View Full Version : italiani e immigrati
Sono perfettamente cosciente del clima che ormai si è venuto a creare nelle nostre città, come del fatto che molte volte (non sempre però) le esternazioni fatte contro gli immigrati sono dettate più dall'asasperazione di una situazione un po' allo sbando che da reale osservazione della situazione.
Gli italiani, in generale, lamentano il fatto che la presenza così massiccia di immigrati abbia contribuito a rendere un clima meno vivibile nelle città, a causa di un aumento della microcriminalità.
Non voglio entrare nel merito perchè credo che le discussioni a riguardo siano già in sovrannumero.
Ma visto che parliamo sempre di come "questa gente", come ho letto definire, si comporti male nei confronti nostri, di coloro che li ospitano, di come non sappiano integrarsi, di come si diano alla criminalità piuttosto che cercarsi un lavoro etc etc... allora vorrei analizzare una situazione parallela e contraria: come si comportano alcuni italiani nei confronti di quei disperati che, giunti nel nostro paese, accettano qualunque condizione per pochi soldi ONESTI.
Riporto quindi un interessnate articolo de "L'espresso". Non è gossip.
Io schiavo in Puglia
di Fabrizio Gatti
Sfruttati. Sottopagati. Alloggiati in luridi tuguri. Massacrati di botte se protestano. Diario di una settimana nell'inferno. Tra i braccianti stranieri nella provincia di Foggia.
Il padrone ha la camicia bianca, i pantaloni neri e le scarpe impolverate. È pugliese, ma parla pochissimo italiano. Per farsi capire chiede aiuto al suo guardaspalle, un maghrebino che gli garantisce l'ordine e la sicurezza nei campi. "Senti un po' cosa vuole questo: se cerca lavoro, digli che oggi siamo a posto", lo avverte in dialetto e se ne va su un fuoristrada. Il maghrebino parla un ottimo italiano. Non ha gradi sulla maglietta sudata. Ma si sente subito che lui qui è il caporale: "Sei rumeno?". Un mezzo sorriso lo convince. "Ti posso prendere, ma domani", promette, "ce l'hai un'amica?". "Un'amica?". "Mi devi portare una tua amica. Per il padrone. Se gliela porti, lui ti fa lavorare subito. Basta una ragazza qualunque". Il caporale indica una ventenne e il suo compagno, indaffarati alla cremagliera di un grosso trattore per la raccolta meccanizzata dei pomodori: "Quei due sono rumeni come te. Lei col padrone c'è stata". "Ma io sono solo". "Allora niente lavoro".
Non c'è limite alla vergogna nel triangolo degli schiavi. Il caporale vuole una ragazza da far violentare dal padrone. Questo è il prezzo della manodopera nel cuore della Puglia. Un triangolo senza legge che copre quasi tutta la provincia di Foggia. Da Cerignola a Candela e su, più a Nord, fin oltre San Severo. Nella regione progressista di Nichi Vendola. A mezz'ora dalle spiagge del Gargano. Nella terra di Giuseppe Di Vittorio, eroe delle lotte sindacali e storico segretario della Cgil. Lungo la via che porta i pellegrini al megasantuario di San Giovanni Rotondo. Una settimana da infiltrato tra gli schiavi è un viaggio al di là di ogni disumana previsione. Ma non ci sono alternative per guardare da vicino l'orrore che gli immigrati devono sopportare.
Sono almeno cinquemila. Forse settemila. Nessuno ha mai fatto un censimento preciso. Tutti stranieri. Tutti sfruttati in nero. Rumeni con e senza permesso di soggiorno. Bulgari. Polacchi. E africani. Da Nigeria, Niger, Mali, Burkina Faso, Uganda, Senegal, Sudan, Eritrea. Alcuni sono sbarcati da pochi giorni. Sono partiti dalla Libia e sono venuti qui perché sapevano che qui d'estate si trova lavoro. Inutile pattugliare le coste, se poi gli imprenditori se ne infischiano delle norme. Ma da queste parti se ne infischiano anche della Costituzione: articoli uno, due e tre. E della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Per proteggere i loro affari, agricoltori e proprietari terrieri hanno coltivato una rete di caporali spietati: italiani, arabi, europei dell'Est. Alloggiano i loro braccianti in tuguri pericolanti, dove nemmeno i cani randagi vanno più a dormire. Senza acqua, né luce, né igiene. Li fanno lavorare dalle sei del mattino alle dieci di sera. E li pagano, quando pagano, quindici, venti euro al giorno. Chi protesta viene zittito a colpi di spranga. Qualcuno si è rivolto alla questura di Foggia. E ha scoperto la legge voluta da Umberto Bossi e Gianfranco Fini: è stato arrestato o espulso perché non in regola con i permessi di lavoro. Altri sono scappati. I caporali li hanno cercati tutta notte. Come nella caccia all'uomo raccontata da Alan Parker nel film 'Mississippi burning'. Qualcuno alla fine è stato raggiunto. Qualcun altro l'hanno ucciso.
Adesso è la stagione dell'oro rosso: la raccolta dei pomodori. La provincia di Foggia è il serbatoio di quasi tutte le industrie della trasformazione di Salerno, Napoli e Caserta. I perini cresciuti qui diventano pelati in scatola. Diventano passata. E, i meno maturi, pomodori da insalata. Partono dal triangolo degli schiavi e finiscono nei piatti di tutta Italia e di mezza Europa. Poi ci sono i pomodori a grappolo per la pizza. Gli altri ortaggi, come melanzane e peperoni. Tra poco la vendemmia. Gli imprenditori fanno finta di non sapere. E a fine raccolto si mettono in coda per incassare le sovvenzioni da Bruxelles. 'L'espresso' ha controllato decine di campi. Non ce n'è uno in regola con la manodopera stagionale. Ma questa non è soltanto concorrenza sleale all'Unione europea. Dentro questi orizzonti di ulivi e campagne vengono tollerati i peggiori crimini contro i diritti umani.
[continua...]
Encounter
04-09-2006, 10:04
Già postato, Gemma
...[2/6]...
Non ci vuole molto per entrare nel mercato più sporco dell'Europa agricola. Qualche nome inventato da usare di volta in volta. Una fotocopia del decreto di respingimento rilasciato un anno fa a Lampedusa dal centro di detenzione per immigrati. E la bicicletta, per scappare il più lontano possibile in caso di pericolo. Il caporale che pretende una ragazza in sacrificio controlla la raccolta dei perini a Stornara. Uno dei primi campi a sinistra appena fuori paese, lungo il rettilineo di afa che porta a Stornarella. Meglio lasciar perdere. Per arrivare fin qui bisogna pedalare sulla statale 16 e poi infilarsi per dieci chilometri negli uliveti. Il borgo è una piccola isola di case nell'agro. Alla stazione di Foggia, Mahmoud, 35 anni, della Costa d'Avorio, aveva detto che quaggiù la raccolta, forse, è già cominciata. Lui, che dorme in una buca dalle parti di Lucera, è senza lavoro: lì a Nord i pomodori devono ancora maturare. Così Mahmoud campa vendendo informazioni agli ultimi arrivati in treno. In cambio di qualche moneta.
Oggi dev'essere la giornata più torrida dell'estate. Quarantadue gradi, annunciavano i titoli all'edicola della stazione. Sperduta nei campi appare nell'aria bollente una stalla abbandonata. È abitata. Sono africani. Stanno riposando su un vecchio divano sotto un albero. Qualcuno parla tamashek, sono tuareg. Un saluto nella loro lingua aiuta con le presentazioni. La segregazione razziale è rigorosa in provincia di Foggia. I rumeni dormono con i rumeni. I bulgari con i bulgari. Gli africani con gli africani. È così anche nel reclutamento. I caporali non tollerano eccezioni. Un bianco non ha scelta se vuole vedere come sono trattati i neri. Bisogna prendere un nome in prestito. Donald Woods, sudafricano. Come il leggendario giornalista che ha denunciato al mondo gli orrori dell'apartheid. "Se sei sudafricano resta pure", dice Asserid, 28 anni. È partito da Tahoua in Niger nel settembre 2005. È sbarcato a Lampedusa nel giugno 2006. Racconta che è in Puglia da cinque giorni. Dopo essere stato rinchiuso quaranta giorni nel centro di detenzione di Caltanissetta e alla fine rilasciato con un decreto di respingimento. Asserid ha attraversato il Sahara a piedi e su vecchi fuoristrada. Fino ad Al Zuwara, la città libica dei trafficanti e delle barche che salpano verso l'Italia. "In Libia tutti gli immigrati sanno che gli italiani reclutano stranieri per la raccolta dei pomodori. Ecco perché sono qui. Questa è solo una tappa. Non avevo alternative", ammette Asserid: "Ma spero di risparmiare presto qualche soldo e di arrivare a Parigi". Adama, 40 anni, tuareg nigerino di Agadez, ha fatto il percorso inverso. A Parigi è atterrato in aereo, con un visto da turista. Poi gli è andata male. Dalla Francia l'hanno espulso come lavoratore clandestino. Ed è sceso in Puglia, richiamato dalla stagione dell'oro rosso. "Questo è l'accampamento tuareg più a Nord della storia", ride Adama. Ma c'è poco da ridere. L'acqua che tirano su dal pozzo con taniche riciclate non la possono bere. È inquinata da liquami e diserbanti. Il gabinetto è uno sciame di mosche sopra una buca. Per dormire in due su materassi luridi buttati a terra, devono pagare al caporale cinquanta euro al mese a testa. Ed è già una tariffa scontata. Perché in altri tuguri i caporali trattengono dalla paga fino a cinque euro a notte. Da aggiungere a cinquanta centesimi o un euro per ogni ora lavorata. Più i cinque euro al giorno per il trasporto nei campi. Lo si vede subito quanto è facile il guadagno per il caporale. Alle due e mezzo del pomeriggio arriva con la sua Golf. E la carica all'inverosimile. "Davvero questo è africano?", chiede agli altri davanti all'unico bianco. Nessuno sa dare risposte sicure. "Io pago tre euro l'ora. Ti vanno bene? Se è così, sali", offre l'uomo, calzoncini, canottiera e sul bicipite il tatuaggio di una donna in bikini ritratta di schiena.
Si parte. In nove sulla Golf. Tre davanti. Cinque sul sedile dietro. E un ragazzo raggomitolato come un peluche sul pianale posteriore. Solo per questo trasporto di dieci minuti il caporale incasserà quaranta euro. I ragazzi lo chiamano Giovanni. Loro hanno già lavorato dalle 6 alle 12.30. La pausa di due ore non è una cortesia. Oggi faceva troppo caldo anche per i padroni perché rinunciassero a una siesta. Giovanni si presenta subito dopo, guardando attraverso lo specchietto retrovisore: "Io John e tu?". Poi avverte: "John è bravo se tu bravo. Ma se tu cattivo...". Non capisce l'inglese né il francese. E questo basta a far cadere il discorso. Ma il pugnale da sub che tiene bene in vista sul cruscotto parla per lui. Amadou, 29 anni, nigerino di Filingue, rivela lo stato d'animo dei ragazzi: "Giovanni, oggi è venerdì e non ci paghi da tre settimane. Ormai stiamo finendo le scorte di pasta. Da quindici giorni mangiamo solo pasta e pomodoro. I ragazzi sono sfiniti. Hanno bisogno di carne per lavorare". I tre euro l'ora promessi erano solo una bugia. Ma Giovanni promette ancora. Quando risponde dice sempre: "Noi turchi". Anche se la targa della macchina è bulgara. E per il suo accento potrebbe essere russo oppure ucraino. "Ti giuro su Dio", continua il caporale, "oggi arrivano i soldi e vi paghiamo. Tu mi devi credere. Io lavoro come te a Stornara. Non prendo in giro i miei colleghi". Giovanni abita alla periferia. Un villino di mattoni sulla destra, a metà del rettilineo per Stornarella. Quasi di fronte a un'altra stalla pericolante senz'acqua, riempita di materassi e schiavi.
[continua...]
[...3/6...]
La Golf stracarica corre e sbanda sulla stretta provinciale per Lavello. Il contachilometri segna 100 all'ora. Una follia. Alle prime aziende agricole del paese, Giovanni svolta a destra dentro una strada sterrata. Altri due chilometri e si è arrivati. Si prosegue a piedi, in fila indiana. Il campo è tra due vigneti. Questi pomodori vanno raccolti a mano. Quando il padrone vede arrivare il gruppo di africani, imita il verso delle scimmie. Poi dà gli ordini con gli insulti resi celebri dal vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli: "Forza bingo bongo". Nello stesso istante un furgone scarica nove rumeni. Tra loro tre ragazze, le uniche nella squadra. Si lavora a testa bassa. Guai ad alzare lo sguardo: "Che cazzo c'è da guardare? Giù e raccogli", urla il padrone avvicinandosi pericolosamente. Si chiama Leonardo, una trentina d'anni. È pugliese. Indossa bermuda, canottiera e occhiali da sole alla moda come se fosse appena rientrato dalla spiaggia. Da come parla è il proprietario dell'azienda agricola. O forse è il figlio del proprietario. Si occupa della manodopera. Una sorta di comandante dei caporali. La sua azienda è a una decina di chilometri, alle porte di Stornara. Proprio sulla strada che Giovanni percorre per portare gli schiavi al campo. Leonardo si fa aiutare da un altro italiano, il caporale dei rumeni. Uno con la maglietta bianca, i capelli lunghi e i baffetti curati. Il terzo italiano è probabilmente il compratore del raccolto. Magro. Capelli biondi corti. Telefonino appeso al petto in fondo a una catena d'oro. Parla con un forte accento napoletano. Parcheggia il suo Suv e si fa subito sentire. Qualcuno ha appoggiato per sbaglio le cassette piene sulle piante di pomodoro. E lui grida come un pazzo: "Il primo che rimette una cassetta sulle piante, com'è vero Gesù Cristo, gliela spacco sulla testa". I tre italiani sudano. Ma solo per il caldo. Oltre a sorvegliare i loro schiavi, non fanno assolutamente nulla.
Giovanni va a recapitare altri braccianti. Poi torna due volte con i rifornimenti d'acqua. Quattro bottiglie di plastica da un litro e mezzo da far bastare nelle gole di 17 persone assetate. Sono bottiglie riempite chissà dove. Una zampilla da un buco e arriva quasi vuota. L'acqua ha un cattivo odore. Ma almeno è fresca. Comunque non basta. Due sorsi d'acqua in oltre quattro ore di lavoro a quaranta gradi sotto il sole non dissetano. La maggior parte dei ragazzi africani non ha nemmeno pranzato né fatto colazione. Così ci si arrangia mangiando pomodori verdi di nascosto dai caporali. Anche se sono pieni di pesticidi e veleni. E forse è proprio per questo che sulla pelle, per giorni, non comparirà più nemmeno una puntura di zanzara.
Leonardo vuole sapere com'è che in Africa ci siano i bianchi. Gira tra le schiene curve come un professore tra i banchi. E dà il permesso a Mohamed, 28 anni, un ragazzo della Guinea. Per smettere di lavorare o parlare, qui bisogna sempre chiedere il permesso. Mohamed sa bene perché ci sono i bianchi in Sudafrica. È laureato in scienze politiche e relazioni internazionali all'Università di Algeri. Parla italiano, inglese, francese e arabo. E risponde rimanendo in ginocchio, davanti a quell'italiano che confessa senza pudore di non aver mai sentito parlare di Nelson Mandela. "Avete capito?", ripete dopo un po' Leonardo agli altri due italiani: "In Italia quelli chiari stanno al Nord mentre noi al Sud siamo scuri. In Africa invece al Sud sono bianchi e questi qua del Nord sono neri".
L'incidente accade all'improvviso. Michele è il più anziano tra i rumeni. Ha una sessantina d'anni, i capelli grigi. Sta caricando cassette piene sul rimorchio del trattore. Il legno è troppo sottile, è secco. E una cassetta si sfonda rovesciando dodici chili di pomodori. Michele non fa in tempo ad abbassarsi a raccoglierli. Leonardo, con la mano chiusa a pugno, lo colpisce. Una sventola sulla testa. "Stai attento, coglione", urla, "credi che noi stiamo ad aspettare mentre tu butti le cassette?". Michele forse chiede scusa. È troppo stanco e offeso per parlare ad alta voce. "Scusa un cazzo", continua Leonardo, "devi stare più attento". Ci fermiamo tutti a guardare. Una ragazza si alza in piedi per protesta. Quello con l'accento napoletano accorre come una furia: "Giù, non è successo niente. Giù o stasera non si va a casa finché non si finisce". Come se questi ragazzi avessero una casa.
[continua...]
[...4/6...]
Michele ritorna a caricare il rimorchio aiutato da altri rumeni. Ma dopo mezz'ora è ancora seduto a terra. Si tiene la testa. Perde molto sangue dal naso. Un suo compagno di lavoro spreme un pomodoro maturo per bagnarli la fronte. Cosa ha fatto lo spiega a Leonardo l'uomo con i baffetti curati: "Ho dovuto spaccargli una pietra in mezzo agli occhi. Ho dovuto. Quello stronzo se l'è presa con me perché tu prima l'hai picchiato. E poi perché stasera non ci sono i soldi per pagarli. Ma che c'entro io? Lui ha raccolto una pietra e io gliel'ho tolta dalle mani. Tu pensa se un rumeno di merda mi deve minacciare". Leonardo sorride.
Si smette solo quando il sole va a nascondersi dietro i monti Dauni. Michele sta meglio. I rumeni si raccolgono intorno al loro caporale. Giovanni scatta una foto ai suoi ragazzi. Serve per i pagamenti e per scoprire se qualcuno scappa dal gruppo. Poi fa firmare il registro con le ore lavorate. Oggi si finisce prima del solito. Il perché lo racconta il caporale ad Amadou, in macchina durante il ritorno: "Ci sono in giro i carabinieri". Giovanni segnala un campo di pomodori lungo la strada: "Vedi qua? Questo pomeriggio i carabinieri sono venuti a prendere dei miei ragazzi. Io lavoro anche qui. Africani come te e rumeni. Li hanno portati via per il rimpatrio. Ma non avere paura, il campo dove lavorate voi", dice indicandosi le spalle come se avesse i gradi, "è controllato dalla mafia". Succede spesso quando è giorno di paga. A volte sono gli stessi padroni a chiamare vigili, polizia o carabinieri e a segnalare gli immigrati nelle campagne. Basta una telefonata anonima. Così i caporali si tengono i loro soldi. E la prefettura aggiorna le statistiche con le nuove espulsioni.
Amadou però fa notare che nemmeno oggi i ragazzi verranno pagati: "Tu sei musulmano?", chiede Giovanni: "Sì? Allora io ti giuro su Allah che la prossima settimana vi pago tutti. E se avete bisogno di carne, ti giuro che vi invito tutti a casa mia. Ovviamente la prossima settimana. Quando potrete pagare la carne".
Il 14 maggio 1904 qua vicino la polizia attaccò una manifestazione di braccianti. C'era anche il giovane Giuseppe Di Vittorio. Morirono in quattro quel giorno. Tra le vittime Antonio Morra, 14 anni, amico d'infanzia del futuro leader sindacale. Adesso le proteste vengono spente prima che possano dilagare. I caporali agiscono come una polizia parallela. Gli imprenditori si rivolgono a loro se ci sono problemi. A cominciare dall'imposizione delle regole: "Domani mattina vengo a prendervi alle cinque", annuncia Giovanni dopo aver scaricato i suoi passeggeri. Sono quasi le dieci di sera ormai. Calcolando una doccia improvvisata con l'acqua del pozzo e la misera cena, restano appena cinque ore di sonno. I ragazzi africani spiegano subito le sanzioni. Chi si presenta tardi, una volta al campo viene punito a pugni. Chi non va a lavorare deve versare al caporale la multa. Anche se si ammala. Sono venti euro, praticamente un giorno di lavoro gratis.
Una cinquantina di chilometri più a nord, stesse storie. La carta stradale indica Villaggio Amendola. Era un borgo agricolo. Ora è solo un paese fantasma riempito da immigrati rumeni e bulgari ridotti in schiavitù. Come l'ex zuccherificio di Rignano o il Ghetto che la sera, al suono della township music, sembra Soweto. Al Villaggio Amendola perfino la chiesa abbandonata è stata riempita di materassi. Qui il cento per cento degli abitanti non è italiano. Tutti raccoglitori. E tutti stranieri. Tranne una. Giuseppina Lombardo, 51 anni. Viene dalla Calabria. Per gli agricoltori del posto è una santa donna. Lei e il suo amico tunisino che si fa chiamare Asis sono capaci di mettere insieme una squadra di raccoglitori di pomodori in meno di mezz'ora. Giuseppina e Asis con gli schiavi ci campano. L'unico pozzo di Villaggio Amendola è loro. L'acqua è inquinata ma la vendono ugualmente: cinquanta centesimi una tanica da 20 litri. Anche l'unico negozio del borgo è loro. Hanno bottiglie di minerale, se uno proprio non vuole perdere la giornata per la dissenteria. E hanno carne e pollame: "A prezzi maggiorati del cento per cento e di dubbia qualità", dicono gli abitanti. Non è facile infiltrarsi come immigrato in questo ghetto e vincere la paura dei suoi prigionieri. Perché Asis, come tutti i caporali, non perdona chi parla. Lui e la sua compagna qui sono l'unica legge. Chi c'era si ricorda bene cosa è successo la settimana di Pasqua del 2005. Quel pomeriggio un ragazzo rumeno, 22 anni, arrivato da appena quattro giorni, torna al Villaggio Amendola con i sacchetti della spesa. È stato a Foggia e cammina davanti al negozio del caporale con quello che si è procurato. Una bottiglia d'olio, un po' di pasta. Il testimone che parla con 'L'espresso' è convinto che Asis abbia considerato quel gesto una ribellione al suo controllo. I rumeni raccontano di aver visto poco dopo due uomini affrontare il nuovo arrivato. Uno, secondo i testimoni, è parente di Asis. Con una spranga lo centrano in mezzo alla testa. Un colpo solo. Poi trascinano il corpo sanguinante e semisvenuto su un furgone. Nessuno al villaggio rivedrà più quel ragazzo.
[continua...]
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Lo stesso accade il 20 luglio di quest'anno. Il giorno prima Pavel, 39 anni, ha una discussione con Giuseppina Lombardo. Gli sono caduti quindici euro nel negozio e lei crede che glieli abbia rubati dalla cassa. Pavel in Romania faceva il cuoco per 150 euro al mese. Dal 20 marzo 2004, quando è arrivato in Puglia, sopporta violenze e angherie. Lo fa per mandare quanto risparmia alla moglie e alla sua "fata", la figlia studentessa, che ha 15 anni. Pavel ha braccia veloci. L'anno scorso è riuscito a riempire fino a 15 cassoni al giorno: 45 quintali di pomodori, lavorando dall'alba a notte. Con il cottimo a 3 euro a cassone, era una buona paga secondo lui: tolti il trasporto al campo e la tangente per il caporale, Pavel riusciva a guadagnare anche 25 o 30 euro al giorno. Ma il 20 luglio Asis gli impedisce di ripetere il record. Qualcuno gli ha riferito che Pavel ha protestato per la faccenda dei soldi e per lo sfruttamento dei braccianti. Il tunisino lo colpisce nel sonno, in una giornata senza lavoro, alle due del pomeriggio. Pavel si protegge la testa con le braccia. La sbarra di ferro gli rompe le ossa e apre profonde ferite nella carne.
Lui è sicuro di non essere stato ucciso soltanto per l'intervento dei suoi compagni di stanza. Ma lo lasciano lì a sanguinare sul materasso fino all'una di notte. Gli altri stranieri hanno troppa paura di Asis. Anche di chiamare la polizia e correre il rischio di essere rimpatriati. Alle otto di sera qualcuno finalmente telefona di nascosto all'ospedale. L'ambulanza e una pattuglia dei carabinieri, al Villaggio Amendola, arrivano soltanto cinque ore dopo. Così è andata, secondo la denuncia.
Il 31 luglio Pavel viene dimesso dall'ospedale di Foggia. È stato operato da appena quattro giorni. Ha quasi due mesi di prognosi. Ferri e chiodi nelle ossa. Le braccia ingessate. Medici e infermieri lo consegnano alla polizia, violando il codice deontologico. E in questura lo trattano da clandestino. Anche se dal primo gennaio 2007 tutti i rumeni potrebbero essere cittadini dell'Unione europea. Con le braccia immobilizzate, Pavel non riesce a impugnare la penna. Il 'Primo dirigente dottoressa Piera Romagnosi', siglando la notifica del decreto di espulsione, scrive che lui 'si rifiuta di firmare'. Anche la prefettura di Foggia va per le spicce: nel decreto di espulsione annota che Pavel è 'sprovvisto di passaporto'. Un'aggravante. Eppure Pavel il passaporto ce l'ha. Alla fine, non trovando alternative, un ispettore gli dona dieci euro. E una macchina della questura lo riporta al Villaggio Amendola. Lo scaricano davanti al negozio di Giuseppina e Asis. Il tunisino se ne occupa subito. Vuole dimostrare a tutti chi comanda. Minaccia Pavel e lui va a rifugiarsi in un casolare a un chilometro dal villaggio. Qualche connazionale gli porta in segreto un po' di pane e da bere. Dopo nove giorni di dolori e sofferenze un amico rumeno riesce a contattare un avvocato di Foggia, Nicola D'Altilia, ex poliziotto al Nord. L'avvocato trova il casolare. Incontra Pavel e lo riporta immediatamente in ospedale. Le ferite sono infette. Il bracciante rumeno è grave. Denutrito. Viene ricoverato per setticemia. Il resto è cronaca degli ultimi giorni. Il 21 agosto Pavel è di nuovo dimesso dall'ospedale. Va in questura a completare la denuncia contro il caporale tunisino e la sua complice italiana, che era riuscito a presentare al posto di polizia del pronto soccorso soltanto il 14 agosto. Lo accompagna l'avvocato che l'ha salvato. Ma dopo una giornata in questura, la Procura fa arrestare Pavel come immigrato clandestino: non ha rispettato il decreto di espulsione che, così è scritto, lo obbligava a lasciare l'Italia dall'aeroporto di Roma Fiumicino. Non importa se in quelle condizioni comunque non avrebbe potuto viaggiare. Lo costringono a dormire su una panca di legno nelle camere di sicurezza. Nonostante le operazioni, le ossa rotte e le ferite ancora fresche.
Il giorno dopo si apre il processo, immediatamente rinviato a ottobre. Oltre ad aver perso il lavoro, grazie alla legge Bossi-Fini Pavel rischia da uno a quattro anni di prigione. Più di quanto potrebbe prendersi il suo caporale che intanto resta libero. "Quell'uomo", racconta Pavel terrorizzato, "mirava alla testa. Voleva uccidermi".
[continua...]
[...6/6]
Qualche bracciante morto da queste parti l'hanno già trovato. Slavomit R., polacco, aveva 44 anni quando è stato bruciato il 2 luglio 2005 in un campo a Stornara. Un caso irrisolto. Come quello di due cadaveri mai identificati abbandonati a Foggia. Le scomparse sono un altro capitolo dell'orrore. Nessuno sa quanti siano i lavoratori rumeni, bulgari o africani spariti. I caporali, quando li ingaggiano o li massacrano di botte, non sanno nemmeno come si chiamano. Gli unici casi sono stati scoperti grazie alle denunce dell'ambasciata di Polonia. Hanno dovuto insistere i diplomatici di Varsavia. È dal 2005 che cercano notizie di tredici connazionali. Erano venuti a lavorare come stagionali nel triangolo degli schiavi. E non sono più tornati a casa. L'elenco compilato in agosto dal consolato sulle ricerche delle persone scomparse non rende onore all'Italia. Su dodici "richieste indirizzate alla questura di Foggia", l'ambasciata ha dovuto prendere atto che per nove casi non c'è stata "nessuna risposta da parte della questura". Dopo mesi di inutile attesa l'appello è stato girato al Comando generale dei carabinieri. E, attraverso gli investigatori del Ros, la Procura antimafia di Bari ha finalmente aperto un'inchiesta.
Nessuno sta invece indagando sulla morte di un bambino. Perché quello che è successo apparentemente non è reato. Il piccolo sarebbe nato a fine settembre. Liliana D., 20 anni, quasi all'ottavo mese di gravidanza, la settimana di Ferragosto arranca con il suo pancione tra piante di pomodoro. La fanno lavorare in un campo vicino a San Severo. Né il marito, né il caporale, né il padrone italiano pensano a proteggerla dal sole e dalla fatica. Quando Liliana sta male, è troppo tardi. Ha un'emorragia. Resta due giorni senza cure nel rudere in cui abita. Gli schiavi della provincia di Foggia non hanno il medico di famiglia. Sabato 18 agosto, di pomeriggio, il marito la porta all'ospedale a San Severo. La ragazza rischia di morire. Viene ricoverata in rianimazione. Il bimbo lo fanno nascere con il taglio cesareo. Ma i medici già hanno sentito che il suo cuore non batte più. Anche lui vittima collaterale. Di questa corsa disumana che premia chi più taglia i costi di produzione.
L'industria alimentare campana paga i pomodori pugliesi da 4 a 5 centesimi al chilo. Sulle bancarelle lungo le strade di Foggia i perini salgono già a 60 centesimi al chilo. A Milano 1,20 euro quelli maturi da salsa e 2,80 euro al chilo quelli ancora dorati. Al supermercato la passata prodotta in Campania costa da 86 centesimi a 1,91 euro al chilo. I pelati da 1,04 a 3 euro al chilo. Eppure, nel ghetto di Stornara, nemmeno stasera che il mese è quasi finito ci sono i soldi per comprare un pezzo di carne. "Donald, non te ne andare", si fa avanti Amadou, "Giovanni è molto arrabbiato con te perché hai lasciato il gruppo. Ti sta cercando, vado a dirgli che sei qui". Nel fondo di questa miseria, Amadou sa già con chi stare. Tra tanti uomini costretti a inginocchiarsi, lui ha scelto i caporali. È il momento di prendere la bici e scappare. Nel buio. Prima che Giovanni decida di chiamare i suoi sgherri. E di dare il via alla caccia nei campi.
link all'alrticolo (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Io%20schiavo%20in%20Puglia/1370307//1)
io direi che ci sia ben di che riflettere...
Doppio, ma questo è più completo.
Chiederei il join.
LuVi
scusate, ero intenta a postare e non ho notato i reply.
In effetti avevo visto un topic che riportava all'articolo, ma, come spesso accade quando ci si limita a riportare un link invece che il testo completo, la cosa è finita in cantina con non più di un paio di reply.
Chiederei di unire i 3d, piuttosto che chiudere questo, se fosse possibile, e mantenere questo titolo che mi sembra un po' più esplicativo del topic.
Vorrei che si riflettesse seriamente su queste cose, che ognuno le avesse ben presente quando è tentato di dare agli altri degli incivili.
Io personalmente non credevo che fosse possibile arrivare a tali estremi.
Purtroppo, evidentemente, mi sbagliavo.
Come si evince da diversi miei post sulle varie notizie di cronaca io sono profondamente contrario alla massiccia immigrazione ( clandestina e non )che negli ultimi anni sta interessando l'italia. Il nostro paese non offre mirabolanti opportunità di lavoro per tutti, specialmente per persone prive di qualifiche e istruzione, per questo è necessario non far entrare sul territorio persone che, nel caso più fortunato finiranno nelle mani di qualche aguzzino come quello citato nell'aarticolo, in quello più sfortunato nelle mani di qualche organizzazione criminale. Sono convinto che un immigrato che lavori regolarmente abbia gli stessi sacrosanti diritti e doveri di qualunque italiano che faccia lo stesso. Per questo, in uno stato che non ha abbastanza risorse per garantire questi diritti a tutti i propri cittadini, trovo assurdo che si allarghino le maglie dell'immigrazione. Forse, e qui sono volutamente provocatorio, fanno comodo schiavi a basso prezzo, sia alle industrie che li sfruttano, che ai politici come bacino di potenziali elettori facilmente manipolabili ( miioni di immigrati non scolarizzati e grati per aver avuto la possibilità di entrare: il sogno di ogni politicante :D :D )
la cosa che più mi angoscia, al di là dell'immigrazione, è il fatto che ci siano parti del nostro paese in cui la legge non arriva, in cui a dettare le regole è la criminalità organizzata (leggi mafia, 'ndrangheta, camorra).
E' davvero deprimente :(
E' come vedere una vetrina aperta su un secolo fa.
Ridurre in schiavitù persone che accettano le peggiori condizioni, o che vi sono addirittura costrette...
Davvero, non ci sono parole.
io direi che ci sia ben di che riflettere...
si riflette solo quando non si hanno problemi di alcun tipo ;)
da me hanno lasciato a casa decine di persone in esubero, chiedi a loro di riflettere
lo stato deve pensarci non il popolo!
Ziosilvio
04-09-2006, 10:42
Doppio, ma questo è più completo.
Chiederei il join.
Chiederei di unire i 3d, piuttosto che chiudere questo, se fosse possibile, e mantenere questo titolo che mi sembra un po' più esplicativo del topic.
Mi unisco anch'io alle richieste di unire i thread.
E alla constatazione di come, gira e rigira, la ricerca di schiavi piuttosto che di lavoratori dipendenti sia sempre viva.
si riflette solo quando non si hanno problemi di alcun tipo ;)
da me hanno lasciato a casa decine di persone in esubero, chiedi a loro di riflettere
lo stato deve pensarci non il popolo!
sinceramente mi sfugge la pertinenza del tuo post...
non riesco a coglierne il senso ultimo :boh:
se provassi ad essere un po' meno criptico?
niente, niente.....
sarebbe troppo lungo da spiegare e non ne ho più la voglia
mt_iceman
04-09-2006, 11:23
si, ci sta di riflettere e soprattutto agire nei confronti di questi poveracci e di quei maiali che li sfruttano, però è un discorso slegato dal problema dell'immigrazione incontrollata e della delinquenza che ne deriva. ;)
Legolas84
04-09-2006, 11:53
Non riuscirò mai ad accettare tutta questa immigrazione... parlando anche con un Albanese che per un pò ha frequentato alcuni locali dove andava anche la mia compagnia è emerso che gli immigrati che vengono qua per cercare un lavoro onesto sono davvero pochi, di solito è gente che ha problemi nel loro paese (specie con la giustizia). Fosse per me metterei un serio freno all'immigrazione. Sbarcano in Italia? Bene li si accoglie e li si cura e poi li si rimanda da dove vengono, qui dove abito io hanno sempre e solo creato problemi con furti in abitazioni, risse in locali, furti d'auto... insomma un vero schifo!
Legolas84
04-09-2006, 11:57
la cosa che più mi angoscia, al di là dell'immigrazione, è il fatto che ci siano parti del nostro paese in cui la legge non arriva, in cui a dettare le regole è la criminalità organizzata (leggi mafia, 'ndrangheta, camorra).
E' davvero deprimente :(
E' come vedere una vetrina aperta su un secolo fa.
Ridurre in schiavitù persone che accettano le peggiori condizioni, o che vi sono addirittura costrette...
Davvero, non ci sono parole.
Il Problema della legge che non arriva ovunque (specie nel sud) è un problema molto vecchio. Molte volte discutendo con gente che viene da Puglia o Campania mi è capitato di sentire "Giù da noi è così, non ci puoi fare nulla e ti adegui". E naturalmente non è che puoi dare tutta la colpa alle forze dell'ordine che già laggiù si fanno il culo quadro e rischiano la pelle tutti i giorni per cercare di rendere le città un luogo sicuro (per quanto gli è possibile).
si, ci sta di riflettere e soprattutto agire nei confronti di questi poveracci e di quei maiali che li sfruttano, però è un discorso slegato dal problema dell'immigrazione incontrollata e della delinquenza che ne deriva. ;)
e invece secondo me sono due facce della stessa medaglia...
vieni sù nei paesi della bassa bresciana alla mattina alle 5 e vedi frotte di extracomunitari in attesa dei pulmini per andare a lavorare nei cantieri.
vieni sù nei paesi della bassa bresciana alla mattina alle 5 e vedi frotte di extracomunitari in attesa dei pulmini per andare a lavorare nei cantieri.
Poracci, altri schiavi :(
Poracci, altri schiavi :(
è questo che porta l'immigrazione incontrollata e selvaggia, lo sfruttamento da parte dei furbetti italiani, ma anche tanti stranieri ora.
:nono: non mi capacito
c'è qualcuno che da là colpa agli stranieri
questo qualcuno mi fa PROFONDO ribrezzo e non penso di poter neanche immaginare il vuoto, l'indifferenza, la cieca furia ideologica che si porta dentro.
http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/cronaca/commissione-immigrati/commissione-immigrati/commissione-immigrati.html
Dopo la denuncia dell'Espresso la Criminalpol studierà il fenomeno
"Speciali permessi di soggiorno" e nuove norme per tutelare gli extracomunitari
Sfruttamento degli immigrati
Amato dà il via alla commissione
Convocato a Foggia il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica
<B>Sfruttamento degli immigrati<br>Amato dà il via alla commissione</B>
Fabrizio Gatti
l'autore del reportage
pubblicato da l'Espresso
ROMA - Lo scandalo è scoppiato quattro giorni fa con la pubblicazione di un reportage su l'Espresso. Il diario di una settimana trascorsa nell'inferno degli extracomunitari sottopagati in Puglia per raccogliere i pomodori, ha indotto il ministro dell'Interno Giuliano Amato a costituire una commissione conto lo sfruttamento degli immigrati. Parteciperanno i rappresentanti di tutte le forze dell'ordine. "E' intenzione del ministro - spiega una nota degli Interni - prendere contatto anche con i colleghi del Lavoro e della Giustizia per studiare possibili azioni sinergiche".
In seimila dall'Est e dall'Africa. Alla "stagione dell'oro rosso" lavorano anche seimila immigrati in Puglia. Nessuno ha mai fatto un censimento. Tutti stranieri: romeni, bulgari, polacchi e africani, dal Niger, dal Mali, dall'Uganda. Tutti sfruttati in nero. Sottopagati, alloggiati in tuguri, massacrati di botte se protestano.
La commissione. Il ministero adesso vuole vederci chiaro, e per farlo ha istituito una commissione ad hoc presieduta dal capo della Criminalpol Alessandro Pansa. Anche la Regione Puglia annuncia l'istituzione di un Osservatorio regionale per l'immigrazione: "Di concerto con la Regione Campania - ha detto l'assessore regionale alla solidarietà sociale - saranno avviati numerosi centri diffusi per l'accoglienza e l'integrazione degli extracomunitari".
Speciali permessi di soggiorno. Il ministro vuole concedere speciali permessi di soggiorno agli stranieri sfruttati. E' una modifica all'articolo 18 del testo unico sull'immigrazione a cui lo staff di Amato sta lavorando da giorni. "Il ministero - si legge nella nota del Viminale - sta studiando una modifica normativa che prevede una speciale tutela, anche attraverso la concessione di un permesso di soggiorno, per gli stranieri clandestini sottoposti a sfruttamento da parte di organizzazioni sulle quali si indaga per reati di particolare gravità".
Comitato per l'ordine pubblico a Foggia. Stamane, nella Prefettura di Foggia, si è riunito il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica; c'era anche il sottosegretario alla Giustizia Alberto Maritati. "Il fenomeno dell'immigrazione clandestina in provincia di Foggia è presente da diversi anni e, per tale motivo - si legge in una nota diffusa a conclusione della riunione - le istituzioni, oltre alle forze di polizia e alla magistratura, affronteranno le problematiche inerenti al fenomeno con vigore ed incisività".
(4 settembre 2006)
Speriamo ne esca qualcosa di valido e sensato.
LuVi
si, ci sta di riflettere e soprattutto agire nei confronti di questi poveracci e di quei maiali che li sfruttano, però è un discorso slegato dal problema dell'immigrazione incontrollata e della delinquenza che ne deriva. ;)
ti farebbe comodo, eh?
E' il medesimo problema, imputare la delinquenza all'immigrazione è veramente da persona disinformata.
E' un pò come negli anni 60 quando nelle grandi città industriali del nord, se c'era un reato, era stato un "meridionale". Come se la colpa della deliquenza fosse l'emigrazione al nord.
ti farebbe comodo, eh?
E' il medesimo problema, imputare la delinquenza all'immigrazione è veramente da persona disinformata.
E' un pò come negli anni 60 quando nelle grandi città industriali del nord, se c'era un reato, era stato un "meridionale". Come se la colpa della deliquenza fosse l'emigrazione al nord.
per me non è così...
si vuole nascondere mettendo in evidenza i vari sfruttamenti e nessuno mi pare che negghi che ve ne siano, col fatto che si sono attirati qua una miriade di delinquenti, gente che non viene certo a cercarsi un onesto lavoro
parla direttamente coi carabinieri, la polizia o le guardie carcerarie per renderti conto dell'entità del problema
la comprensione per il prossimo. come volevo rispondere a Gemma, nasce nel benessere; questa gente, alcuna onesta, è capitata in un momento dove l'italia è invivibile pure per noi, ecco perchè uno può anche sbattersene a ragione i cosidetti maroni
a me gente extracomunitaria che lavorava ed assunta legalmente da aziende mi ha detto: preferisco vendere CD illegali per strada che lavorare per 1000 euro al mese; non lavoro e guadagno un sacco di soldi
provate ad andare voi a lavare vetri o a vendere merce ilegale nel loro paese per vedere cosa succede
a me gente extracomunitaria che lavorava ed assunta legalmente da aziende mi ha detto: preferisco vendere CD illegali per strada che lavorare per 1000 euro al mese; non lavoro e guadagno un sacco di soldi
Senti, io a queste storie "miocuggino" non ci credo.
LuVi
Senti, io a queste storie "miocuggino" non ci credo.
LuVi
chi ha detto che è accaduto ad un mio parente ?
L'ho chiesto io direttamente!
chi ha detto che è accaduto ad un mio parente ?
L'ho chiesto io direttamente!
Cioè tu stai giurando che, a fronte di un contratto di lavoro regolare, offerto da te, uno ha risposto che preferisce andare a vendere i cd per strada perchè fa più soldi? :confused:
Va beh.
E che contratto gli avresti offerto?
LuVi
Senti, io a queste storie "miocuggino" non ci credo.
LuVi
Io invece a questa ci credo eccome, a chi non è venuto mai in mente di chiedersi: Che c****o ho studiato 20 anni a fare per poi prendere 1000 euro al mese quando un pizzaiolo ne prende 3000 ( di cui buona parte in nero ), o un idraulico ( anche loro fanno fattura solo sotto minaccia di morte :D :D ) . Un cd pirata quanto costa? 50 cent a dire tanto? e li vendono a 5 euro. Solo che ne vendano 10 al giorno sono 4.5*10=45 euro esentasse, 45*20= 900 euro al mese, e penso che ne vendano ben più di 10 al giorno......
Cioè tu stai giurando che, a fronte di un contratto di lavoro regolare, offerto da te, uno ha risposto che preferisce andare a vendere i cd per strada perchè fa più soldi? :confused:
Va beh.
E che contratto gli avresti offerto?
LuVi
l'occasione fa l'uomo ladro
C'era un gruppo di romeni che alla sera andava in un negozio a farsi cambiare montagne di euro in carta in un negozio di mia conoscenza, 300/400 euro al giorno
sveglia!
Io invece a questa ci credo eccome, a chi non è venuto mai in mente di chiedersi: Che c****o ho studiato 20 anni a fare per poi prendere 1000 euro al mese quando un pizzaiolo ne prende 3000 ( di cui buona parte in nero ), o un idraulico ( anche loro fanno fattura solo sotto minaccia di morte :D :D ) . Un cd pirata quanto costa? 50 cent a dire tanto? e li vendono a 5 euro. Solo che ne vendano 10 al giorno sono 4.5*10=45 euro esentasse, 45*20= 900 euro al mese, e penso che ne vendano ben più di 10 al giorno......
sono stato di recente a Gardaland, un operaio generico guadagna 1500 euro netti al mese
sempre nel negozio di moa conoscenza entra un uomo di colore e chiede dei soldi, la proprietaria dice lui: "beh, puliscimi la vetrina e ti dò dei soldi, così puoi dire di averli guadagnati onestamente lavorando"
risposta
"oh, mai io sono laureato!"
visto che ai nostri benpensanti del forum piace riflettere, perchè non indagate sulle sinistre responsabilità di chi l'immigrazione non la ha mai voluta vedere come un possibile problema?
vieni sù nei paesi della bassa bresciana alla mattina alle 5 e vedi frotte di extracomunitari in attesa dei pulmini per andare a lavorare nei cantieri.
se dici a me purtroppo lo so bene...
infatti quando corsini, dopo l'ultimo omicidio (che fra l'altro con gli extracomunitari on aveva nulla a che fare), si espresse ribadendo che senza extracomunitari le stalle di Brescia e provincia si sarebbero svuotate ho aggiunto "anche le fonderie".
sono stato di recente a Gardaland, un operaio generico guadagna 1500 euro netti al mese
sempre nel negozio di moa conoscenza entra un uomo di colore e chiede dei soldi, la proprietaria dice lui: "beh, puliscimi la vetrina e ti dò dei soldi, così puoi dire di averli guadagnati onestamente lavorando"
risposta
"oh, mai io sono laureato!"
Senti, è inutile che insisti, non ti credo!
"Il negozio di un conoscente", "Un parente", "Un altro di mia conoscenza".
Finchè non mi dici, in privato, cosa fai, in che ramo sei imprenditore, e mi fai credere seriamente di aver offerto contratti di lavoro regolari a degli extracomunitari e loro hanno rifiutato per continuare il loro lavoro di ambulanti, io non ti credo.
E non ti si può credere, quando parli di 1500 euro netti al mese per un operaio generico (che è? a Gardaland buttano via i soldi?!?!).
LuVi
Senti, è inutile che insisti, non ti credo!
"Il negozio di un conoscente", "Un parente", "Un altro di mia conoscenza".
Finchè non mi dici, in privato, cosa fai, in che ramo sei imprenditore, e mi fai credere seriamente di aver offerto contratti di lavoro regolari a degli extracomunitari e loro hanno rifiutato per continuare il loro lavoro di ambulanti, io non ti credo.
E non ti si può credere, quando parli di 1500 euro netti al mese per un operaio generico (che è? a Gardaland buttano via i soldi?!?!).
LuVi
ci dormo lo stesso la notte!
ci dormo lo stesso la notte!
ocio a fornire i tuoi dati personali a luvi, già se ha a disposizione il solo indirizzo mail succedono casini....
ci dormo lo stesso la notte!
Prova a convincermi! Anche in pvt!
LuVi
operaio generico a 1500 € al mese?
un immigrato CON LE CARTE IN REGOLA che non accetta un lavoro regolare?
cos'è siamo su zelig?
operaio generico a 1500 € al mese?
un immigrato CON LE CARTE IN REGOLA che non accetta un lavoro regolare?
cos'è siamo su zelig?
edit
leoneazzurro
05-09-2006, 10:27
ocio a fornire i tuoi dati personali a luvi, già se ha a disposizione il solo indirizzo mail succedono casini....
Ma ve lo siete letto il regolamento FTF?
3 gg di sospensione
bluelake
05-09-2006, 10:28
ocio a fornire i tuoi dati personali a luvi, già se ha a disposizione il solo indirizzo mail succedono casini....
eddai riaw, non ricominciamo come al solito con frecciatine e simili, via...
e invece secondo me sono due facce della stessa medaglia...
sono due facce della stessa medaglia nel senso che, finchè in materia di immigrazione l'Italia non adotterà leggi ferree, ci saranno sempre fenomeni di sfruttamento dell'immigrazione da un lato ed episodi di mancato rispetto delle leggi e delinquenza dall'altro. Non si può contrapporre ad un fatto l'altro, vanno inquadrati nella stessa situazione: quando lo stato manca, chiunque (sia esso italiano o extracomunitario) si sente in diritto di sostituirsi al suo posto.
Dunque: regolamentazione è la parola 'ordine. Si stabilisce il numero di immigrati 'socialmente tollerabile' dalla nazione e poi si chiudono le frontiere. Si controlla per bene i campi e le imprese edili, e si denuncia i datori di lavoro che dovessero sfruttare immigrati assunti in nero e gli immigrati se clandestinamente introdottisi nel paese.
sono due facce della stessa medaglia nel senso che, finchè in materia di immigrazione l'Italia non adotterà leggi ferree, ci saranno sempre fenomeni di sfruttamento dell'immigrazione da un lato ed episodi di mancato rispetto delle leggi e delinquenza dall'altro. Non si può contrapporre ad un fatto l'altro, vanno inquadrati nella stessa situazione: quando lo stato manca, chiunque (sia esso italiano o extracomunitario) si sente in diritto di sostituirsi al suo posto.
Dunque: regolamentazione è la parola 'ordine. Si stabilisce il numero di immigrati 'socialmente tollerabile' dalla nazione e poi si chiudono le frontiere. Si controlla per bene i campi e le imprese edili, e si denuncia i datori di lavoro che dovessero sfruttare immigrati assunti in nero e gli immigrati se clandestinamente introdottisi nel paese.
sono in buona sostanza d'accordo.
Prova a convincermi! Anche in pvt!
LuVi
ho ben altro da fare!
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