maxsona
19-09-2006, 22:52
'Scova-tumori'', prof inventore nella missione in Libano
ROMA - Il capitano delle invenzioni vive nel campo della missione italiana di Jebel Marun, in una tenda trasformata in attrezzatissimo laboratorio elettronico, e coltiva un sogno: quello di poter mettere a disposizione della popolazione libanese la sua scoperta più famosa, un apparecchio scova-tumori rivoluzionario.
Lui è il capitano di fregata delle armi navali Clarbruno Vedruccio, 51 anni, di Ruffano (Lecce), una laurea in fisica e un dottorato in ingegneria ottenuti in Usa. Il grado di capitano di fregata gli è stato conferito nel luglio del 2004 dal presidente della Repubblica grazie alla legge 'Marconi', quella che permise il ritorno dall'Inghilterra dell'inventore della radio che così entrò in Marina per accertati meriti speciali. A Vedruccio si deve la realizzazione - mentre conduceva un programma di ricerca sulle applicazioni elettromagnetiche con il Battaglione San Marco della Marina - del Trimprob, un bio-scanner per la diagnosi precoce dei tumori, di cui lo scienziato pugliese ha dato in licenza il brevetto nel 2000 alla Galileo Avionica di Finmeccanica.
"Dopo la realizzazione dell'apparecchio-base che doveva servire per l'eventuale ricerca delle mine - spiega il professore - mi sono accorto che si apriva davanti a me un altro campo di applicazione, dato che lo strumento era in grado di interagire con precisione con il corpo umano". L'apparecchio è già in uso in un centinaio di ospedali, tra cui il 'San Raffaele'' di Milano, l'Istituto Europeo Oncologico del prof. Umberto Veronesi e l'Ospedale di Lecce, ed è stato utile sino ad oggi ad almeno ventimila pazienti. All'estero è presente nelle strutture ospedaliere di Giappone, Inghilterra, Turchia e di alcuni Paesi del Sudamerica. Il dispositivo si basa sull'emissione di una particolare onda elettromagnetica che investe il paziente e che viene successivamente riflessa e indirizzata verso un'antenna capace di rivelare la presenza di cellule cancerogene, a seconda della forma dell'onda. Il prof. Vedruccio, per 10 anni docente di Metodologia della ricerca all'Università di Urbino, ha voluto partecipare sin dall'inizio alla missione di pace italiana in Libano, ricreando nel campo di Jebel Marun un vero e proprio laboratorio, nel quale opera un team di 9 tecnici del San Marco, guidato dal sottotenente di vascello Sandro Desideri.
"Il nostro compito - racconta - è quello di garantire il funzionamento delle apparecchiature elettroniche della base, in special modo dei sistemi di comunicazione". Il Trimprob - rileva - potrebbe essere di grande aiuto per la popolazione locale, anche in relazione ai suoi risvolti culturali. "Sarebbe molto utile ad esempio alle donne islamiche - chiarisce Vedruccio - che non sarebbero più costrette necessariamente a spogliarsi per sottoporsi all'esame diagnosico". Il prof. Vedruccio, che attualmente dipende dall'Ufficio studi di Comsubin ed è stato momentaneamente distaccato al Reggimento San Marco, spera che tra breve giungano dall'Italia i primi esemplari dell'apparecchiatura. "Quando arriveranno potremo illustrarne le possibilità alle strutture mediche locali - annuncia - da parte mia sarei ben felice di garantire l'addestramento minimo al suo utilizzo al personale sanitario libanese". Un ulteriore segno concreto della volontà della missione italiana, ricorda, "di aiutare la popolazione locale nella ricostruzione del Libano con tutta l'umanità che l'Italia ha sempre saputo dimostrare". Un atteggiamento che si dimostra anche in piccoli gesti di rispetto. "Stamane uno dei mezzi rientrato da una missione aveva attaccato all'antenna un ramoscello di ulivo strappato involontariamente da un albero - racconta il professore - ebbene lo abbiamo tenuto e conservato nella nostra tenda, come simbolo dell'amicizia verso il Paese che ci ospita". A mostrarsi particolarmente orgoglioso per la presenza del prof. Vedruccio al campo è il comandante del contingente terrestre della missione italiana, il contrammiraglio Claudio Confessore. "Gli avevamo chiesto di fare un lavoro per trovare le mine di plastica - racconta scherzando - e lui invece 'ha sbagliato'. Ma noi siamo felicissimi che lo abbia fatto".
:cool: :cool:
ROMA - Il capitano delle invenzioni vive nel campo della missione italiana di Jebel Marun, in una tenda trasformata in attrezzatissimo laboratorio elettronico, e coltiva un sogno: quello di poter mettere a disposizione della popolazione libanese la sua scoperta più famosa, un apparecchio scova-tumori rivoluzionario.
Lui è il capitano di fregata delle armi navali Clarbruno Vedruccio, 51 anni, di Ruffano (Lecce), una laurea in fisica e un dottorato in ingegneria ottenuti in Usa. Il grado di capitano di fregata gli è stato conferito nel luglio del 2004 dal presidente della Repubblica grazie alla legge 'Marconi', quella che permise il ritorno dall'Inghilterra dell'inventore della radio che così entrò in Marina per accertati meriti speciali. A Vedruccio si deve la realizzazione - mentre conduceva un programma di ricerca sulle applicazioni elettromagnetiche con il Battaglione San Marco della Marina - del Trimprob, un bio-scanner per la diagnosi precoce dei tumori, di cui lo scienziato pugliese ha dato in licenza il brevetto nel 2000 alla Galileo Avionica di Finmeccanica.
"Dopo la realizzazione dell'apparecchio-base che doveva servire per l'eventuale ricerca delle mine - spiega il professore - mi sono accorto che si apriva davanti a me un altro campo di applicazione, dato che lo strumento era in grado di interagire con precisione con il corpo umano". L'apparecchio è già in uso in un centinaio di ospedali, tra cui il 'San Raffaele'' di Milano, l'Istituto Europeo Oncologico del prof. Umberto Veronesi e l'Ospedale di Lecce, ed è stato utile sino ad oggi ad almeno ventimila pazienti. All'estero è presente nelle strutture ospedaliere di Giappone, Inghilterra, Turchia e di alcuni Paesi del Sudamerica. Il dispositivo si basa sull'emissione di una particolare onda elettromagnetica che investe il paziente e che viene successivamente riflessa e indirizzata verso un'antenna capace di rivelare la presenza di cellule cancerogene, a seconda della forma dell'onda. Il prof. Vedruccio, per 10 anni docente di Metodologia della ricerca all'Università di Urbino, ha voluto partecipare sin dall'inizio alla missione di pace italiana in Libano, ricreando nel campo di Jebel Marun un vero e proprio laboratorio, nel quale opera un team di 9 tecnici del San Marco, guidato dal sottotenente di vascello Sandro Desideri.
"Il nostro compito - racconta - è quello di garantire il funzionamento delle apparecchiature elettroniche della base, in special modo dei sistemi di comunicazione". Il Trimprob - rileva - potrebbe essere di grande aiuto per la popolazione locale, anche in relazione ai suoi risvolti culturali. "Sarebbe molto utile ad esempio alle donne islamiche - chiarisce Vedruccio - che non sarebbero più costrette necessariamente a spogliarsi per sottoporsi all'esame diagnosico". Il prof. Vedruccio, che attualmente dipende dall'Ufficio studi di Comsubin ed è stato momentaneamente distaccato al Reggimento San Marco, spera che tra breve giungano dall'Italia i primi esemplari dell'apparecchiatura. "Quando arriveranno potremo illustrarne le possibilità alle strutture mediche locali - annuncia - da parte mia sarei ben felice di garantire l'addestramento minimo al suo utilizzo al personale sanitario libanese". Un ulteriore segno concreto della volontà della missione italiana, ricorda, "di aiutare la popolazione locale nella ricostruzione del Libano con tutta l'umanità che l'Italia ha sempre saputo dimostrare". Un atteggiamento che si dimostra anche in piccoli gesti di rispetto. "Stamane uno dei mezzi rientrato da una missione aveva attaccato all'antenna un ramoscello di ulivo strappato involontariamente da un albero - racconta il professore - ebbene lo abbiamo tenuto e conservato nella nostra tenda, come simbolo dell'amicizia verso il Paese che ci ospita". A mostrarsi particolarmente orgoglioso per la presenza del prof. Vedruccio al campo è il comandante del contingente terrestre della missione italiana, il contrammiraglio Claudio Confessore. "Gli avevamo chiesto di fare un lavoro per trovare le mine di plastica - racconta scherzando - e lui invece 'ha sbagliato'. Ma noi siamo felicissimi che lo abbia fatto".
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