Adric
05-10-2006, 21:48
Dopo la stagista arrivano gli stagisti: Sex-gate al Congresso Usa
A cinque settimane dalle elezioni legislative del 7 novembre una questione morale infiamma la classe politica americana. L’uomo portatore di scandalo è il rappresentante per la Florida, Mark Foley, 52 anni. Repubblicano. Accusato di avere inviato delle mail e degli sms a dei giovani stagisti Foley ha rassegnato le dimissioni il 29 settembre, rifugiandosi in una clinica per la disintossicazione da dipendenza alcolica.
Il suo avvocato, Davit Roth, ha tenuto una conferenza stampa il 3 ottobre, spiegando che l’ex deputato è omosessuale e che, adolescente, è stato vittima di abusi sessuali da parte di un prete cattolico. Al momento solo le mail sono sotto accusa. L’FBI ha aperto un’inchiesta per stabilire se l’ex deputato è passibile di sanzioni penali. Secondo il suo avvocato non ha mai avuto contatti illegali con minori.
Gli stagisti del Congresso, noti come “paggi”, provengono da ogni parte del paese per ricevere un’educazione alla vita pubblica. Svolgono dei compiti secondari, sono scolarizzati part-time e vivono in internato. In seno alla Camera dei Rappresentanti Mark Foley condivideva la presidenza del gruppo parlamentare per la tutela dell'infanzia dispersa e sfruttata. Il presidente George Bush si è dichiarato “disgustato” della sua condotta. “Sono rimasto addolorato e scosso nell’apprendere il comportamento inaccettabile del congressman Foley” ha ribadito il capo della Casa Bianca.
“Fiducia tradita”
Mentre il Partito Repubblicano sta lottando per mantenere la maggioranza il prossimo 7 novembre la faccenda del “sex-gate” ha assunto proporzioni nazionali. La stampa ha pubblicato nuovi messaggi attribuiti all’ex deputato. In uno di questi egli chiede ad un giovane stagista le dimensioni del suo pene. In un altro, mentre Foley sembra essere in seduta parlamentare, scrive: “Mi manchi”. “Anche tu”, risponde il ragazzo. “Non abbiamo finito di votare”, replica Mark Foley.
Ad alimentare lo scandalo è il fatto che la direzione repubblicana della Camera ha tentato di soffocare l’accaduto. Informata mesi fa dal rappresentante per la Louisiana, Rodney Alexander, del contenuto di alcuni messaggi inviati ad un ragazzo di 16 anni originario dello medesimo stato, il leader della maggioranza, Dennis Hastert, non ha riferito alcunché all’ufficio incaricato degli stagisti al Congresso, organo che al suo interno annovera un democratico. L’opposizione lo ha accusato di aver “cercato di proteggere il Rappresentante piuttosto che i ragazzi”.
Lunedì, il quotidiano conservatore The Washington Times, ha reclamato le sue dimissioni, ritenendo che avesse “tradito la fiducia dell’opinione pubblica e del suo partito”. Si tratta del quarto candidato repubblicano costretto a dimissionare quest’anno, tra i quali spicca Tom Lehay, leader della maggioranza al Senato. La maggior parte è andata via a seguito di scandali di corruzione.
I Repubblicani hanno 15 seggi “di vantaggio” alla Camera. Ciononostante, gli strateghi ritengono che l’accumulo di questioni del genere, per un partito votato ad impersonare i valori morali, possa essere causa di elevato tasso di astensione da parte dei conservatori e, conseguentemente, motivo di perdita di maggioranza del partito di Bush.
Articolo originale: Etats-Unis : la majorité républicaine affaiblie par un scandale de mœurs - Le Monde 4 Ottobre 2006
(canisciolti.info)
A cinque settimane dalle elezioni legislative del 7 novembre una questione morale infiamma la classe politica americana. L’uomo portatore di scandalo è il rappresentante per la Florida, Mark Foley, 52 anni. Repubblicano. Accusato di avere inviato delle mail e degli sms a dei giovani stagisti Foley ha rassegnato le dimissioni il 29 settembre, rifugiandosi in una clinica per la disintossicazione da dipendenza alcolica.
Il suo avvocato, Davit Roth, ha tenuto una conferenza stampa il 3 ottobre, spiegando che l’ex deputato è omosessuale e che, adolescente, è stato vittima di abusi sessuali da parte di un prete cattolico. Al momento solo le mail sono sotto accusa. L’FBI ha aperto un’inchiesta per stabilire se l’ex deputato è passibile di sanzioni penali. Secondo il suo avvocato non ha mai avuto contatti illegali con minori.
Gli stagisti del Congresso, noti come “paggi”, provengono da ogni parte del paese per ricevere un’educazione alla vita pubblica. Svolgono dei compiti secondari, sono scolarizzati part-time e vivono in internato. In seno alla Camera dei Rappresentanti Mark Foley condivideva la presidenza del gruppo parlamentare per la tutela dell'infanzia dispersa e sfruttata. Il presidente George Bush si è dichiarato “disgustato” della sua condotta. “Sono rimasto addolorato e scosso nell’apprendere il comportamento inaccettabile del congressman Foley” ha ribadito il capo della Casa Bianca.
“Fiducia tradita”
Mentre il Partito Repubblicano sta lottando per mantenere la maggioranza il prossimo 7 novembre la faccenda del “sex-gate” ha assunto proporzioni nazionali. La stampa ha pubblicato nuovi messaggi attribuiti all’ex deputato. In uno di questi egli chiede ad un giovane stagista le dimensioni del suo pene. In un altro, mentre Foley sembra essere in seduta parlamentare, scrive: “Mi manchi”. “Anche tu”, risponde il ragazzo. “Non abbiamo finito di votare”, replica Mark Foley.
Ad alimentare lo scandalo è il fatto che la direzione repubblicana della Camera ha tentato di soffocare l’accaduto. Informata mesi fa dal rappresentante per la Louisiana, Rodney Alexander, del contenuto di alcuni messaggi inviati ad un ragazzo di 16 anni originario dello medesimo stato, il leader della maggioranza, Dennis Hastert, non ha riferito alcunché all’ufficio incaricato degli stagisti al Congresso, organo che al suo interno annovera un democratico. L’opposizione lo ha accusato di aver “cercato di proteggere il Rappresentante piuttosto che i ragazzi”.
Lunedì, il quotidiano conservatore The Washington Times, ha reclamato le sue dimissioni, ritenendo che avesse “tradito la fiducia dell’opinione pubblica e del suo partito”. Si tratta del quarto candidato repubblicano costretto a dimissionare quest’anno, tra i quali spicca Tom Lehay, leader della maggioranza al Senato. La maggior parte è andata via a seguito di scandali di corruzione.
I Repubblicani hanno 15 seggi “di vantaggio” alla Camera. Ciononostante, gli strateghi ritengono che l’accumulo di questioni del genere, per un partito votato ad impersonare i valori morali, possa essere causa di elevato tasso di astensione da parte dei conservatori e, conseguentemente, motivo di perdita di maggioranza del partito di Bush.
Articolo originale: Etats-Unis : la majorité républicaine affaiblie par un scandale de mœurs - Le Monde 4 Ottobre 2006
(canisciolti.info)