Adric
30-09-2006, 14:06
Degrado nelle scuole: una su dieci non è sicura
Un quadro negativo quello che emerge dal quarto Rapporto di Cittadinanzattiva sulla sicurezza degli edifici. Le situazioni più gravi al Sud e nelle isole dove mancano certificazioni di agibilità.
Roma, 28 settembre 2006 - Una scuola su dieci non è sicura e il 30 % raggiunge a stento la sufficienza: il bilancio non è certo rassicurante. A denunciarlo è Cittadinanzattiva sulla base del Rapporto sulla sicurezza degli istituti scolastici.
Ben 271 edifici, concentrati in 88 città italiane, sono stati messi sotto la lente d'ingrandimento e il dato più preoccupante riguarda la mancanza di certificazioni (agibilità statica, igienico sanitaria, prevenzione incendi) oltre all'assenza di scale di sicurezza e presenza nelle aule di banchi e sedie rotti.
La difficoltà principale è legata al reperimento dei soldi per l'adeguamento: "Chiediamo - ha detto il segretario generale di Cittadinanzattiva Teresa Petrangolini - lo stanziamento di ulteriori fondi per invertire la tendenza negativa che ha visto un successivo decremento e poi un annullamento dei soldi già concessi".
Sempre secondo il Rapporto, le strutture più a rischio sono concentrate al Sud e nelle isole, ma le altre zone del Paese non possono sentirsi completamente al sicuro. Ecco qualche numero: il 72 % non ha il certificato di agibilità, il 75 non ha quello di prevenzione incendi. Diffusissimi poi i crolli d'intonaco, riscontrati nel 23 % delle mense, il 21 dei laboratori, il 15 delle palestre e il 5 delle aule.
Grave lo stato in cui versano anche cortili e palestre: i primi sono, nel 24 per cento dei casi, pieni di rifiuti mentre le seconde sono in gran parte danneggiate o carenti di attrezzature per disabili.
"Proporrò di inserire nella Finanziaria - ha dichiarato il ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni - una norma che sancisca un 'Patto' per la sicurezza delle scuole. Va avviato un piano triennale o quinquennale per la messa a norma degli edifici a cui contribuiscono, per una quota di 1/3 ciascuno, lo Stato, le Regioni e gli enti locali. Bisogna dire basta alla stagione delle proroghe".
(romaone.it)
Un quadro negativo quello che emerge dal quarto Rapporto di Cittadinanzattiva sulla sicurezza degli edifici. Le situazioni più gravi al Sud e nelle isole dove mancano certificazioni di agibilità.
Roma, 28 settembre 2006 - Una scuola su dieci non è sicura e il 30 % raggiunge a stento la sufficienza: il bilancio non è certo rassicurante. A denunciarlo è Cittadinanzattiva sulla base del Rapporto sulla sicurezza degli istituti scolastici.
Ben 271 edifici, concentrati in 88 città italiane, sono stati messi sotto la lente d'ingrandimento e il dato più preoccupante riguarda la mancanza di certificazioni (agibilità statica, igienico sanitaria, prevenzione incendi) oltre all'assenza di scale di sicurezza e presenza nelle aule di banchi e sedie rotti.
La difficoltà principale è legata al reperimento dei soldi per l'adeguamento: "Chiediamo - ha detto il segretario generale di Cittadinanzattiva Teresa Petrangolini - lo stanziamento di ulteriori fondi per invertire la tendenza negativa che ha visto un successivo decremento e poi un annullamento dei soldi già concessi".
Sempre secondo il Rapporto, le strutture più a rischio sono concentrate al Sud e nelle isole, ma le altre zone del Paese non possono sentirsi completamente al sicuro. Ecco qualche numero: il 72 % non ha il certificato di agibilità, il 75 non ha quello di prevenzione incendi. Diffusissimi poi i crolli d'intonaco, riscontrati nel 23 % delle mense, il 21 dei laboratori, il 15 delle palestre e il 5 delle aule.
Grave lo stato in cui versano anche cortili e palestre: i primi sono, nel 24 per cento dei casi, pieni di rifiuti mentre le seconde sono in gran parte danneggiate o carenti di attrezzature per disabili.
"Proporrò di inserire nella Finanziaria - ha dichiarato il ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni - una norma che sancisca un 'Patto' per la sicurezza delle scuole. Va avviato un piano triennale o quinquennale per la messa a norma degli edifici a cui contribuiscono, per una quota di 1/3 ciascuno, lo Stato, le Regioni e gli enti locali. Bisogna dire basta alla stagione delle proroghe".
(romaone.it)