora?
Avrà ancora quella catenina?

© Politikon

Leron
10-10-2006, 11:53
su raitre ora c'è cossutta che parla del comunismo in italia


opinabile, ma interessante

Bet
10-10-2006, 12:46
dallo statuto di rifondazione


I comunisti lottano perché‚ in Italia, in Europa, nel mondo avanzino e si affermino le istanze di libertà dei popoli, di giustizia sociale, di pace e di solidarietà internazionali; si impegnano per la salvaguardia della natura e dell'ambiente; perseguono il superamento del capitalismo come condizione per costruire una società democratica e socialista di donne e di uomini liberi ed uguali, nella piena valorizzazione della differenza di genere, dei percorsi politici di emancipazione e di libertà delle donne, nonché in difesa della piena espressione dell'identità e dell'orientamento sessuali; avversano attivamente l'antisemitismo e ogni forma di razzismo, di discriminazione, di sfruttamento.
Il Partito della Rifondazione Comunista rigetta così ogni concezione autoritaria e burocratica, stalinista o d'altra matrice, del socialismo e ogni concezione e ogni pratica di relazioni od organizzativa interna al partito di stampo gerarchico e plebiscitario.
E' consapevole dell'autonomia e della politicità degli organismi e delle associazioni della sinistra alternativa e dei movimenti anticapitalistici: con i quali quindi collabora e si confronta alla pari, ed ai quali partecipano i propri militanti in modalità democratica e non settaria.
L'intera vita interna del Partito della Rifondazione Comunista e l'intero tessuto delle sue relazioni interne sono orientati alla libertà e alla democrazia; con ciò anche tendendo ad anticipare e a sperimentare la quotidianità e la qualità totalmente democratiche delle relazioni in quella società socialista futura per la quale il partito si batte.



detto questo mi rifiuto di votare a sondaggi provocatori


Visto che è omesso l'inizio, mettiamolo va... in genere l'incipit è quadro generale entro cui si snoda e si interpreta il resto...

Il Partito della Rifondazione Comunista è libera organizzazione politica della classe operaia, delle lavoratrici e dei lavoratori, delle donne e degli uomini, dei giovani, degli intellettuali, dei cittadini tutti, che si uniscono per concorrere alla trasformazione della società capitalista al fine di realizzare la liberazione del lavoro delle donne e degli uomini attraverso la costituzione di una società comunista. Per realizzare questo fine il PRC si ispira alle ragioni fondative del socialismo ed al pensiero di Carlo Marx.

nickyride
10-10-2006, 12:54
Visto che è omesso l'inizio, mettiamolo va... in genere l'incipit è quadro generale entro cui si snoda e si interpreta il resto...

Il Partito della Rifondazione Comunista è libera organizzazione politica della classe operaia, delle lavoratrici e dei lavoratori, delle donne e degli uomini, dei giovani, degli intellettuali, dei cittadini tutti, che si uniscono per concorrere alla trasformazione della società capitalista al fine di realizzare la liberazione del lavoro delle donne e degli uomini attraverso la costituzione di una società comunista. Per realizzare questo fine il PRC si ispira alle ragioni fondative del socialismo ed al pensiero di Carlo Marx.

E non può essere diversamente visto che Karl Marx ha ideato il comunismo così come oggi è inteso, chi leggesse il capitale potrà trovare anche il passo che leggittimò lo stalinismo e cioè che nella fase transitoria di trasformazione della società per evitare che i borghesi riprendano il controllo sarà necessaria una fase di dittatura del proletariato...

fabio80
10-10-2006, 12:56
Visto che è omesso l'inizio, mettiamolo va... in genere l'incipit è quadro generale entro cui si snoda e si interpreta il resto...

Il Partito della Rifondazione Comunista è libera organizzazione politica della classe operaia, delle lavoratrici e dei lavoratori, delle donne e degli uomini, dei giovani, degli intellettuali, dei cittadini tutti, che si uniscono per concorrere alla trasformazione della società capitalista al fine di realizzare la liberazione del lavoro delle donne e degli uomini attraverso la costituzione di una società comunista. Per realizzare questo fine il PRC si ispira alle ragioni fondative del socialismo ed al pensiero di Carlo Marx.


ah l'han pure adattato per il forum, hai capito...

prio
10-10-2006, 12:56
E non può essere diversamente visto che Karl Marx ha ideato il comunismo così come oggi è inteso, chi leggesse il capitale potrà trovare anche il passo che leggittimò lo stalinismo e cioè che nella fase transitoria di trasformazione della società per evitare che i borghesi riprendano il controllo sarà necessaria una fase di dittatura del proletariato...

Non che fosse molto proletaria, la dittatura di Stalin ;)

Leron
10-10-2006, 12:57
Visto che è omesso l'inizio, mettiamolo va... in genere l'incipit è quadro generale entro cui si snoda e si interpreta il resto...

Il Partito della Rifondazione Comunista è libera organizzazione politica della classe operaia, delle lavoratrici e dei lavoratori, delle donne e degli uomini, dei giovani, degli intellettuali, dei cittadini tutti, che si uniscono per concorrere alla trasformazione della società capitalista al fine di realizzare la liberazione del lavoro delle donne e degli uomini attraverso la costituzione di una società comunista. Per realizzare questo fine il PRC si ispira alle ragioni fondative del socialismo ed al pensiero di Carlo Marx.
non è omesso, ho citato la parte che interessa all'utente

altrimenti dobbiamo dire che abbiamo omesso anche la fine e dobbiamo fare copia/incolla di tutto il resto.

comunque non cambia niente, grazie per la precisazione

Leron
10-10-2006, 12:58
ah l'han pure adattato per il forum, hai capito...
fabio80, se non sai leggere fai prima a star zitto senza muovere illazioni inutili ;)


non c'è niente di adattato, è una citazione COPIAINCOLLATA direttamente dallo statuto, che contiene la RISPOSTA alla domanda fatta a inizio thread, e la PROVA delle DIFFERENZE che esistono nelle varie interpretazioni di comunismo, per invitare appunto a non fare i qualunquisti.


vuoi lo statuto completo? eccolo



PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
Statuto



PREAMBOLO

Il Partito della Rifondazione Comunista è libera organizzazione politica della classe operaia, delle lavoratrici e dei lavoratori, delle donne e degli uomini, dei giovani, degli intellettuali, dei cittadini tutti, che si uniscono per concorrere alla trasformazione della società capitalista al fine di realizzare la liberazione del lavoro delle donne e degli uomini attraverso la costituzione di una società comunista. Per realizzare questo fine il PRC si ispira alle ragioni fondative del socialismo ed al pensiero di Carlo Marx.
Si propone di innovare la tradizione del movimento operaio, quella delle comuniste e dei comunisti in tutto il novecento a partire dalla Rivoluzione d'Ottobre fino alla contestazione del biennio 68 -'69 e al suo interno, quella italiana che muovendo dalla resistenza antifascista ha saputo pur costruire importanti esperienze di lotta, di partecipazione e di democrazia di massa.
I comunisti lottano perché‚ in Italia, in Europa, nel mondo avanzino e si affermino le istanze di libertà dei popoli, di giustizia sociale, di pace e di solidarietà internazionali; si impegnano per la salvaguardia della natura e dell'ambiente; perseguono il superamento del capitalismo come condizione per costruire una società democratica e socialista di donne e di uomini liberi ed uguali, nella piena valorizzazione della differenza di genere, dei percorsi politici di emancipazione e di libertà delle donne, nonché in difesa della piena espressione dell'identità e dell'orientamento sessuali; avversano attivamente l'antisemitismo e ogni forma di razzismo, di discriminazione, di sfruttamento.
Il Partito della Rifondazione Comunista rigetta così ogni concezione autoritaria e burocratica, stalinista o d'altra matrice, del socialismo e ogni concezione e ogni pratica di relazioni od organizzativa interna al partito di stampo gerarchico e plebiscitario.
E' consapevole dell'autonomia e della politicità degli organismi e delle associazioni della sinistra alternativa e dei movimenti anticapitalistici: con i quali quindi collabora e si confronta alla pari, ed ai quali partecipano i propri militanti in modalità democratica e non settaria.
Il Partito della Rifondazione Comunista agisce per la reciproca solidarietà e la collaborazione tra le forze politiche e i movimenti anticapitalistici di tutto il mondo e coopera alle iniziative che tendono a raccoglierli e a costituirli in schieramento contro la globalizzazione capitalistica. E in sede, specificamente, di Unione Europea esso agisce per la costruzione di relazioni strutturate permanenti tra i partiti della sinistra antagonista, comunisti e d'altra matrice, e per l'associazione a questa costruzione dei movimenti e delle associazioni della sinistra della società civile.
E' in questa generale prospettiva che il Partito della Rifondazione Comunista propone al complesso delle culture e dei soggetti critici e anticapitalistici gli obiettivi di un nuovo partito comunista di massa, di un nuovo movimento operaio e di un nuovo schieramento politico di alternativa.

I - L'ADESIONE AL PARTITO

Art. 1
Possono iscriversi al partito coloro che hanno compiuto il quattordicesimo anno di età e che, indipendentemente dalla etnia, dalla nazionalità, e dalla confessione od opinione religiosa, ne condividono il programma e i valori fondativi.

Art. 2
La domanda di prima iscrizione è rivolta al direttivo del circolo territoriale del Comune o quartiere di residenza o al circolo di lavoro o di studio ove si svolge la propria attività.
Qualora la compagna/il compagno intenda iscriversi sul proprio territorio e tale organizzazione non esista, la domanda di iscrizione deve essere rivolta alla segreteria della federazione.
Il rifiuto di prima iscrizione deve essere motivato e comunicato per iscritto all’interessato/a. Contro il rifiuto è ammesso il ricorso agli organismi di garanzia. La compagna/il compagno iscritta/o ha diritto a ricevere la tessera per gli anni successivi alla prima iscrizione; in tal caso la consegna della tessera è atto dovuto.
L’atto di iscrizione si perfeziona in ogni caso con il regolare pagamento della tessera al circolo. Il segretario/a del circolo deve firmare la tessera e curarne la consegna. Il segretario/a del circolo è altresì responsabile del corretto invio dei tagliandi di controllo e delle quote del tesseramento spettanti alle diverse istanze.

Art. 2 bis
Non è ammessa la contemporanea iscrizione al Partito e ad altra organizzazione partitica. È fatta eccezione per le/gli straniere/i residenti in Italia e per le/gli italiane/i residenti all'estero purché l'iscrizione si riferisca ad altro partito comunista o progressista col quale il Partito della Rifondazione Comunista abbia rapporti ufficialmente stabiliti.
L'iscrizione al partito è incompatibile con l'appartenenza ad associazioni segrete o che comportino un particolare vincolo di riservatezza o i cui princìpi ispiratori contraddicano i valori e le scelte del partito.

II - LA VITA DEMOCRATICA DEL PARTITO

Art. 3
L'intera vita interna del Partito della Rifondazione Comunista e l'intero tessuto delle sue relazioni interne sono orientati alla libertà e alla democrazia; con ciò anche tendendo ad anticipare e a sperimentare la quotidianità e la qualità totalmente democratiche delle relazioni in quella società socialista futura per la quale il partito si batte.
I tempi della vita interna di partito e della sua iniziativa debbono tenere conto delle disponibilità reali delle/degli iscritte/i e, in modo particolare, delle donne, dei lavoratori dipendenti e delle persone anziane.
Il Partito della Rifondazione Comunista incoraggia e sostiene la costituzione al proprio interno, in forma indipendente, di luoghi tematici e la partecipazione ad essi di persone non iscritte al partito.
Il Partito della Rifondazione Comunista appoggia la costituzione, al proprio interno o in forma indipendente, di associazioni, riviste e altri luoghi e modi di ricerca teorico-politica e, più in generale, la libera organizzazione interna o indipendente di attività e luoghi di ricerca, che uniscano iscritte/i al partito e non.
Ogni iscritta/o al Partito della Rifondazione Comunista ha il diritto di partecipare alle attività, alla discussione e ai meccanismi decisionali di partito con piena libertà di fare proposte di discussione e di lavoro. E' inoltre suo diritto che queste proposte vengano prese in esame e abbiano una risposta.
Ogni iscritta/o ha il diritto nelle sedi di partito di sostenere le proprie opinioni e di formulare critiche ad ogni istanza di partito.
Ogni iscritta/o ha il diritto di esprimere anche esternamente le proprie opinioni politiche.
Ogni iscritta/o ha il diritto di elettorato attivo e passivo secondo le norme del presente Statuto.
Ogni iscritta/o ha il diritto di essere informata/o delle discussioni e delle decisioni da parte delle varie istanze organizzate del partito e delle critiche rivoltele/rivoltegli.

Art. 4
Le/gli iscritte/i al Partito della Rifondazione Comunista sono tenuti a contribuire alla realizzazione delle proposte e delle iniziative del partito, a promuoverne la crescita, a prendere parte alla sua vita interna e ad avere in essa comportamenti democratici e solidali, a contribuire al suo finanziamento, a diffonderne la stampa, a votarne le liste elettorali.
Sono inoltre tenuti ad appoggiare gli organismi e le associazioni della sinistra alternativa, i movimenti critici e anticapitalistici, a contribuire allo sviluppo delle organizzazioni sindacali di classe, delle associazioni democratiche e dei movimenti di massa.
Il Partito della Rifondazione Comunista combatte ogni attitudine in seno a gruppi dirigenti, apparati e rappresentanze istituzionali, a costituirsi in ceti separati e alla ricerca di ruoli di prestigio e di privilegi materiali. Sta ad essi in primo luogo la promozione e la difesa, nel partito, di rapporti di democrazia, di solidarietà, di lealtà e di eguaglianza. Debbono essere loro assegnate responsabilità definite e i modi di esercizio di queste responsabilità e i risultati ottenuti debbono essere verificati.
Le/i compagne/i eletti in ruoli di rappresentanza pubblica hanno un particolare dovere di responsabilità democratica nei confronti del partito in relazione agli obblighi di cui ai commi primo e secondo del presente articolo.
Le/gli iscritte/i devono, in ottemperanza all'art. 5 del Decreto legislativo n. 460/97, non trasmettere ad altri la quota tessera e le sottoscrizioni al partito, escludendone la rivalutabilità.

Art. 5
Ogni istanza di partito promuove, in raccordo con le istanze superiori, le iniziative ritenute più idonee a perseguire gli obiettivi politici del partito a livello locale, nazionale ed internazionale nel rispetto della linea politica definita dal congresso nazionale e dai congressi federali nonché delle decisioni assunte dal comitato politico nazionale nell'intervallo fra due congressi nazionali.

Art. 6
Gli organismi dirigenti ed esecutivi sono eletti secondo le norme stabilite dallo Statuto.
La funzione dirigente si esprime nel:
a) promuovere la partecipazione democratica e l'attività politica di tutte/i le/gli iscritte/i;
b) stimolare l'approfondimento teorico e culturale, anche attraverso l'attività di formazione;
c) assicurare la circolazione delle informazioni;
d) garantire la libera espressione di tutte le opinioni;
e) lavorare costantemente per l'unità del partito attraverso il dibattito democratico e l'azione solidale di tutti i militanti;
f) organizzare l'attività politica in modo da favorire la più ampia partecipazione;
g) proporre decisioni operative e far sì che le decisioni assunte trovino concreta applicazione;
h) riferire periodicamente alle/agli iscritte/i circa l'attuazione delle decisioni assunte;
i) contribuire a superare gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che limitano la possibilità di partecipazione di tutte/i le/gli iscritte/i.
Non possono esercitare la funzione dirigente i compagni che non abbiano tempestivamente rinnovato, senza giustificato motivo, la tessera per l'anno in corso.

Art. 7
Il libero dibattito e la pluralità delle posizioni rappresentano l'essenza della vita democratica del partito che è impegnato nei suoi organismi alla ricerca costante della sintesi.

Art. 8
Il partito è un corpo politico unitario con una pratica politica ed una direzione unitarie.
Ciò avviene anche attraverso una pluralità delle posizioni che possono esprimersi liberamente e in modo trasparente attraverso diverse forme di aggregazioni o tendenze, sia in fase congressuale sia nel corso di dibattiti su questioni di grande rilevanza politica.
Gli organi di stampa del partito mettono a disposizione del dibattito interno uno spazio adeguato.
Non è consentita la formazione di correnti o frazioni permanentemente organizzate.

Art. 9
Su questioni di particolare rilievo politico gli organismi dirigenti possono promuovere forme di consultazione, anche referendaria, di tutte/i le/gli iscritte/i secondo norme e modalità stabilite di volta in volta.

Art. 10
L’ordine del giorno con il quale è convocato l’organismo dirigente e l’assemblea di circolo deve inderogabilmente contenere l’esplicitazione , con distinta e dettagliata indicazione, delle materie sulle quali si effettueranno votazioni. Ciò costituisce principio inderogabile per quelle materie riservate allo specifico organismo dirigente o assemblea di circolo.
Ogni atto deliberativo assunto dalle istanze del partito deve essere sancito dal voto e verbalizzato insieme all'esito della votazione a pena di nullità.
L'esito della votazione deve essere immediatamente proclamato.

III - L'ORGANIZZAZIONE DEL PARTITO

Art. 11
L'organizzazione del partito si articola in circoli, federazioni e comitati regionali.

Art. 12
Il circolo è l'istanza fondamentale del partito.
Il circolo è: territoriale (comunale, sub-comunale ed intercomunale), di lavoro o di studio; può inoltre essere costituito un circolo di più luoghi di lavoro o di studio omogenei tra di loro.
Si possono costituire collettivi e forum riconosciuti dal circolo ove non esistano ragioni per un rifiuto motivato.
Le assemblee degli iscritti e delle iscritte del circolo sono di norma aperte.

Art. 13
L'iniziativa per la costituzione dei circoli è assunta dal comitato politico federale.
Possono assumere l'iniziativa anche almeno 20 iscritte/i che risiedono nel medesimo ambito territoriale o 10 iscritte/i che operano nel medesimo ambito di lavoro o di studio.

Art. 14
La costituzione dei circoli è, in ogni caso, sempre deliberata dal comitato politico federale.
Non può farsi luogo alla costituzione dei circoli di ambito territoriale con meno di 20 iscritte/i e di luogo di lavoro o di studio con meno di 10 iscritte/i, salvo i circoli delle federazioni estere.
I circoli di uno stesso comune, di una stessa circoscrizione o municipio o zona, possono costituire coordinamenti (cittadini, circoscrizionali, municipali o zonali) anche tematici, secondo le modalità stabilite dalla Federazione.
Nei circoli intercomunali e nei luoghi di lavoro si possono costituire nuclei di iscritti per operare su temi specifici locali o aziendali. Tali nuclei non costituiscono sede decisionale e operano in collegamento con il comitato direttivo del circolo.
Il comitato politico federale può, altresì, autorizzare deroghe motivate al principio di iscrizione territoriale di singoli iscritti in particolare per sperimentare circoli su scala territoriale ampia che agiscano sul tema del lavoro, della precarietà, dello studio-lavoro, dell'immigrazione.
Il rinvio o il divieto di costituzione di un circolo deve essere motivato a maggioranza qualificata.

Art. 15
Organo fondamentale del circolo è l'assemblea delle/degli iscritte/i. L'assemblea del circolo approva il bilancio preventivo e consuntivo, nonché il piano di lavoro proposto dal direttivo. L'assemblea del circolo si riunisce almeno ogni due mesi su iniziativa della/del segretaria/o o del comitato direttivo del circolo.
Può essere convocata dalla segreteria della federazione oppure su richiesta motivata di un quinto delle/degli iscritte/i.
Quando vi è richiesta di convocazione dell’assemblea da parte di un quinto degli iscritti, la segretaria/il segretario del circolo deve provvedere alla convocazione entro 5 giorni e la riunione deve tenersi non oltre 30 giorni. In mancanza provvede il collegio di garanzia.

Art. 16
Ogni circolo è diretto da un comitato direttivo e da una/un segretaria/o. Può essere costituita anche una segreteria ove ciò si renda necessario.
Ai componenti la segreteria vengono attribuiti incarichi specifici.
Il comitato direttivo è eletto dal congresso del circolo.
Segretaria/o, tesoriera/e e la segreteria sono eletti dal comitato direttivo nel proprio seno a maggioranza di voti.

Art. 17
La federazione è costituita di norma su base provinciale.
Possono essere costituite federazioni in ambito subprovinciale o interprovinciale.
Alla costituzione delle federazioni provvede la direzione nazionale, assieme alla segreteria regionale di competenza.

Art. 18
Nei paesi di emigrazione italiana possono essere costituite federazioni del Prc sulla base delle norme del presente Statuto.
Si costituisce un coordinamento delle federazioni in Europa.
Le organizzazioni del Prc all'estero sviluppano e articolano rapporti di collaborazione con le formazioni politiche locali orientate analogamente al Prc e con le forze politiche e sociali che organizzano e costruiscono rapporti con gli emigranti all'estero.

Art. 19
Su argomenti di particolare interesse la federazione può dar vita a consulte e commissioni aperte, anche, ad apporti esterni al partito.
Nelle aree in cui è presente il fenomeno dell'immigrazione extracomunitaria le federazioni promuovono l'istituzione di appositi gruppi di lavoro.
Nelle realtà territoriali in cui siano presenti minoranze etniche le federazioni promuovono sedi di partecipazione e meccanismi di rappresentanza riservati alle/agli iscritte/i appartenenti a tali minoranze.

Art. 20
Nelle regioni con più federazioni si costituisce un comitato politico regionale eletto dal congresso regionale.

IV - FORUM PERMANENTE DELLE DONNE

Art. 21
Il Forum delle donne del Partito della Rifondazione Comunista, luogo di incontro di percorsi diversi, è sede comune di elaborazione e costruzione della politica di genere.
Le donne che scelgono di parteciparvi decidono autonomamente i modi e le forme di funzionamento.
Il Forum concorre alla formazione degli orientamenti e delle scelte del Partito della Rifondazione Comunista.

V - GIOVANI COMUNISTE E COMUNISTI

Art. 22
Fanno parte dell'organizzazione delle/dei giovani comuniste/i le iscritte e gli iscritti del Partito della Rifondazione Comunista che non abbiano ancora compiuto 30 anni e che, volontariamente, aderiscono al partito mediante la tessera dei Giovani comunisti. Tale organizzazione è comunque interna al partito a tutti gli effetti.
Le/i Giovani comuniste/i godono degli stessi diritti e degli stessi doveri di tutte/i le/gli iscritte/i al Prc. L'iscrizione al partito deve essere effettuata presso il circolo di competenza.
L'organizzazione delle/dei Giovani comuniste/i promuove iniziative e campagne, costruisce un intervento territoriale e tematico nelle istanze di movimento, favorisce la creazione di strutture di movimento (collettivi studenteschi, comitati per il lavoro ecc.) aperte alle/ai non iscritte/i, promuove, nei circoli del partito, la discussione e l'iniziativa politica sulle tematiche che caratterizzano lo specifico giovanile.
L'assetto organizzativo delle/dei Giovani comuniste/i si struttura sui livelli organizzativi del partito.
Il coordinamento nazionale delle/dei giovani comuniste/i decide a maggioranza qualificata dei due terzi, con il concorso degli organismi Giovani Comunisti delle realtà coinvolte, sperimentazioni sul piano dell’assetto organizzativo diverse dai livelli organizzativi del partito.
A livello di federazione, l'assemblea delle/dei Giovani comuniste/i iscritte/i nella federazione medesima, è l'istanza di base delle/dei Giovani comuniste/i.
Tale assemblea elegge un coordinamento che al suo interno elegge una/un coordinatrice/tore.
A livello nazionale, ogni tre anni viene convocata dalla direzione nazionale la conferenza nazionale delle/dei Giovani comuniste/i costituita dalle/dai delegate/i elette/i su base federale tra le/i Giovani comuniste/i.
I delegati di ciascuna federazione provvedono, in una riunione comune, all'elezione di un coordinamento regionale con compiti di coordinamento esecutivo tra le diverse federazioni della Regione. Il coordinamento regionale elegge tra i suoi componenti una/un coordinatrice/ore regionale.
La conferenza nazionale elegge il coordinamento nazionale e ne determina il numero delle / i componenti.
La/Il coordinatrice/ore nazionale è eletto dal coordinamento nazionale delle/dei Giovani comuniste/i.
L'organizzazione dei/delle Giovani comunisti/e si dà un proprio regolamento interno approvato dalla conferenza nazionale.
La/Il coordinatrice/ore provinciale fa parte di diritto del comitato politico federale.
La/Il coordinatrice/ore regionale fa parte di diritto del comitato politico regionale.
La /Il coordinatrice/ore nazionale fa parte di diritto del comitato politico nazionale.

VI - CONFERENZA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI

Art. 23
Le lavoratrici ed i lavoratori comunisti si riuniscono, di norma ogni anno, in conferenza a livello nazionale sulle tematiche ed i problemi attinenti il mondo del lavoro.
La conferenza è convocata dal comitato politico nazionale e si articola in conferenze a livello regionale e federale.
La conferenza nazionale elegge, al termine della sua sessione, la consulta delle lavoratrici e dei lavoratori comunisti che costituisce un organismo consultivo sulle tematiche del lavoro per tutti gli organismi di direzione del partito.
Il comitato politico federale può convocare una conferenza a livello locale ogni volta che ne ravvisi la necessità.

VI bis - CONFERENZA SULLE POLITICHE MIGRATORIE

Art. 23 bis
Di norma ogni anno, il partito terrà una Conferenza nazionale sulle tematiche e i problemi inerenti le politiche migratorie, i diritti sociali e di cittadinanza delle/dei migranti.
La conferenza è convocata dal Comitato politico nazionale, è aperta alla partecipazione dell'associazionismo dei migranti e dell'antirazzismo e può articolarsi in conferenze a livello regionale e federale.
Il comitato politico federale può convocare una conferenza a livello locale ogni volta ne ravvisi la necessità.

VII - CONFERENZA NAZIONALE DELLE DONNE COMUNISTE

Art. 24
Le donne comuniste si riuniscono, di norma ogni anno, in conferenza a livello nazionale sulle tematiche ed i problemi attinenti le politiche di genere.
La conferenza è convocata dal comitato politico nazionale e si articola a livello regionale e federale su iniziativa dei competenti comitati politici.

VIII - I CONGRESSI

Art. 25
Il congresso è, per ogni istanza del partito, il massimo organo deliberativo.
Il congresso nazionale definisce la linea politica ed il programma del partito nel suo complesso.
I congressi di federazione e di circolo vi contribuiscono definendo, nel contempo, il programma d'iniziativa politica delle rispettive organizzazioni.
Il congresso regionale definisce il programma d'iniziativa del partito a livello regionale.

Art. 26
Ogni iscritta/o che partecipa al congresso ha diritto di esprimere, nel dibattito, opinioni e proposte, presentare ordini del giorno, illustrarli, chiedere che siano messi in votazione e che vengano trasmessi al congresso di istanza superiore.

Art. 27
Il congresso di circolo è costituito dall'assemblea generale delle iscritte e degli iscritti.
Viene convocato dal comitato direttivo di circolo di norma in corrispondenza con la convocazione del congresso di federazione. Può essere convocato in via straordinaria e per decisione motivata dal comitato politico federale nonché sempre dal comitato politico federale medesimo, su richiesta motivata di un terzo delle/degli iscritte/i.
Elegge il comitato direttivo ed il collegio di garanzia stabilendone anche la composizione numerica; elegge altresì le/i delegate/i al congresso di federazione.

Art. 28
Il congresso di federazione è costituito dall'assemblea delle/dei delegate/i dei circoli elette/i proporzionalmente alle/agli iscritte/i ed è convocato dal comitato politico federale di norma in corrispondenza con la convocazione del congresso nazionale.
Può essere convocato in via straordinaria su decisione motivata della direzione nazionale o su richiesta motivata di almeno un terzo delle/degli iscritte/i alla federazione ovvero per decisione del comitato politico federale a maggioranza dei componenti.
Il congresso di federazione elegge il comitato politico federale ed il collegio di garanzia stabilendone anche la composizione numerica; elegge altresì le/i delegate/i al congresso nazionale e al congresso regionale.

Art. 28 bis
Per lo svolgimento dei congressi straordinari di circolo, di federazione e regionali si applicano le norme usate per lo svolgimento dell'ultimo congresso ordinario, per quanto applicabili. Per le questioni relative allo svolgimento dei congressi straordinari, contro le decisioni della commissione per il congresso può proporsi ricorso di appello rispettivamente al collegio federale di garanzia per i congressi di circolo e al collegio nazionale di garanzia per i congressi regionali e di federazione.

Art. 28 ter
Il congresso regionale è costituito dall'assemblea dei delegati eletti dai congressi delle federazioni in ogni regione ed è convocato dal comitato politico regionale entro tre mesi dallo svolgimento del congresso nazionale.
Può essere convocato in via straordinaria per decisione motivata dalla direzione nazionale o su richiesta di una o più federazioni che rappresentino almeno un terzo degli iscritti della regione ovvero per decisione del comitato politico regionale a maggioranza dei componenti.
Il congresso regionale elegge il comitato politico regionale ed il collegio regionale di garanzia.
I segretari di federazione fanno parte di diritto del comitato politico regionale.

Art. 29
Il congresso nazionale è costituito dalle/dai delegate/i elette/i dai congressi di federazione proporzionalmente alle/agli iscritte/i.
È convocato dal comitato politico nazionale almeno ogni tre anni.
Può essere convocato in via straordinaria su deliberazione del comitato politico nazionale o su richiesta motivata di comitati politici federali, con voto a maggioranza dei componenti che rappresentino almeno un terzo di tutte/i le/gli iscritte/i al partito. Con l'atto di convocazione si stabiliscono, anche, le norme per lo svolgimento dei congressi ad ogni livello.
Il congresso nazionale elegge il comitato politico nazionale ed elegge il collegio nazionale di garanzia.
L'elezione deve avvenire in modo tale che vi sia la percentuale del sessanta per cento di rappresentanza territoriale.
Il congresso nazionale esamina le proposte di carattere statutario e decide su di esse.

Art. 30
Per l'elezione delle/dei delegate/i ai congressi federali e nazionali e per l'elezione degli organismi dirigenti occorre fare in modo che vi siano rappresentanze tendenzialmente paritarie dei sessi, presenze adeguate di lavoratrici e lavoratori e di giovani.
In presenza di documenti alternativi la designazione delle/dei delegate/i dovrà essere proporzionale ai consensi ottenuti dai diversi documenti.

IX- LE CONFERENZE

Art. 31
Per esaminare lo stato dell'organizzazione o specifici problemi politici, possono essere convocate conferenze di circolo, cittadine, zonali, di federazione, regionali e nazionali.
Vengono indette per ogni singola istanza, dai rispettivi organismi dirigenti che stabiliscono gli obiettivi politici e le modalità di svolgimento e di partecipazione.
Le conferenze non sono sostitutive dei congressi e non possono eleggere o modificare gli organismi dirigenti. Possono essere anche aperte a realtà esterne al partito.

Art. 32
Le conferenze regionali sono costituite, proporzionalmente al numero delle/degli iscritte/i, dalle/dai delegate/i elette/i dai comitati politici federali della regione.
Vengono convocate, obbligatoriamente, in occasione delle elezioni regionali.
Possono essere convocate per decisione del comitato politico regionale ovvero su richiesta di federazioni che rappresentino almeno un terzo delle/degli iscritte/i su scala regionale.

X- GLI ORGANISMI DIRIGENTI

Art. 33
Nell'intervallo tra due congressi la direzione politica del partito spetta, nell'ambito di propria competenza, al comitato direttivo di circolo, al comitato politico federale, al comitato politico regionale e al comitato politico nazionale.
Tali organismi possono articolarsi in commissioni e dotarsi di un proprio regolamento interno.
Le loro riunioni sono convocate dalla/dal segretaria/o sentito l'organo esecutivo corrispondente o su richiesta di un terzo delle/dei loro componenti.
Il segretario deve provvedere alla convocazione, quando vi è richiesta di un terzo dei componenti, entro cinque giorni. In mancanza, provvede il collegio di garanzia competente.
Delle convocazioni degli organismi è data notizia a quelli superiori.
Il comitato politico nazionale è convocato dalla direzione .

Art. 34
Il comitato direttivo di circolo dirige l'attività politica del partito a livello locale, propone all'assemblea il bilancio preventivo e consuntivo ed è eletto dal congresso con le procedure di cui al successivo art. 43.
Esso elegge al suo interno, a maggioranza di voti la/il segretaria/o e il/la tesoriere/a e, ove si renda necessario, una segreteria.
Qualora si elegga una segreteria, ai componenti vengono attribuiti con l'elezione incarichi specifici.
Nel caso di cessazione dalla carica, per qualsiasi causa, di un componente del direttivo di circolo, l'assemblea degli iscritti provvede alla sostituzione nella prima seduta utile successiva alla cessazione dalla carica.
I componenti il comitato direttivo dopo tre assenze consecutive non giustificate, verificate dai verbali di presenza dal collegio di garanzia, sono dichiarati decaduti dallo stesso.
Il comitato direttivo del circolo indica al gruppo del consiglio comunale la proposta per la/il capogruppo. Nel caso di più circoli nello stesso comune, l'indicazione avviene nella riunione congiunta dei comitati direttivi.

Art. 35
Il comitato politico federale decide gli indirizzi politici della federazione, approva le candidature per le liste elettorali di pertinenza federale, il bilancio consuntivo e preventivo, dirige e coordina l'attività dei circoli e delle altre istanze nell'ambito territoriale di competenza.
Esso si riunisce almeno ogni due mesi.
Ne fanno parte di diritto le/i segretarie/i dei circoli delle federazioni con meno di duemila iscritti.
Per le federazioni oltre i duemila iscritti la componente territoriale non potrà essere inferiore al 60%, ma l'intero comitato politico federale verrà eletto dai delegati al congresso.
La sostituzione delle/dei segretarie/i di circolo determina, automaticamente, la loro sostituzione nel comitato politico federale.
Le/i componenti del comitato politico federale, dopo tre assenze consecutive non giustificate, sono dichiarati decadute/i dal comitato politico federale stesso sulla base di una verifica effettuata dal collegio federale di garanzia.
Nel caso di cessazione dalla carica, per qualsiasi causa, di un componente eletto dal congresso di federazione, il comitato politico federale provvede alla sua sostituzione con voto a maggioranza dei suoi componenti nella prima seduta utile successiva alla cessazione dalla carica, nel rispetto degli esiti congressuali.
Il comitato politico federale elegge, fra i suoi membri, la/il segretaria/o, la segreteria, il tesoriere e, qualora lo ritenga necessario, la/il presidente ed il comitato direttivo.
Ai componenti la segreteria vengono attribuiti con l'elezione incarichi specifici.
La/Il segretaria/o e la/il presidente del comitato politico federale fanno parte di diritto del comitato direttivo.
Qualora non venga eletto il comitato direttivo, i medesimi entrano di diritto nella segreteria.
Il comitato politico federale costituisce nel proprio seno commissioni di lavoro con funzioni di istruttoria e di proposta, designandone le/i componenti e nominando le/i responsabili.
Possono far parte delle commissioni anche non componenti del comitato politico federale.
Il comitato politico federale discute, annualmente, un rapporto sull'attività delle/degli elette/i nelle liste del partito e di coloro che rivestono cariche pubbliche alle quali sono state/i designate/i dal partito.
Il comitato politico federale indica al gruppo del comune capoluogo e della provincia la proposta per la/il capogruppo.
Nel caso di più federazioni nella stessa provincia, l'indicazione avviene nella riunione congiunta dei comitati politici federali.

Art. 36
Il comitato direttivo, laddove viene eletto, agisce su mandato del comitato politico federale e risponde ad esso del suo operato.
In conformità agli orientamenti fissati, il comitato direttivo assicura la continuità dell'attività politica ed organizzativa del partito, ne dirige il lavoro e lo coordina con quello dei gruppi nelle assemblee elettive.
Formula proposte al comitato politico federale ed in particolare sulle seguenti questioni:
- scelte politiche di collocazione rispetto al governo degli enti locali nel territorio di competenza della federazione;
- piano di lavoro della federazione;
- questioni sorte ai livelli inferiori che abbiano rilievo politico generale per il territorio della federazione;
- costituzione di nuovi circoli;
- costituzione di coordinamenti comunali, zonali, circoscrizionali o di municipio, in nessun caso sostitutivi di organismi di direzione politica della federazione.

Art. 37
Il comitato politico regionale coordina l'attività delle organizzazioni di partito nella regione, ne promuove il rafforzamento e lo sviluppo, cura l'attività formativa, determina e dirige la politica regionale sulla base di una piattaforma politica concernente la dimensione regionale, definisce le liste per le elezioni regionali, decide le scelte politiche e di collocazione rispetto al governo regionale ed orienta, sul piano politico ed organizzativo, le attività delle federazioni.
Il comitato politico regionale elegge, fra i suoi membri, una/un segretaria/o, una/un tesoriera/e e una segreteria.
Ai componenti la segreteria vengono attribuiti con l'elezione incarichi specifici.
La carica di segretaria/o regionale è incompatibile con quella di segretaria/o di federazione.
Il comitato politico regionale indica al gruppo del consiglio regionale la proposta per la/il capogruppo.
Il comitato politico regionale si riunisce almeno ogni due mesi.
Le/i componenti del comitato politico regionale, dopo tre assenze consecutive non giustificate, sono dichiarate/i decadute/i dal comitato politico regionale medesimo sulla base di una verifica dei verbali di presenza effettuata dal collegio regionale di garanzia.
Nel caso di cessazione dalla carica, per qualsiasi causa, di un componente eletto dal congresso regionale, il comitato politico regionale provvede alla sua sostituzione con voto a maggioranza dei suoi componenti nella prima seduta utile successiva alla cessazione dalla carica.

Art. 38
Il comitato politico nazionale è il massimo organismo del partito.
Esso determina gli indirizzi fondamentali e gli obiettivi dell'attività complessiva del partito, ne verifica l'attuazione e ne risponde collegialmente al congresso nazionale.
Le/i componenti del comitato politico nazionale rappresentano il partito a livello nazionale ed operano in collegamento con le federazioni di appartenenza senza vincolo di mandato.
E' convocato dalla direzione con lettera del segretario nazionale o, in via straordinaria, su richiesta di un terzo delle/dei suoi componenti.
Le/i componenti del comitato politico nazionale, dopo tre assenze consecutive non giustificate, sono dichiarate/i decadute/i dal comitato politico nazionale stesso sulla base di una verifica dei verbali di presenza effettuata dal collegio nazionale di garanzia.
Nel caso di cessazione dalla carica per qualsiasi causa di una/o delle/dei suoi componenti eletta/o dal congresso nazionale, il comitato politico nazionale provvede alla loro sostituzione con voto a maggioranza dei suoi componenti, nella prima seduta utile successiva alla cessazione dalla carica, nel rispetto degli esiti congressuali.
Il comitato politico nazionale si riunisce almeno ogni tre mesi.
Il comitato politico nazionale elegge, nel suo seno, la/il segretaria/o del partito, la/il tesoriera/e nazionale, la segreteria, la direzione nazionale.
Approva in via definitiva le liste per il Parlamento italiano ed europeo e avanza la proposta ai gruppi parlamentari per l’elezione dei capigruppo al Parlamento italiano ed europeo
Fanno parte di diritto del comitato politico nazionale: il presidente del collegio nazionale di garanzia, i presidenti dei gruppi parlamentari , (e) il coordinatore nazionale dei giovani comunisti.
Su proposta della segreteria nazionale e sulla base delle funzioni svolte, nomina un esecutivo nazionale che, in conformità con gli orientamenti fissati dal Comitato Politico nazionale medesimo, provvede ad assicurare lo svolgimento delle campagne e iniziative politiche decise dal partito, ne dirige e verifica il lavoro, lo coordina con i livelli istituzionali.
L’esecutivo nazionale è convocato dalla segreteria nazionale.
Il comitato politico nazionale elegge al suo interno un/una presidente.

Art. 39
La direzione nazionale è composta da un numero di membri stabilito dal comitato politico nazionale.
Ne fa parte di diritto la/il segretaria/o del partito.
La direzione nazionale opera su mandato del comitato politico nazionale e risponde ad esso.
In conformità agli orientamenti fissati dal comitato politico nazionale, provvede ad esaminare le problematiche inerenti la vita del partito e delle sue relazioni esterne, discute gli orientamenti politici, esprime il parere sulla composizione delle liste per il parlamento italiano e quello europeo e sulla proposta di indicazione per i capigruppo al parlamento italiano ed europeo.

Art. 40
La segreteria nazionale è organo con funzioni operative.
A ciascun componente sono assegnati con l'elezione incarichi specifici.
Ne fa parte di diritto la/il segretaria/o.
Alla segreteria nazionale compete, anche, di convocare la direzione nazionale e l’esecutivo , di definirne l'ordine del giorno e di istruirne i lavori.

Art. 41
La/il segretaria/o nazionale presiede i lavori della direzione nazionale e coordina quelli della segreteria. Rappresenta il partito.

Art. 42
L'elezione della/del segretaria/o e quella della/del tesoriera/e, a tutti i livelli, è fatta a scrutinio segreto.
Il comitato politico federale e il comitato politico regionale, qualora lo ritengano necessario, procedono alla elezione del presidente.
La seduta di votazione è valida se vi partecipa la maggioranza delle/degli aventi diritto.
Risulta eletta/o alle rispettive cariche la/il candidata/o che riporti la maggioranza dei voti.
Nel caso in cui, in prima convocazione, non si raggiunga il numero richiesto per la validità della seduta, si procede ad una seconda convocazione non prima di sette giorni e non oltre quindici giorni.
La seduta in seconda convocazione è valida se sono presenti almeno un terzo delle/degli aventi diritto.
Viene eletta/o chi ottiene la maggioranza dei voti.

Art. 43
Il Partito riconosce la democrazia di genere come elemento costitutivo del percorso della rifondazione.
Al fine di promuovere la presenza paritaria, occorre assicurare che la presenza di un sesso rispetto all'altro non sia inferiore al 40%, e tendenzialmente raggiunga il 50%. Ciò deve valere, laddove possibile, anche per gli organismi dirigenti e di garanzia dei circoli.
In caso di più liste, collegate a documenti congressuali o sottoscritti da almeno il 20% degli aventi diritto al voto, il numero degli eletti verrà calcolato proporzionalmente ai consensi ottenuti dalle liste medesime.
Il voto per l'elezione degli organismi dirigenti e di garanzia è segreto.

Art. 43 bis
Occorre assicurare che in tutti gli organismi esecutivi siano presenti entrambi i sessi.

Art. 44
La segreteria di federazione o regionale viene eletta a scrutinio segreto, su lista bloccata, a maggioranza dei voti del comitato politico di federazione o del comitato politico regionale.
La proposta viene avanzata dal segretario di federazione o regionale.
È possibile proporre alla votazione una lista alternativa, ove sia avanzata richiesta in tal senso da parte del 20% almeno dei membri del comitato politico federale o del comitato politico regionale.
Risulta eletta la lista che ottiene più voti.

Art. 45
Per tutti gli altri incarichi di partito e per la designazione a cariche pubbliche si procede con deliberazioni degli organismi competenti, assunte a maggioranza di voti e con voto palese.
Va evitata la concentrazione di più incarichi di partito e istituzionali su singoli/e compagni/e.
Le segreterie ad ogni grado devono essere, di norma, costituite in maggioranza da compagni/e non impegnati/e a livello istituzionale di pari livello.
Sono incompatibili gli incarichi istituzionali di carattere esecutivo con i compiti esecutivi a livello di partito, salvo motivata deroga adottata a maggioranza dei/delle componenti dell'organo eligente.

Art. 46
Le sedute degli organismi dirigenti e degli organismi di garanzia, ad ogni livello, sono valide in prima convocazione, se è presente la maggioranza delle/dei componenti. In seconda convocazione le sedute sono valide qualunque sia il numero delle/dei presenti, esse devono essere convocate non prima di sette giorni e non dopo quindici giorni.
Le deliberazioni sono prese a maggioranza di voti.

Art. 47
La/Il direttora/e di Liberazione, degli altri organi di informazione e le/i responsabili dei settori di lavoro sono eletti dalla direzione nazionale su proposta di candidature formulate dalla/dal segretaria/o nazionale.

Art. 48
L'assunzione delle/dei funzionarie/i di partito è a tempo determinato ed è decisa dalle segreterie e deve essere comunicata agli organismi di direzione.
Nei comitati politici delle federazioni la presenza delle/dei funzionarie/i non può essere superiore a un decimo delle/dei componenti.
Negli organi di direzione politica nazionale la presenza delle/dei funzionarie/i di partito non può essere superiore al trenta per cento.

Art. 49
La cooptazione di nuove/i componenti negli organismi dirigenti è consentita solo eccezionalmente ed è deliberata a maggioranza assoluta delle/dei componenti l'organismo deliberante.
Le cooptazioni non possono, comunque, risultare superiori al dieci per cento della composizione originaria dell'organismo per il quale sono proposte.

XI - GLI ORGANISMI DI GARANZIA

Art. 50
Il collegio di garanzia è eletto nei circoli, nelle federazioni, a livello regionale e nazionale.
Esso è composto da un numero di membri non inferiore a tre e non superiore a cinque a livello di circolo, non inferiore a cinque e non superiore a undici a livello federale e regionale e non inferiore a ventuno e non superiore a venticinque a livello nazionale.
È eletto con le procedure di cui al precedente art. 43.
Ogni collegio elegge, nel proprio seno, una/un presidente che fa parte di diritto del rispettivo organismo dirigente.
Il collegio nazionale di garanzia elegge, al proprio interno, una presidenza composta dal presidente, da due vicepresidenti e quattro membri.
Il collegio nazionale di garanzia si dà un proprio regolamento interno.
È compito del collegio di garanzia, nell'ambito di competenza:
- esaminare le questioni attinenti i diritti e i doveri delle/dei singoli iscritti;
- garantire il rispetto delle regole di funzionamento della democrazia interna e l'attuazione dello Statuto;
- adottare misure disciplinari nei casi di violazione dello Statuto;
- formulare proposte per il superamento di conflitti tra gli organismi dirigenti e adottare misure per risolverle;
- esprimere parere sull'interpretazione delle norme statutarie;
- esprimere parere sulla proposta di scioglimento degli organismi dirigenti di cui all'art. 53;
- verificare i bilanci ed i conti consuntivi. A questo fine il collegio nazionale di garanzia elegge tra i suoi membri un collegio dei revisori dei conti composto da tre persone di cui una/un presidente.
I collegi federali e regionali di garanzia ed il collegio nazionale esercitano, altresì, la vigilanza sulla attività finanziaria e patrimoniale delle corrispondenti istanze di partito.
La funzione di tesoriere, ad ogni livello, è incompatibile con la carica di revisore dei conti.
Le/i componenti dei collegi di garanzia partecipano alla riunioni del comitato politico corrispondente senza diritto di voto.
Il collegio federale di garanzia è istanza di appello rispetto ai collegi di circolo. Quello nazionale è istanza di appello rispetto ai collegi federali e regionali.
Le istanze superiori possono intervenire anche in funzione sostitutiva in caso di carenza o di inerzia dei livelli inferiori.
Il collegio federale di garanzia è competente, in prima istanza, per le questioni disciplinari relative alle/ai componenti degli organismi di federazione e per le/gli elette/i nei consigli comunali e provinciale. Il collegio regionale di garanzia, in prima istanza, per quelle relative alle/ai componenti delle/degli organismi regionali e le/i consigliere/i e deputate/i regionali. Il collegio nazionale di garanzia per quelle relative alle/ai componenti degli organismi nazionali e alle/ai compagne/i investite/i di mandato parlamentare nazionale o europeo.
Il collegio nazionale di garanzia ha il compito di assicurare l'interpretazione corretta e uniforme dello statuto e dei regolamenti nazionali, nonché di giudicare sulla conformità allo statuto di questi ultimi.

Art. 50 bis
Le sanzioni del collegio nazionale di garanzia sono definitive e vincolanti per gli iscritti al partito.
Il rifiuto o la non osservanza di tali sanzioni determina la perdita dell'iscrizione al partito.
Per l'esecuzione dei provvedimenti emanati il collegio nazionale di garanzia può incaricare gli organismi dirigenti locali che sono tenuti a provvedere, ovvero, può nominare, di volta in volta, un "commissario ad acta".

Art. 51
In caso di cessazione dall'incarico, per qualsiasi causa, delle/dei membri dei collegi di garanzia, provvede alla sostituzione rispettivamente l'assemblea di circolo, il comitato politico federale, il comitato politico regionale ed il comitato politico nazionale in seduta congiunta con il rispettivo collegio di garanzia.

Art. 52
Il ricorso a misure disciplinari va considerato come rimedio a situazioni non altrimenti risolvibili e, in ogni caso, è escluso per il dissenso politico, comunque espresso, nello svolgimento della vita democratica del partito, così come previsto dallo Statuto.
Le sanzioni disciplinari per le/gli iscritte/i al partito sono:
- il richiamo formale;
- la sospensione da incarichi direttivi;
- la sospensione dal partito;
- l'allontanamento dal partito.
La sospensione da incarichi direttivi è adottata in caso di gravi violazioni dello Statuto.
La sospensione dal partito è adottata nel caso di violazioni gravi e ripetute dello Statuto, ovvero, di comportamenti lesivi della immagine pubblica del partito.
Le misure disciplinari della sospensione dagli incarichi direttivi e della sospensione dal partito sono comminate per un periodo minimo di un mese e per periodo massimo di un anno.
Nei casi di particolare gravità, le misure sospensive di cui al comma precedente e l'allontanamento dal partito possono essere eseguite, in via provvisoria, anche in pendenza di ricorso, alla condizione che la relativa decisione sia assunta dal collegio di garanzia con la maggioranza dei componenti ed immediatamente comunicata al collegio nazionale di garanzia.
Il collegio nazionale di garanzia può annullare il provvedimento di provvisoria esecuzione.
L'allontanamento dal partito è adottato nel caso di grave pregiudizio all'organizzazione del partito.
Le sanzioni sono deliberate con il voto favorevole della maggioranza delle/dei componenti dell'organismo e comunicate per iscritto all'interessata/o ed all'organismo dirigente di livello corrispondente.
Il provvedimento che irroga una sanzione deve essere motivato e adottato con il voto favorevole della maggioranza dei componenti.
Esso è comunicato per iscritto all'interessato e all'organismo dirigente di livello corrispondente.
E' sottoscritto dal presidente del collegio.
Contro il provvedimento chiunque vi abbia interesse può proporre ricorso all'organismo di appello, entro trenta giorni dalla sua comunicazione.
Il ricorso presentato oltre il termine è inammissibile.
Gli iscritti che siano stati allontanati dal partito non possono essere re-iscritti prima di due anni dal provvedimento di allontanamento e, in ogni caso, sulla re-iscrizione deve esprimersi il circolo nel quale era precedentemente iscritto.

Art. 53
Nel caso si determinino situazioni gravi di mancato rispetto delle regole di democrazia, di inadempienza statutaria, di dissesto finanziario o di grave pregiudizio all'immagine esterna del partito, gli organi di direzione nazionale e federale, con il parere favorevole dei corrispondenti collegi di garanzia, possono sciogliere gli organismi delle istanze immediatamente inferiori e convocarne il congresso straordinario.
La gestione delle istanze di cui sopra è affidata, temporaneamente, ad una/un compagna/o con i compiti di commissaria/o straordinaria/o.

Art. 54
L'iscritta/o sottoposta/o a procedimento disciplinare deve essere posta/o a conoscenza dei fatti che gli vengono addebitati ed ascoltata/o dall'organo che esamina il suo caso.
Egli ha diritto di essere sentita/o, di produrre memorie, documenti e quant'altro ritenga opportuno per la sua difesa.
I collegi di garanzia ad ogni livello si pronunciano nel termine di due mesi.
Questo termine è elevato a tre mesi per il collegio nazionale di garanzia.

Art. 55
La sospensione cautelativa dall'attività di partito può essere decisa, come misura temporanea, nel caso di pendenza di indagini giudiziarie. Non costituisce sanzione disciplinare e non può essere stabilita per più di sei mesi, prorogabile di eguale periodo in caso di necessità.
La deliberazione è assunta dagli organismi di garanzia che ne fissano le modalità.
L’autosospensione volontaria dal partito o dai suoi organismi è consentita esclusivamente nel caso in cui la/ il compagna/o sia coinvolta/o in indagini giudiziarie; in tutti gli altri casi l’autosospensione equivale alle dimissioni dagli incarichi di partito.

XII - LE CARICHE PUBBLICHE ED ELETTIVE

Art. 56
Tutte le candidature a cariche pubbliche ed elettive di iscritte/i al partito sono sottoposte al parere del circolo di appartenenza della/del candidata/o.
La/il candidata/o non può svolgere la campagna elettorale in modo contrario all'impostazione stabilita dal partito.
Le/gli elette/i debbono:
- conformarsi rigorosamente agli orientamenti del partito ed al regolamento del Gruppo nell'esercizio del loro mandato;
- versare al partito una quota dell'indennità di carica ed ogni emolumento percepito in forza del loro mandato sulla base del regolamento approvato dalla direzione nazionale.

Art. 57
Le cariche nelle assemblee elettive regionali, nazionali ed europee non sono cumulabili, ad eccezione della/del segretaria/o nazionale del partito.
Nel rispetto del vincolo di maggioranza sulle alleanze e le scelte politiche approvate dagli organismi dirigenti, nelle cariche elettive vanno valorizzate le pluralità delle esperienze e delle soggettività interne al Partito e di quelle esterne che collaborano con esso.
Non può essere ricandidato, fatto salvo/a il/la segretario/a nazionale, chi ha ricoperto i seguenti incarichi istituzionali per un numero di anni equivalenti a due mandati interi: parlamentare europeo, deputata/o, senatrice/ore, consigliere/a, deputata/o, assessore regionale.
Con voto della maggioranza dei suoi componenti, l’organismo deputato ad approvare le liste può stabilire eccezioni al precedente vincolo.

Art. 58
Le candidature nei consigli comunali e circoscrizionali vengono discusse nei circoli interessati all'elezione.
Le candidature per le elezioni provinciali avvengono nei comitati politici federali.
In ogni caso, la ratifica di tutte le liste spetta al comitato politico federale competente territorialmente.
Spetta altresì ai comitati politici federali avanzare le candidature per i consigli comunali del Comune capoluogo di Provincia, per i consigli regionali limitatamente ai collegi elettorali di propria pertinenza, sulla base dei criteri, delle indicazioni e degli orientamenti formulati dal comitato politico regionale.
Il comitato politico regionale valutata la proposta nel suo complesso, provvede all'approvazione definitiva delle candidature al consiglio regionale.

Art. 59
Per le candidature al Parlamento nazionale, i comitati politici federali, sulla base delle indicazioni del comitato politico nazionale e del comitato politico regionale, formulano le proposte per i collegi uninominali della circoscrizione di appartenenza nonché quelle per la formazione delle liste della quota proporzionale.
La lista definitiva delle/dei candidate/i è approvata dalla direzione nazionale; le candidature difformi dalle proposte dei comitati politici federali devono essere opportunamente motivate.
Per le candidature al Parlamento europeo, la direzione nazionale approva le liste su proposta dei comitati politici regionali interessati alle singole circoscrizioni.

XIII - L'AMMINISTRAZIONE DEL PARTITO

Art. 60
I mezzi finanziari del partito sono costituiti:
- dalle quote del tesseramento;
- dal finanziamento pubblico;
- da sottoscrizioni volontarie;
- dagli introiti delle feste e dalle altre iniziative politiche.
Ogni organizzazione di partito può promuovere sottoscrizioni informandone gli organismi dirigenti di livello immediatamente superiore.
Il comitato politico nazionale, i comitati politici regionali ed i comitati politici federali stabiliscono, per ogni entrata derivante dalle iniziative del partito, le quote da ripartire fra le diverse istanze.
L'importo minimo della tessera è stabilito dalla direzione nazionale che fissa l'ammontare delle quote e le percentuali spettanti alle diverse istanze di partito.
I circoli, le federazioni e i comitati politici regionali hanno proprie distinte amministrazioni finanziarie e patrimoniali.
Per ogni spesa deve essere indicata la relativa copertura.
La spesa va prioritariamente e prevalentemente impegnata a sostegno, sia sul terreno dell'iniziativa che del profilo dell'apparato, del lavoro esterno di partito, di massa o di movimento.
Di conseguenza, il partito tende a ridurre al minimo indispensabile i ruoli d'apparato addetti a ruoli interni.
Viene inoltre data priorità al finanziamento delle organizzazioni decentrate del partito.

Art. 61
La/il tesoriera/e ha la responsabilità delle attività amministrative, finanziarie e patrimoniali dell'istanza presso la quale è nominato.
Ad essa/o è attribuita la rappresentanza legale, giudiziale verso terzi, sia attiva che passiva, in materia amministrativa, finanziaria e patrimoniale.
La/il tesoriera/e ha la responsabilità del rendiconto annuale delle entrate e delle spese della propria organizzazione.
Provvede altresì alla tenuta ed all'aggiornamento delle scritture e dei documenti contabili ed all'inventario dei beni mobili, immobili e delle partecipazioni.
La/il tesoriere nazionale è abilitato a riscuotere le somme spettanti al partito in relazione agli adempimenti della legge sul finanziamento pubblico.
Nel caso di elezione di un nuovo/a tesoriere/a, il/la tesoriere/a uscente è obbligato/a a redigere un rendiconto della sua gestione e consegnarlo al nuovo/a tesoriere/a mediante apposito verbale.

Art. 62
I contributi delle/dei consigliere/i regionali, delle/dei deputate/i, delle/dei senatrici/ori e delle/dei parlamentari europee/i, vengono versati all'amministrazione del partito sulla base di un regolamento approvato dalla direzione nazionale.
I contributi dei consiglieri provinciali, comunali, circoscrizionali o dei rappresentanti designati dal partito a tutti i livelli, vengono versati alle organizzazioni di competenza che ne fissano l'entità in sintonia con i criteri fissati dal regolamento della direzione nazionale.
Il mancato rispetto di questa norma determina l'intervento del collegio di garanzia e l'automatica esclusione da successive candidature.
I regolamenti, nazionale e locali, si atterranno al principio di fissare il trattamento economico dei rappresentanti istituzionali, tenuto conto delle spese e degli oneri collegati al mandato, nonché dei diritti acquisiti in materia retributiva, in misura pari a quella dei funzionari di partito di livello corrispondente.

Art. 63
Ciascuna organizzazione di partito deve redigere e approvare annualmente un bilancio preventivo e un bilancio consuntivo.
Il bilancio preventivo è predisposto entro il 31 gennaio di ogni anno.
Il bilancio consuntivo si chiude alla data del 31 dicembre di ciascun anno, deve essere redatto secondo il modello di bilancio approvato dalla direzione nazionale e deve essere sottoposto all'approvazione entro il 31 marzo di ogni anno insieme al bilancio preventivo. Al bilancio consuntivo è allegato l'inventario dei beni mobili ed immobili.
I bilanci sono predisposti dalla/dal tesoriera/e, esaminati dal competente collegio di garanzia e sottoposti all'approvazione dei rispettivi organismi dirigenti.
Copia dei bilanci approvati deve essere trasmessa alle/ai tesoriere/i dell'istanza superiore.
L'approvazione e la trasmissione dei bilanci alla tesoreria nazionale è condizione necessaria all'erogazione dei contributi, a qualsiasi titolo, da parte dell'amministrazione centrale del partito.
I bilanci nazionali sono esaminati ed approvati dalla direzione riunita con le/i segretarie/i regionali e con le/i tesoriere/i regionali.
I bilanci devono essere resi pubblici e portati a conoscenza delle/degli iscritte/i.
Il bilancio consuntivo nazionale è pubblicato integralmente sugli organi di stampa del partito ed almeno su un quotidiano a diffusione nazionale.
In ottemperanza all'art. 5 del Decreto legislativo n. 460/97, si fa divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili, avanzi di gestione, fondi, riserve o capitale durante la vita del partito, salvo che non sia imposto per legge.
Il partito si obbliga a devolvere il suo patrimonio, in caso di scioglimento, ad altra associazione od organizzazione politica avente le medesime finalità politiche e ideali. In tal caso si dovrà sentire l'organismo di controllo di cui all'art. 3, comma 190, della legge 662/96.

XIV - LA STAMPA ED I MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA

Art. 64
La stampa del partito ed i mezzi di comunicazione di massa di cui il partito dispone si ispirano agli orientamenti politici fissati dal comitato politico nazionale.
Corrispondono alle esigenze del libero dibattito garantendo a tutte le opinioni gli spazi adeguati ed una informazione pluralista.

XV - I SIMBOLI DEL PARTITO

Art. 65
La bandiera del partito è rossa e reca, in colore oro, la stella, la falce ed il martello. Un nastro con i colori nazionali è legato all'asta della bandiera.
II simbolo del Partito è così descritto:
due cerchi eccentrici e tangenti internamente sulla destra. Il più grande a fondo rosso, in secondo piano, riporta nella porzione di cerchio visibile a sinistra, la scritta in bianco SINISTRA EUROPEA. Il secondo cerchio, in primo piano, è più piccolo e interno al primo, con fondo bianco e riporta: falce, martello e stella gialli sopra una bandiera rossa distesa ed inclinata a sinistra sormontato dalla scritta in nero PARTITO COMUNISTA, nella parte inferiore compare la scritta in nero RIFONDAZIONE. Le due scritte sono separate da due settori circolari verde a sinistra e rosso a destra che, con il fondo bianco, compongono i colori della bandiera nazionale.
Gli inni del partito sono: L'Internazionale, Bandiera Rossa, l'Inno dei lavoratori.
Nei territori in cui vivono minoranze etniche, linguistiche e nazionali, il simbolo e le scritte del partito devono essere plurilingue, così come gli atti ufficiali ove possibile.

Bet
10-10-2006, 13:00
non è omesso, ho citato la parte che interessa all'utente

altrimenti dobbiamo dire che abbiamo omesso anche la fine e dobbiamo fare copia/incolla di tutto il resto.

comunque non cambia niente, grazie per la precisazione

per essere omesso è omesso, non c'è dubbio... cmq io non ho sindacato sul motivo :)

anch'io ho messo qualcosa spiegando che puo' essere molto utile per comprendere il resto ;)

nickyride
10-10-2006, 13:01
Non che fosse molto proletaria, la dittatura di Stalin ;)

A me non piace nessuna dittatura eh, perchè la dittatura è sempre il controllo mediante coazione di una minoranza su una maggioranza.

Leron
10-10-2006, 13:05
per essere omesso è omesso, non c'è dubbio... cmq io non ho sindacato sul motivo :)

anch'io ho messo qualcosa spiegando che puo' essere molto utile per comprendere il resto ;)
non è stato omesso per "nascondere" qualcosa, dato che non c'è niente da nascondere (mentre dal tuo post sembrava che avessi VOLUTO omettere qualcosa)

è stata da me postata una ESTRAPOLAZIONE in risposta a una domanda, che nel contesto in cui era posta faceva chiarezza su quanto detto precedentemente.

ora c'è tutto lo statuto quindi direi che non c'è altro da omettere


non c'è niente da nascondere.

Leron
10-10-2006, 13:05
A me non piace nessuna dittatura eh, perchè la dittatura è sempre il controllo mediante coazione di una minoranza su una maggioranza.
sacrosanto

prio
10-10-2006, 13:11
A me non piace nessuna dittatura eh, perchè la dittatura è sempre il controllo mediante coazione di una minoranza su una maggioranza.

Su questo siamo perfettamente d'accordo ;)

Bet
10-10-2006, 13:15
non è stato omesso per "nascondere" qualcosa, dato che non c'è niente da nascondere (mentre dal tuo post sembrava che avessi VOLUTO omettere qualcosa)

è stata da me postata una ESTRAPOLAZIONE in risposta a una domanda, che nel contesto in cui era posta faceva chiarezza su quanto detto precedentemente.

ora c'è tutto lo statuto quindi direi che non c'è altro da omettere


non c'è niente da nascondere.

ho già scritto che non ho sindacato, non proseguiamo su questo ;)

ribadisco che mi è sembrato utile riportare l'inzio perchè è difficile incontrare statuti che vogliano cose diverse da:
libertà dei popoli, di giustizia sociale, di pace e di solidarietà internazionali, emancipazione e di libertà delle donne e discriminazione d'altri tipo etc. etc.
la dicitura poi di società di "liberi ed eguali" fa parte della storia della filosofia politica e la trovi anche nelle teorie liberali... la differenza sta dunque negli strumenti usati per perseguire questi fini.... in questo caso l'inizio è un ottimo e soprattutto necessario quadro di riferimento... non capisco cosa ci sia da precisare ancora

Leron
10-10-2006, 13:18
ho già scritto che non ho sindacato, non proseguiamo su questo ;)

ribadisco che mi è sembrato utile riportare l'inzio perchè è difficile incontrare statuti che vogliano cose diverse da:
libertà dei popoli, di giustizia sociale, di pace e di solidarietà internazionali, emancipazione e di libertà delle donne e discriminazione d'altri tipo etc. etc.
la dicitura poi di società di "liberi ed eguali" fa parte della storia della filosofia politica e la trovi anche nelle teorie liberali... la differenza sta dunque negli strumenti usati per perseguire questi fini.... in questo caso l'inizio è un ottimo e soprattutto necessario quadro di riferimento... non capisco cosa ci sia da precisare ancora
più che altro la parte importante era il rifiuto verso i regimi totalitari ;)

dato che spesso molti credono che i comunisti italiani non aspettino altro che instaurare una dittatura stalinista

Bet
10-10-2006, 13:22
più che altro la parte importante era il rifiuto verso i regimi totalitari ;)

dato che spesso molti credono che i comunisti italiani non aspettino altro che instaurare una dittatura stalinista

personalmente credo che questa paura sia di pochissimi e sia più che altro una sorte di caricatura che a volte viene usata; volendo disquisire sul merito credo dia più fastidio certi riferimenti a dottrine storiche (di cui si sentono chiaramente ancora gli influssi) che difficilmente si adattano a chi crede più in teorie liberali o d'altro genere

fabio80
10-10-2006, 13:24
fabio80, se non sai leggere fai prima a star zitto senza muovere illazioni inutili ;)


non c'è niente di adattato, è una citazione COPIAINCOLLATA direttamente dallo statuto, che contiene la RISPOSTA alla domanda fatta a inizio thread, e la PROVA delle DIFFERENZE che esistono nelle varie interpretazioni di comunismo, per invitare appunto a non fare i qualunquisti.





:mc: :mc: :mc: :mc:

guardacaso hai levato quelle 5 righe di incipit che sarebbero state le più scomode nella discussione. dubito che avrebbero distolto l'attenzione dalla lettura della parte susseguente che hai postato e che ti sta tanto a cuore. più magnesio, più magnesio...

quanto al resto me lo sono andato a vedere da me appunto per sincerarmi che il taglia e cuci non fosse a danno di paragrafi e paragrafi di preambolo. purtroppo erano davvero 5 righe 5.

qua se qualcuno deve tacere sei te

Leron
10-10-2006, 13:42
:mc: :mc: :mc: :mc:

guardacaso hai levato quelle 5 righe di incipit che sarebbero state le più scomode nella discussione. dubito che avrebbero distolto l'attenzione dalla lettura della parte susseguente che hai postato e che ti sta tanto a cuore. più magnesio, più magnesio...

quanto al resto me lo sono andato a vedere da me appunto per sincerarmi che il taglia e cuci non fosse a danno di paragrafi e paragrafi di preambolo. purtroppo erano davvero 5 righe 5.

qua se qualcuno deve tacere sei te
se leggi un post si e quattro no non so cosa farci


ho postato una frase in RISPOSTA a un utente, estrapolando QUELLA frase per sottolineare UN fatto. quella frase è stata postata per portare testimonianza del fatto che PRC ripudia le dittature staliniste, NON per dare un'idea di cosa voglia il partito, per quello basta andare sul sito che è aperto a TUTTI e leggersi TUTTO lo statuto e ANCHE le interviste al sottosegretario e ai principali attivisti del gruppo.



rileggiti tutta la discussione e vedi di provocare di meno, soprattutto NON AZZARDARTI ad accusare la gente che non conosci, soprattutto quando le tue sono SOLO provocazioni per screditare la gente: le paranoie tienile per te.

sono stato chiaro?

nomeutente
10-10-2006, 13:52
A me non piace nessuna dittatura eh, perchè la dittatura è sempre il controllo mediante coazione di una minoranza su una maggioranza.

La dittatura a cui si riferisce Marx non è in questi termini, non a caso la "dittatura del proletariato" si sarebbe dovuta sostanziare tramite l'abolizione dei corpi separati e l'armamento generalizzato della popolazione, al fine di evitare proprio che una minoranza assumesse il potere a scapito della maggioranza. Infatti in quel periodo il proletariato era la maggioranza e la borghesia utilizzava la polizia per sedare le manifestazioni.

La dittatura di un partito o di una persona non hanno molto a che vedere con la visione marxista della rivoluzione.

nomeutente
10-10-2006, 13:53
qua se qualcuno deve tacere sei te


sono stato chiaro?

State buoni entrambi

fabio80
10-10-2006, 14:00
se leggi un post si e quattro no non so cosa farci


ho postato una frase in RISPOSTA a un utente, estrapolando QUELLA frase per sottolineare UN fatto. quella frase è stata postata per portare testimonianza del fatto che PRC ripudia le dittature staliniste, NON per dare un'idea di cosa voglia il partito, per quello basta andare sul sito che è aperto a TUTTI e leggersi TUTTO lo statuto e ANCHE le interviste al sottosegretario e ai principali attivisti del gruppo.

bullshit, la domanda inziale era molto più ampia, a partire dal fatto che si chiedeva se fosse "possibile veramente istituire una società nuova basata sul comunismo e magari senza (o con?) opprimere le libertà", cosa che hai ampiamente svicolato e per giunta è stata toccata più volte anche in seguito



rileggiti tutta la discussione e vedi di provocare di meno, soprattutto NON AZZARDARTI ad accusare la gente che non conosci, soprattutto quando le tue sono SOLO provocazioni per screditare la gente: le paranoie tienile per te.

sono stato chiaro?

evito di ripondere a tono giusto perchè ho appena visto prio nei paraggi :rolleyes:

peccato che i mods non si possano sbattere in lista nera

Bet
10-10-2006, 14:01
La dittatura a cui si riferisce Marx non è in questi termini, non a caso la "dittatura del proletariato" si sarebbe dovuta sostanziare tramite l'abolizione dei corpi separati e l'armamento generalizzato della popolazione, al fine di evitare proprio che una minoranza assumesse il potere a scapito della maggioranza. Infatti in quel periodo il proletariato era la maggioranza e la borghesia utilizzava la polizia per sedare le manifestazioni.

La dittatura di un partito o di una persona non hanno molto a che vedere con la visione marxista della rivoluzione.

che comunque significava il ricorso alla violenza... questo indipendentemente che uno possa essere d'accordo o meno o possa piacere o meno

nomeutente
10-10-2006, 14:08
che comunque significava il ricorso alla violenza... questo indipendentemente che uno possa essere d'accordo o meno o possa piacere o meno

In verità, non è necessario.
Es. se i carabinieri tirano fuori la paletta, tu ti fermi o aspetti che ti sparino? Io mi fermo, quindi anche se loro potrebbero usare violenza non la usano.

Allo stesso modo, la frase "il comunismo non può essere raggiunto che con la violenza" è una risposta nei confronti di quelli che pensavano che la borghesia avrebbe rinunciato ai suoi privilegi senza fare uso di tutta la forza (quella dello stato) che aveva a disposizione.
Anche Engels sostanzia ulteriormente questo passaggio (adesso però mi sfugge il testo in cui lo scrive e non saprei quindi fornire il link) quando esprime insoddisfazione nei confronti del "feticismo delle barricate" cioè dell'esigenza a tutti i costi dello scontro di piazza.
Nella visione originale di Marx ed Engels il processo verso il comunismo è un processo di acquisizione di coscienza della maggioranza della società che conduce ad un conflitto in cui è la borghesia ad usare la violenza contro il proletariato e arriva persino a negare le leggi democratiche che essa stessa ha creato nella lotta contro l'aristocrazia. Quindi il proletariato deve prepararsi all'inevitabile scontro, ma non è il proletariato che lo crea, né è Marx ad auspicarlo.

nickyride
10-10-2006, 14:20
Comunque una cosa è alquanta strana, e cioè che NEI FATTI, quando un partito, un gruppo che si ispirava più o meno profondamente alle teorie di Marx e al suo concetto di società è riuscito ad essere dominante, ha sempre schiacciato le forze avverse con la forza. Sono convinto tuttavia che se ciò dovesse accadere in Italia sicuramente per la prima volta nascerà un nuovo tipo di società fondata su amore, pace, fratellanza, uguaglianza. Che bello, che bello non vedo l'ora :rolleyes:

Bet
10-10-2006, 14:41
In verità, non è necessario.
Es. se i carabinieri tirano fuori la paletta, tu ti fermi o aspetti che ti sparino? Io mi fermo, quindi anche se loro potrebbero usare violenza non la usano.

Allo stesso modo, la frase "il comunismo non può essere raggiunto che con la violenza" è una risposta nei confronti di quelli che pensavano che la borghesia avrebbe rinunciato ai suoi privilegi senza fare uso di tutta la forza (quella dello stato) che aveva a disposizione.
Anche Engels sostanzia ulteriormente questo passaggio (adesso però mi sfugge il testo in cui lo scrive e non saprei quindi fornire il link) quando esprime insoddisfazione nei confronti del "feticismo delle barricate" cioè dell'esigenza a tutti i costi dello scontro di piazza.
Nella visione originale di Marx ed Engels il processo verso il comunismo è un processo di acquisizione di coscienza della maggioranza della società che conduce ad un conflitto in cui è la borghesia ad usare la violenza contro il proletariato e arriva persino a negare le leggi democratiche che essa stessa ha creato nella lotta contro l'aristocrazia. Quindi il proletariato deve prepararsi all'inevitabile scontro, ma non è il proletariato che lo crea, né è Marx ad auspicarlo.


Chiariamo prima due cose:
a) se i carabinieri tirano fuori la paletta io mi fermo, ma non so cosa avrebbero fatto Marx ed Engels e non voglio certo rispondere per loro :D ... non so neppure cosa avrebbe fatto la classe proletaria che immaginavano... tanto più che era un classe più immaginata che reale :p

b) non so quanto mi addentrero' in questa discussione, non credo molto anche perchè per esperienza le discussioni con gli eredi di Marx & Co. sono sempre state infinite... ma forse è inevitabile visto che ci sono tante interpretazioni di Marx quasi quanto sono gli interpreti :D

Detto questo posso dire che:
Non era necessaria dal solo punto di vista logico, infatti il ragionamento che fai tu è logicamente sostenibile... ma siccome la logica di Marx & Co. ed eredi era una logica dialettica (e non di stampo tradizionale), o se vogliamo, messa in altra maniera, aveva la pretesa di essere una lettura oggettiva della storia (con conseguente previsione "scientifica" di cio' cha addavenni' - baffone :D) il ricorso alla violenza era ampiamente previsto [Quando il proletariato inevitabilmente si unifica nella lotta contro la borghesia, erigendosi a classe egemone in seguito a una rivoluzione, e abolendo con la violenza, in quanto classe egemone]... ma insomma non è certo l'unico passo a sostegno.
Sono d'accordo con te che nella visione di Marx non è un "auspicio morale" bensì l'inevitabile (necessario) conflitto a cui si va incontro a partire da certe premesse storiche e sociali: pero' c'è dietro il suo debito nei confronti del positivismo di Comte, nonchè soprattutto la dialettica hegeliana fatta di tesi-antitesi-sintesi, da lui ritradotta in termini storici (le contraddizioni generate dal mutamente nei rapporti di produzione etc. etc.).
Pero' qui ci sono tutti i bug della teoria e soprattutto dei suoi presupposti: su quanto sia scientifica, su quanto sia valida la sua lettura unilaterale storica (mi permetto di dire poco) etc. e infatti la storia del marxismo è anche storia di ritrattazione e revisione alla luce della sua teoria "scientifica" dimostratasi poco "scientifica"
E mi permetto di esprimere il mio parere (che cmq non è solo mio): chiaramente una visione la morale e giudizi morali non aveva spazio perchè tutto era ridotto a teoria "scientifica" (il suo grande mito), ma ipotizzare che non ci fossero valenze (e speranze) morali nella sua teoria è dura... e lo dico anche in relazione a discorsi sulla violenza... visto che poi in alcuni suoi scritti privati sono uscite affermazioni del genere... decisamente cariche di sprezzo e odio. E cmq (e qui so che non piacerà tanto sto discorso) nei fatti, tutte le volte che in un modo o nell'altro si è tentato concretamente di fare riferimento a quel sistema e di applicarlo si è generata un discreto livello di violenza e sopraffazione. Conosco le obiezioni... non c'erano i presupposti, lo affermava anche Lenin, infatti il comunismo avrebbe richiesto questo e quello... rimane un eredità storica pesante e i suoi migliori risultati li ha portati all'interno di altre società in cui vigevano altri sistemi come opposizione... soprattutto rifacendosi più alla eredità storica che dialettica.

nomeutente
10-10-2006, 15:00
b) non so quanto mi addentrero' in questa discussione, non credo molto anche perchè per esperienza le discussioni con gli eredi di Marx & Co. sono sempre state infinite... ma forse è inevitabile visto che ci sono tante interpretazioni di Marx quasi quanto sono gli interpreti :D

Questa volta credo che te la caverai con poco, perché sono d'accordo con molte delle cose che scrivi.


il ricorso alla violenza era ampiamente previsto [Quando il proletariato inevitabilmente si unifica nella lotta contro la borghesia, erigendosi a classe egemone in seguito a una rivoluzione, e abolendo con la violenza, in quanto classe egemone]... ma insomma non è certo l'unico passo a sostegno.
Sono d'accordo con te che nella visione di Marx non è un "auspicio morale" bensì l'inevitabile (necessario) conflitto a cui si va incontro a partire da certe premesse storiche e sociali:

Sono d'accordo. Anche perché non vedo come Marx potesse avere torto quando sosteneva che la violenza è una costante nella storia umana. Purtroppo aveva ragione.


Pero' qui ci sono tutti i bug della teoria e soprattutto dei suoi presupposti: su quanto sia scientifica, su quanto sia valida la sua lettura unilaterale storica (mi permetto di dire poco) etc. e infatti la storia del marxismo è anche storia di ritrattazione e revisione alla luce della sua teoria "scientifica" dimostratasi poco "scientifica"

Qualsiasi (pretesa) scienza è storia di revisioni e ritrattazioni, altrimenti non sarebbe scienza ma religione. La sociologia (ed al suo interno le varie correnti marxiste o marxisteggianti) non fanno eccezione.


ma ipotizzare che non ci fossero valenze (e speranze) morali nella sua teoria è dura... e lo dico anche in relazione a discorsi sulla violenza... visto che poi in alcuni suoi scritti privati sono uscite affermazioni del genere... decisamente cariche di sprezzo e odio.

Di certo il dover-essere gioca una parte rilevante, sta del resto parlando di una società che ancora non c'è, per cui sarebbe ingenuo pensare che non ci sia una valenza morale. Tuttavia ammesso e non concesso che Marx desiderasse la violenza, non è più responsabile di uno che desidera l'alternanza del giorno e della notte: a prescindere dai desideri, è un dato di fatto.


Conosco le obiezioni... non c'erano i presupposti, lo affermava anche Lenin, infatti il comunismo avrebbe richiesto questo e quello...

Ecco, visto che lo sai... :D


rimane un eredità storica pesante e i suoi migliori risultati li ha portati all'interno di altre società in cui vigevano altri sistemi come opposizione... soprattutto rifacendosi più alla eredità storica che dialettica.

Qui il discorso si farebbe lungo e complicato. I risultati che il movimento operaio ha avuto nell'ambito delle democrazie occidentali, sarebbero stati possibili senza (a) il boom economico e (b) l'organizzazione operaia che potenzialmente poteva sfociare nella trasformazione della società in senso sovietico? Mah... non lo sapremo mai, ma io sono convinto che se non ci fosse stata la rivoluzione d'ottobre, forse il comunismo sarebbe "vergine" e questo sarebbe un gran bene, ma allo stesso tempo penso che il mondo sarebbe peggio di quello che è. Pensieri in libertà, evidentemente. ;)

Bet
10-10-2006, 15:14
Questa volta credo che te la caverai con poco, perché sono d'accordo con molte delle cose che scrivi.
:yeah: per una volta mi è andata bene :D



Qualsiasi (pretesa) scienza è storia di revisioni e ritrattazioni, altrimenti non sarebbe scienza ma religione. La sociologia (ed al suo interno le varie correnti marxiste o marxisteggianti) non fanno eccezione.
Confermo che andresti bene a scriver discorsi per gli altri... saresti un ottimo affabulatore... lo dico con simpatia, s'intende ;)




Di certo il dover-essere gioca una parte rilevante, sta del resto parlando di una società che ancora non c'è, per cui sarebbe ingenuo pensare che non ci sia una valenza morale. Tuttavia ammesso e non concesso che Marx desiderasse la violenza, non è più responsabile di uno che desidera l'alternanza del giorno e della notte: a prescindere dai desideri, è un dato di fatto.
un dato di fatto! sei proprio un marxista/positivista! :D
magari fosse solo un dato di fatto e non avesse fatto storia con le sue interpretazioni :D



Ecco, visto che lo sai... :D

le so, ma non son d'accordo... :Prrr:



Pensieri in libertà, evidentemente. ;)
of course... la politica è per eccellenza il campo dell'opinione :)

nomeutente
10-10-2006, 15:29
Confermo che andresti bene a scriver discorsi per gli altri... saresti un ottimo affabulatore... lo dico con simpatia, s'intende ;)

Perché per gli altri? Li scrivo per me e cerco di konkvistare monto! :D


un dato di fatto! sei proprio un marxista/positivista! :D



magari fosse solo un dato di fatto e non avesse fatto storia con le sue interpretazioni :D

Beh, in questo senso è vero che le teorie hanno influenzato la storia, tuttavia:
- non è sicuramente il marxismo la causa della violenza in generale
- sarebbe stato giusto nascondere ciò che lui riteneva essere la verità al solo scopo di evitare che altri (in maniera più o meno coerente con i suoi pensieri) utilizzassero la violenza in maniera stupida o non giustificabile dalle circostanze? In soldoni: se Curcio ha sparato, è colpa di Marx che ha detto che la violenza è una costante della storia? Imho no, è Curcio che ha sbagliato.

Bet
10-10-2006, 15:56
Beh, in questo senso è vero che le teorie hanno influenzato la storia, tuttavia:
- non è sicuramente il marxismo la causa della violenza in generale
- sarebbe stato giusto nascondere ciò che lui riteneva essere la verità al solo scopo di evitare che altri (in maniera più o meno coerente con i suoi pensieri) utilizzassero la violenza in maniera stupida o non giustificabile dalle circostanze? In soldoni: se Curcio ha sparato, è colpa di Marx che ha detto che la violenza è una costante della storia? Imho no, è Curcio che ha sbagliato.

- ci mancherebbe... anche si diciamo che ci ha messo parecchio del suo :D
- su quest'altro punto lasciamo campo aperto ai posteri :D : Marx non mi piace e non sono d'accordo, pero' è sicuramente interessante è stato importante nell'approfondimento di certe dinamiche etc.... in effetti ritengo per molti aspetti più dannosi certi suoi sviluppi che il personaggio in sè. C'è pero' appunto una osservazione da fare: come ho già detto dietro Marx ci sono due grandi pensatori ed ispiratori, Comte ed Hegel. Mi limito ad osservare che più volte è stato rilevato come la componente positivista di Comte ha ispirato la sua concezione "scientifica" della teoria dove la violenza è pura necessità... come ho detto prima, è inevitabile dal punto di vista storico e sociale, anzi è causata da una classe opprimente. Hegel invece ha ispirato la dimensione "storica"... su questa linea, quando Marx parla del concetto di "classe" e del concetto di "coscienza di classe" si rifà più ad una dimensione storica e politica e quindi a un "dover essere". Su quest'ultima linea si sono poi sviluppate diverse interpretazioni che hanno datto luogo a fenomeni storici diversi caraterizzati pero' dalla necessità morale di ricorrere a qualche forma di violenza. I fenomeni sono i più disparati e anche diversissimi tra loro... per esempio la rivoluzione cinese, ma anche molte forme di contestazione civile violenta (in mezzo a quelle non-violente s'intende) post IIGM. Diciamo che una corretta valutazione dipende da chi ha interpretato al meglio le intenzioni di Marx (dato che dalla critica ai suoi testi non si riesce oggettivamente a stabilire una direzione... ma forse proprio perchè una direzione non c'è... ce più di un Marx). E' anche vero pero' che di fatto, s'è manifestata più violenza nella componente del materialismo ortodosso e miglioramenti sociali sulla scia dell'interpretazioni politica, sociale o storicistica. Tutto questo sempre ammesso e non concesso che Marx fosse "vergine" nelle sue motivazioni (motivazione che praticamente mai risultano esplicitate)

Ora correggimi pure :D

nomeutente
10-10-2006, 16:36
Ora correggimi pure :D

Ma no, non troppo :D
L'albero genealogico del marxismo con le relative "tare genetiche" (se così vogliamo chiamarle) è quello, non è che si possa scappare...

Non sono però d'accordo con il meccanicismo (stavolta tuo :D ) con cui leghi le posizioni di Marx all'uso della violenza nelle fasi successive.
In un certo senso la tua posizione (scusa se la volgarizzo) è: "se Marx fosse stato pacifico, i movimenti novecenteschi non sarebbero stati violenti", mentre la mia è "ci sarebbero stati ugualmente movimenti violenti, forse anche più violenti, semplicemente non si sarebbero richiamati al marxismo". Non si può sapere chi ha ragione, evidentemente, ma giacché la violenza è preesistente, mi pare che la risposta logica sia la mia :p

nickyride
10-10-2006, 20:28
Alla fine io credo che molte persone vorrebbero il comunismo, anche a me piacerebbe, ma un comunismo dove tutti stiano bene, nessuno soffra la fame e tutti siano felici. Per me però questo è impossibile perchè la natura dell'uomo (almeno fino ad esso) è quella di cercare di essere più degli altri, non solo più ricchi, ma anche più belli, più prestanti fisicamente, più intelligenti, più interessanti. Molte volte questo comportamento lo noto anche tra chi si professa comunista (ahimè mi sembra addirittura più spesso, soprattutto riguardo l'intelligenza). E allora come sarebbe possibile una società di eguali in un mondo dove ognuno pensa e vuole essere più dell'altro? Per questo il comunismo ha sempre fallito e dovunque sia comparso è stato sempre una dittatura, esso va contro l'indole dell'uomo e anche laddove è stato imposto con l'uso della forza (praticamente sempre) non è mai stato fedele al suo spirito visto che i leader certo non soffrivano la fame come il resto del popolo. Forse un giorno la natura, l'indole dell'uomo potrà cambiare e allora qualcosa cambierà, forse già adesso ci sono persone in grado di partecipare ad un tipo di società del genere, ma sono troppo poche. In definitiva io non lo vedo un progetto realizzabile almeno nel prossimo futuro.

Bet
11-10-2006, 08:17
Ma no, non troppo :D
L'albero genealogico del marxismo con le relative "tare genetiche" (se così vogliamo chiamarle) è quello, non è che si possa scappare...

Non sono però d'accordo con il meccanicismo (stavolta tuo :D ) con cui leghi le posizioni di Marx all'uso della violenza nelle fasi successive.
In un certo senso la tua posizione (scusa se la volgarizzo) è: "se Marx fosse stato pacifico, i movimenti novecenteschi non sarebbero stati violenti", mentre la mia è "ci sarebbero stati ugualmente movimenti violenti, forse anche più violenti, semplicemente non si sarebbero richiamati al marxismo". Non si può sapere chi ha ragione, evidentemente, ma giacché la violenza è preesistente, mi pare che la risposta logica sia la mia :p

Ovviamente non sono così ingenuo :) E' evidente che si sarebbe moltissime altre forme di violenza, ma improvvisandomi marxista :D sono convinto che pensiero e azioni sono tra loro strettamenti legati per non dire che in qualche modo si confondono, e credo, come ho già detto, che questa corrente di pensiero abbia dato un notevole contributo a questo.

nomeutente
11-10-2006, 08:58
Ovviamente non sono così ingenuo :) E' evidente che si sarebbe moltissime altre forme di violenza, ma improvvisandomi marxista :D sono convinto che pensiero e azioni sono tra loro strettamenti legati per non dire che in qualche modo si confondono, e credo, come ho già detto, che questa corrente di pensiero abbia dato un notevole contributo a questo.

Insomma proponi una sorta di lettura costruttivista della storia del marxismo. Beh, certo è un campo affascinante, anche perché pur essendo marxista, non disprezzo nemmeno la sociolinguistica (forse ne avevamo già parlato) e sono ben consapevole che anche l'immaginario ed il simbolico hanno un profondo impatto sulla costruzione delle relazioni sociali. Tuttavia, dialetticamente, questo immaginario è a sua volta non derivante dall'iperuranio, ma connesso con la realtà sociale stessa.
Potremmo anche dire che "nel momento in cui lo descrivi, lo stai cambiando"? Potremmo, forse. Ma se approfondiamo il discorso si rischia di fare metafilosofia in cui alla fine le responsabilità individuali sono ancora meno marcate, non trovi? L'unico modo per non avere un impatto incontrollabile sulla realtà sarebbe quello di non porsi domande che rischiano di avere risposte sconvenienti.

Bet
11-10-2006, 09:12
Senti nomeutente (accidenti al tuo [nomeutente]... con i tuoi poteri totalitari di mod :D non è che puoi cambiarti nick? :D ) posso farti una domanda quasi-personale? te la faccio, lasciandoti libero (per me è importante :D ) di rispondere o meno.
Partendo dal presupposto che le varie teorie (liberali, libertarie, di derivazione marxista, comunitariste etc. etc.) vogliono tutti qualche sorta di bene/giustizia/libertà e quindi variano (infinitamente) negli strumenti oltrechè in molti presupposti, perchè tu ritieni preferibile una via che si rifà al marxismo per perseguire certi valori?

nomeutente
11-10-2006, 09:12
Alla fine io credo che molte persone vorrebbero il comunismo, anche a me piacerebbe, ma un comunismo dove tutti stiano bene, nessuno soffra la fame e tutti siano felici.

Mi fa piacere che tu alla fine abbia voluto porti in una logica di confronto anziché di accusa a prescindere.
Tuttavia le tue obiezioni sono già state ampiamente discusse, anche qui sul forum.

In breve ti rispondo, ma spero non mi chiederai di approfondire, al massimo ti passo il link di una lunghissima discussione (se la trovo :D ) in cui sono stati trattati tutti questi temi e anche quelli che al momento non hai ancora posto.


Per me però questo è impossibile perchè la natura dell'uomo (almeno fino ad esso) è quella di cercare di essere più degli altri, non solo più ricchi, ma anche più belli, più prestanti fisicamente, più intelligenti, più interessanti.

1) la "natura dell'uomo" è un concetto metafisico, qualsiasi argomentazione che parta da qui, non andrà avanti a lungo
2) l'esigenza di emergere (io preferisco dire "di migliorarsi") può essere soddisfatta in molti modi. Il comunismo ovviamente impedisce di realizzarsi in quanto imprenditore, ma non impedisce a nessuno di edificare un ascensore per la luna, di scrivere la sinfonia più complessa dell'universo o di battere il record dei cento piani. Legare la realizzazione umana alla proprietà privata borghese significa limitare - e di molto - il senso vero di "autorealizzazione".


Molte volte questo comportamento lo noto anche tra chi si professa comunista (ahimè mi sembra addirittura più spesso, soprattutto riguardo l'intelligenza). E allora come sarebbe possibile una società di eguali in un mondo dove ognuno pensa e vuole essere più dell'altro?

No. La spinta al miglioramento è essenziale in qualunque società, perché mentre uno cerca di migliorarsi, anche gli altri lol fanno e ne risulta un miglioramento complessivo.
"Il comunismo è la società in cui il libero sviluppo di ciascuno è parte del libero sviluppo di tutti" (Engels)
Il comunismo non ha mai preteso l'appiattimento di tutti verso il basso, ha solo postulato che il controllo privato dei mezzi di produzione sociale è un vincolo all'ulteriore sviluppo delle forze produttive e quindi delle potenzialità che gli uomini possono manifestare.


i leader certo non soffrivano la fame come il resto del popolo.

Il comunismo può infatti essere edificato solo in un sistema dove vige l'abbondanza, cioè dopo che il capitalismo si è sviluppato del tutto.
Se non esiste un sistema industriale capitalista, non esiste nessun mezzo di produzione sociale da collettivizzare. In questo contesto è normale che ci siano privilegi economici.


In definitiva io non lo vedo un progetto realizzabile almeno nel prossimo futuro.

Nemmeno io, se proprio dobbiamo dirlo.

nomeutente
11-10-2006, 09:26
Senti nomeutente (accidenti al tuo [nomeutente]... con i tuoi poteri totalitari di mod :D non è che puoi cambiarti nick? :D )

Potrei, ma se lo facessi dimostrerei che i comunisti al potere tendono a darsi privilegi che ad altri negano. :O


posso farti una domanda quasi-personale? te la faccio, lasciandoti libero (per me è importante :D ) di rispondere o meno.
Partendo dal presupposto che le varie teorie (liberali, libertarie, di derivazione marxista, comunitariste etc. etc.) vogliono tutti qualche sorta di bene/giustizia/libertà e quindi variano (infinitamente) negli strumenti oltrechè in molti presupposti, perchè tu ritieni preferibile una via che si rifà al marxismo per perseguire certi valori?

A dire il vero il marxismo, per come si è sviluppato, presenta delle lacune e dei rischi che riconosco, ma dovremmo approfondire troppo.
La ragione per cui prediligo il marxismo è perché riconosco che è la proprietà privata dei mezzi di produzione sociale che inibisce il libero sviluppo umano.
Se domani venisse inventato il replicatore di star trek e non avesse più senso la proprietà privata delle industrie, io sarei ugualmente soddisfatto anche senza fare la rivoluzione :D
Diciamo che è la base di analisi della disfunzione del sistema di mercato che mi spinge verso questa via e non verso altre (perché è l'unica che tenta di dare una risposta coerente e complessiva). Ciò non toglie che se altre teorie riconoscono il difetto e forniscono altre risposte coerenti, non le escludo a priori, ma tento di capire se possono essere integrate nella mia visione e perfezionarla.

Bet
11-10-2006, 09:55
Potrei, ma se lo facessi dimostrerei che i comunisti al potere tendono a darsi privilegi che ad altri negano. :O


A dire il vero il marxismo, per come si è sviluppato, presenta delle lacune e dei rischi che riconosco, ma dovremmo approfondire troppo.
La ragione per cui prediligo il marxismo è perché riconosco che è la proprietà privata dei mezzi di produzione sociale che inibisce il libero sviluppo umano.
Se domani venisse inventato il replicatore di star trek e non avesse più senso la proprietà privata delle industrie, io sarei ugualmente soddisfatto anche senza fare la rivoluzione :D
Diciamo che è la base di analisi della disfunzione del sistema di mercato che mi spinge verso questa via e non verso altre (perché è l'unica che tenta di dare una risposta coerente e complessiva). Ciò non toglie che se altre teorie riconoscono il difetto e forniscono altre risposte coerenti, non le escludo a priori, ma tento di capire se possono essere integrate nella mia visione e perfezionarla.

In effetti da una risposta coerente e complessiva, ma questo è secondo me uno dei suoi grossi difetti... pero' non vado oltre, in effetti ti avevo chiesto solo la tua posizione.
Cmq speriamo in qualche opera d'ingegno che fornisca sto benedetto replicatore di star trek :D , potrebbe essere un ottimo compromesso :fagiano:

nomeutente
11-10-2006, 10:02
Cmq speriamo in qualche opera d'ingegno che fornisca sto benedetto replicatore di star trek :D , potrebbe essere un ottimo compromesso :fagiano:

Piuttosto che essere presidente del soviet, mi accontenterei di essere capitano di una nave stellare, anche piccola :D

Bene, se non vogliamo approfondire, fermiamoci qui.
E' sempre un piacere discutere con te ;)
In questo caso siamo anche riusciti ad impossessarci di un 3d che era ad alto rischio :D quindi abbiamo unito l'utile al dilettevole.

Bet
11-10-2006, 10:07
E' sempre un piacere discutere con te ;)

ovviamente vale anche per me nei tuoi confronti :)