Adric
05-09-2006, 11:50
Mercoledì 30 Agosto 2006
La Sapienza tiene alta l’Italia: unica nella top 100 mondiale
di VERONICA CURSI
E’ la migliore università d’Italia. Tra le prime cento nel mondo. Con la qualità dei suoi docenti e una ricerca scientifica all’avanguardia, la Sapienza di Roma, la più grande città universitaria d’Europa, si piazza al primo posto tra gli atenei del Bel Paese, superando a livello mondiale giganti dell’istruzione come Bonn, Singapore e Francoforte. Secondo la classifica internazionale della Jiao Tong di Shanghai, “l’Academic Ranking of World Universities 2006”, che ogni estate ad agosto redige l’elenco delle 500 migliori università del mondo, l’ateneo capitolino si aggiudica infatti il centesimo posto nella graduatoria mondiale quanto a ricerca scientifica, premi Nobel conseguiti, qualità dei docenti e dei ricercatori, raggiungendo la 34esima posizione a livello europeo. Da quanto emerge dalla ricerca cinese, la Sapienza, con i suoi 150 mila alunni, è la migliore università italiana, seguita a distanza dalla Statale di Milano, gli atenei di Pisa e Torino, Firenze, Padova e Bologna, che tra le colleghe europee, si piazza al 100esimo posto. Vince come l’anno scorso l’imbattibile Harvard, l’università più prestigiosa del mondo, che continua ad essere in testa alla classifica con il massimo del punteggio rispetto a tutti i parametri presi in considerazione nello studio di Shanghai: qualità del corpo docente, numero di pubblicazioni sulle riviste scientifiche, premi Nobel conseguiti, produttività dei ricercatori, efficienza degli atenei.
Nonostante un lieve calo rispetto all’anno precedente (nel 2005 la Sapienza si piazzava al 97esimo posto in graduatoria, 33esima in tutta Europa), il rettore dell’ateneo romano, Renato Guarini si dice comunque «soddisfatto per il posto occupato dalla Sapienza che premia gli sforzi fatti per coniugare ricerca e didattica». «Una vera università - afferma - deve saper esprimere e svolgere queste funzioni parallelamente. Tuttavia ritengo necessario rivolgere una riflessione critica per il sistema universitario del nostro Paese che si rivela debole su scala internazionale ed eccessivamente frammentato: 77 università in Italia sono davvero troppe». E una puntualizzazione va anche al metodo utilizzato da queste classifiche internazionali: «se fossero state premiate le università oltre che per la ricerca scientifica anche per la loro attività umanistica - afferma Guarini - la Sapienza, che eccelle nell'archeologia, nella filosofia, nelle lettere antiche, nella giurisprudenza, sarebbe stata sicuramente più avanti».
Sta di fatto comunque che secondo la ricerca dell’“Academic Ranking of World”, tra le università europee e quelle americane emergerebbe un nettissimo divario nelle materie tecnico scientifiche. Solo Cambridge (al secondo posto) ed Oxford (al decimo), infatti, riuscirebbero a tenere il passo dei prestigiosi atenei Usa collocandosi nella top ten. Secondo Giovanni Donzelli, presidente nazionale di Azione Universitaria, «la posizione de La Sapienza, è frutto della storica assenza di meritocrazia nel sistema accademico italiano che, incatenato dalle solite logiche baronali non ha incentivato sviluppo, ricerca e produzione».
(Il Messaggero)
La Sapienza tiene alta l’Italia: unica nella top 100 mondiale
di VERONICA CURSI
E’ la migliore università d’Italia. Tra le prime cento nel mondo. Con la qualità dei suoi docenti e una ricerca scientifica all’avanguardia, la Sapienza di Roma, la più grande città universitaria d’Europa, si piazza al primo posto tra gli atenei del Bel Paese, superando a livello mondiale giganti dell’istruzione come Bonn, Singapore e Francoforte. Secondo la classifica internazionale della Jiao Tong di Shanghai, “l’Academic Ranking of World Universities 2006”, che ogni estate ad agosto redige l’elenco delle 500 migliori università del mondo, l’ateneo capitolino si aggiudica infatti il centesimo posto nella graduatoria mondiale quanto a ricerca scientifica, premi Nobel conseguiti, qualità dei docenti e dei ricercatori, raggiungendo la 34esima posizione a livello europeo. Da quanto emerge dalla ricerca cinese, la Sapienza, con i suoi 150 mila alunni, è la migliore università italiana, seguita a distanza dalla Statale di Milano, gli atenei di Pisa e Torino, Firenze, Padova e Bologna, che tra le colleghe europee, si piazza al 100esimo posto. Vince come l’anno scorso l’imbattibile Harvard, l’università più prestigiosa del mondo, che continua ad essere in testa alla classifica con il massimo del punteggio rispetto a tutti i parametri presi in considerazione nello studio di Shanghai: qualità del corpo docente, numero di pubblicazioni sulle riviste scientifiche, premi Nobel conseguiti, produttività dei ricercatori, efficienza degli atenei.
Nonostante un lieve calo rispetto all’anno precedente (nel 2005 la Sapienza si piazzava al 97esimo posto in graduatoria, 33esima in tutta Europa), il rettore dell’ateneo romano, Renato Guarini si dice comunque «soddisfatto per il posto occupato dalla Sapienza che premia gli sforzi fatti per coniugare ricerca e didattica». «Una vera università - afferma - deve saper esprimere e svolgere queste funzioni parallelamente. Tuttavia ritengo necessario rivolgere una riflessione critica per il sistema universitario del nostro Paese che si rivela debole su scala internazionale ed eccessivamente frammentato: 77 università in Italia sono davvero troppe». E una puntualizzazione va anche al metodo utilizzato da queste classifiche internazionali: «se fossero state premiate le università oltre che per la ricerca scientifica anche per la loro attività umanistica - afferma Guarini - la Sapienza, che eccelle nell'archeologia, nella filosofia, nelle lettere antiche, nella giurisprudenza, sarebbe stata sicuramente più avanti».
Sta di fatto comunque che secondo la ricerca dell’“Academic Ranking of World”, tra le università europee e quelle americane emergerebbe un nettissimo divario nelle materie tecnico scientifiche. Solo Cambridge (al secondo posto) ed Oxford (al decimo), infatti, riuscirebbero a tenere il passo dei prestigiosi atenei Usa collocandosi nella top ten. Secondo Giovanni Donzelli, presidente nazionale di Azione Universitaria, «la posizione de La Sapienza, è frutto della storica assenza di meritocrazia nel sistema accademico italiano che, incatenato dalle solite logiche baronali non ha incentivato sviluppo, ricerca e produzione».
(Il Messaggero)