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View Full Version : caso pacenza! scandaloso!


enaud
31-08-2006, 21:35
Capogruppo Ds Regione Calabria indagato per concussione.
E' stato preso in Sardegna verso metà Agosto e sbattuto dentro per esigenze di custodia cautelare.
Ovviamente i suoi compagni di partito lo hanno immediatamente assolto, senza aspettare l'esito del processo, e hanno iniziato una campagna di pressione sulla magistratura scandalosa.
Questa azione è valsa all'indagato la concessione degli arresti domiciliari e successivamente la libertà totale dopo che tutti i parlamentari e i consiglieri regionali del centro sx hanno fatto un sit-in di protesta durante l'udienza del tribunale del riesame.
Si sono presentati li arrivando ad entrare fino in aula dove un magistrato doveva decidere delle sorti dell'indagato.
visto che sono calabrese

VERGOGNA!!!
VERGOGNA!!!
VERGOGNA!!!

Questa è l'indipendenza della magistratura che predicano in continuazione?

Lorekon
31-08-2006, 22:00
- chiunque può entrare (disarmato) in un'aula di tribunale, salvo decisione del giudice (credo)
- possiamo discutere finchè vuoi dell'opportunità politica della presenza dei consiglieri. Nello specifico sono d'accordo con te.
- è una sciocchezza attribuire la concessione dei domiciliari al sit-in. pretestuoso, anzi.
- "indipendenza della magistratura" significa che non è la politica a nominare i magistrati, non che i politici non possono dire niente sui singoli provvedimenti (fatto che cmq trovo di cattivo gusto, la magistratura non si commenta IMHO)

enaud
31-08-2006, 22:02
si però, dai...

Lorekon
31-08-2006, 22:10
però dai cosa?

Dj Ruck
31-08-2006, 23:31
già nn se ne sente più alla tv!!!
se fosse stato del cdx!!!madòòòòòòòòòòòòòòòò che casino che c'era!
da calabrese

VERGOGNA
VERGOGNA
VERGOGNA

e vive anche nel mio paese questo farabutto! :muro: :muro:

subvertigo
01-09-2006, 00:18
già nn se ne sente più alla tv!!!
se fosse stato del cdx!!!madòòòòòòòòòòòòòòòò che casino che c'era!
da calabrese

VERGOGNA
VERGOGNA
VERGOGNA

e vive anche nel mio paese questo farabutto! :muro: :muro:

Beh hai ragione... sono totalmente d'accordo con te... e tu quindi muovi le stesse identiche critiche anche a quelli del centrodestra che attaccano (ho hanno attaccato) la magistratura, Belusconi in primis?

Tuttavia facciamo le dedite proporzioni...

subvertigo
01-09-2006, 00:24
già nn se ne sente più alla tv!!!
se fosse stato del cdx!!!madòòòòòòòòòòòòòòòò che casino che c'era!
da calabrese

VERGOGNA
VERGOGNA
VERGOGNA

e vive anche nel mio paese questo farabutto! :muro: :muro:

Beh hai ragione... sono totalmente d'accordo con te...

Presumo quindi che tu muova (o abbia mosso) le stesse identiche critiche anche a quelli del centrodestra che attaccano (ho hanno attaccato) la magistratura, Belusconi in primis...

Tuttavia facciamo le dedite proporzioni...qui si sta parlando di un consigliere regionale e dei suo amici e non di tutta una coalizione nazionale.

Il comportamento è stato veramente da ignobili. Come ha più volte affermato il bravo Marco Travaglio intervenendo sulla vicenda in questione: (articolo corriere linkato da dagospia)

Paolo Conti per il “Corriere della Sera”


Se continua così, ironizza Marco Travaglio su l'Unità, bisognerà organizzare bus-navetta «con carovane bicamerali da Montecitorio e palazzo Madama verso i penitenziari della Penisola».

Oggetto del sarcasmo la visita nel carcere di Cosenza (con sit-in) dei nove parlamentari dell'Unione eletti in Calabria a Franco Pacenza, capogruppo ds in quella regione, arrestato per concussione «per una presunta truffa di 8,2 milioni all'Unione Europea» (ricorda Travaglio) e ora agli arresti domiciliari. Sotto tiro anche il sottosegretario Marco Minniti, Ds, per il suo giudizio («È stato un errore giudiziario»). Travaglio accusa: qui c'è la sindrome di Orwell e della sua «Fattoria degli animali», ovvero «i politici e i loro amici sono "più uguali degli altri"». Il senso di appartenenza alla casta dei politici, conclude il giornalista, riguarda tanto il centrosinistra quanto il centrodestra.

Poi, a voce, Travaglio aggiunge: «Il centrosinistra spesso si muove come il centrodestra però si sente davvero "più uguale" degli avversari. Prendiamo la legge sulle intercettazioni: non è quella che Berlusconi voleva un anno fa? E che dire dell'intervista di Fassino a il Foglio in cui candidava D'Alema al Quirinale lanciando una visione superpresidenzialista con tanto di programma politico-istituzionale-giudiziario, quasi un commissariamento anticipato di Prodi?».

Concorda con Travaglio Luca Ricolfi, docente di Metodologia della ricerca psicosociale e autore del saggio Longanesi «Perché siamo antipatici? La sinistra e il complesso dei migliori»: «Berlusconi non avrebbe mai varato un indulto come quello del centrosinistra ma l'Unione è soddisfattissima. L'ho scritto, c'è un primato della cornice rispetto al quadro. Si cominciò a sinistra dicendo che l'intervento in Iraq era un errore ma se Kerry avesse vinto le presidenziali sarebbe "stato diverso". Pensiamo ora al Dpef: si annunciano pesantissimi tagli alla spesa sociale che il centrodestra non si sarebbe mai sognato di proporre, invece tutto viene nascosto, edulcurato.

Ha ragione Giampaolo Pansa: occorre ritrovare il senso civile di analizzare dati e provvedimenti per quel che sono, indipendentemente dal governo che li vara. Invece ora la confezione prevale sul prodotto...» Il filosofo Biagio de Giovanni (lunga militanza nel Pci alle spalle, ora esponente della Rosa nel Pugno) si dichiara ridendo «molto stupito di trovarsi d'accordo con Travaglio per la prima volta nella vita». La citazione di Orwell lo convince: «L'osservazione è fondata. C'è una sorta di immagine buoni-cattivi che il centrosinistra ha avvalorato. Il comune "senso di sé" dell'Unione intende offrire una specie garanzia: ovvero che è bene trovarsi nel centrosinistra perché lì c'è l'Italia migliore. E quindi ciò che fa questa parte va comunque bene, visto che sul centrodestra aleggia un alone di illegalità e illegittimità». Questione, ammette de Giovanni, «che magari può avere un suo fondamento, se vogliamo» ma non può essere «sempre un assunto che obbligatoriamente conduce a un giudizio di illegalità». Fatto sta, conclude il filosofo, che di fronte al caso Pacenza «l'atteggiamento del centrosinistra è semplice. Non è possibile che tutto ciò sia vero, occorre subito scovare una ragione per provare che davvero non lo è».

Elio Veltri (dipietrista, già girotondino, autore con Travaglio de «L'odore dei soldi» dedicato nel 2001 a Berlusconi) ha letto di mattina presto l'intervento di Travaglio: «Sono d'accordissimo. Nemmeno Berlusconi ha organizzato sit-in contro gli arresti. Una novità grave, da parte del centrosinistra, una specie di morbo calabrese che spero non dilaghi nel resto del Paese...». Ultima osservazione: «Sui giornali calabresi locali decine di esponenti dell'Unione hanno attaccato i magistrati premettendo il rito della "massima fiducia nell'opera dei giudici", e poi giù, botte da orbi. Ma che modo di comportarsi è?».
http://213.215.144.81/public_html/26000-26999/articolo_26142.html

enaud
01-09-2006, 00:37
però dai cosa?
è semplicemente uno schifo! :mad:

sander4
01-09-2006, 00:51
Calabria, il Riesame scarcera il capogruppo Ds.

Massimo Solani


«Ho passato 13 giorni che non auguro a nessuno di vivere, e solo ora posso dire che è finito un incubo. Ma adesso i lavoratori e i cittadini calabresi hanno diritto alla verità su questa truffa, e per questo chiediamo che la magistratura vada fino in fondo». Franco Pacenza ha da poco varcato la soglia della sua casa di Trebisacce, e da meno di un´ora è di nuovo un uomo libero.

Tredici giorni dopo il suo arresto per concussione aggravata il tribunale della libertà di Cosenza presieduto dal magistrato Adalgisa Rinaldo ha disposto l´annullamento dell «misura della custodia cautelare in carcere» emessa dal gip Giuseppe Greco disponendo «l´immediata scarcerazione dell´indagato se non detenuto per altro titolo». «È la fine di un incubo», ripete il capogruppo Ds in consiglio regionale quasi sommerso dall´abbraccio della moglie Raffaella, degli amici e dai compagni del partito, con in testa il segretario regionale Franco Guccione. Pacche sulle spalle, abbracci. Sono passati tredici giorni da quando gli uomini della Finanza lo hanno arrestato mentre era in vacanza in Sardegna con la famiglia, sette da quando il Gip gli ha concesso i domiciliari in questa stessa casa dove adesso si festeggia dopo le polemiche che hanno fatto seguito alle tante dichiarazioni di affetto e vicinanza, culminate con un sit in dei parlamentari dell´Ulivo sotto al penitenziario. Il riesame ci ha impiegato meno di mezz´ora per decidere per l´annullamento della custodia cautelare. Bisognerà attendere il deposito delle motivazioni per leggere in filigrana la decisione, ma la sensazione (visti anche i domiciliari concessi a Maurizio Arena, il commercialista arrestato nell´ambito della stessa inchiesta ma accusato anche di truffa) è che il tribunale della libertà abbia riconosciuto quello che i legali ripetevano fin dai primi minuti, e cioè che nei confronti di Pacenza non ci fossero alcun «grave indizio di colpevolezza». «E la celerità della decisione - spiega l´avvocato Franco Sammarco - dimostra la spregiudicatezza e la spropositata afflittività dell´ordinanza».

«Sono ancora smarrito - spiega Pacenza -, anzi sono proprio sbalordito. In questi giorni mi hanno sorretto due cose: la mia coscienza, serena per non avere commesso nulla, e la tanta solidarietà dimostratami a tutti i livelli da parte di persone che hanno rischiato anche in proprio per la funzione e la responsabilità che ricoprono. Penso, primo fra tutti, al viceministro dell´Interno Marco Minniti. In questa vicenda il capo d´accusa più rilevante nei miei confronti è quello di concussione psicologica per aver impedito il licenziamento di alcuni lavoratori. In trenta anni di attività sindacale e politica ho fatto occupazioni di strade, fabbriche e scuole. Ma mai avrei pensato che mi si potesse arrestare per aver impedito dei licenziamenti». Il telefono squilla di continuo, e il salotto di casa Pacenza si riempie ogni minuto di più, mentre gli avvocati si preoccupano di andare alla stazione dei carabinieri per assicurarsi che il provvedimento del riesame sia stato notificato. «Chi mi ha accusato, l´ad delle due società tedesche che avrebbero compiuto la truffa prendendo fondi per fabbriche mai aperte, ha ammesso tutto ciò che gli è imputato ed è uscito di carcere dopo cinque giorni. Io invece sono stato tirato dentro nonostante non abbia mai messo in tasca un solo euro. E questo i magistrati lo hanno riconosciuto fin dall´inizio». Quelli di cui Pacenza era e resta accusato è anche di aver fatto pressioni sull´amministratore della Sensitec e della Printec (l´imprenditore Franco Rizzo) per l´assunzione di persone a lui politicamente vicine. «Solo che alcune di queste persone - spiega - sono state candidate dal centrodestra, uno con Alleanza Nazionale. Ma allora io devo essere un cazzone: in questa storia non ho preso soldi, e non ho ottenuto nemmeno vantaggi politici. Bell´affare!».

Ora che le porte di casa sono di nuovo aperte e Franco Pacenza è di nuovo un uomo libero, però, la sua battaglia giudiziaria è tutt´altro che conclusa. E non solo per le accuse che lo riguardano. «Questi signori sono venuti in Calabria per truffare. Siamo stati noi i primi a denunciare quanto stava accadendo. Ci sono state minacce sindacali per non far licenziare i lavoratori, dicono i magistrati. Ma di questo me ne vanto! Solo che adesso vogliamo andare fino in fondo in questa inchiesta. Perché dalla procura di Cosenza pretendiamo tutta la verità, e la Regione ha già annunciato che si costituirà parte civile contro i truffatori. Ma sia chiara una cosa: in questi giorni noi non abbiamo mai detto che Pacenza non andava arrestato perché uomo politico, non abbiamo mai difeso nessun privilegio di casta. Noi abbiamo accusato il fatto che il cittadino Pacenza era stato arrestato sulla base di elementi insufficienti. E i soldi della truffa, invece, dove sono? E i truffatori? Ecco perché questa partita è tutt´altro che chiusa»

Cfranco
01-09-2006, 08:10
Servizio navetta

Uliwood Party di Marco Travaglio

Ora che Franco Pacenza, capogruppo DS alla Regione Calabria, arrestato giorni fa per concussione in una presunta truffa da 8,2 milioni all’UE, ha ottenuto i domiciliari, si può valutare più serenamente la reazione provocata dal suo caso.

Poco dopo l’arresto, i nove parlamentari dell’Unione eletti in Calabria erano già in processione al carcere di Cosenza, per visitarlo in cella e poi, insieme a numerosi politici locali, per inscenare un sit-in di protesta. “aspetteremo qui che Pacenza esca”, ha spiegato l’on.Franco Bruno, che è pure segretario della Margherita. Nessuno, a parte Di Pietro, ha trovato da ridire su queste parole e quella manifestazione, che ricordano da vicino le reazioni della CdL in casi analoghi. Tant’è che al sit-in s’è unita la forzista Iole Santelli, già sottosegretario alla Giustizia di Berlusconi.

Quando poi Pacenza è stato scarcerato, il sottosegretario Marco Minniti (DS) ha dichiarato che l’arresto “è stato un errore giudiziario”. Cosa glielo fa pensare? Nessuno, per ora, conosce gli elementi raccolti dalla pubblica accusa: spetterà ai giudici, non ai colleghi o agli amici, stabilire se Pacenza sia colpevole o innocente. Colleghi e amici hanno il diritto di criticare un atto giudiziario. Ma la carovana unionista, con sit-in incorporato, è tutt’altro.

I parlamentari rappresentano un potere dello Stato, che fa le leggi e possibilmente le rispetta, senza prevaricare sugli altri. Gli arresti invece li decide la magistratura: il Pm li chiede, il Gip eventualmente li dispone, poi l’arrestato può ricorrere al Riesame e alla Cassazione. L’intervento del Parlamento non è previsto: né quando la maggioranza ce l’ha la CdL, né quando ce l’ha l’Unione. E allora: che differenza c’è fra il pellegrinaggio dei forzisti nelle celle dei loro colleghi di partito e la processione di unionisti in quella di Pacenza?

Il malvezzo dei politici di visitare gli amici arrestati, per trasmettere loro la solidarietà del partito e della casta, fu inaugurato da Bettino Craxi nel 1985, quando fu arrestato Antonio Natali, presidente della Metro milanese e collettore di mazzette per i partiti (maggioranza e opposizione). Se Natali avesse parlato, Tangentopoli sarebbe saltata sette anni prima. Ma Craxi, da premier, chiese d’incontrarlo in cella. Così fu chiaro a tutti, e specialmente a Natali, con chi stava il governo: non con lo Stato rappresentato dai giudici che indagavano sulle tangenti, ma con lo Stato dei partiti corrotti. Craxi completò l’opera facendo eleggere Natali senatore, con relativa immunità. Borrelli chiese l’autorizzazione a procedere, il Senato la respinse a grande maggioranza. “applausi da centro, destra e sinistra”, recita il verbale della seduta.

Visitare un arrestato prima dell’interrogatorio è vietato dalla legge. Ma i parlamentari sanno come aggirarla: scoprono un improvviso interesse per la salute dei carcerati proprio nella prigione dove è detenuto l’amico, e con la scusa di visitarli tutti vanno a incontrare lui. Poi escono, raccontano che è allo stremo, vittima sacrificale della mala giustizia.

Ora, visto che la legge è uguale per tutti, o almeno dovrebbe, i casi sono due: o si proibisce ai parlamentari di aggirare quel divieto, o si estende l’usanza del pellegrinaggio politico per tutti i detenuti. Ogni qual volta uno finisce dentro, accusato di spaccio o di concussione o di qualunque altro reato, dovrà essere obbligatoriamente visitato in cella da almeno nove parlamentari. Si potrebbe organizzare un apposito servizio-navetta, con carovane motorizzate bicamerali da Montecitorio e Palazzo Madama ai principali penitenziari della penisola, con tanto di turni e reperibilità 24 ore su 24, come per la guardia medica. Altrimenti qualcuno potrebbe pensare che i politici e i loro amici, come nella fattoria di Orwell, siano più uguali degli altri.

Null’altro che l’appartenenza alla “casta” dei politici, infatti, distingue Pacenza dalle centinaia di cittadini arrestati ogni giorno in Italia. Un tempo c’era almeno una modulazione di toni a seconda dell’appartenenza politica. Ora, in omaggio al totem “bipartisan” è caduta anche quella barriera. Da destra e da sinistra è tutto uno strillare alla “giustizia a orologeria”, all’ “accanimento giudiziario”, alle “manette facili”. Con alcune variazioni sul tema, nel caso Calabria, davvero avvincenti.

1. Il governatore Loiero critica giustamente il sit-in, ma poi rovina tutto contestando i giudici per l’arresto di Pacenza “a ferragosto, mentre era in ferie con la famiglia”. E il ministro Bianchi prima denuncia coraggiosamente la malagestione dei fondi europei, ma poi critica “l’arresto a ferragosto, mentre Pacenza stava in vacanza con la famiglia”. Dunque, oltrechè nei periodi elettorali, i politici non vanno disturbati neppure nei mesi estivi, men che meno se sono in ferie con pinne, fucile ed occhiali. Per analogia si suppongono off limits anche le ferie natalizie e pasquali, per non parlare delle domeniche e altre feste comandate.

In quale periodo dell’anno, di grazia, un magistrato può agire a carico di un politico senza che lorsignori s’inalberino? Il Parlamento potrebbe stilare un’agenda planning con evidenziate le rare finestre temporali in cui è consentita (ancorché sconsigliata) l’azione penale sui politici.

2. Alle critiche di Di Pietro, i nove pellegrini di Cosenza hanno replicato invitandolo a tacere e a dimettersi da ministro perché – testualmente – “Di Pietro ha candidato alle elezioni comunali il fratello del Gip che ha arrestato Pacenza, poi risultato il primo dei non eletti. E ci fermiamo qui”.

Se ne deduce che candidare un giudice è già una discreta schifezza. Ma candidare addirittura il fratello di un giudice è una doppia porcheria: è noto, infatti, che il virus dei magistrati si trasmette rapidamente ai consanguinei di primo, secondo e fors’anche terzo grado.

E ci fermiamo qui.

L’Unità del 23.8.2006